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QUINTA PARTE
SESTA PARTE

PARTE SESTA

Appendice. Sul tema della diversita' e dell'alterita': una riflessione di Ryszard Kapuscinski
Ripropongo qui una mia recensione del libro di Ryszard Kapuscinski, L'altro, Feltrinelli, Milano 2007, 2009.
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Ryszard Kapuscinki e' nato a Pinsk il 4 marzo 1932; prestigioso giornalista e scrittore polacco, ha lavorato come corrispondente estero dell'agenzia di stampa polacca "Pap", particolarmente dall'Africa, dall'America Latina, dall'Asia. Nel 2003 ha ricevuto il premio "Principe delle Asturie" per la categoria "Comunicazione ed umanita'"; nel 2006 ha ricevuto una laurea honoris causa in "Traduzione e mediazione culturale" dall'Universita' di Udine. E' deceduto a Varsavia il 23 gennaio 2007.
 
In questo libro, diviso nei seguenti capitoli: Conferenze viennesi (I. Curiosita' per il mondo; II. L'accettazione della diversita'; III. Un mondo multiculturale), Il mio altro, L'altro nel villaggio globale, L'incontro con l'altro come la sfida del XXI secolo, sono raccolte alcune conferenze dedicate al tema de "l'altro"; le Conferenze viennesi furono tenute nel 2004 presso l'Istituto per le scienze umane di Vienna, la conferenza "Il mio altro" nel 1990 al simposio internazionale degli scrittori a Graz, quella su "L'altro nel villaggio globale" nel 2003 a Cracovia in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico della Scuola superiore europea "Jozef Tischner", l'ultima raccolta nel volume ancora nel 2004 in occasione della ricezione della laurea honoris causa dall'Universita' Jagellonica di Cracovia.
 
In un excursus necessariamente sintetico Kapuscinski rileva che nell'antichita' e fino a tempi relativamente recenti vi sono state civilta' che non hanno mostrato particolar interesse al conoscere il mondo esterno, come ad esempio le culture africane che non hanno mai navigato oltre i mari che circondano il continente, o come la civilta' cinese che si e' addirittura isolata con la grande muraglia. L'Europa e' stata l'unica che ha manifestato una forte curiosita' per il mondo esterno. In Grecia, nel V secolo a.C., Erodoto parla degli altri cercando di conoscerli senza alcun disprezzo nei loro confronti.
 
Nel XVIII secolo si ha un mutamento di rapporti con l'altro. Durante l'Illuminismo nascono concetti come l'uomo cosmopolita (cittadino del mondo), ed accanto alla parola "selvaggio" si aggiunge l'aggettivo "buono": il "buon selvaggio".
 
In seguito nasce l'antropologia, che si puo' sommariamente dividere tra evoluzionisti e diffusionisti; gli evoluzionisti, ottimisti, credono nel progresso dell'umanita' ed oggi li definiremmo "globalisti"; i diffusionisti ritengono che il mondo e' pieno di civilta' e culture che entrano in contatto tra loro attraverso un dialogo creativo, uno scambio vivace e complesso, oggi sarebbero gli "antiglobalisti". Nonostante tali differenze, entrambi studiano "l'altro" cercando di rendercelo piu' vicino.
 
Un passo avanti fu compiuto da Bronislaw Malinowski, che si puo' considerare il creatore del reportage antropologico. Egli si reco' in un'isola dell'arcipelago delle Trobriand e si accampo' con la sua tenda per stare a contatto con gli abitanti del villaggio. Scopri' con stupore che i bianchi residenti da decine di anni su quelle isole avevano una falsa conoscenza della popolazione dei villaggi locali.
 
Una ulteriore svolta fu prodotta dalla filosofia di Emmanuel Levinas; uno dei principali temi da lui trattati fu proprio il problema de "l'altro" e del nostro rapporto con lui. Egli sostiene che la nostra relazione dovrebbe essere un movimento in direzione del bene, una filosofia etica dove il principale comandamento e' "non uccidere". E Kapuscinski aggiunge la risposta che gli diede la professoressa Barbara Skarga a una sua domanda sulla filosofia di Levinas: "E' uno spazio che dobbiamo riempire con le nostre personali esperienze e osservazioni. Levinas cerca continuamente la via verso l'altro, vuole strapparci dalle pastoie dell'egoismo e dell'indifferenza, metterci in guardia dalla tentazione del separarci, distaccarci, chiuderci in noi stessi. Ci mostra una nuova dimensione dell'io: non l'individuo isolato, ma un individuo che comprenda in se' anche l'altro e in tal modo dia vita a un nuovo genere di persona e di essere" (p. 30).
 
Alla fine del  XX secolo con l'avvento della rivoluzione elettronica e con il crollo dell'Urss e la fine della Guerra fredda comincio' una nuova epoca.
 
"Grazie a cio' il nostro pianeta diventa uno spazio aperto o, comunque, potenzialmente aperto. Una circostanza che, perlomeno nei prossimi decenni, decidera' le sorti future dell'umanita'. Anzitutto conferisce un nuovo aspetto alle nostre relazioni con gli altri. Per cinque secoli l'Europa ha dominato il mondo, non solo politicamente ed economicamente, ma anche culturalmente. Ha imposto la fede, stabilito la legge, le scale di valori, i modelli di comportamento, le lingue. Le nostre relazioni con gli altri sono sempre state sbilanciate in nostro favore; vale a dire, da parte nostra, quantomai autoritarie, apodittiche e paternaliste. La secolare esistenza di un assetto cosi' ingiusto e disuguale ha creato tra i suoi partecipanti una serie di consuetudini dure a morire.
 
