Agenzia Fides

13/2/2013

 

L'orrore silenzioso dei cristiani siriani: sequestri, stupri e traffico di profughi

 

Dopo una capillare indagine condotta fra i campi profughi in Siria, Libano, Turchia, Giordania e colloqui con i rifugiati siriani giunti in Europa, l’organizzazione denuncia, in particolare, la condizione dei profughi di religione cristiana, dando voce “a una minoranza silenziosa che racconta storie strazianti di stupri, rapimenti e traffico di esseri umani”.

Come riferito a Fides, la maggior parte dei rifugiati raggiunti dall’Ong “Minority Rights Group” esprime il desiderio di lasciare il Medio Oriente e afferma che, per realizzare questo progetto, è entrata in contatto con bande di trafficanti di esseri umani. “Esiste oggi un fiorente business multi-milionario, sviluppatosi intorno alla crisi dei rifugiati siriani”, nota l’Ong, raccontando alcuni casi specifici e il commercio messo in atto dai contrabbandieri. Un profugo ha potuto “comprare un passaporto svedese per 7.000 dollari”, mentre in Libano si sta organizzando una “mafia dei falsi visti e dei falsi timbri”, che organizzazioni illecite garantiscono ai rifugiati per permettere loro di proseguire il viaggio verso l’Europa.

Inoltre, in alcune parti della Siria – hanno raccontato dei profughi fuggiti dalla Mesopotamia – “un cristiano non può più segnalare ingiustizie o crimini. Siamo ostaggi della crescita dell'islamismo militante, ed essere cristiani è abbastanza per essere un bersaglio”. Profughi cristiani assiri e siriaci riferiscono di violenze di carattere confessionale subite dai fedeli cristiani a Deir Ezzor o ad Hassake, in Mesopotamia, dopo l’arrivo delle bande dei ribelli, ricordando omicidi a sangue freddo, sequestri e stupro di donne cristiane.

“Vogliono forse svuotare la Siria dai cristiani?”, si chiedono. Alcuni sacerdoti della comunità cristiana assira esprimono “grave preoccupazione per il futuro dei cristiani in Siria, dato che molti preferiscono emigrare per sfuggire alle violenze. Sua Beatitudine Ignatius Zakka I Iwas, Patriarca della Chiesa Siro-ortodossa, afferma: “Non vogliamo che lascino il paese, ma la cosa importante è che essi vivano in pace e che Dio è con loro, qualsiasi cosa facciano o dovunque siano”.

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