Bella Ciao

« Una mattina mi son svegliato,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

Una mattina mi son svegliato

e ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

O partigiano, portami via,

ché mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

E se io muoio da partigiano,

tu mi devi seppellir.

E seppellire (Mi porterai) lassù in (sulla) montagna,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

E seppellire (Mi porterai) lassù in (sulla) montagna

sotto l'ombra di un bel fior.

E (Tutte) le genti che passeranno

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

E (Tutte) le genti che passeranno

Mi diranno «Che bel fior!»

«È questo il fiore del partigiano»,

o bella, ciao! bella, ciao! bella, ciao, ciao, ciao!

«È questo il fiore del partigiano

morto per la libertà!» 



A questo link trovate la pagina piu' completa sulla canzone, con varie versioni mp3 e le 32 versioni in cui e' stata tradotta, compreso l'arabo palestinese, il finlandese e il curdo:


Una postilla forse non disutile di Peppe Sini

"Bella ciao" e' canzone simbolo non solo della lotta del popolo italiano contro la barbarie nazifascista, ma anche della lotta di ogni popolo oppresso da un invasore o da un regime violatore dei diritti umani, e anche - infine e decisivamente - della lotta dell'umanita' intera contro ogni forma di occupazione militare straniera, dittatura, oppressione politica e sociale.
E' accaduto personalmente a chi scrive queste righe di averla sentita cantare in molte occasioni da persone greche, spagnole, polacche, latinoamericane che si erano battute e si battevano contro le dittature che opprimevano le loro patrie; e negli anni Ottanta anche da persone sudafricane che si battevano contro il regime razzista del loro paese.
Ed era sorprendente rilevare come persone che non conoscevano la lingua italiana e che provenivano da altri paesi e continenti conoscessero a memoria questa canzone nella nostra lingua e si riconoscessero in essa per dire la loro sofferenza e il loro anelito di liberta'.
Per tutte queste persone "Bella ciao" non era piu' solo la canzone dell'Italia migliore che nel 1943-1945 lottava contro l'occupante nazista e il fascista di Salo' suo complice e servo, ma il canto del risorgimento della dignita' umana nella lotta corale contro ogni potere disumano e contro ogni violenza assassina, un canto che non si estinguera' finche' esistera' la civilta' umana.


Origine Tratto da Wikipedia

Bella ciao è una canzone popolare cantata dai simpatizzanti del movimento partigiano italiano (Resistenza) durante la seconda guerra mondiale, che combattevano contro le truppe fasciste e naziste. La circolazione di Bella ciao, durante la Resistenza è documentata e sembra circoscritta soprattutto in Emilia, fra l'appennino bolognese e le zone della Repubblica partigiana di Montefiorino (sull'appennino modenese, dove si dice che fu composta da un anonimo medico partigiano).

La musica, di un autore sconosciuto, viene fatta risalire alla melodia di un canto ottocentesco delle mondine padane, con influenze di altri canti come "Fior di tomba" e "Picchia picchia la porticella". Una seconda derivazione fa retrodatare le radici della canzone ad una ballata francese del Cinquecento, che seppur mutata leggermente ad ogni passaggio geografico, sarebbe stata assorbita dapprima nella tradizione piemontese con il titolo di La daré d'côla môntagna, poi in quella trentina con il titolo di Il fiore di Teresina, poi in quella veneta con il titolo Stamattina mi sono alzata, successivamente nei canti delle mondariso e infine in quelli dei partigiani.

Una diversa derivazione è stata proposta da Fausto Giovannardi a seguito del ritrovamento di una melodia yiddish (canzone "Koilen") registrata da un fisarmonicista Kletzmer di origini ucraine, Mishka Tziganoff nel 1919 a New York, interpretazione che tuttavia, secondo alcuni osservatori, sembra non godere di solidi fondamenti.

« Alla mattina appena alzata, o bella ciao, bella ciao

Bella ciao ciao ciao, alla mattina appena alzata,

devo andare a lavorar..!


A lavorare laggiù in risaia, o bella ciao, bella ciao

Bella ciao ciao ciao! A lavorare laggiù in risaia

Sotto il sol che picchia giù! »

(Probabile testo originale del canto delle mondine alla base di Bella ciao)


In questo contesto si nota come l'espressione "bella ciao" indichi la giovinezza che si perde e sfiorisce nel lavoro.