"Alla fine del XX secolo, tuttavia, ha inizio il processo di decolonizzazione: due terzi della popolazione mondiale acquistano, almeno nominalmente, lo status di liberi cittadini. Costoro si volgono verso le proprie origini e resuscitano le proprie culture. Iniziano a sottolinearne con orgoglio l'importanza e ad attingervi forza. L'Europa, ancora rigidamente chiusa nel suo eurocentrismo, sembra non vedere, o non voler vedere, che sul nostro pianeta stanno acquistando peso, dinamismo e vita varie civilta' extraeuropee che con sempre maggior determinazione aspirano a sedersi alla tavola rotonda del mondo. L'Europa si trova davanti a una sfida. D'ora in poi non potra' piu' sedercisi nella sua solita veste di esclusivita', immunita' e autocrazia.
 
"A questo punto finiscono la Guerra fredda e la divisione del pianeta in due blocchi contrapposti: si crea un nuovo mondo, piu' mobile e aperto di quanto non sia mai stato.
 
"Due fattori, in particolare, favoriscono questa mobilita' e liberta'. Il primo e' la rinascita dello spirito democratico verificatasi alla fine del secolo scorso. Finisce l'epoca dei colpi di stato e dei regimi militari, finisce l'epoca dei dittatori, dei sistemi monopartitici, dell'autarchia economica, della censura, delle frontiere sbarrate dal filo spinato. Diventa di moda la democrazia: nessuno piu' la contesta e perfino i partiti piu' reazionari inseriscono nel proprio nome l'aggettivo 'democratico'.
 
"Quest'atmosfera filodemocratica favorisce enormemente la mobilita' della gente. Il mondo registra un movimento mai visto fino a quel momento nella storia. Persone delle piu' svariate razze e culture si incontrano in ogni parte di un pianeta sempre piu' popolato. Se, una volta, chi diceva gli altri intendeva tradizionalmente gli extraeuropei, adesso queste nuove relazioni contemplano ogni possibile aspetto e varieta'..." (pp. 32-33).
 
Molte persone provenienti da tutto il mondo si incontrano; "Questa febbre migratoria planetaria, caratteristica del momento odierno, e' dovuta a vari fattori. Mi limitero' a citarne due.
 
"Primo: la rivoluzione elettronica tuttora in atto e l'immenso sviluppo delle comunicazioni, dei trasporti e dei collegamenti che ad essa si accompagna. Dalle lente rotte marittime la gente si sposta sulle rotte aeree, il che abbrevia enormemente la durata dei viaggi, aumenta la mobilita' delle persone e ne amplia i contatti con gli altri.
 
"Secondo: l'approfondirsi delle disuguaglianze nel mondo, e soprattutto la crescente consapevolezza di tali disuguaglianze. Differenze che oggi i piu' poveri cercano di diminuire e di livellare non attraverso il confronto, ma infiltrandosi nelle regioni e nei paesi piu' benestanti.
 
"Questa realta' favorisce un brusco aumento degli incontri e dei contatti interpersonali, ed e' dal loro svolgimento e dalla loro qualita', dai nostri rapporti, sempre piu' vari e numerosi, con gli altri, che dipendera' il clima del mondo nel quale viviamo. Anche questa sfera comincia, al pari delle altre, ad assumere la struttura di una rete mutevole, dinamica e senza punti di riferimento fissi. Vi affluiscono sempre piu' persone con problemi di definizione della propria identita', della propria appartenenza sociale e culturale. Persone che si sentono sperdute, pronte a prestare orecchio alle istigazioni di nazionalisti e razzisti che le spingono a vedere nell'altro una minaccia, un nemico, la causa di ogni loro frustrazione e paura.
 
"Il dialogo con gli altri non e' mai stato facile ne' mai lo sara', specialmente ora che tutto assume una scala cosi' vasta, cosi' difficile da comprendere e controllare, e che tante forze lavorano per ostacolarlo, se non addirittura per renderlo impossibile" (pp. 34-35).
 
E vi sono anche altri problemi di fondo. Secondo l'ipotesi di Sapir-Whorf sulla cosiddetta relativita' linguistica, parlando lingue diverse, ognuno di noi si crea un'immagine personale del mondo diversa da quella degli altri, per questo il dialogo richiede un grande sforzo ed anche il desiderio di capirsi.
 
Un altro problema per i contatti e' il narcisismo che induce le civilta' al razzismo, crea arroganza e disprezzo verso gli altri.
 
Noi viviamo in un mondo multiculturale dove e' difficile rapportarsi con l'altro ma l'essenziale e' ricordare sempre che le altre persone sono importanti quanto noi.
 
Nella societa' odierna aumenta la globalizzazione dei media e con essa aumentano anche la piattezza e l'inadeguatezza. Agli inizi degli anni settanta Marshall McLuhan conio' la definizione di "villaggio globale" perche' immaginava che la televisione, il nuovo medium, ci avrebbe reso tutti fratelli, ma questa definizione si e' rivelata un errore. In un villaggio tutti si conoscono intimamente e condividono un destino comune mentre nella societa' del nostro pianeta siamo una folla anonima fatta di persone sconosciute tra loro.
 
Un problema incombente che sottolinea l'incapacita' di intenderci e' la guerra. Si tratta di un'opzione non giustificabile giacche' ne escono tutti perdenti. E' una sconfitta dell'essere umano perche' non si e' capaci di immedesimarsi nell'altro, tantomeno di mostrarsi intelligenti. In questi casi l'incontro con gli altri si conclude sempre tragicamente nel sangue e nella morte.­
 
"I miti di molte tribu' e popolazioni si basano sullla convinzione che i veri esseri umani siano soltanto loro, ossia i membri di un clan o di una societa': gli altri, tutti gli altri, sono subumani o addirittura non umani.
 
