Originale: Truthdig
http://znetitaly.altervista.org
2 giugno 2014

In che modo le ricche élite stanno sequestrando la democrazia in tutto il mondo
di Sonali Kolhatkar
Traduzione di Maria Chiara Starace

Le massicce proteste nelle strade sono di solito considerate un elemento caratteristico di aspirazioni democratiche. E le elezioni vengono intese come il culmine di tali aspirazioni, perché  permettono alle persone di scegliere i propri leader e il loro proprio sistema  di governo. Ma in una nazione dopo l’altra questi marchi della democrazia vengono pericolosamente sovvertiti e cooptati da potenti élite. Il problema è: riconosciamo che cosa accade sotto il nostro naso? Tre esempi che stanno accadendo proprio ora sono indici di questa tendenza: Tailandia, Ucraina ed Egitto.

La Tailandia ha appena assistito al suo 19° colpo di stato in 82 anni. Sebbene il capo del golpe, il  Generale Prayuth Chan-Ocha abbia promesso “democrazia genuina”, non ha dato alcuna tempistica per la fine della legge marziale. Il Dipartimento di Stato americano all’inizio si è rifiutato di definire colpo di stato la presa di potere, insistendo (1) che la legge marziale è coerente con la costituzione della Tailandia. Ha poi cambiato tono per emettere una condanna espressa con parole forti (2).

In Ucraina, i votanti hanno eletto un leader filo-occidentale dopo che il Presidente Viktor Yanukovych è scappato in seguito alle proteste di massa causate dal suo rifiuto di firmare un accordo con  l’Unione Europea. Sebbene il nuovo presidente     Petro Poroshenko abbia promesso uno sviluppo democratico, gli Stati Uniti si sono messi apertamente dalla parte delle forze che in Ucraina sono favorevoli all’Occidente e hanno aumentato le tensioni del conflitto fino ad arrivare quasi a livelli dell’epoca della Guerra Fredda, e rendendo inefficaci, nel migliore dei casi, le promesse di vera democrazia.

In Egitto un generale dell’esercito sta per essere “eletto” dopo un periodo di violento governo militare dopo che le elezioni seguite alla rivoluzione hanno dato un leader della Fratellanza Musulmana. Gli Stati Uniti hanno tranquillamente accettato  il rovesciamento della leadership della Fratellanza e hanno espresso soltanto tiepide critiche (3) per la violenta repressione avvenuta sotto il Generale Abdel Fattah al-Sisi, adottando un pericoloso approccio del tipo aspetta-e-vedrai, mentre le vite degli egiziani sono in bilico. Una volta terminate le elezioni, Sisi probabilmente sarà considerato dal governo statunitense un leader democraticamente eletto.

In Tailandia, Ucraina ed Egitto, le élite ricche, sia native che straniere hanno usato i movimenti popolari e le elezioni per ratificare le decisioni a loro favore. In un’intervista (4) su Uprising  (5), il regista e giornalista di inchiesta Andre Vltchek, che è andato di recente in queste tre nazioni, ha spiegato che in Tailandia in particolare, Thaksin Shinawatra, il magnate degli affari trasformatosi in primo ministro che è stato estromesso dal potere nel 2006, “stava tentando di portare il paese verso un capitalismo moderno.” Ha introdotto l’assistenza sanitaria che è molto migliore del sistema negli Stati Uniti, con “ grosse sovvenzioni per le medicine.” Inoltre la Tailandia ha ora l’ istruzione di base gratuita per 15 anni per tutti i cittadini, e, secondo Vltchek, Thaksin ha concesso la cittadinanza a una popolazione di milioni di persone nel nord dove erano privi dei diritti civili. I sostenitori di Thaksim si definivano Movimento delle Camicie Rosse, e comprendevano principalmente  agricoltori Thai e attivisti di sinistra.

A essere giusti, il governo di Thaksin presentava diversi gravi problemi che Vltchek riconosceva come “terribili errori”, compresa una brutale “guerra alla droga” e una guerra contro una minoranza islamica nel sud della Tailandia. Ma erano i suoi programmi sociali progressisti il motivo per cui era “odiato dalle élite”- la monarchia e i militari, perché in Tailandia non è soltanto il denaro, ma è il divario tra le élite e la maggioranza quello che è importante”.

