Gustavo Gutiérrez, padre de La Teología de la Liberación

La persona, el origen de su proyecto y la obra escrita


Gustavo Gutiérrez Merino è un presbitero e teologo peruviano, membro dell'Ordine dei Frati Predicatori: è ritenuto il fondatore della teologia della liberazione.


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12 Mayo 2015

 

Gustavo Gutierrez: sulla Teologia della Liberazione oggi

 

Dopo 20 anni di matrimonio, se scrivi una lettera a tua moglie, non le scrivi lo stesso che avesti scritto quando l’incontrasti

 

"Non c'è mai stata una condanna della Teologia della Liberazione, anche se i media a volte scrivono che ci fu." Così forte si è dimostrato il teologo e sacerdote Gustavo Gutierrez, uno dei padri della Teologia della Liberazione. Sì, c'era un dialogo con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Ed è stato un dialogo molto critico, a volte. Ma non c'è mai stata una condanna.

 

Rispondendo alla domanda di un giornalista durante la presentazione dell'Assemblea Generale di Caritas Internationalis, di cui era relatore. Il teologo ha detto che l'idea centrale della Teologia della Liberazione è ciò che chiamiamo "l'opzione preferenziale per i poveri". E' il 90 per cento della Teologia della Liberazione, ha assicurato.

Egli ha anche detto che questa opzione è ora più chiara con la testimonianza di Papa Francisco. Egli ha anche notato che il Santo Padre ha detto che "l'opzione preferenziale per i poveri" è una questione teologica. "Se si apre la Bibbia, il tema dei poveri è lì", ha anche indicato il teologo peruviano.

Penso che ha fatto un passo molto importante in questo senso, ma anche ripetere che "la teologia è un secondo atto, noi lo abbiamo sostenuto fin dal principio. Non è giusto considerare secondo atto in senso peggiorativo". Ha anche scherzato: "Io, personalmente, a 40 anni non parlavoo di teologia, e penso di essere stato un cristiano. Se era possibile per me essere un cristiano, prima della teologia, spero di essere cristiano anche dopo la teologia ". La questione non è, ha aggiunto, prendere le distanze dalla teologia, è una parte della mia vita e mi piace fare teologia. Ma è anche una parte della vita della Chiesa, e anche della gente e avevamo questo dialogo in alcuni momenti difficili, ma mai di condanna. Questo non è mai avvenuto.

 

D'altra parte, ha risposto ad una domanda di un giornalista durante la conferenza stampa, se avesse scritto di nuovo qualcosa di teologia, riferendosi pur senza nominarli ai documenti della Congregazione per la Dottrina della Fede: Istruzione su alcuni aspetti della teologia della liberazione e Istruzione della Coscienza Libertatis su Libertà cristiana e liberazione. Padre Gutierrez ha ammesso che la risposta non l’aveva trovato, perché se avesse detto sì, non era vero e se avesse detto no, neppure. Ha raccontato che in un'intervista ha trovato la sfumatura ed ha messo a confronto il suo rapporto con la teologia con una coppia in amore. Dopo 20 anni di matrimonio, se scrivi una lettera a tua moglie, non scrivi la stessa cosa avresti scritto quando l’incontrasti. Dato che sarebbe la stessa. L’Amore è lo stesso, ma il modo di scrivere cambia. "Per me fare teologia è come scrivere una lettera d'amore al Dio della mia fede, alla chiesa di cui faccio parte e al mio popolo", ha affermato. La teologia è l'ermeneutica della speranza.

 

Alla domanda di Zenit sulla sua interpretazione teologica del fatto se fosse necessario far entrare i più poveri del mondo della società del benessere o che la società entrasse in un modo di vita più austero, rispose: Non si può essere solidali con i poveri se non si vive la povertà … sono due percorsi diversi, ma vanno insieme. "Essere solidali con i poveri come condizione di vita se non siamo solidali con i poveri non siamo amici dei poveri." Egli ha osservato che oggi c'è la maggiore distanza tra ricchezza e povertà mai registrata nella storia. Pertanto la "nozione di amicizia è molto importante e richiede una certa vicinanza a queste persone." riconoscendo che "anche se ci sono conseguenze politiche ed economiche nel parlare così."