"Quanto diversa appare invece l'immagine dell'altro all'epoca delle fedi antropomorfe, quelle cioe' in cui gli dei potevano assumere forma umana e comportarsi come uomini. A quei tempi non si sapeva mai se il viandante fosse un uomo o un dio celato sotto sembianze umane. Questa incertezza, questa intrigante ambivalenza e' una delle fonti della cultura dell'ospitalita' che impone di accogliere con benevolenza il nuovo arrivato.
 
"Ne parla il poeta polacco Cyprian Norwid nella sua introduzione all'Odissea, interrogandosi sulle ragioni dell'ospitalita' ricevuta da Ulisse nel suo viaggio di ritorno verso Itaca.
 
"'Alla vista di un mendicante e di un vagabondo', osserva l'autore del Promethidion, ' ci si chiede subito se per caso non si tratti di un dio. Non si accoglie l'ospite chiedendogli chi sia: prima se ne onora la divinita' e solo dopo si passa alle domande umane. In cio' consiste appunto l'ospitalita', non per niente annoverata tra le pratiche e le virtu' religiose. Tra i greci di Omero non esisteva "l'ultimo degli uomini": egli e' sempre primo, vale a dire divino'.
 
"Nella visione culturale greca riportata da Norwid le cose si manifestano sotto un aspetto nuovo e favorevole all'uomo. Porte e cancelli non sono fatti solo per chiudersi davanti all'altro: possono anche spalancarglisi davanti, invitandolo a entrare. La strada non deve servire solo agli eserciti nemici: puo' anche essere la via lungo la quale, travestito da viandante, viene a trovarci un dio. Grazie a queste interpretazioni cominciamo a vivere in un mondo non solo piu' ricco e variegato, ma anche piu' benevolo: un mondo dove siamo spontaneamente disposti a incontrare l'altro.
 
"L'incontro con l'altro viene definito da Emmanuel Levinas come un 'evento'. anzi come 'l'evento fondamentale', il limite estremo dell'esperienza umana. Levinas, come sappiamo, appartiene al gruppo dei filosofi del dialogo quali Martin Buber, Ferdinand Ebner e Gabriel Marcel (ai quali in seguito si unira' anche Jozef Tischner). Questi filosofi hanno sviluppato l'idea dell'altro in quanto essere unico e irripetibile in contrapposizione piu' o meno diretta a due fenomeni del XX secolo: la nascita della societa' di massa annullante la singolarita' dell'individuo e l'espansione delle distruttive ideologie totalitarie. Hanno cercato di salvaguardare cio' che per loro rappresentava il valore supremo, ossia l'individuo umano - io, tu, l'altro, gli altri - dagli effetti della massa e del totalitarismo che livellano l'identita' della persona (e quindi hanno proclamato il concetto dell'altro per sottolineare la differenza tra un uomo e l'altro, la differenza tra caratteristiche uniche e insostituibili).
 
"Per quanto riguarda il rapporto nei confronti dell'altro e degli altri, questi filosofi respingevano l'opzione della guerra in quanto causa di distruzione; criticavano la scelta dell'indifferenza e dell'isolamento, sostenendo invece la necessita', anzi il dovere etico dell'apertura, dell'avvicinamento e della benevolenza.
 
"E' appunto nell'ambito di questi pensieri, convinzioni e atteggiamenti che nasce e si sviluppa la grande opera scientifica dell'antropologo Bronislaw Malinowski.
 
"Il problema di Malinowski era il seguente: come avvicinarsi all'altro quando non si tratti di un essere astratto, ma di un uomo concreto appartenente a una razza diversa, con credenze, valori, culture e costumi diversi dai nostri?
 
"Notiamo che il concetto di 'altro' e' sempre frutto del punto di vista dell'uomo bianco, dell'europeo. Ma quando mi trovo in un villaggio dell'Etiopia, vengo rincorso da un branco di bambini che mi additano divertiti, gridando 'Ferenci! Ferenci!' che vuol dire appunto 'quello di fuori', l'estraneo. Per loro l''altro' sono io.
 
"In questo senso siamo tutti nella medesima barca. Tutti noi, abitanti del nostro pianeta, siamo altri rispetto ad altri: io per loro, loro per me"(pp. 68-71).
 
Naturalmente il libro contiene molte altre considerazioni sulle quali in questo breve riassunto non abbiamo avuto modo di soffermarci, ma che saranno anch'esse interessanti ed utili per chi vorra' leggerlo.
 
