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30 Ott 2013

 

Attacchi “price tag” in aumento

 

Quattro israeliani tra i 17 e i 26 anni sono stati arrestati domenica 27 ottobre per aver distrutto 15 lapidi di un cimitero cristiano a Gerusalemme, vicino la Tomba del Re David. Due di loro fanno parte dell’Hilltop Youth Group e erano già stati banditi dall’entrare in Cisgiordania. Domenica altre due adolescenti sono state arrestate perché sospettate di aver danneggiato otto automobili di proprietà di palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est.

 

Secondo il Commando Centrale dell’esercito israeliano, 352 attacchi “price tag” sono stati commessi negli ultimi 10 mesi, contro i 338 del 2012. I dati pubblicati dal quotidiano ufficiale dell’esercito, Bamahane, mostrano che un quarto degli attacchi consiste nel lancio di pietre contro palestinesi, un altro quarto è definito “comportamento violento”, un quinto graffiti e proteste, un decimo distruzione di terreni agricoli, un altro decimo danneggiamento di proprietà palestinese e infine il 3% sono violenze contro militari israeliani. L’espressione “price tag” sta ad indicare atti di violenza commessi da coloni israeliani contro palestinesi e le loro proprietà. Si tratta di azioni volte a punire i palestinesi per le misure prese contro le colonie illegali da parte dello stesso governo israeliano. Molti atti di “price tag” seguono a decisioni delle autorità israeliane, come l’evacuazione di un insediamento illegale e non autorizzato. Fino ad oggi nessun ebreo israeliano è stato condannato per vandalismo contro la popolazione palestinese; la polizia ha annunciato numerosi arresti, per poi liberare tutti gli indiziati per mancanza di prove. Il governo israeliano e le forze di sicurezza trattano le azioni “price tag”come una forma di violenza disorganizzata commessa da individui, sebbene l’ex capo dello Shin Bet, Carmi Gillon, abbia accusato alcuni rabbini sionisti di premere l’acceleratore delle violenze. Carmi Gillon, che è stato anche ambasciatore israeliano in Danimarca, ha ricoperto la carica di capo dei servizi segreti interni dal 1994 al 1996. Durante un incontro con gli studenti dell’Holon Technological College, ha riservato parole dure ai rabbini che incitano i giovani a compiere tali aggressioni. “Sappiamo che i rabbini sono dietro questi crimini – ha detto – Dovrebbero essere perseguiti”. Gillon si è rifiutato di indicare i nomi dei rabbini che ritiene responsabili delle violenze, ma ha aggiunto: “Mi aspetto che il procuratore di Stato trovi un modo per fermare chi commette tali crimini, che danneggiano la qualità della vita nel Paese”.

 

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