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23 gennaio 2013

Quanto è inalienabile la vita?
di David Swanson
Traduzione di Maria Chiara Starace

Vi presento il nuovo capo supremo che, il giorno del suo insediamento, ha dichiarato che il diritto alla vita è inalienabile. Fatemi chiarire: non significa che non possa prendersi la vostra.

Infatti, ogni giovedì, scorre una lista di uomini, donne e bambini restati in sospeso per l’insediamento,  oppure no, sceglie chi uccidere e li uccide.

Non ci si aspetta che li chiamiamo omicidio, perché sono propriamente degli assassinii, tranne nel caso che dei personaggi pubblici vengano assassinati, il 98% delle persone uccise non sono presi di mira; alcuni sono presi di mira per comportamento sospetto senza conoscerne i nomi; un tipo di comportamento sospetto è l’atto  di  recuperare i morti e i feriti di un attacco precedente; coloro che sono presi di mira non lo sono per motivi politici, ma perché si oppongono alle occupazioni illegali. Inoltre un assassinio è un tipo di crimine.

Non ci si aspetta che lo chiamiamo omicidio, perché sembra più obiettivo chiamarlo uccisione.

L’omicidio, però, è un tipo di uccisione, specificatamente l’atto di uccidere una persona in maniera illecita  specialmente con premeditazione. Uccidere casualmente non è un crimine, e non è quello fa attualmente il presidente, almeno per quanto se ne sappia, o in base a qualsiasi interpretazione di legge proposta. Uccidere indirettamente incoraggiando la povertà o la distruzione dell’ambiente o negando l’assistenza medica forse sono cose che fa il presidente, ma non sono omicidi e non sono le guerre con i droni.

Immaginate che una persona che non è un presidente scorresse una lista di tutte le persone che sono in una scuola elementare, scegliesse chi uccidere e desse l’ordine di farlo. Si chiamerebbe omicidio di massa. Si chiamerebbe cospirazione tesa a commettere una strage. Perché eleggere quel presidente che commette stragi cambierebbe qualche cosa? Perché fare lo stesso con delle  vittime all’estero cambierebbe qualche cosa?

UCCIDETE QUALSIASI COSA CHE SI MUOVE

“Uccidete qualsiasi cosa che si muove” è il titolo del nuovo importante libro di Nick Turse, che tratta l’impresa di omicidi di massa nota in Vietnam come Guerra Americana, e negli Stati Uniti come Guerra del Vietnam. Turse documenta che le decisioni della linea politica trasmesse  dall’alto ha portato coerentemente per un periodo durato anni, al continuo massacro di milioni di civili in Vietnam. Molte delle uccisioni sono state fatte usando le mani, o con i fucili o con l’artiglieria, ma la parte del leone si è presentata sotto forma di 3,4 milioni di sortite di combattimento effettuate  dall’aviazione degli Stati Uniti e del Vietnam del sud tra il 1965 e il 1972. Gli attacchi aerei sono il principale strumento usato anche dal presidente Obama nelle relazioni internazionali; durante il suo primo mandato ha ordinato 20.000 attacchi aerei.

Il ben noto massacro di My Lai in Vietnam non è stato un’aberrazione, ma un incidente quasi normale e senza altro non il peggiore. Turse documenta un modello di atrocità continue così pervasivo che si è costretti a cominciare a considerare la guerra come un’unica grande atrocità. Qualche cosa  di simile si potrebbe fare per la guerra senza fine contro ogni dove che stiamo attualmente vivendo. Le atrocità sparse e gli scandali in Afghanistan e in Iraq vengono interpretati come circostanze singolari che non hanno nulla a che fare con la spinta  generale della guerra. E tuttavia, ne costituiscono l’essenza.

“Uccidete qualunque cosa che si muove” era un ordine dato alle truppe statunitensi in Vietnam indottrinate con odio razzista nei confronti dei vietnamiti. “Fuoco rotatorio a 360°” era il comando dato nelle strade in Iraq dato alle truppe statunitensi analogamente condizionate a odiare e ugualmente sfinite  dalla spossatezza fisica.

I bambini morti in Vietnam provocavano commenti tipo: “Cazzi loro, diventerebbero dei Vietcong.” Uno degli assassini sugli elicotteri statunitensi  che si è sentito nel video sull’Omicidio Collaterale dice, riguardo ai bambini morti, “Bene, è colpa loro se portano in battaglia i bambini.”