Quello che la maggior parte di noi ha considerato dall’esterno come un’importante rivoluzione di gente che occupava gli edifici di governo per cacciare via  un leader corrotto – il cosiddetto movimento delle Camicie Gialle – consiste di fatto di forze alleate con la famiglia reale Thai e con i militari. Il movimento ha ironicamente adottato il nome di Alleanza del Popolo per la Democrazia. Ho chiesto a Vletchek se i sostenitori del movimento fossero realmente a favore della democrazia. “no, non lo erano,” ha risposto con tono ovvio. Infatti  “non hanno niente a che fare con la democrazia”, anzi, “erano contro la democrazia,” ha detto Vltchek, che si era incontrato con molti capi della protesta delle Camicie Gialle, e che aveva sentito le “voci che c’erano ‘forze molto potenti’ dietro le proteste,” il che significava “la monarchia e i militari.” Vltchek sosteneva che le élite Thai hanno paura della vera democrazia, dato che l’opposizione ha partecipato a molteplici elezioni dopo che Thaksin più volte era stato estromesso e aveva perduto.

Secondo Vltchek, l’Occidente ha avuto un ruolo tranquillo nel sostenere le forze tendenti    malgrado le dichiarazioni dell’opposizione che “Thaksin è molto popolare in Occidente e che è lui che sta ottenendo l’appoggio dall’Occidente.” Però, ha detto Vltchek, le forze dell’opposizione erano “alleati molto affidabili dell’Occidente. Non dimenticate che la Tailandia per decenni ha massacrato l’opposizione di sinistra; bruciavano vivi in comunisti dentro i barili di petrolio. Hanno liquidato l’intera opposizione di sinistra e si sono guadagnati la reputazione di alleati affidabili [dell’Occidente].” Infatti, ha continuato: “La maggioranza delle persone dell’opposizione erano stati educati a Eton, a Cambridge e a Oxford. La gente Thai non parla lingue straniere, ma quando si parla con i loro capi, tutti parlano in un inglese perfetto e fluente.”

Anche le elezioni in Ucraina puzzano di cooptazione della democrazia. Gli ucraini hanno scelto un ricco fabbricante di dolciumi come loro nuovo presidente, ma soltanto dopo che il loro presidente moderato, di centro-destra, Yanukovych, ha osato rifiutare un accordo con l’Unione Europea, che era, secondo Vtlchek, un “accordo bizzarro che fondamentalmente diceva ‘lasciateci avere accesso alla vostra industria dell’acciaio e la vostro settore minerario e in cambio non avrete nulla; la vostra gente non sarà neanche messa in grado di fare un viaggio nei paesi dell’Unione Europea, non parliamo poi di viverci o di lavorarci.’ “ Ovviamente, anche questo governo filo-occidentale ha detto: ’impossibile.’ ”

Infatti il deposto governo di Yanukovych, ha detto Vtlchek, “non era affatto filo-russo, o socialista o comunista.” Ha citato dei dati che dimostravano che l’Unione Europea ha forse speso oltre 1 miliardo di dollari per sostenere le proteste contro Yanukovych, e che molta gente che ha partecipato al cosiddetto movimento Euromaidan *, erano “chiaramente pagati”, un’affermazione  che è confermata da reportage come questo (6).

Vletchek ha passato molti giorni guidando per migliaia di chilometri nelle città di tutta l’Ucraina. A Kharkiv, che ­è considerata la “seconda capitale” dell’Ucraina, ha incontrato persone che gli hanno detto: “Non accetteremo il governo della dittatura occidentale che è comunque piena di fascisti e di elementi di destra…Non accetteremo la propaganda anti-Russia. La Russia è la nostra amica e alleata naturale.”

