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Mag 25, 2016

 

La manipolazione della masse nelle democrazie occidentali

di  Germán Gorraiz López

Traduzione e nota di Luciano Lago

 

Edward L. Bernays, nipote di Sigmund Freud ed uno dei pionieri nello studio della psicologia delle masse, scrisse a suo tempo nel suo libro “Propaganda” del 1928, “La manipolazione deliberata ed intelligente delle abitudini consolidate e delle opinioni delle masse è un elemento importante nelle società democratriche. Coloro che riescono a manipolare questo meccanismo occulto della società costituiscono un governo invisibile che risulta essere il vero potere che dirige il nostro paese.”

 

Siamo governati, le nostre menti sono conformate, i nostri gusti vengono formati, le nostre idee suggerite, in grande misura per mezzo di uomini dei quali non abbiamo mai sentito parlare”.  Allo stesso modo, le fondamenta ed il sostegno di tutti i sistemi di governo si trovano nella “manipolazione dell’opinione pubblica”, nell’affermare che “i Governi, che siano monarchici, costituzionali, democratici o comunisti, dipendono dall’acquiescenza dell’opinione pubblica per portare a compimento i loro sforzi e, di fatto, il Governo è un Governo soltanto in virtù di queta acquiescenza pubblica”.

 

In un altro dei suoi libri, “Cristallizzando l’opinione pubblica”, l’autore interpreta i meccanismi cerebrali del gruppo e l’influenza della propaganda come metodo per unificare il suo pensiero e portare gradualmentele le masse verso un “pensiero unico”. Così, secondo le sue parole “la mente del gruppo non pensa, nel senso stretto della parola. Invece dei pensieri manifesta impulsi, abitudini ed emozioni” . Nel momento di decidere, il suo primo impulso è normalmente quello di seguire l’esempio di un leader in cui confida. Questo è uno dei principi più fermamente stabiliti per la psicologia delle masse”, per cui la propaganda dell’establishment sarà diretta non al soggetto individuale ma al Gruppo in cui la personalità dell’individuo unidimensionale si diluisce e rimane avvolta nei ritagli delle false aspettative create ed nelle ansie comuni che la alimentano.

 

Così lo statunitense Harold Lasswell (quello che fu uno dei primi pionieri della mass comunicación research”), studiò dopo la Prima Guerra Mondiale le tecniche della propaganda ed identificò un modo per manipolare le masse (la teoria dell'”ago ipodermico o della pallottola magica”), una teoria forgiata nel suo libro “Tecniche della propaganda mella Guerra Mondiale (1.927) e basata sul fatto di “iniettare nella popolazione una idea concreta con l’aiuto dei media per indirizzare l’opinione pubblica a proprio vantaggio e che permette di ottenere l’adesione degli individui alla propria ideologia politica senza dover ricorrere alla violenza”.

 

Questa tecnica risulta una conseguenza dell’encefalogramma piatto della coscienza critica della società attuale, favorito da una pratica giornalistica pericolosamente diffusa e mediatizzazta in assenza di esegesi o di obiettività negli articoli di opinione e nel termine di qualsiasi codice deontologico giornalistico che dovrebbe la sua formazione ed implementazione di autocensura e sottomissione “nolis volis” alla linea editoriale della sua Direzione (frutto dell’ endemico ed atavico servilismo ai poteri di fatto dello stus quo) e che avrebbero trasformato il giornalista  in una mera cinghia di trasmissione dei postulati dell’establishment o del sistema dominante.

L’attuale sistema dominante o l’establishment delle società occidentali utilizzerebbe quindi la dittatura invisibile del consumismo compulsivo dei beni materiali per annullare gli ideali dell’individuo primordiale e trasformarlo in un essere acritico, pauroso e conformista che passerà ineludibilmente ad ingrossare le fila di una società omogenea, omologata e uniforme, facimente manipolabile mediante queste tecniche di manipolazione di massa.

 

Così il sociologo tedesco Herbert Marcuse, nel suo libro “L’uomo unidimensionale” (1964), spiegava che “la funzione basica dei media è quella di sviluppare dei pseudo bisogni di beni e di servizi fabbricati dalle grandi corporations, legando gli individui al carro del consumismo e della passività politica”, sistemi politici che che saranno il brodo di coltivazione del virus patogeno conosciuto come “autos-kratos” o autocrazia, una forma di Governo esercitata da una sola persona con un potere assoluto e illimitato, una specie di parassita endogeno di altri sistemi di Governo (inclusa la denominata democrazia formale), che, partendo dalla crisalide di una proposta di partiti eletti mediante libere elezioni, arrivato al potere subisce una metamorfosi in leader presidenzialista con chiare tinte totalitarie (inflessibile, centralista e autoritario), cosa che conferma l’aforisma di Lord Acton “Il Potere tende a corrompere e il Potere Assoluto, corrompe assolutamente”.

 

Tuttavia, grazie all’interattività che forniscono oggi i social media di Internet (il denominato Quinto Potere che collega ed aiuta la formazione di identità moderne), alcuni sostengono che si starebbe rompendo l’endemico isolamento e la passività dell’individuo sottomesso ed acritico delle società consumiste occidentali (l’Uomo Unidimensionale) e starebbe già sorgendo un nuovo tipo di individuo riaffermato in una solida coscienza critica, che sostiene alcuni valori caduti in disuso ma presenti nel nostro codice atavico come la “solidarietà” e l'”indignazione” collettiva davanti alla corruzione e all’ingistizia imperante e disponibile a violare le norme e le leggi imposte dal sistema dominante. Un individuo Multidimensionale generatore di un possibile tsunami popolare di denuncia dell’attuale deficit democratico, sociale e dei valori ed instauratore del caos costruttivo che finirà per diluire l’oppiaceo inibitore della coscienza critica (consumismo compulsivo).

 

Nota: Vogliamo sperare che la ventata di ottimismo finale dell’ottimo  German G. Lopez abbia un qualche fondamento reale e che prometta un “risveglio delle coscienze”.

Noi su questo punto rimaniamo alquanto scettici poichè riteniamo che il sistema sia troppo forte per non prevedere come prevenire questi fenomeni ed infatti ha creato la “fake opposition” dei movimenti che vengono portati verso gli obiettivi che l’establishment persegue. Le “rivoluzioni colorate” degli ultimi anni ne sono state un chiaro esempio.

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