In sintesi, questo e' un libro che racchiude preziose riflessioni sugli "altri" e su di noi, che a nostra volta siamo i "diversi" per gli altri. Attraverso collegamenti storici, citazioni di grandi filosofi, e soprattutto sulla base della sua viva esperienza di viaggiatore, di giornalista, di partecipe narratore delle storie dei luoghi e degli esseri umani che ha incontrato, Kapuscinski ci mostra come sono cambiati i rapporti tra gli uomini. Ci aiuta a capire il mondo che stiamo vivendo ed alcuni suoi fenomeni, tra cui il ruolo dei media che invece di avvicinare aumentano le disuguaglianze. Temi contemporanei con riferimenti antichi come la diversita' dei popoli e degli individui trattata gia' da Erodoto.
In questa raccolta di conferenze di un celebre reporter non vi e' molto di "reportage", ma essa e' utile per renderci conto di come si e' evoluto il pensiero degli uomini e cosa abbia portato ad assumere certi comportamenti che oggi sono oggetto di discussioni e di lotte. Poi, naturalmente, di Kapuscinski occorre leggere anche i libri che lo hanno reso giustamente celebre come uno dei maggiori giornalisti contemporanei, sempre schierato dalla parte dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Notizie sugli autori intervistati
Valeria Ando', docente di Cultura greca all'Universita' di Palermo, e' tra le promotrici ed animatrici presso quell'ateneo di un gruppo di riflessione e di pratica di nonviolenza di genere; direttrice del Cisap (Centro interdipartimentale di ricerche sulle forme di produzione e di trasmissione del sapere nelle societa' antiche e moderne), tutor del laboratorio su "Pensiero femminile e nonviolenza di genere", autrice di molti saggi, ha tra l'altro curato l'edizione di Ippocrate, Natura della donna, Rizzoli, Milano 2000. Tra le opere di Valeria Ando': (a cura di), Saperi bocciati. Riforma dell'istruzione, discipline e senso degli studi, Carocci, Roma 2002; con Andrea Cozzo (a cura di), Pensare all'antica. A chi servono i filosofi?, Carocci, Roma 2002; L'ape che tesse. Saperi femminili nella Grecia antica, Carocci, Roma 2005.
Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008.
Augusto Cavadi, prestigioso intellettuale ed educatore, collaboratore del Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo, e' impegnato nel movimento antimafia e nelle esperienze di risanamento a Palermo, collabora a varie qualificate riviste che si occupano di problematiche educative e che partecipano dell'impegno contro la mafia. Opere di Augusto Cavadi: Per meditare. Itinerari alla ricerca della consapevolezza, Gribaudi, Torino 1988; Con occhi nuovi. Risposte possibili a questioni inevitabili, Augustinus, Palermo 1989; Fare teologia a Palermo, Augustinus, Palermo 1990; Pregare senza confini, Paoline, Milano 1990; trad. portoghese 1999; Ciascuno nella sua lingua. Tracce per un'altra preghiera, Augustinus, Palermo 1991; Pregare con il cosmo, Paoline, Milano 1992, trad. portoghese 1999; Le nuove frontiere dell'impegno sociale, politico, ecclesiale, Paoline, Milano 1992; Liberarsi dal dominio mafioso. Che cosa puo' fare ciascuno di noi qui e subito, Dehoniane, Bologna 1993, nuova edizione aggiornata e ampliata Dehoniane, Bologna 2003; Il vangelo e la lupara. Materiali su chiese e mafia, 2 voll., Dehoniane, Bologna 1994; A scuola di antimafia. Materiali di studio, criteri educativi, esperienze didattiche, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1994, D G editore, Trapani 2006; Essere profeti oggi. La dimensione profetica dell'esperienza cristiana, Dehoniane, Bologna 1997; trad. spagnola 1999; Jacques Maritain fra moderno e post-moderno, Edisco, Torino 1998; Volontari a Palermo. Indicazioni per chi fa o vuol fare l'operatore sociale, Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo 1998, seconda ed.; voce "Pedagogia" nel cd- rom di AA. VV., La mafia. 150 anni di storia e storie, Cliomedia Officina, Torino 1998, ed. inglese 1999; Ripartire dalle radici. Naufragio della politica e indicazioni dall'etica, Cittadella, Assisi, 2000; Le ideologie del Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2001; Volontariato in crisi? Diagnosi e terapia, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2003; Gente bella, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2004; Strappare una generazione alla mafia, DG Editore, Trapani 2005; E, per passione, la filosofia, DG Editore, Trapani 2006; La mafia spiegata ai turisti, Di Girolamo Editore, Trapani 2008; E, per passione, la filosofia. Breve introduzione alla piu' inutile di tutte le scienze, Di Girolamo, Trapani 2008; Chiedete e non vi sara' dato. Per una filosofia pratica dell'amore, Petite Plaisance, Pistoia 2008; In verita' ci disse altro. Oltre i fondamentalismi cristiani, Falzea, Reggio Calabria 2008; Il Dio dei mafiosi, San Paolo, Milano 2009; Come posso fare di mio figlio un vero uomo d'onore? Coppola, Trapani 2008; L'amore e' cieco ma la mafia ci vede benissimo, Coppola, Trapani 2009; Filosofia di strada. Il filosofare-in-pratica e le sue pratiche, Di Girolamo, Trapani 2010. Vari suoi contributi sono apparsi sulle migliori riviste antimafia di Palermo e siciliane. Segnaliamo il sito: www.augustocavadi.eu (con bibliografia completa).
Giancarla Codrignani, presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005.
Andrea Cozzo e' docente universitario di cultura greca, studioso e amico della nonviolenza, promotore dell'attivita' didattica e di ricerca su pace e nonviolenza nell'ateneo palermitano, tiene da anni seminari e laboratori sulla gestione nonviolenta dei conflitti, ha pubblicato molti articoli sulle riviste dei movimenti nonviolenti, fa parte del comitato scientifico dei prestigiosi "Quaderni Satyagraha". Tra le sue opere recenti: Se fossimo come la terra. Nietzsche e la saggezza della complessita', Annali della Facolta' di Lettere e filosofia di Palermo. Studi e ricerche, Palermo 1995; Dialoghi attraverso i Greci. Idee per lo studio dei classici in una societa' piu' libera, Gelka, Palermo 1997; (a cura di), Guerra, cultura e nonviolenza, "Seminario Nonviolenza", Palermo 1999; Manuale di lotta nonviolenta al potere del sapere (per studenti e docenti delle facolta' di lettere e filosofia), "Seminario Nonviolenza", Palermo 2000; Tra comunita' e violenza. Conoscenza, logos e razionalita' nella Grecia antica, Carocci, Roma 2001; Saggio sul saggio scientifico per le facolta' umanistiche. Ovvero caratteristiche di un genere letterario accademico (in cinque movimenti), "Seminario