In Egitto, si è svolta un’analoga dinamica che ha prodotto l’eversione della democrazia. Sebbene il movimento per deporre in dittatore Hosni Mubarak appoggiato dagli Stati Uniti era davvero a base popolare e aspirava a un reale cambiamento democratico, col senno di poi la rivoluzione sembra essere stata  cooptata prima dalla Fratellanza Musulmana, che ha usato gli strumenti della democrazia per vincere un’elezione, e poi dalle forze armate per deporre la Fratellanza e organizzare le sue elezioni.

Vltcheck, che ha passato un sacco di tempo in Egitto ,ha detto: “L’Occidente non protesta quando qualcuno come al-Sisi viene ‘eletto’ dopo che la Fratellanza Musulmana è fondamentalmente demonizzata e arrestata. [I militari]  hanno condannato a morte 600 persone [appartenenti alla  Fratellanza Musulmana] e nessuno sta protestando eccessivamente al riguardo.” Una volta le élite potenti buttavano via i risultati del cambiamento democratico quando non gli convenivano e poi sovvertivano le impronte della democrazia per cementare il loro potere. Gli egiziani sono così disillusi che non si sono presentati in numero sufficiente per votare per il generale, inducendo l’esercito a fare un annuncio che prolungava di un giorno in più le votazioni. Una volta che ci sono i risultati, vi si può apporre il timbro e la “democrazia” può essere dichiarata.

Altri esempi abbondano, come la recente insurrezione in Venezuela, interpretata dalla maggior parte della ordinaria stampa in lingua inglese come una rivolta popolare contro il governo socialista di Nicolas Maduro. Si è venuto poi a sapere che quelle proteste miravano a smantellare uno stato socialista ideologicamente (e forse direttamente) appoggiata dagli Stati Uniti, come suggerisce questo editoriale (7).

Anche l’India, la più grande democrazia del mondo, dove di recente si sono tenute le elezioni, ha assistito all’insediamento di un governo nazionalista di destra che promette uno sviluppo industriale veloce con una tendenza filo-occidentale. Arundhati Roy, la romanziera e opinionista politica, in un’intervista (8) al giornale pachistano Dawn si rammaricava: “Ora abbiamo un governo totalitario democraticamente eletto.”

Nella nostra era di comunicazione digitale durante la quale sono comparsi i movimenti di massa con scopi legittimamente democratici come Occupy Wall Street e il movimento originario per cacciare Mubarak in Egitto, dobbiamo rimanere vigili rispetto agli interessi delle  élite che impiegano gli stessi strumenti – proteste ed elezioni – per promuovere la loro agenda e che usano lo stesso linguaggio  e gli stessi   “accessori” della democrazia. Vltchek ha ammonito: “Considero questa una tendenza molto pericolosa. Temo che l’Occidente stia facendo l’ultimo sforzo  per distruggere e annientare  realmente qualsiasi cosa  lo ostacoli che sia semi-indipendente o diversa.”

Note

*http://it.wikipedia.org/wiki/Euromaidan

1.http://abcnews.go.com/blogs/headlines/2014/05/us-says-military-takeovers-in-libya-thailand-are-not-coups/

2. http://www.state.gov/secretary/remarks/2014/05/226446.htm

3 http://www.state.gov/secretary/remarks/2014/04/225348.htm

4 http://uprisingradio.org/home/2014/05/27/how-wealthy-elites-are-co-opting-peoples-movements-in-thailand-and-ukraine/

5 http://uprisingradio.org/home/

6 http://www.presstv.com/detail/2014/02/17/351138/us-eu-paying-ukraine-rioters-protesters/

7http://www.aljazeera.com/indepth/opinion/2014/02/towards-another-coup-venezuela-201421952658348169.html

8 http://www.dawn.com/news/1108001

9 Sonali@afghanwomensmission.org<Sonali@afghanwomensmission.org>;

10 http://www.afghanwomensmission.org/

11 http://uprisingradio.org/home/


Sonali Kolhatkar (9) è condirettore di Afghan Women’s Mission (10). E’ anche presentatrice e produttrice di Uprising Radio (11), un programma del mattino che va in onda tutti i giorni su KPFK, Pacifica, a Los Angeles.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://zcomm.org/znet/article/how-wealthy-elites-are-hijacking-democracy-all-over-the-world

top