Qualcosa Dentro Di Noi E' Diventato Macerie; LE IDEE
di Evgenj Evtushenko

TANJA Samojlova corre per la scala avvolta dal fumo dell'incendio scoppiato subito dopo il bom-bardamento tedesco. Un pompiere con il volto annerito dal fumo, simile a un minatore sporco di carbone, cerca di fermarla, ma lei riesce a liberarsi e a spingere la porta del suo appartamento, dove sono rimasti i suoi genitori. Il pavimento non c'è più. Oltre la soglia una voragine, un solo paralume bruciacchiato dondola e ticchetta ancora l'antico orologio a muro, da cui esce un uccellino meccanico con il suo "cucù" d'addio.

MENO di una settimana prima dell'attacco terroristico a New York e Washington questo bombardamento è passato sullo schermo dell'Università di Tulsa in Oklahoma, dove ho mostrato ai miei studenti americani di diciassette-diciotto anni il film russo "Letjat zhuravli" (Volano le cicogne) del 1957. L'hanno guardato con il fiato sospeso, alcuni con le lacrime agli occhi. Mi ha colpito però il commento di una studentessa nel suo elaborato, quando dichiarava di essere stata felice che il mio corso di cinema l'avesse aiutata a scoprire nei russi molti elementi positivi e buoni, nonostante la Russia nella Seconda Guerra mondiale avesse combattuto insieme ai tedeschi contro l'America. Mi è toccato dare qualche spiegazione... Sono stato felice quando mi sono accorto che gli studenti avevano apprezzato molto il film "Letjat zhuravli" oltre al mio film preferito "Ladri di biciclette". In uno degli elaborati degli studenti c'era scritto però che non era una cosa bella rubare le biciclette degli altri, proprio davanti agli occhi del proprio figlio, non sarebbe stato più semplice andarsi a comprare una bicicletta nuova? "Che fortunati..." ho pensato a proposito dei miei studenti: si sono sempre potuti comprare una bicicletta nuova e non hanno mai visto la guerra nella loro terra, solo al cinema..." Ma ora la guerra è arrivata anche in casa loro. La formula reaganiana dell'"impero del male" ha identificato un altro nemico, dirigendo le punte dei propri aerei contro i propri grattacieli. Un obiettivo allettante, certo, al momento non ci sono altri imperi potenti come gli Stati Uniti. Tuttavia gli ideatori di questa guerra terroristica, che odiano con invidia gli Stati Uniti, l'hanno messa in scena da veri produttori hollywoodiani come un grandioso show mondiale con effetti speciali e sonori e con scene di massa, dove non è stato necessario dirigere in modo cinematografico il terrore negli occhi delle vittime e di quelli che fuggivano per le strade per salvarsi dal soffocamento per il fumo e la cenere. Gli aerei imbottiti di nient'altro fuorché di persone innocenti, tra cui bambini, non hanno perforato solo i grattacieli. Hanno perforato libri grandissimi: la Bibbia, il Corano, Dante, Shakespeare, Goethe, Hugo, Dostoevskij. In molti musei del mondo si conservano libri perforati da proiettili come oggetti di monito contro la morte della cultura. Ma dove si conservano i libri perforati dagli aerei? Questi aerei sono esplosi dentro di noi e le loro schegge vagheranno per sempre sotto la nostra pelle. Ci torneranno a lungo in sogno le persone che si buttano giù sull'asfalto dall'ottantesimo piano, ormai inghiottito dalle fiamme. Uno di loro nella caduta ha ucciso con il suo corpo un soccorritore. Sentiremo ancora a lungo di notte i segnali dei telefonini da sotto le macerie, anche quando le macerie non ci saranno più. Qualcosa dentro di noi è diventato macerie.