Nonviolenza", Palermo 2001; Filosofia e comunicazione. Musicalita' della filosofia antica, in V. Ando', A. Cozzo (a cura di), Pensare all'antica. A chi servono i filosofi?, Carocci, Roma 2002, pp. 87-99; Sapere e potere presso i moderni e presso i Greci antichi. Una ricerca per lo studio come se servisse a qualcosa, Carocci, Roma 2002; Lottare contro la riforma del sistema scolastico-universitario. Contro che cosa, di preciso? E soprattutto per che cosa?, in V. Ando' (a cura di), Saperi bocciati. Riforma dell'istruzione, discipline e senso degli studi, Carocci, Roma 2002, pp. 37-50; Scienza, conoscenza e istruzione in Lanza del Vasto, in "Quaderni Satyagraha", n. 2, 2002, pp. 155-168; Dopo l'11 settembre, la nonviolenza, in "Segno" n. 232, febbraio 2002, pp. 21-28; Conflittualita' nonviolenta. Filosofia e pratiche di lotta comunicativa, Edizioni Mimesis, Milano 2004; La tribu' degli antichisti, Carocci, Roma 2006; Gestione creativa e nonviolenta delle situazioni di tensione. Manuale di formazione per le Forze dell'ordine, Gandhi Edizioni, Pisa 2007.
Anna Maria Crispino e' nata a Napoli, ma vive e lavora a Roma; giornalista, si occupa prevalentemente di questioni internazionali; ha ideato la rivista "Leggendaria - Libri, letture, linguaggi" che dirige dal 1987; e' tra le socie fondatrici della Societa' Italiana delle Letterate.
Angela Dogliotti Marasso, rappresentante autorevolissima del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento Nonviolento, svolge attivita' di ricerca e formazione presso il Centro studi "Sereno Regis" di Torino e fa parte della Commissione di educazione alla pace dell'International peace research association; studiosa e testimone, educatrice e formatrice, e' una delle figure piu' nitide della nonviolenza in Italia. Tra le sue opere segnaliamo particolarmente Aggressivita' e violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino; il saggio su Domenico Sereno Regis, in AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999; con Maria Chiara Tropea, La mia storia, la tua storia, il nostro futuro, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2003; Con Elena Camino (a cura di), Il conflitto: rischio e opportunita', Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2004. Un'ampia intervista ad Angela Dogliotti Marasso e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 220.
Monica Lanfranco, giornalista professionista, nata a Genova il 19 marzo 1959, vive a Genova; collabora con le testate delle donne "DWpress" e "Il paese delle donne"; ha fondato il trimestrale "Marea"; dirige il semestrale di formazione e cultura "IT - Interpretazioni tendenziose"; dal 1988 al 1994 ha curato l'Agendaottomarzo, libro/agenda che veniva accluso in edicola con il quotidiano "l'Unita'"; collabora con il quotidiano "Liberazione", i mensili "Il Gambero Rosso" e "Cucina e Salute"; e' socia fondatrice della societa' di formazione Chance. Cura e conduce corsi di formazione per gruppi di donne strutturati (politici, sindacali, scolastici) sulla storia del movimento delle donne e sulla comunicazione. Nel 1988 ha scritto per l'editore PromoA Donne di sport; nel 1994 ha scritto per l'editore Solfanelli Parole per giovani donne - 18 femministe parlano alle ragazze d'oggi, ristampato in due edizioni. Per Solfanelli cura una collana di autrici di fantasy e fantascienza. Ha curato dal 1990 al 1996 l'ufficio stampa per il network europeo di donne "Women in decision making". Nel 1995 ha curato il libro Valvarenna: nonne madri figlie: un matriarcato imperfetto nelle foto di fine secolo (Microarts). Nel 1996 ha scritto con Silvia Neonato, Lotte da orbi: 1970 una rivolta (Erga): si tratta del primo testo di storia sociale e politica scritto anche in braille e disponibile in floppy disk utilizzabile anche dai non vedenti e rintracciabile anche in Internet. Nel 1996 ha scritto Storie di nascita: il segreto della partoriente (La Clessidra). Ha pubblicato due importanti volumi curati in collaborazione con Maria G. Di Rienzo: Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Il suo libro piu' recente e': Letteralmente femminista. Perche' e' ancora necessario il movimento delle donne, Edizioni Punto Rosso, Milano 2009.
Elena Liotta, nata a Buenos Aires il 25 settembre 1950, risiede a Orvieto, in Umbria; e' psicoterapeuta e psicologa analista, membro dell'Ordine degli Psicologi dell'Umbria, membro dell'Apa (American Psychological Association), socia fondatrice del Pari Center for New Learning; oltre all'attivita' psicoterapica, svolta prevalentemente con pazienti adulti, in setting individuale, di coppia e di gruppo, ha svolto e svolge altre attivita' culturali e organizzative sempre nel campo della psicologia e della psicoanalisi; tra le sue esperienze didattiche: professoressa di Psicologia presso la "American University of Rome"; docente in corsi di formazione, e coordinatrice-organizzatrice di corsi di formazione a carattere psicologico, per servizi pubblici e istituzioni pubbliche e private; didatta presso l'Aipa, societa' analitica accreditata come scuola di specializzazione post-laurea, per la formazione in psicoterapia e per la formazione di psicologi analisti; tra le altre esperienze parallele alla professione psicoterapica e didattica: attualmente svolge il ruolo di Coordinatrice psicopedagogica e consulente dei servizi sociali per il Comune di Orvieto, e di Coordinatrice tecnico-organizzativa di ambito territoriale per la Regione Umbria nell'Ambito n. 12 di Orvieto (dodici Comuni), per la ex- Legge 285, sul sostegno all'infanzia e adolescenza e alle famiglie, occupandosi anche della formazione e monitoraggio dei nuovi servizi; e' stata assessore alle politiche sociali presso il Comune di Orvieto; dopo la prima laurea ha anche lavorato per alcuni anni in campo editoriale, redazionale e bibliografico-biblioteconomico (per "L'Espresso", "Reporter", Treccani, Istituti di ricerca e biblioteche). Autrice anche di molti saggi apparsi in riviste specializzate e in volumi collettanei, tra le opere di Elena Liotta segnaliamo particolarmente Educare al Se', Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2001; Le solitudini nella societa' globale, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2003; con L. Dottarelli e L. Sebastiani, Le ragioni della speranza in tempi di caos, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2004; Su Anima e Terra. Il valore psichico del luogo, Edizioni Scientifiche Magi, Roma 2005; La maschera trasparente, La Piccola Editrice, Celleno (Vt) 2006; A modo mio. Donne tra creativita' e potere, Magi, Roma 2007.
