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giovedì 23 Luglio 2015

 

23 luglio 1974: cade regime dei colonnelli greci

 

Sono passati sette anni da quando i colonnelli greci Georgios Papadopoulos e Nikolaos Makarezos coadiuvati dal brigadiere Stylianos Pattakos si sono insediati con una giunta militare ad Atene, ora il loro potere sembra essere definitivamente compromesso.

Dalla fine della Guerra al 1967 la storia ellenica è succedersi continuo di conflitti irrisolti, intromissioni straniere e incomprensioni sull'appartenenza della penisola all'una o all'altra parte della cortina di ferro. Dopo una guerra civile che dal '46 al '49 contrappone i compagni dell'Esercito Democratico ai monarchici appoggiati da inglesi e americani, la monarchia greca conosce un periodo di governi di centro instabili e brevi, nel quale lo sprovveduto sovrano Costantino II cerca invano di ristabilire un'effettività al suo potere.

Ma la sua incapacità viene a confermarsi in quel 21 aprile del 1967, quando il colpo di stato militare foraggiato dalla CIA stravolge la vita politica  della Grecia. Il re, messo precedentemente al corrente del piano eversivo, lo avalla credendo con questa spinta a destra di poter ritornare ad avere un ruolo nella storia del paese, salvo poi fuggire ogni responsabilità. In una notte l'esercito occupa il ministero della difesa, il palazzo del governo e i centri di comunicazione, mentre la polizia militare arresta più di 10.000 persone. Come in Germania nel '33 e in Cile nel '73 non si vogliono avere problemi con gli oppositori.

I colonnelli non si preoccupano dal principio di trovare consenso nella popolazione e ovunque sono accolti dal disprezzo. I funerali del liberale Papandrèu il 1 novembre del 1968 sono motivo di protesta popolare: un corteo vietato dal governo segue il feretro dello statista, 41 persone vengono arrestate. In tutto il paese le organizzazioni democratiche vengono costrette alla clandestinità e si tentano diverse azioni contro il golpe militare. La più nota è l'attentato fallito a Papadopoulos del 13 agosto 1968. Anche all'estero nascono movimenti di avversione al regime, e nel '69 il regista greco naturalizzato francese Costa-Gavras mette in scena il romanzo "Z-L'orgia del potere" dello scrittore Vassilikos, denunciando davanti al mondo la dittatura militare.

Il 14 dicembre del 1973 gli studenti del Politecnico di Atene danno la stoccata definitiva al regime: entrano in sciopero contro il governo, occupando l'università e cominciando a trasmettere una radio libera su tutta Atene. Migliaia di giovani e lavoratori si uniscono alla protesta sia dentro che fuori l'università, e Papadopoulos decide di reprimere quella sacca di dissenso nel sangue. Ordina che contro gli occupanti dell'università venga mandato l'esercito. Il 17 di novembre un carro armato sfonda i cancelli del Politecnico aprendo la strada ai militari, che in tutto uccidono 24 studenti.

Ma la definitiva caduta della giunta si ha dopo l'ennesimo errore politico dei colonnelli, che decidono l'invasione di Cipro per ottenere sostegno dalla popolazione, dopo che il presidente dell'isola aveva chiesto l'allontanamento degli ufficiali greci dal suo territorio nel luglio del '74. Pronta arriva la risposta della Turchia che invia le proprie truppe nel nord dell'isola. La prospettiva di una guerra con la Turchia toglie al regime gli ultimi appoggi all'interno dell'esercito. La fine della giunta militare in Grecia e il ritorno alla democrazia avviene però in modo indolore per le parti in causa; il 24 luglio 1974 a presiedere il restaurato consiglio dei ministri è Karamanlis, conservatore avverso ai colonnelli, ma ideologicamente poco distante, a uno sguardo esterno sembra quasi che non siano molte le cose a cambiare.

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