china-files.com - 25-08-2016 - La premio nobel Aung San Suu Kyi ha scelto l'ex capo dell'Onu Kofi Annan per guidare una commissione incaricata di indagare la violazione dei diritti umani nello Stato Rakhine, dove nel 2012 gli scontri tra buddhisti e musulmani ha portato alla morte di un centinaio di persone e alla dislocazione di 125mila Rohingya nei campi profughi e in altri paesi dell'Asia Meridionale e del Sudest. «Il governo del Myanmar vuole trovare una soluzione sostenibile ai problemi complessi dello Stato Rakhine ed è per questo che ha formato una commissione consultiva», hanno annunciato mercoledì le autorità birmane. Da tempo Suu Kyi si trova a dover smarcare le critiche di quanti l'accusano di ignorare la piaga dei Rohingya. La nuova commissione - che si riunirà per la prima volta il 5 settembre - vedrà la partecipazione di nove membri indipendenti, di cui sei cittadini birmani e tre stranieri.

Islamophobia is killing Myanmar’s Rohingya, but the Muslim world can help

By Haroon Moghul

 

Radical Buddhists? Violent monks? Ethnic cleansing? Concentration camps? And now, mass graves? What’s happening in Myanmar is terrible, but it should be impossible. At least, so far as Islamophobes would have it.

Dalai Lama urges Buddhists to halt violence against Muslims
The Dalai Lama Sunday reiterated his plea to Buddhists in Myanmar and Sri Lanka to halt violence against Muslims, in a speech to tens of thousands of devotees to mark his 79th birthday.

Profughi in Birmania
I rohingya sono un popolo di fede islamica concentrato soprattutto nello stato di Rakhine, nel nordovest della Birmania. Sono stati resi apolidi da una legge sulla cittadinanza approvata nel 1982, che li classifica come musulmani senza stato, originari del Bangladesh, e, nonostante vivano nel Rakhine da generazioni, il governo e molti birmani li considerano “immigrati bangladesi illegali”.


The Specter of Mass Killings in Burma

Religious intolerance is threatening the country’s tenuous transition to democracy.

internazionale.it - 5 luglio 2013 - La copertina del 1 luglio dell’edizione asiatica di Time aveva in copertina un ritratto del monaco birmano U Wirathu, indicato come “il volto del terrore buddista”. L’articolo della corrispondente di Time in Asia, Hannah Beech, racconta il dilagare del fondamentalismo buddista in diversi paesi asiatici, tra cui la Birmania e la Thailandia, e gli episodi sempre più frequenti di violenza contro le comunità musulmane. A guidare questi movimenti sono dei monaci estremisti come Wirathu. Soprannominato il Bin Laden birmano, noto per le sue idee ultranazionaliste che nel 2003 gli sono costate un arresto, Wirathu è il promotore di una campagna antimusulmana nel paese, dove negli ultimi mesi ci sono stati diversi episodi di violenza contro la minoranza religiosa. L’articolo ha scatenato l’ira del presidente birmano Thein Sein, scrive la Bbc, che ha difeso il monaco e ha accusato il settimanale di minare gli sforzi del governo per riportare l’armonia tra le comunità religiose. Intanto, secondo la rivista birmana Irrawaddy, il distributore di Time in Birmania ha annunciato che non consegnerà le copie del numero in questione.

Attacks on Muslims
in Myanmar


Religious violence erupts
in Myanmar

 

Curfew declared in town in Shan state following destruction of Muslim orphanage and mosque in latest outbreak of unrest.

Appello per il rispetto dei diritti etnici e religiosi delle minoranze

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