Dobbiamo ringraziare Dio se sono solo le macerie del sentimento di supremazia su tutti gli altri, le macerie della presunzione, dell'autocompiacimento, dell'incuria. Non voglia Dio che siano le macerie della nostra umanità, su cui danzerà selvaggiamente la vendicatività astiosa che è sempre cieca e di regola non punisce chi è realmente colpevole. È possibile difendere la civiltà solo in modo civile. Altrimenti diventeremo simili a quegli abitanti del nostro pianeta crudelmente folli che invece di dividere il cordoglio di tante infelici madri americane, con entusiasmo agitano le braccia di fronte alle telecamere, mostrando con le dita il segno di vittoria, non capendo che questa maledetta mattina soleggiata è stata una giornata nera per tutta l'umanità, loro compresi. La pratica della "risposta al terrore col terrore" è pericolosa perché rende gli uomini crudeli e il
desiderio di catturare i colpevoli prima possibile, di puntare il dito contro di loro può portare ad errori imperdonabili. Più grande sarà il terrore, meno spazio ci sarà per la bontà e la pietà. Non parlo della pietà verso i terroristi, non la meritano. Sarebbe stupido se le mura delle nostre case si trasformassero in ospitali, invitanti guance da offrire ai terroristi, partendo da un cristianesimo erroneamente interpretato del tipo "faranno saltare un muro, mettine un altro". Oggi i terroristi hanno trovato il modo di trasformare degli aerei di linea in gigantesche bombe di benzina.
Gli sarà anche piaciuto. Dal momento che tutti i leader del mondo hanno dichiarato di essere pronti alla guerra contro il terrorismo, allora anche gli altri paesi possono diventare i futuri bersagli. Cosa succederà poi se domani o dopodomani i terroristi si procureranno mini bombe atomiche o qualche arma chimica a noi ancora sconosciuta? Il progresso del male talvolta sorpassa quello del bene. Il moderno terrorismo è una follia pericolosissima, ispirata da falsi profeti politico-religiosi e ben calcolata dai computer, dietro cui si cela il freddo obiettivo di dominio sul mondo. I nuovi kamikaze, a cui per il suicidio, che si trasforma in omicidio di massa, i loro maestri criminali promettono le migliori vergini sulla terra, sentendosi portatori della somma giustizia, saranno pronti anche domani a trapassare con i loro aerei la Torre Eiffel, la Cappella Sistina, la Cattedrale di Colonia, il Big Ben. Il fondamentalismo comincia a far saltare le fondamenta. Io sono cresciuto ai tempi del terrore staliniano contro il proprio popolo. Il fondamentalismo marxista giustificava questo terrore, anche se Marx ed Engels sarebbero diventati antimarxisti, se avessero visto in un incubo l'Arcipelago Gulag. Il fondamentalismo nazista ha portato l'idea dell'Arcipelago Gulag fino alle camere a gas dell'Olocausto. Il fondamentalismo marxista è iniziato con le esplosioni delle chiese trasformate in depositi per le verdure, con l'esplosione della morale cristiana e dell'elemento base spirituale dei classici russi, che si riassume con le parole di Dostoevskij, secondo cui nessun ideale vale le lacrime di un bambino tormentato senza colpa. Nonostante la loro opposizione, il fonda-mentalismo marxista era molto simile all'aggressivo fondamentalismo capitalistico nel cinismo politico. Il fondamentalismo marxista, dopo aver schiacciato con i carri armati la Primavera di Praga, ha sostituto l'idealista Dubcek con l'opportunista politico, mentre il fondamen-talismo capitalista ha sostituito il liberal-socialista Allende con il caporale Pinochet, con il principio comune "sì, è un mascalzone, però è il nostro mascalzone". Il fondamentalismo maoista ha tentato di cancellare tutta la cultura occidentale, cacciando i traduttori letterari dalle lingue straniere nei campi di correzione. Il fondamentalismo ortodosso cento anni fa ha condannato Tolstoj a una morte non religiosa, avendo pronunciato l'anatema contro il grande scrittore, che finora non ci si è degnati di revocare, mentre il fondamentalismo iraniano ha semplicemente condan-nato Salman Rushdie a morte. Il fondamentalismo è la trasformazione di uomini dello stesso pianeta in alieni che non dispiace eliminare. Noi stessi quando diven-tiamo intolleranti verso le opinioni altrui, non ci trasformiamo in fondamentalisti di piccola taglia? Se noi, uomini, vogliamo farla finita col terrorismo, non