« Stamattina mi sono alzata,

stamattina mi sono alzata,

sono alzata - iolì

sono alzata - iolà

sono alzata prima del sol... »

(Altro testo che ha probabilmente influito nella genesi del canto: "Fior di tomba")


Diffusione Tratto da Wikipedia

La popolarità di Bella ciao ebbe inizio a metà del Novecento, in occasione dei numerosi "Festival mondiali della gioventù comunista" che si tennero in varie città fra cui Berlino, Praga, e Vienna, dove essa fu cantata, con successo, dai delegati italiani, e quindi tradotta in tutte le lingue del mondo dagli altri delegati stranieri.

Questo canto raggiunse una grandissima diffusione di massa negli anni sessanta, soprattutto durante le manifestazioni operaie-studentesche del Sessantotto. Le prime incisioni di questa versione partigiana si devono alla cantastorie italiana di origine emiliana Giovanna Daffini e al cantautore francese di origine toscana Yves Montand. La diffusione di "Bella Ciao" si deve anche a Gaber, Monti e Margot, che la cantarono nella trasmissione televisiva Canzoniere minimo.

Nel 2002 la canzone è stata cantata dal giornalista Michele Santoro in apertura di un'edizione straordinaria del programma televisivo Sciuscià, da lui condotto, in polemica con l'Editto bulgaro.[5] Inoltre è stata rifatta più volte dai Modena City Ramblers e dal gruppo ska Banda Bassotti, che spesso cantano la Resistenza nei loro testi, in maniera più "allegra", con ritmo più veloce.


Altre versioni Tratto da Wikipedia

Oggi è molto diffusa tra i movimenti di Resistenza in tutto il mondo, dove è stata portata da militanti italiani. Ad esempio è cantata da molte comunità zapatiste in Chiapas, naturalmente eseguita in lingua spagnola. A Cuba è cantata nei campeggi dei Pionieri, mettendo la parola "guerrillero" al posto della parola "partigiano". È conosciuta e tradotta anche in cinese.

Nella sua storia recente (dal 1968 in poi), questa canzone è stata spesso considerata alla stregua di un inno ufficiale dei movimenti comunisti o anarchici. Un versione sessantottina aggiungeva una finale che recitava: "Era rossa la sua bandiera... come il sangue che versò". Per questo motivo ancora oggi ispira autori italiani e stranieri, ed è utilizzata in numerose occasioni, anche non direttamente collegate alla Resistenza.


Alcune Brevi Notizie Bibliografiche
Sulla Canzone "Bella Ciao"
Tratto da La Nonviolenza e' in Cammino

"Bella ciao" e' la canzone piu' nota della Resistenza italiana, e una delle piu' note della Resistenza europea.
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Nella nota antologia a cura di Giuseppe Vettori, Canzoni italiane di protesta 1794/1974, Newton Compton, Roma 1974, 1976 (edizione scolastica), a p. 379 si ricostruisce la genesi e la fortuna del testo e come esso si ricolleghi a varie tradizioni della cultura popolare, a canti di lavoro ed a sedimenti antropologici rimontanti a secoli precedenti.
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Nel volume dei prestigiosi musicologi A. Virgilio Savona e Michele L. Straniero, Canti della Resistenza italiana, Rizzoli, Milano 1985, alle pp. 74-75 si riportano ulteriori informazioni e riferimenti.
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Prescindendo in questa sede dalla discografia (che pure, ovviamente, e' ampia e varia), ed attenendoci unicamente alla bibliografia di qualche rilevanza critica, segnaliamo anche almeno:
- S. Boldini, Il canto popolare strumento di comunicazione e di lotta, Editrice sindacale italiana, Roma 1975;
- T. Romano, G. Solza, Canti della Resistenza italiana, Edizioni Avanti, Milano 1960;
- A. Sala, Canti d'Italia dal Risorgimento alla Resistenza, Edizioni Carrara, Bergamo 1977.
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Per la contestualizzazione nell'ambito della musica popolare:
- Roberto Leydi, I canti popolari italiani, Mondadori, Milano 1973;
- Giuseppe Vettori (a cura di), Canti popolari italiani, Newton Compton, Roma 1974, 1976.
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Per la contestualizzazione storica:
- Giorgio Candeloro, Storia dell'Italia moderna, Feltrinelli, Milano (particolarmente il vol. X, 1984, 1990);
- Alberto Cavaglion, La Resistenza spiegata a mia figlia, L'ancora del Mediterraneo, s.l. 2005;
- Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Einaudi, Torino 1952, e successive riedizioni;
- Claudio Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza, Bollati Boringhieri, Torino 1991;
- Franco Venturi, La lotta per la liberta', Einaudi, Torino 1996.

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