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04 febbraio 2008 @ 10:40

Laurina Paperina e il sesso da ridere
di Lorenza Biasi

Nel bel mezzo delle montagne del Trentino, a Mori, un paese di circa 9000 abitanti, abita Laurina Paperina, così chiamata perché, narra la leggenda, quando era molto piccola fu investita da un’auto, che le procurò il paperizzamento dei piedi. Laurina vive con i genitori, la sorella e i suoi “pupini”, come li chiama lei. Quando andiamo a trovarla ci porta subito nella sua cameretta, come farebbe un’amica delle elementari, emozionata di mostrarci il suo mondo. I muri sono coperti da disegni. Ovunque ci sono sculturine, barattoli di colori e pennarelli. In alto, un letto a soppalco dove dorme quando le creaturine glielo permettono.

Laurina, Laura Steppini, ha quattro anni, anche se è nata nel 1980. In un autoritratto la si vede con quattro candeline che le escono dalla testa: «Non so perché l’ho fatto, forse perché dicono che la mia arte è infantile», dice mentre dalle scatole sbucano buffe sculture e dal computer escono personaggi colorati. «Le cose che faccio sembrano abbozzate, come se non sapessi disegnare, ma non è così. Ho fatto l’Istituto d’arte e l’Accademia. Ho sempre voluto fare l’artista». È dura? «Vivere d’arte è difficile, anche se in questo momento le cose mi stanno andando bene e riesco a vendere».

Le opere di Laurina hanno viaggiato molto, oltre a partecipare a moltissime fiere d’arte, ha fatto una personale a New York e una alla Galleria Perugi di Padova. Ha attraversato diversi periodi artistici: «Finita l’Accademia ho creato gli “arti contemporanei”, 180 pannellini di gambette diverse. Poi c’è stato il periodo “You are infected”. Quando si parlava di aviaria ho fatto un timbrino con sopra Bubo Malefix, un personaggino nero e cattivo e andavo in giro a timbrare le persone.

Poi è arrivata la moda dei supereroi e ho pensato di dare dei poteri a Laurina Paperina, così mi sono costruita la Pape-Mobile colorando una vecchia Ape. Una cosa diversa dalle vetture di quei supereroi strafighi che non sopporto, tipo Batman e la Batmobile. Preferisco personaggi strani come il mio Caccolaman, che uccide con le caccole».

Pape colpisce tutto quello che viene preso troppo sul serio, sesso compreso: «Tre anni fa ho iniziato a fare sexual drowings, disegni sessuali, che fanno più ridere che scandalizzare». Mi mostra Mr Pisello, Bella topona cercasi e Cercasi uomo che ami polenta e vongole. Poi mi fa entrare nel suo finto sito porno, un delirio di animazioni e disegni divisi per temi: “Asian”, “Buttman”, “Dildo’s room”... Impossibile non ridere.

«Mi diverte vedere come le persone interagiscono con il mio lavoro, mi piace quando i vecchietti si fermano davanti ai miei disegni porneggianti e ridono». Di recente Laurina è entrata in una nuova fase artistica: «Negli ultimi lavori ho usato il cervello!», dice orgogliosa. «Sto lavorando sulla materia grigia dei personaggi famosi, sviluppando la mia idea su cosa hanno nella testa. Sono i supereroi di oggi, le celebrità, quelli che hanno soldi, fama e possono fare tutto. Pubblicherò un libro, Braindead, “cerebralmente morto”». Quindi mi mostra Britney Spears rasata col vuoto nel cervello, il Papa da cui esce un coniglio pasquale («Il Papa mi viene sempre a forma di uovo, non so perché»), Homer Simpson con la ciambella in testa (l’artista preferito da Pape è Matt Groening).

I personaggi sono tantissimi: Harry Potter («Col suo cazzo di gufo nella testa»), Super Mario mangiato da Pacman e tantissimi artisti tra cui Keith Haring e Lucio Fontana. Laurina è imbottita di cultura pop: «Quando disegno guardo telefilm, sitcom, cartoni... Alle otto guardo il TG5 e invece della pausa caffè faccio una partita ai videogiochi. Tengo la tv sempre accesa in sottofondo». Se l’è presa coi cervelli delle star perché hanno detto che la sua arte è stupida? «Mi diverte che lo pensino. In fondo sono cresciuta con la tv: il mio lavoro riflette quello che ho vissuto».

Ma Pape è felice? Ride. «Sono ottimista e faccio le mie cose anche per tirarmi su di morale. Ho momenti di depressione quando mi dicono: “Ma che cazzo stai facendo?”, ma durano pochissimo, dieci minuti. Quak!»

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