La strage di San Giovanni

Eduardo Galeano scrive del massacro di San Juan: In questa notte di San Juan, mentre è in corso la più amata delle feste, l'esercito si annida in montagna. Quasi nulla si sa qui dei guerriglieri Ñancaguazú, un fiume lontano, comunque si dice che combattono per una bella rivoluzione mai visto prima, come il mare, ma il generale Barrientos ritiene che ogni minatore sia un subdolo terrorista. Prima dell'alba, al termine della festa di San Giovanni, un uragano di proiettili spazza la città di Llallagua. Sembrava il leggero bagliore delle ossa nella luce del nuovo giorno. Dopo il sole calò dietro le nuvole, i paria della terra contano i loro morti e li raccolgono sui carretti. I minatori marciano lungo un vicolo di fango a Llallagua. Il corteo attraversa il fiume tra le rocce sputate di cenere sporca, e la vasta pampa Catavi per raggiunge il cimitero (...) Bisogna scavare molte fosse. Corpi di tutte le dimensioni sono in fila, la menzogna, in attesa.



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