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miércoles, 7 de octubre de 2015

 

Esiste un fondamentalismo cattolico?

di Lucandrea Di Massaro

 

Intervista al sociologo Massimo Introvigne: Abbiamo bisogno della collaborazione di fede e ragione.

 

Il professor Massimo Introvigne, sociologo, presidente del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) rappresentante dell'OSCE per la lotta contro la discriminazione religiosa, ha dedicato diversi saggi allo studio dei fenomeni religiosi. La più recente pubblicazione (Il fondamentalismo. Dalle origini a Iside, Ed. Sugarco) è dedicato al fenomeno del fondamentalismo islamico. Tuttavia, l'autore si sofferma in generale, sulla questione del fondamentalismo, e dedica alcuni passaggi molto interessanti sul fondamentalismo nel cristianesimo in generale e nel cattolicesimo in particolare. Se per le chiese soggette alla sola scrittura (assioma protestante) è una lettura rigida e letterale della Bibbia, per il cattolicesimo è il rischio di una interpretazione fideista della tradizione. L'insegnante ha approfondito per Aleteia la questione.

 

Professore, Ci può spiegare di più?

Come Papa Francesco ha ribadito nella Messa di apertura del Sinodo, la tradizione della Chiesa è concepita come vivente. Non è un libro ne una regola fissa, un manuale con cui confrontare i comportamenti, tra cui il Papa, per vedere se sono o meno ortodossi. Non è possibile acquistare in libreria un libro intitolato "La Tradizione", che contiene tutto. È possibile acquistare il "Catechismo della Chiesa Cattolica", certamente, ma quello di Giovanni Paolo II non è uguale a quello del Concilio di Trento.

 

La tradizione è un serbatoio vivente e per scoprire qual’è la tradizione odierna devo andare al Magistero. Il fondamentalismo cattolico invece pensa che la tradizione sia un insieme chiuso di tesi, in base alla quale il Papa può giudicare anche oggi e, nella migliore delle ipotesi, dichiararla ortodossa.

 

Proprio perché non c'è un libro intitolato "La Tradizione", la tradizione fondamentalista preferisce costruirselo, collocarsi al posto del Papa come ultima risorsa per definire ciò che la tradizione è.

 

In generale come descriveresti il ??fenomeno del fondamentalismo?

Credo che la metafora dell'aereo offerta da Giovanni Paolo II, all'inizio della Fides et Ratio è accettabile anche per i sociologi. Abbiamo bisogno di due ali volanti, fede e ragione. Se l'ala diventa fede ipertrofica e la fede si mangia la ragione l'aereo precipita: questo è il fondamentalismo. Se l’ala della ragione diventa ipertrofica e si mangia la fede abbiamo il secolarismo, e l'aereo precipita ugualmente.

 

Oggi, grazie alla diffusione dei social media, pesanti attacchi si sentono contro il Papa, in un tono che va oltre il semplice disaccordo, con alcuni che lo accusano, addirittura, di coinvolgimento con il mondo degli anti-papa che non sono nemmeno cattolici.

 

Sono minoranza rumorosa, sono una retroguarda fideista?

Direi che assistiamo alla manifestazione aperta del fondamentalismo cattolico. Già esisteva prima e ha anche criticato Giovanni Paolo II, si pensi al incontro ecumenico di Assisi, e Benedetto XVI. Ma era mascherato, invece ora, con Papa Francesco, si manifesta apertamente.

 

Il Magistero ci dice tutto quello che c'è da sapere sul fondamentalismo: si tratta di una perversione della religione e della fede. E' anche tecnicamente sovversiva, perché sovverte le dinamiche, di istituzione divina, l'autorità della Chiesa rimuove l'autorità del Papa con il pretesto di dare piena autorità alla tradizione, rappresentata dalla testa di turno, di questa o quella fazione fondamentalista.

 

Una caratteristica del fondamentalismo è l'uso della violenza fisica, spesso impunemente, come purtroppo vediamo in molti paesi, soprattutto in Asia, ma non solo, e prevalentemente musulmani, in Pakistan, nelle aree dominate dallo stato islamico, in Arabia Saudita e in Iran, ma anche nei luoghi di cultura induista o a predominanza buddista. In linea di principio, tale violenza è ora molto meno forte nel cristianesimo ed è quasi del tutto assente nel cattolicesimo.

 

Si tratta di una semplificazione o di un valore reale?

E' una cosa reale. Il Cattolicesimo stesso contiene anticorpi contro la violenza. Si può pensare tutto il male dei cattolici integralisti, ma non possono essere accusati di violenza. Perchè non lo sono.

 

Come uscire del fondamentalismo? C'è un modo comune che ogni confessione ha o dovrebbe avere per superarlo?

Il modo più comune è stato indicata da Giovanni Paolo II ed è stato dominante nel magistero di Benedetto XVI: né separazione né confusione, ma collaborazione nel riconoscere la distinzione tra fede e ragione. Ogni religione, tuttavia, ha le proprie caratteristiche e ha bisogno di trovare il proprio modo di superare l'autocritica e il fondamentalismo.

