Il Fatto Quotidiano

17 maggio 2013

 

Videla morto, l’ex dittatore si è spento a 87 anni a Buenos Aires

 

Si è spento nel carcere di Marcos Paz dove scontava l'ergastolo. Generale dell’esercito, era stato a capo della giunta militare argentina dal 1976 al 1981 ed era stato poi condannato fra l’altro per il furto dei neonati nell'ambito della tragedia dei desaparecidos.

 

Si è spento a Buenos Aires, all’età di 87 anni, l’ex dittatore argentino Jorge Rafael Videla. L’uomo è morto in prigione, mentre stava scontando l’ergastolo. Generale dell’esercito, era stato a capo della giunta militare argentina dal 1976 al 1981 ed era stato poi condannato fra l’altro per il furto dei neonati nell’ambito della tragedia dei desaparecidos. Videla è stato condannato a 50 anni per il furto sistematico dei figli delle donne incinte arrestate, lasciate in vita fino a poco dopo il parto. In questo modo circa 500 bambini furono dati in adozione ad altre famiglie: di questi ad oggi solo poco più di 100 sono stati ritrovati dai familiari.

La nota attivista Cecilia Pando, moglie di un militare, ha descritto alla stampa gli ultimi istanti di vita del dittatore: ieri sera aveva avuto un malore e non aveva voluto cenare. Poi è andato a dormire ed è morto nel sonno. 

La tv di Buenos Aires commenta così la morte di Videla: “è morto il responsabile del genocidio“.”Era l’ultimo dei dittatori ancora in vita ed era stato il leader della giunta militare responsabile del golpe, il 24 marzo del 1976, contro Isabel Peron, la vedova di Juan Domingo Peron”, ricorda un quotidiano locale. Videla era visto da molti come il “diavolo”.

E nel libro-intervista con il giornalista Ceferino Reato, circa 20 ore di intimo colloquio dietro le sbarre, “il diavolo” racconta la sua verità, compresa la vicenda delle persone scomparse. “C’era bisogno della morte di circa 7000-8000 persone per la vittoria contro la sovversione, non abbiamo potuto sparare. Nè potemmo consegnarli alla giustizia”, è il verdetto dell’ex dittatore.

E così, dopo l’uscita del suo libro, “Disposicion final”, il giornalista racconta il suo ricordo. “Non era pentito, di nulla, ma aveva un dolore nell’anima, forse sentiva il bisogno, data l’età, di chiarire la sua posizione – sostiene Reato – Sapeva che non sarebbe mai uscito di prigione”. E così è stato. Il dittatore ha chiuso gli occhi per sempre proprio nel carcere dove era rinchiuso, a Marcos Paz.

Jorge Videla ”ha trascorso la sua vita provocando grandi danni, che hanno marchiato il paese”. Questo è il commento alla scomparsa dell’ex dittatore che arriva dal premio Nobel per la Pace e attivista dei diritti umani Adolfo Perez Esquivel. “La sua morte ha posto fine alla sua presenza fisica, ma non a ciò che ha fatto per l’Argentina”, ha aggiunto. Juan Manuel Abal Medina, capo gabinetto della presidente Cristina Fernandez de Kirchner, ha invece ricordato che l’ex dittatore “è morto, processato e condannato, in un carcere comune, ripudiato da tutto il popolo argentino”.

E per il funerale dell’ex dittatore non ci saranno onori militari. Lo ricorda la stampa argentina, nel segnalare un decreto approvato qualche anno fa dal governo peronista del presidente Nestor Kirchner. Videla, che era stato destituito dall’esercito, fa parte di un gruppo di militari coinvolti nei processi per le violazioni dei diritti umani, nei confronti dei quali nel 2009 il governo proibì gli onori militari alle cerimonie funebri. Il decreto venne firmato dall’attuale ministro della Difesa, Nilda Garrè. 

top