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Martedì, 30 Settembre 2014

Teologi ed accademici musulmani scrivono ad Al Bagdadi : «Il tuo non è Islam»
di Marco Cesario

«L'Islam è contro l'uccisione di innocenti, contro l’uccisione di bambini, contro la tortura, contro l'uccisione di emissari, ambasciatori, giornalisti, contro il ludibrio di cadaveri, la distruzione dei luoghi di culto». In una lunga lettera indirizzata all'autoproclamato califfo Abu Bakr Al Baghdadi ed ai guerriglieri dell’ISIS e firmata da centinaia di teologi, accademici, imam, predicatori musulmani e specialisti del Corano di tutto il pianeta, si sintetizzano, con argomentazioni puntuali e citazioni dalle scritture coraniche, le ragioni per le quali il Califfato Islamico viola precetti dell'Islam stesso.

La lettera, che è stata pubblicata in rete in arabo ed inglese, individua 24 punti fondamentali e riprende citazioni di Al Bagdadi stesso per dimostare i suoi errori anche nell'interpretazione della scritture coraniche. Tra i firmatari il Gran Muftì d’Egitto, il decano della Facoltà di Teologia dell’Università Al-Azhar in Egitto, Il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, lo Sheik della Grande Moschea di Tunisi e professori e teologi di università e istituti dall’Indonesia fino al Marocco.

«Chi ti ha conferito l’autorità sulla Ummah (Comunità di fedeli)? – si legge nella lettera - è stato forse il tuo gruppo? In questo caso un gruppo di alcune migliaia di persone si è arrogato il diritto di comandare una comunità che conta oltre un miliardo e mezzo di musulmani. Quest’attitudine è basata su un circolo vizioso che dice: “Solo noi siamo musulmani e decidiamo chi è il Califfo, ne abbiamo scelto uno e chiunque non lo accetta non è un musulmano».

Uccisione d’innocenti, giornalisti e jihad

«L’uccisione di un’anima, qualunque anima – si legge nella lettera – è haraam (vietato e precetto inviolabile secondo la legge islamica) ed è anche uno dei peccati più abominevoli (mubiqat) ». Gli emissari, gli ambasciatori, i diplomatici, ricorda la lettera, sono inviolabili secondo la Sunnah. Lo sono anche i giornalisti, spiega la lettera, «perché il loro mestiere è far conoscere la verità ad un più grande numero di persone». La lettera poi ripercorre l’odiosa decapitazione di James Foley e di Steven Sotloff e condanna i guerriglieri dell’ISIS perché non hanno mostrato pietà «neanche dopo che la madre di quest’ultimo vi ha implorato di risparmiare suo figlio». «Ciò che avete fatto è haraam (vietato)». Dopo aver precisato la differenza che esiste tra Grande Jihad e Piccola Jihad (la prima, di ordine spirituale, è la battaglia contro il proprio io, la seconda contro i nemici) la lettera spiega che la jihad è «una guerra soltanto difensiva e non è ammissibile senza rispettare le regole e codici di condotta».

Popoli del Libro: Ebrei, Cristiani e…Yazidi

Parlando degli Arabi cristiani la lettera dice: «Avete dipinto le loro case di rosso, li avete massacrati ed avete causato l’esodo di molti altri. Ma questi Cristiani non combattono contro l’Islam, al contrario sono amici, vicini, concittadini. Dal punto di vista giuridico essi sono protetti, secondo la Shari’ah, da accordi vecchi di 1.400 anni. Alcuni dei loro antenati hanno combattuto a fianco al Profeta contro i Bizantini». Per quanto riguarda gli Yazidi, spiega la lettera «li avete combattuti in nome della jihad, ne avete uccisi a centinaia e sepolti in fosse comuni. Questi sono crimini abominevoli. Dal punto di vista giuridico, secondo la Shari’ah, essi sono i Magi in quanto il Profeta disse: «Trattali come tratti le Genti del Libro». Di conseguenza essi sono Genti del Libro». La lettera inoltre condanna l’uso della tortura, la reintroduzione della schiavitù e la distruzione dei luoghi di culto, tutte pratiche ampiamente diffuse nel Califfato dell’ISIS.

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