La nascita del CLN

Il Comitato di Liberazione Nazionale nasce il 9 settembre 1943, quando la realtà della disfatta dell'esercito regio non è ancora definita in tutta la sua ampiezza. Il Cln esprime la rappresentanza paritetica dei partiti antifascisti. Ne fanno parte, sotto la presidenza di Ivanoe Bonomi, il partito comunista, il partito socialista di unità proletaria, il partito d'azione, la democrazia cristiana, la democrazia del lavoro e il partito liberale. Il Cln si forma come risposta alla disgregazione dello Stato e alla assoluta, dimostrata incapacità della monarchia e del suo governo di assolvere al compito di difendere la sovranità del territorio nazionale e con lo scopo di impedire la restaurazione del fascismo ad opera dei tedeschi.

Il nome del nuovo organismo, che faceva seguito ai numerosi Comitati delle opposizioni sorti nell'immediata vigilia o poco dopo il 25 luglio in numerosi centri del Paese, era di evidente derivazione francese e si rifaceva al Comité de libération nationale che aveva all'epoca la sua sede nell'Algeria liberata.

Il Comitato di liberazione nazionale rappresentava una netta rottura rispetto alla classe dirigente italiana che aveva confuso le sue sorti con quelle del fascismo. Anche uomini come il presidente Bonomi, che era stato figura di rilievo della classe dirigente prefascista, tornavano alla politica dopo un distacco ventennale, mentre la maggior parte degli altri componenti aveva conosciuto lunghi anni di carcere e di confino, e rappresentavano forze politiche che dal fascismo erano state perseguitate e soppresse.

La prima presa di posizione di rilievo assunta dal nuovo organismo è la mozione del 16 ottobre 1943, con la quale si afferma la necessità di dare vita ad un governo straordinario espressione delle forze politiche antifasciste.
Il programma del nuovo governo veniva fissato in tre punti:

1. assumere tutti i poteri costituzionali dello Stato evitando ogni atteggiamento che possa compromettere la concordia della nazione e pregiudicare la futura decisione popolare;

2. condurre la guerra di liberazione a fianco delle Nazioni Unite;

3. convocare il popolo al cessare delle ostilità per decidere sulla forma istituzionale dello Stato.

Il volantino quì sotto è stato diffuso dal Comitato di Liberazione Pratese il giorno della liberazione. Le truppe alleate erano giunte all'altezza di porta Santa Trinita la sera del 5 settembre e quando la mattina successiva penetrarono nel centro storico della città, trovarono in Comune il Comitato di Liberazione e una Giunta Comunale pronta per insediarsi.

Qui sotto la trascrizione completa del testo:



“Cittadini,
La nostra Città è finalmente libera dall'oppressore tedesco. Salutiamo i soldati delle Nazioni Unite che, premendo e incalzando senza tregua il nemico in tutta l'immensità dei fronti di Europa, lo hanno costretto infine a fuggire anche dalla nostra città. Alla sua fuga hanno validamente cooperato anche le nostre formazioni di Patriotti della montagna e dalla pianura. Onore e gloria a quanti, Alleati e Patriotti, caddero nell'adempimento del loro dovere!
Cittadini,
Il Comitato di Liberazione Nazionale, che è l'unica autorità riconosciuta dagli Alleati, assume da questo momento l'amministrazione de la Città. Ai suoi ordini stanno le squadre dei Patriotti, a cui è affidata la tutela dell'ordine pubblico. Nel supremo interesse di tutti, l'ordine e la legalità devono essere subito ripristinati.
Espressione e interprete della volontà del popolo, il Comitato promette che giustizia sarà fatta dei criminali del defunto regime. Ma ogni atto di arbitrio e di violenza, ogni tumulto e disordine sarà energicamente represso.
Cittadini,
Non dobbiamo nasconderci che gravi difficoltà ci attendono. L'oppressore tedesco ci ha sistematicamente depredati e spogliati, e ha distrutto quasi tutte le nostre industrie. Ma ormai il periodo più amaro, il periodo delle distruzioni e del terrore, è passato. Ora incomincia anche per la nostra città il periodo di ricostruzione. Pensando a ciò che abbiamo sofferto, ogni difficoltà ci parrà lieve. Tutti, lavoratori del braccio e della mente, dobbiamo essere uniti e operare con tutte le nostre forze per questa ricostruzione. Sulle rovine già spunta l'alba di un avvenire migliore, di un avvenire di libertà, di giustizia sociale e di fratellanza fra i popoli.
W LE NAZIONI UNITE
W L'ITALIA”
Il Comitato Liberazione Nazionale"

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