 


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12 Mayo 2015

 

Gustavo Gutiérrez: sobre la teología de la liberación hoy

 

Después de 20 años de matrimonio, si escribes una carta a tu esposa, no pones lo mismo que hubieras escrito de novios

 

“No ha habido nunca una condena a la teología de la liberación, aunque los medios de comunicación a veces lo muestren así”. Así de rotundo se ha mostrado el teólogo y sacerdote Gustavo Gutiérrez, uno de los ‘padres’ de la teología de la liberación. Sí, hubo un diálogo con la Congregación de la Doctrina de la fe. Y fue un diálogo muy crítico en algunos momentos. Pero nunca hubo una condena.

Lo hizo respondiendo a la pregunta de un periodista durante la presentación de la Asamblea General de Cáritas Internationalis donde va a ser ponente.  El teólogo ha dicho que la noción central de la teología de la liberación es la que llamamos “opción preferencial de los pobres”. Es el 90 por ciento de la teología de la liberación, ha asegurado.

Además, ha manifestado que esta opción es ahora más clara con el testimonio del papa Francisco. Y también ha señalado que el Santo Padre ha dicho que “la opción preferencial por los pobres” es una cuestión teológica. “Si abres la Biblia, el tema de los pobres está ahí”, ha indicado también el teólogo peruano.

Creo que se ha dado un paso muy importante en esta relación pero al mismo tiempo repito que “la teología es un acto segundo. Nosotros hemos dicho esto desde el principio. No es secundario en sentido peyorativo”. Asimismo, ha bromeado “yo, personalmente, a los 40 años no hablaba de teología, y creo que yo era cristiano. Sí ha sido posible para mí ser cristiano, antes de la teología, y espero ser cristiano después de la teología”. La cuestión no es –ha añadido– tomar distancia de la teología, es una parte de mi vida y me gusta mucho hacer teología. Pero es una parte de la vida de la Iglesia, de la via de las personas también y hemos tenido este diálogo en ciertos momentos difícil, pero nunca una condena. Esto no ha existido.

Por otro lado, ha respondido a otra pregunta de un periodista durante la rueda de prensa sobre si él escribiría de nuevo algo de lo que ha hecho sobre teología, refiriéndose aunque sin nombrarlos a los documentos de la Congregación de la Doctrina de la Fe: Instrucción sobre algunos aspectos de la teología de la liberación e Instrucción Libertatis Consciencia sobre libertad cristiana y liberación.

El padre Gutiérrez admitió que la respuesta antes no la había encontrado, porque si decía que ‘sí’, no era y si decía que ‘no’, tampoco. Y contó que en una entrevista encontró el matiz: se ha comparado su relación con la teología con la de una pareja de enamorados. Después de 20 años de matrimonio, si escribes una carta a tu esposa, no escribes lo mismo que hubieras escrito de novios. Pues esto sería igual. El amor es el mismo, pero la forma de escribir cambia. “Para mí hacer teología es escribir una carta de amor al Dios de mi fe, a la Iglesia a la que pertenezco y a mi pueblo” ha indicado. La teología –ha concluido– es la hermenéutica de la esperanza. 

Interrogado por ZENIT de su interpretación teológica sobre si era necesario hacer ingresar a los pobres en el mundo del bienestar o hacer que la sociedad entrara en un sistema de vida más austero, indicó: No se puede estar en solidaridad con los pobfres si no vivimos una cierta pobtreza” y precisó que “no son dos caminos diversos pero van juntos”. Estar en   solidaridad con los pobres pone como condición vivir cerca”  y no somos solidarios con los pobres si no somos amigos de los pobres. Constató que hoy existe la mayor distancia entre riqueza y pobreza que se haya registrado en la historia. Por ello la “noción de amistad es muy importante y exige una cierta cercanía con esta gente”. Si bien reconoció que  “tiene consecuencias políticas y económicas hablar así”.

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