dobbiamo diventare noi stessi dei terroristi, abbassarci ad un livello di estrema diffidenza, che si trasforma in odio verso tutti coloro che non sono simili a noi per opinioni politiche e confessioni religiose. La politica dura verso il terrorismo in nessun caso deve portare al controllo poliziesco, al corporativismo da gendarmi dei paesi più ricchi nei confronti del terzo e del quarto mondo. Finché sul nostro pianeta ci saranno la fame e la miseria, ci saranno la disperazione e il terrorismo. I politici del mondo sono pronti a risolvere questi problemi? Non perdono troppo tempo nelle campagne elettorali, che li estenuano nella lotta con i loro concorrenti, e non appena conquistano il potere subito si preparano per le successive elezioni o per un'uscita di scena con ogni comodità? Non riservano forse troppa attenzione alla loro sicurezza personale a spese della sicurezza di chi li ha eletti? Purtroppo molti giovani di talento non si dedicano alla politica, ritenendola un affare sporco che non si riesce a pulire, e preferiscono occuparsi di affari, tecnologia, elettronica, del-l'insegnamento universitario e criticano i loro governi. Ne risulta un circolo vizioso. La politica, come tutto il resto in natura, non sopporta il vuoto e in lei si lanciano coraggiosamente persone che non sono degne di governare altri più intelligenti e più onesti di loro. Occorre cambiare il mazzo bisunto delle carte politiche. Ora è necessario che i giovani, che non si sono ancora macchiati di nulla, si muovano verso la politica. Altrimenti non si scioglierà e non si taglierà il nodo gordiano dei tanti problemi dell'umanità, uno dei quali è quello della reciproca creazione di alieni gli uni dagli altri. Gli israeliani creano i loro alieni dai palestinesi, i palestinesi dagli israeliani. I georgiani dagli abkhazi, gli abkhazi dai georgiani. I baschi dagli spagnoli, gli spagnoli dai baschi. Gli irlandesi dagli irlandesi, solo perché gli uni sono protestanti e gli altri cattolici.
E noi russi, quanti alieni abbiamo costruito dai russi e li abbiamo uccisi in passato e continuiamo ad ucciderli ancora, ricordiamo almeno Dima Kholodov, Galja Starovojtova ... Immaginatevi dei soldati russi, poco più
che ragazzi, di uno stesso villaggio, che si stringono impauriti l'uno all'altro in una tenda di tela catramata, fredda, da qualche parte sperduta nelle montagne della Cecenia. I ceceni per loro sono alieni. Due giovani ceceni, anch'essi di uno stesso villaggio, si avvicinano strisciando alla loro tenda. Anche per loro i soldati che dormono nella tenda sono alieni, anche se poco tempo prima tutti e quattro erano cittadini della stessa nazione... Uno dei giovani soldati esce dalla tenda, si allontana di poco fino al primo cespuglio basso. Il secondo soldato si sveglia e non trovando il compagno a fianco, stiratosi dolcemente, esce. E improvvisamente inciampa nella testa insanguinata del suo compaesano, del suo amico d'infanzia, tagliata da un pugnale ceceno. Se questo soldato non è un vigliacco e se ha in mano un Kalashnikov, cosa farà? Correrà a cercare gli assassini, reso feroce dal dolore nell'anima... In quel momento tutti i ceceni per lui sono nemici e tutti gli ordini dimenticati di fronte al desiderio di vendicare il compagno. E quando spara a due figure che ondeggiano nella nebbia del mattino e che parlano ceceno, lo prendono e lo portano via per aver sparato a due civili. Ma come si distinguono i civili dagli altri? Intanto solo a quaranta chilometri da Groznyj c'è il villaggio di Starogladovskaja, dove si trova l'unico monumento intatto a un russo, Lev Tolstoj, che fece qui il servizio militare. Una famiglia cecena, che ha solo un piccolo fucile da caccia, difende il museo del grande scrittore. Né il villaggio, né il museo sono stati toccati. "Non si può fare la guerra dove c'è Tolstoj..." dice il capo della famiglia che difende il museo. Forse all'umanità servono oggi grandi uomini, le cui parole possano fermare l'odio, come le parole di Tolstoj? Sopra la terra non volano solo gli aerei dei terroristi. Anche le cicogne volano nonostante tutto. ...Tanja Samojlova continua a correre per la scala avvolta dal fumo, distrutta dopo il recente bombardamento tedesco.
(traduzione di Irene Belloni)

da La Repubblica 17 settembre 2001


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