Floriana Lipparini, giornalista, ha lavorato per numerosi periodici, tra cui il mensile "Guerre e Pace", che per qualche tempo ha anche diretto, occupandosi soprattutto della guerra nella ex Jugoslavia. Impegnata nel movimento delle donne (Collettivo della Libreria Utopia, Donne per la pace, Genere e politica, Associazione Rosa Luxemburg), ha coordinato negli anni del conflitto jugoslavo il Laboratorio pacifista delle donne di Rijeka, un'esperienza di condivisione e relazione nel segno del femminile, del pacifismo, dell'interculturalita', dell'opposizione nonviolenta attiva alla guerra. E' autrice del libro Per altre vie. Donne fra guerre e nazionalismi, edito nel 2005 in Croazia da Shura publications in edizione bilingue, italiana e croata, e nel 2007 pubblicato in Italia da Terrelibere.org in edizione riveduta e ampliata.
Daniele Lugli e' il presidente nazionale del Movimento Nonviolento. nato a Suzzara (Mn) nel 1941, risiede a Ferrara; laureato in giurisprudenza, opera in associazioni senza fini di lucro e si occupa in particolare di questioni inerenti i diritti umani, la pace, la trasformazione dei conflitti, la partecipazione e l'ambiente; e' Difensore civico della Regione Emilia Romagna. Figura storica della nonviolenza, unisce a una lunga e limpida esperienza di impegno sociale e politico anche una profonda e sottile competenza in ambito giuridico ed amministrativo, ed e' persona di squisita gentilezza e saggezza grande.
Fulvio Cesare Manara, nato a Bergamo nel 1958, coniugato con tre figli, laureato in filosofia presso l'Universita' degli studi di Milano, ha frequentato seminari di ricerca e studio negli Stati Uniti. Perfezionatosi a Padova in didattica della filosofia, e' attualmente ricercatore e professore aggregato presso la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' di Bergamo, dove si occupa di educazione al pensare e comunita' di ricerca filosofica, di educazione alla nonviolenza e di formazione alla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Opera quale formatore di formatori e interviene in corsi di formazione in molti enti ed agenzie sia pubblici che del privato sociale in varie parti d'Italia. Collabora in qualita' di redattore a "Comunicazione filosofica. Rivista telematica di ricerca e didattica filosofica". Nel settore disciplinare della didattica della filosofia ha pubblicato una quindicina di saggi e alcune recensioni, oltre al volume Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica della filosofia, Lampi di Stampa, Milano 2004. Nel settore degli studi sulla nonviolenza si occupa continuativamente di etica della nonviolenza e di educazione alla nonviolenza (sia individuandone le sorgenti tanto nella dimensione teoretica quanto in quella pratica, sia, piu' in particolare, studiando le dinamiche della trasformazione nonviolenta dei conflitti), in questo campo di tematiche ha scritto una ventina tra saggi e articoli, ed ha pubblicato il volume Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006. Opera quale formatore con esperienza di metodologia attiva: addestrato nelle competenze dell'ascolto attivo e della gestione del lavoro di gruppo, grazie ad una esperienza ventennale di animazione e facilitazione di gruppi, anima a sua volta all'ascolto attivo, alla comunicazione dialogale, al pensare insieme, ad una gestione di gruppo centrata sulla leadership partecipativa ed alla trasformazione nonviolenta dei conflitti. Tra le opere di Fulvio Cesare Manara: Scritti vari sulla nonviolenza, l'obiezione di coscienza e l'educazione alla pace, Eirene, Bergamo 1990; Comunita' di ricerca e iniziazione al filosofare. Appunti per una nuova didattica della filosofia, Lampi di Stampa, Milano 2004; Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006.
Arianna Marullo e' una delle piu' autorevoli collaboratrici del Centro di ricerca per la pace di Viterbo; dottoressa in beni culturali, lungo un decennio e' stata fondamentale animatrice di una rilevante, appassionante ed innovativa esperienza di solidarieta' concreta, di convivenza delle differenze, e di promozione della dignita' umana a Viterbo, caratterizzata dalla scelta della nonviolenza; negli ultimi anni lavora a Roma nell'ambito della critica d'arte e dell'attivita' museale, della valorizzazione di esperienze culturali e di artisti sovente negletti, e dell'allestimento di rassegne e mostre, contribuendo anche - con la perizia e l'acribia che le sono proprie - a ricerche e cataloghi; e' tra le promotrici dell'associazione nonviolenta "We have a dream".
Ettore Masina, nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994; O. G. E., 2006), Il volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso su richiesta della redazione, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in cammino"; un'ampia intervista raccolta da Diana Napoli e' ne "La domenica della nonviolenza", n. 151.
Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. Nel 2006-2008 e' stata senatrice. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968; (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004.
Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale e del cui Centro studi fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004.
Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu' dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter "Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile plurale".
Tiziana Plebani, prestigiosa intellettuale, autrice di saggi di straordinaria finezza, bibliotecaria e storica, e' attiva nella Rete di donne per la pace di Mestre e Venezia; tra le sue opere: Il genere dei libri, Angeli, Milano 2001; Corpi e storia, Viella, Roma 2002.
Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009.
Giovanni (Nanni) Salio, torinese, nato nel 1943, ricercatore nella facolta' di Fisica dell'Universita' di Torino, segretario dell'Ipri (Italian Peace Research Institute), si occupa da alcuni decenni di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia; e' il fondatore e presidente del Centro studi "Domenico Sereno Regis", dotato di ricca biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente, sviluppo (sede: via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824 - 011549005, fax: 0115158000, e-mail: info@serenoregis.org, sito: www.serenoregis.org). Opere di Giovanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Movimento Nonviolento, II edizione riveduta, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; con Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Progetto di educazione alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace, vol. I. Le ragioni e il futuro,  vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991; con altri, Domenico Sereno Regis, Satyagraha, Torino 1994; Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Elementi di economia nonviolenta, Movimento Nonviolento, Verona 2001; con D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001.
