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06/02/2016

 

Mosca e Roma: storia di scontri e dialogo

di Ieromonaco Ioann

 

Ospitiamo l’opinione di un religioso della Chiesa ortodossa russa che, in vista del prossimo incontro tra papa Francesco e il patriarca Kirill, offre una sua ricostruzione dei rapporti tra Roma e Mosca.

 

Mosca. L’annuncio è stato dato: il 5 febbraio, in un’apposita conferenza stampa dopo la conclusione del Sinodo dei vescovi della Chiesa Ortodossa Russa, il metropolita Hilarion, Presidente del Dipartimento per le relazioni esterne del Patriarcato di Mosca, ha ufficialmente annunciato l’imminente incontro del Patriarca di Mosca e tutta la Rus’ Kirill con Papa Francesco. Nel quadro del suo viaggio apostolico in Messico (12-18 febbraio), Papa Francesco farà una deviazione a Cuba dove incontrerà il Patriarca Kirill, che in quei giorni sarà presente nell’isola dei Caraibi, rispondendo a un invito rivoltogli da Raul Castro a inizio maggio.

La notizia era nell’aria da diverso tempo, ma negli ultimi giorni le voci di corridoio si erano fatte più insistenti, nonostante le due Chiese abbiano mantenuto totale riserbo sulla questione. La settimana scorsa il vaticanista italiano Sandro Magister aveva fatto chiaro riferimento a un possibile incontro a Cuba dei due capi religiosi, ma subito c’era stata una smentita ufficiale da parte del Patriarcato di Mosca. Oggi, invece, l’annuncio ufficiale.

L’incontro è senza precedenti: nessun capo della Chiesa russa ha mai incontrato il Papa.

La Chiesa Ortodossa Russa nei suoi rapporti con Roma ha trascorsi molto meno burrascosi che la Chiesa madre di Costantinopoli. Le Chiese delle due antiche capitali dell’impero, prima e dopo la rottura del 1054, hanno conosciuto innumerevoli scontri, conflitti, scomuniche. Quanto alla “Terza Roma”, Mosca, le cose stanno diversamente. Dopo il battesimo del gran principe di Kiev alla fine del X secolo, nell’antica Rus’ ebbero una certa diffusione traduzioni e rifacimenti dei virulenti trattati antilatini bizantini. Tuttavia, la lontananza geografica non offriva occasioni di conflitto, e almeno nei primi cinque secoli della sua storia, la Chiesa Russa non ebbe seri scontri con Roma. I mercanti e viaggiatori occidentali, cattolici, erano bene accolti nella Russia medievale, i pellegrini russi, oltre che a Gerusalemme e Costantinopoli, si recavano anche a Roma, alle tombe degli apostoli.

Nel XV secolo, il Concilio di Firenze, con l’Unione alla sede di Roma posta ai rappresentanti ortodossi come condizione per un aiuto a Costantinopoli, assediata dai turchi ottomani, per la Chiesa Russa segnò un distacco nello stesso tempo da Roma e da Costantinopoli, che aveva accettato l’Unione. Il rappresentante della Chiesa Russa al Concilio di Firenze, il greco Isidoro, che il Patriarca di Costantinopoli aveva nominato Metropolita di Kiev e tutta la Rus’, ma la cui sede si trovava ormai a Mosca, fu un convinto sostenitore dell’Unione con Roma. Nel 1441, al suo ritorno dal Concilio, entrò a Mosca in processione, preceduto da una grande croce latina, e durante la sua prima liturgia nella Cattedrale dell'Ascensione del Cremlino nominò esplicitamente il papa durante le preghiere liturgiche e proclamò ad alta voce il decreto di Unione. Tre giorni dopo fu arrestato dal Gran Principe di Mosca, condannato e deposto dal clero russo, e dovette fuggire a Roma. Da allora Mosca proclamò la propria autocefalia e i metropoliti russi non furono più nominati dal patriarca di Costantinopoli, ma scelti dal Gran Principe di Mosca. Poco più tardi, la nuova capitale russa si autoproclamò “Terza Roma”.

Poi la storia russa ha conosciuto una dolorosa spaccatura della Chiesa, lo scisma dei “Vecchi credenti”, poi le guerre coi cattolici: polacchi, francesi, tedeschi. Alla fine del XVI secolo la Rzeczpospolita, ovvero lo Stato nato dalla confederazione tra il regno di Polonia e il granducato di Lituana, prescrive agli ortodossi dei territori un tempo russi di sottomettersi a Roma, pur mantenendo il proprio rito: è la cosiddetta Unione di Brest, con cui nasce il fenomeno dell’uniatismo. Oggi quasi di ogni Chiesa ortodossa o antico-orientale esiste un’analoga “Chiesa cattolica di rito orientale”, separata dalla Chiesa orientale di origine e sottomessa a Roma.

Dopo la rivoluzione bolscevica tutte le Chiese in Russia, e poi Unione Sovietica, sono state spietatamente perseguitate e allo scoppio della Seconda guerra mondiale si trovavano in stato di agonia. Durante l’avanzata tedesca nei territori dell’Ucraina, spesso i nazionalisti ucraini, in buona parte greco-cattolici, accoglievano con gioia gli occupanti. Dopo la fine della guerra in questi stessi territori, ridiventati sovietici, la Chiesa greco-cattolica fu totalmente annientata dallo Stato, i suoi fedeli subirono terribili violenze, i luoghi di culto furono dati agli ortodossi. Dopo la morte di Stalin i cristiani in Unione Sovietica hanno conosciuto nuove persecuzioni sotto Khrushchev, poi gli anni grigi di Brezhnev, Andropov e Chernenko.

Dal 1988, data del millennio del battesimo della Rus’, la politica dello Stato sovietico nei confronti della religione cambia radicalmente e le Chiese possono riprendere una normale esistenza. Nei primi anni Novanta, in mezzo al caos del crollo dell’Unione Sovietica, i greco-cattolici ucraini hanno ripreso i loro luoghi di culto originari, espugnandoli con la forza e in certi luoghi non lasciando alcuna chiesa agli ortodossi. Intanto la Chiesa cattolica di rito latino ha impostato la propria missione in Russia con poca attenzione nei confronti della sensibilità ortodossa: zelanti preti polacchi, lituani, bielorussi, ucraini predicavano la “conversione della Russia”, spesso cercando di fare proseliti tra gli ortodossi, cosa che non poteva non irritare il Patriarcato. Nello stesso tempo in Ucraina, dalla Chiesa Ortodossa canonica, parte della Chiesa Russa, si dividevano gruppi scismatici che si autoproclamavano indipendenti. Infine, negli ultimissimi anni, le perturbazioni politiche in Ucraina, col cambiamento politico, la guerra civile e la frattura all’interno del paese, hanno creato tensione non solo tra la Russia e l’Occidente, ma anche tra le Chiese, in particolare tra ortodossi e greco-cattolici.

Tale il telone storico che fa da sfondo all’incontro di Cuba. Riuscirà il carisma di Francesco e Kirill a dare una svolta alle offese storiche e fare dell’incontro un momento fondativo nella storia dei rapporti tra le due Chiese, e non un gesto protocollare della diplomazia ecclesiastica?

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