 


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miércoles, 7 de octubre de 2015

 

¿Existe un fundamentalismo católico?

di Lucandrea Massaro

 

Entrevista al sociólogo Massimo Introvigne: Necesitamos la colaboración de fe y la razón

 

El profesor Massimo Introvigne, sociólogo, presidente del CESNUR (Centro de Estudios sobre Nuevas Religiones) delegado de la OSCE para la lucha contra la discriminación religiosa, ha dedicado diversos ensayos al estudio del fenómeno religioso. El más recientemente publicado (Il fundamentalismo. Dalle origini al Isis, Sugarco) está dedicado al fenómeno del fundamentalismo islámico. Sin embargo, en la parte general, el autor se detiene en el tema del fundamentalismo en general y dedica algunos pasajes muy interesantes al fundamentalismo en el cristianismo en general y en el catolicismo en particular. Si para las iglesias gobernadas por el axioma sola escritura (las protestantes) es una lectura rígida y literal de la Biblia, para el catolicismo el riesgo es el de una interpretación “fijista” de la Tradición. El profesor ha profundizado para Aleteia en la cuestión.

 

Profesor, ¿nos puede explicar mejor?

 

Como el Papa Francisco ha reafirmado en la misa de apertura del sínodo, en la Iglesia, la Tradición es concebida como “viviente”. No es un código normativo fijo, un manual con el cual comparar los comportamientos – incluidos los del Papa – para ver si son ortodoxos o no. No se puede comprar en la librería un libro llamado “La Tradición” que la contenga toda. Se puede comprar el “Catecismo de la Iglesia católica”, ciertamente, pero el de Juan Pablo II no es igual al del Concilio de Trento.

 

La Tradición es un depósito vivo y para saber qué es la Tradición hoy es necesario dirigirse al Magisterio. El fundamentalismo católico en cambio piensa que la Tradición es un conjunto cerrado de tesis, sobre cuya base se pude juzgar incluso al Papa de hoy y, a lo más, declararlo heterodoxo.

 

Puesto que precisamente no existe un libro llamado “La Tradición”,el fundamentalista se construye la Tradición que prefiere, se coloca en el lugar del Papa como último recurso para definir qué es la Tradición.

 

En general ¿cómo definiría el fenómeno del fundamentalismo?

 

Me parece que la metáfora del avión propuesta por san Juan Pablo II, al inicio de la Fides et ratio es aceptable también para los sociólogos. Para volar necesitamos de dos alas, la fe y la razón. Si el ala de la fe se vuelve hipertrófica y la fe se come a la razón el avión se estrella: es el fundamentalismo. Si el ala de la razón se vuelve hipertrófica y se come a la fe tenemos el laicismo, y el avión se estrella también.

 

Hoy, gracias también a la difusión de los medios de comunicación social, se oyen ataques muy pesados contra el Papa, con un tono que sobrepasa la mera discordancia y llegan incluso a acusarlo de compromiso con el mundo, de antipapa y de no ser siquiera católico.

 

¿Son minorías ruidosas, son una retaguardia “fijista”?

 

Yo diría que asistimos a la manifestación abierta del fundamentalismo católico. Ya existía antes y también se criticaba a san Juan Pablo II (pensemos en el encuentro ecuménico de Asís) y a Benedicto XVI. Pero estaba enmascarado, mientras que ahora, con el Papa Francisco, se manifiesta abiertamente.

 

El Magisterio nos dice todo lo que necesitamos saber sobre el fundamentalismo: es una perversión de la religión y de la fe. Es también técnicamente subversivo, porque subvierte la dinámica, divinamente instituida, de la autoridad de la Iglesia: quita la autoridad al Papa con el pretexto de dar toda la autoridad a la Tradición, representada en la cabecilla de turno de esta o aquella facción fundamentalista.

 

Una de las características del fundamentalismo es el uso de la violencia física, muchas veces impune, como desgraciadamente vemos en muchos países, la mayoría en Asia, pero no solamente, y de mayoría musulmana (Pakistán, zonas dominadas por el Estado Islámico, Arabia Saudita, Irán), pero también en los lugares de preponderancia hindú o budista. En principio, esa violencia es hoy mucho menos fuerte en el cristianismo y está casi completamente ausente en el catolicismo.

 

¿Esto es una simplificación o corresponde a un valor real?

 

Es un dato real. El catolicismo contiene en sí mismo los anticuerpos contra la violencia. Usted puede pensar en todos los males de los católicos fundamentalistas, pero no puede acusarlos de violentos. Pues no lo son.

 

¿Cómo salir del fundamentalismo? ¿Existe una manera común o cada confesión tiene –o debería tener– su propia manera de superarlo?

 

La manera común fue indicada por san Juan Pablo II y fue dominante en el magisterio de Benedicto XVI: ni separación, ni confusión, sino colaboración –en la distinción– entre fe y razón. Cada religión, sin embargo, tiene su especificidad y necesita encontrar las formas de autocrítica y de superación del fundamentalismo.

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