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Dopo la morte in più di 120 città si registrarono atti violenti quali incendi e saccheggi. Il presidente Lyndon B. Johnson chiese al popolo di non cedere alla violenza, la stessa che aveva ucciso King, e dichiarò il 7 aprile come giorno di lutto nazionale in onore del leader per i diritti civili, al funerale in sua vece era presente il vicepresidente Hubert Humphrey. Nella foto, i saccheggi e gli incendi a Washington il 5 aprile 1968 dopo l'omicidio di King (AP)


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28 aprile 2015

 

Nel '68, otto giorni di guerriglia per l'assassinio di Luther King

 

La città di Baltimora fu teatro di durissimi scontri all'indomani dell'omicidio del leader afroamericano.

 

Certi quartieri di Baltimora sono ancora traumatizzati dalle rivolte del 1968 dopo l'assassinio di Martin Luther King. Lo ha detto il consigliere comunale Brandon Scott in una conferenza stampa convocata dal sindaco Stephanie Rawlings-Blake, a causa dei disordini nel giorno dei recenti funerali di Freddie Gray, il nero morto dopo l'arresto."Non possiamo accettare che questa sia una ripetizione del 1968", ha detto Scott, cercando di calmare gli elettori del suo collegio e di rimandare a casa i manifestanti.

 

Temendo una nuova Ferguson, Rawlings-Blake ha dichiarato il coprifuoco dalle 10 di martedì mattina fino alle 5 del mattino di mercoledì, mentre la polizia parla di "violenze e saccheggi senza precedenti".

I disordini di Baltimora nel 1968, per otto giorni dal 6 al 14 aprile, videro folle occupare le strade, dare fuoco a negozi e affrontare polizia e Guardia Nazionale. La causa immediata era stato l'assassinio di MLK il 4 aprile a Memphis.

 

Spiro Agnew, era il governatore del Maryland: richiamò migliaia di riservisti della Guardia Nazionale e 500 poliziotti del Maryland per sedare i disordini. Quando si capì che le forze statali non riuscivano a calmare la folla, Agnew chiese al presidente Lyndon Johnson di mandare truppe federali.

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