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26 feb 2015

 

Gruppi “Price Tag” scatenati: dopo moschea incendiato seminario cristiano

 

Dopo la moschea di al Jabaa data alle fiamme ieri all’alba, un incendio doloso ha danneggiato un seminario greco ortodosso a Gerusalemme. Sui muri scritte offensive contro Gesù Cristo e lo slogan “Redenzione per Sion”.

 

Gerusalemme, 26 febbraio 2015, Nena News

 

Non c’è ancora una conferma definitiva ma tutti gli indizi relativi all’incendio doloso che questa mattina all’alba ha danneggiato un seminario greco ortodosso alla Porta di Giaffa della città vecchia di Gerusalemme, portano ai gruppi del cosiddetto “Price Tag”, ossia il prezzo che secondo coloni ed estremisti israeliani “devono pagare” i palestinesi, cristiani e musulmani, “colpevoli” di essere in Terra Santa. Nessuno è rimasto ferito ma l’accaduto ha fatto clamore. Sui muri del seminario sono state rinvenute scritte offensive nei confronti di Gesù Cristo, come “Gesù è un figlio di puttana”, e lo slogan “Redenzione per Sion” ritrovata ieri anche sui muri esterni della moschea del villaggio cisgiordano di Jabaa (Betlemme).

Il sindaco israeliano di Gerusalemme, Nir Barkat, ha condannato l’incendio doloso. “Non c’è spazio per tale attività deplorevole a Gerusalemme”, ha detto in una dichiarazione. “Dobbiamo sradicare il problema e assicurare i responsabili alla giustizia”. Parole che non convincono i palestinesi. ”Il governo israeliano è  responsabile per questi attacchi che hanno l’obbiettivo di terrorizzare la nostra gente e fargli abbandonare la loro terra”, ha affermato il capo negoziatore palestinese Saeb Erekat  “Questi attacchi – ha aggiunto – sono la diretta conseguenza della volontà di definire ufficialmente Israele come ‘Stato Ebraico’ e Gerusalemme come eterna ed indivisa capitale del popolo ebraico”.

In questi ultimi anni, in particolare nel 2014, attacchi-“Price Tag” sono avvenuti contro moschee, chiese e persino contro autoveicoli dell’esercito israeliano, accusato dai coloni di “avere la mano troppo morbida” nei confronti dei palestinesi. Attacchi “Price Tag” sono stati compiuti anche in Galilea, contro siti di culto cristiani, prima della visita ufficiale di Papa Francesco in Terra Santa . Lo scorso novembre il gruppo di estrema destra “Lehava” ha dato alle fiamme alcune aule della scuola “Hand in Hand” a Gerusalemme, dove ragazzi ebrei e palestinesi studiano insieme. In questo caso alcuni ministri israeliani hanno condannato l’accaduto. Nella maggior parte delle azioni “Price Tag” invece l’autorità israeliane hanno avuto reazioni a dir poco modeste.

Non solo i palestinesi ma anche alcuni esponenti della sinistra israeliana sostengono che la scarsa reattività della polizia e delle forze di sicurezza contro i responsabili di queste azioni è dovuta ai forti appoggi di cui i coloni e gli estremisti godono nel governo e nel parlamento, dominati dalla destra. Nena News

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