Annibale B. Scarpari opera nel "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.
Bruno Segre, storico e saggista, e' nato a Lucerna nel 1930, ha studiato filosofia alla scuola di Antonio Banfi; si e' occupato di sociologia della cooperazione e di educazione degli adulti nell'ambito del movimento Comunita' fondato da Adriano Olivetti; ha insegnato in Svizzera dal 1964 al 1969; per oltre dieci anni ha fatto parte del Consiglio del "Centro di documentazione ebraica contemporanea" di Milano; per molti anni ha presieduto l'associazione italiana "Amici di Neve Shalom Wahat as-Salam"; nel quadro di un'intensa attivita' pubblicistica, ha dedicato contributi a vari aspetti e momenti della cultura e della storia degli ebrei; dirige la prestigiosa rivista di vita e cultura ebraica "Keshet" (sito: www.keshet.it). Tra le opere di Bruno Segre: Gli ebrei in Italia, Giuntina, Firenze 2001; Shoah, Il Saggiatore, Milano 1998, 2003.
Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su richiesta della redazione, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007.
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Bibliografia, videografia, sitografia essenziale
a) Bibliografia
- Guenther Anders, Tesi sull'eta' atomica, Edizioni del Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991.
- Ernesto Balducci, Lodovico Grassi, La pace. Realismo di un'utopia, Principato, Milano 1983, 1985.
- Renato Barilli, Haring, "Art dossier" Giunti, Firenze 2000.
- Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilita' tecnica, Einaudi, Torino 1966, 1989.
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia - Bruno Mondadori, Torino-Milano 1999, 2002.
- Gregory Corso, "Bomb / Bomba", foglio allegato in Fernanda Pivano (a cura di), Poesia degli ultimi americani, Feltrinelli, Milano 1964, 1980.
- Gillo Dorfles, Il divenire delle arti, Einaudi, Torino 1959, Bompiani - Rcs Libri, Milano 1996.
- Gillo Dorfles, Ultime tendenze nell'arte d'oggi, Feltrinelli, Milano 1961, 1985.
- Umberto Eco, "Cultura di massa e livelli di cultura", in Idem, Apocalittici e integrati, Bompiani, Milano 1964, 1977.
- Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, Milano 1977.
- Leonhard Emmerling, Jean-Michel Basquiat, Taschen, Koln 2003.
- Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della Commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, Manifestolibri, Roma 1999.
- Giovanni Fornero, "Postmoderno e filosofia", in Nicola Abbagnano (e collaboratori),  Storia della filosofia, Utet, Torino 1994, Tea, Milano 1996.
- Umberto Galimberti, I vizi capitali e i nuovi vizi, Feltrinelli, Milano 2003, 2009.
- Luciano Gallino, "Arte (sociologia della)", "Comunicazione di massa", "Cultura di massa", in Idem, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993.
- Mohandas K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996.
- Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973, 1982.
- Allen Ginsberg, "Howl / Urlo", in Idem, Jukebox all'idrogeno, Mondadori, Milano 1965, 1975.
- Keith Haring, Diari, Mondadori, Milano 2001, 2007.
- Keith Haring, L'ultima intervista, Abscondita, Milano 2010.
- Ryszard Kapuscinski, L'altro, Feltrinelli, Milano 2007, 2009.
- Martin Luther King, La forza di amare, Sei, Torino 1967, 1994.
- Martin Luther King, Lettera dal carcere di Birmingham - Pellegrinaggio alla nonviolenza, Movimento Nonviolento, Verona 1993.
- Martin Luther King, "I have a dream", Mondadori, Milano 2001.
- Martin Luther King, Il sogno della nonviolenza. Pensieri, Feltrinelli, Milano 2006.
- Alexandra Kolossa, Keith Haring, Taschen, Koln 2005.
- Alexander Langer, Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995, Sellerio, Palermo 1996.
- Nelson Mandela, Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995.
- Andrea Mecacci, Introduzione a Andy Warhol, Laterza, Roma-Bari 2008.
- Cesare Pavese, La letteratura americana e altri saggi, Einaudi, Torino 1972, Il Saggiatore, Milano 1971, 1978.
- Rinaldo Petrignani, L'era americana, Il Mulino, Bologna 2001.
- Fernanda Pivano, Beat hippie yippie, Arcana, Milano 1972, Bompiani, Milano 1977.
- Fernanda Pivano, Viaggio americano, Bompiani - Rcs Libri, Milano 1997, 2001.
- Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006.
- Massimo Teodori, Storia degli Stati Uniti d'America, Newton Compton, Roma 1996.
- Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001.
- Elio Vittorini (a cura di), Americana, Bompiani, Milano 1941, 1984.
- Walt Whitman, Foglie d'erba, Einaudi, Torino 1950, 1993.
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b) Videografia
- Christina Clausen, The universe of Keith Haring, Feltrinelli, Milano 2010 (libro + dvd).
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c) Sitografia
- Keith Haring Foundation: www.haring.com
- "La nonviolenza e' in cammino": http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Ringraziamenti
L'autrice ringrazia le molte persone che in vario modo l'hanno aiutata nella realizzazione del presente lavoro, con suggerimenti, mettendo a disposizione libri e materiali, concedendo interviste, esprimendo apprezzamento e incoraggiamento.
In particolare ringrazia Rocco Altieri, Valeria Ando', Paolo Arena, Giuseppe Barone, Anna Bravo, Paolo A. Canepa, Marco Catarci, Augusto Cavadi, Giancarla Codrignani, Andrea Cozzo, Anna Maria Crispino, Maria G. Di Rienzo, Angela Dogliotti Marasso, Amico Dolci, Giovanna Fiume, Chiara Ingrao, Monica Lanfranco, Letizia Lanza, Elena Liotta, Floriana Lipparini, Antonella Litta, Daniele Lugli, Anna Maffei, Fulvio Cesare Manara, Dacia Maraini, Mario Martini, Arianna Marullo, Ettore Masina, Lidia Menapace, Raffaella Mendolia, Gianni Novelli, Sergio Paronetto, Beppe Pavan, Adriana Perrotta Rabissi, Enrico Peyretti, Tiziana Plebani, Giuliano Pontara, Lorenzo Porta, Alessandro Portelli, Giovanna Providenti, Annamaria Rivera, Barbara Romagnoli, Nanni Salio, Brunetto Salvarani, Giovanni Scotto, Bruno Segre, Peppe Sini, Mao Valpiana.