In Vietnam ogni morto era il nemico,  e delle volte gli mettevano addoosso di nascosto delle armi. Nelle guerre con i droni, qualunque maschio morto è un militante, e in Iraq e in Afghanistan spesso le armi sono state messe di nascosto  addosso alle vittime.

I militari durante la guerra del Vietnam passavano dal fare prigionieri a ucciderli, proprio come la guerra infinita contro ogni dove è passata dalla carcerazione all’uccisione quando la presidenza è passata da Bush a Obama.

In Vietnam, come in Iraq, le regole di ingaggio sono state ampliate fino al punto di permettere di sparare a qualunque cosa che si muoveva. In Vietnam, come in Iraq, i militari statunitensi cercavano di  convincere la gente  terrorizzandola. In Vietnam come in Afghanistan interi villaggi sono stati eliminati.

In Vietnam, i profughi soffrivano in campi orribili, mentre i bambini in Afghanistan muoiono di freddo rapidamente in un campo profughi vicino a Kabul.

La tortura era comune in Vietnam, compresa la tortura dell’acqua*, che però all’epoca non era ancora rappresentata in un film di Hollywood come un avvenimento positivo.

Il napalm, il fosforo bianco, le bombe a grappolo, e altre armi largamente disprezzate e proibite, sono state   usate in Vietnam e nelle guerre attuali.

La distruzione dell’ambiente di vasta portata è stata parte di entrambe le guerre.

Lo stupro di gruppo ha fatto parte di entrambe le guerre.

Le mutilazioni dei cadaveri erano comuni avvenivano comunemente in entrambe le guerre.

I bulldozer schiacciavano i villaggi della gente in Vietnam, non diversamente da quanto fanno i bulldozer di fabbricazione statunitense in Palestina.

Le stragi di civili in Vietnam, come in Afghanistan, tendevano a essere spinte da un desiderio di vendetta.

I nuovi armamenti hanno permesso alle truppe americane in Vietnam di sparare a lunga distanza, il che ha prodotto l’abitudine di sparare prima e di indagare dopo, un’abitudine ora adottata per gli attacchi con i droni.

Le squadre che si sono auto nominate sul terreno  e sugli elicotteri andavano “a caccia” di nativi da uccidere in Vietnam come in Afghanistan.

E, naturalmente, i leader vietnamiti erano l’obiettivo di uccisioni.

Poi, come adesso, le atrocità e “i crimini di guerra” venivano commessi impunemente, come parte del crimine che era la guerra stessa. O forse sarebbe più preciso dire: dato che c’era l’impunità allora, c’è ancora adesso.

Turse ha scoperto che i militari indagavano su varie accuse, documentavano incidenti, e poi bruciavano i rapporti. E altri al governo facevano lo stesso; e così facevano o media, compreso il Newsweek che ha insabbiato un’indagine importante. Coloro che si sono impegnati a nascondere le cose, non hanno sulle loro mani il sangue che era stato già versato, ma hanno sulle loro mani quello che è stato versato da allora in guerre analoghe che si sarebbero potute evitare.

Le vittime vietnamite che hanno visto i loro cari torturati, uccisi e mutilati, sono – in alcuni casi – ancora furiosamente arrabbiati dopo dei decenni. Non è difficile calcolare quanto durerà la rabbia nelle nazioni che ora si stanno  “liberando”.

La folla che affluisce e fa blindare Washington D.C. per l’insediamento di Obama, immagina di potere far progredire la pace e la giustizia. Lo fa però tifando per una delle due squadre, indipendentemente dalla prestazione di quella squadra.

Se la folla questa settimana sapesse che Obama sta uccidendo delle persone, e la settimana dopo tornasse a chiedere di porre fine agli omicidi, il movimento che ne conseguirebbe riuscirebbe davvero a porvi fine. Non soltanto sono sicuro di ciò, ma ritengo che sia ovvio.

http://it.wikipedia.org/wiki/Waterboarding

Tra i libri di David Swanson c’è: “War Is A Lie” [La guerra è una bugia]. I suoi blog sono su:  http://davidswanson.org e http://warisacrime.org. Lavora anche come Coordinatore delle campagne per l’organizzazione attivista on line http://rootsaction.org. Conduce il programma Talk Nation Radio. Seguitelo su Twitter: @davidcnswanson e su Facebook.


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/how-unalienable-is-life-by-david-swanson

Originale: Warisacrime.org

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