Giselle Dian, studiosa di fenomeni artistici e comunicazione multimediale, collaboratrice del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta"; nel 2010 ha realizzato un ampio studio su Keith Haring dal titolo "Keith Haring: segno artistico, gesto esistenziale, impegno civile", per il quale ha anche effettuato una serie di interviste a varie personalita' di vari campi del sapere (critici d'arte, filologi, filosofi, psicologi, sociologi, storici, operatori sociali, studiosi dei nuovi linguaggi artistici e dei media...). Ha pubblicato saggi, interviste e recensioni sul quotidiano telematico "La nonviolenza e' in cammino".
Keith Haring nasce il 4 maggio 1958 a Reading in Pennsylvania; primo ed unico maschio di quattro figli. Il padre e' il caporeparto di una societa' elettrica mentre la madre e' casalinga. In occasione della visita all'Hirshhorn Museum a Washington ammira le opere di Andy Warhol, che lasciano in lui una profonda traccia. Nel 1976 si iscrive all'Ivy School of Professional Art di Pittsburgh scegliendo l'indirizzo di grafica pubblicitaria, ma dopo i primi due semestri abbandona la scuola dedicandosi solo ed esclusivamente all'arte. Nel 1978 si trasferisce a New York, citta' che gli avrebbe offerto maggiori possibilita'. Qui si iscrive alla School of Visual Arts (Sva). Cerca il contatto con il pubblico esponendo i suoi disegni in locali pubblici e per le strade. Stringe rapporti di amicizia con artisti come Kenny Scharf e Jean-Michel Basquiat. Dal 1980 attira l'attenzione con i subway drawings, ovvero decorando gli spazi pubblicitari liberi all'interno della metropolitana di New York. Decide in seguito di lasciare la Sva e comincia ad organizzare diverse mostre collettive al Club 57 e al Mudd Club. Nel 1982 Tony Shafrazi diventa il gallerista di Haring. Per la sua prima personale l'artista fa uso per la prima volta di quadri di grande formato. I contatti con il panorama della pittura murale lo avvicinano a LA II, un giovane graffitista con il quale collabora. In poco tempo la sua fama cresce e viene conosciuto nei Paesi Bassi, in Belgio, in Giappone. In Italia espone alla galleria Lucio Amelio di Napoli. L'artista tiene lezioni di disegno presso le scuole di New York, Amsterdam, Londra, Tokyo e Bordeaux. Nel 1985 espone per la prima volta le proprie sculture in acciaio e alluminio alla Galleria di Leo Castelli di New York. In questo periodo cresce il suo impegno politico e si schiera contro l'apartheid. Nel  1986 apre il primo Pop Shop a Soho con l'obiettivo del contatto con il pubblico. Dopo aver contratto l'infezione da Hiv realizza dipinti sempre piu' duri e taglienti affiancati da un impegno legato alla ricerca contro l'Aids. Durante gli ultimi anni di vita esegue pitture murali a Barcellona, Chicago e Pisa, dove dipinge una facciata della Chiesa di Sant'Antonio con il murale intitolato "Tuttomondo". In questi anni crea una fondazione che ha il compito di promuovere progetti per l'infanzia e sostenere le organizzazioni impegnate nella lotta contro l'Aids. Haring muore di Aids il 16 febbraio 1990. Tra gli scritti e le interviste di Keith Haring: Diari, Mondadori, Milano 2001, 2007; L'ultima intervista, Abscondita, Milano 2010; tra le opere su Keith Haring: Renato Barilli, Haring, "Art dossier" Giunti, Firenze 2000; Alexandra Kolossa, Keith Haring, Taschen, Koln 2005; Christina Clausen, The universe of Keith Haring, Feltrinelli, Milano 2010 (libro + dvd); un sito di riferimento: Keith Haring Foundation, www.haring.com

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