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Giugno 4, 2014

 

Il paradiso è dei “codardi”. La conversione di To Hai, compositore del partito comunista vietnamita. «Solo Dio libera»

di Leone Grotti

 

Compositore al soldo del partito comunista, To Hai lo lasciò pubblicamente nel 2009, quando diede alle stampe il libro: “Memorie di un codardo”. Lo scorso 25 maggio si è battezzato

 

Dopo una vita passata nell’illusione che il comunismo fosse in grado di liberare l’uomo, To Hai, famoso compositore, tra i primi militanti rivoluzionari che hanno esaltato e seguito Ho Chi Min, si è convertito al cattolicesimo lo scorso 25 maggio, a 87 anni, perché «solo il Signore compie un’opera permanente quando ci libera».

 

IL PARTITO COMUNISTA.

Nato nel 1927 ad Hanoi, riporta Églises d’Asie, To Hai è stato mandato a studiare letteratura e musica nella scuola gestita dalle suore cattoliche. Dopo essersi diplomato, si è iscritto al partito comunista ed è entrato in quello che sarebbe diventato l’esercito del popolo. Insignito delle massime onorificenze dal partito per le sue qualità di compositore e scrittore, ha militato nel partito comunista fino al 1960, quando ha deciso di lasciarlo, anche se non pubblicamente. Dopo il 1975, si è trasferito a Saigon e infine a Nha Trang, piccola cittadina, «per non prendere più ordini da nessuno».

 

MEMORIE DI UN CODARDO. Il senso di quest’ultima frase è spiegata bene in un’intervista del 2010, nella quale To Hai parla del libro dato alle stampe l’anno prima, all’età di 82 anni, dal titolo Memorie di un codardo, nel quale annuncia la sua rottura con il partito comunista. «Non sono stato libero fino a quando non sono andato in pensione nel 1986. In passato, venivo pagato dal partito e sono stato costretto a scrivere testi pieni di slogan che non avrei voluto scrivere. Ma dovevo sopravvivere. Poi ho riflettuto per circa 15-20 anni e ho pubblicato questo libro dove parlo della mia codardia. I giornali locali hanno già cominciato ad insultarmi».

 

«TI STANNO INGANNANDO».

Quando To Hai decise di iscriversi al partito comunista, il padre lo minacciò così: «Ti stanno ingannando. Se segui il comunismo, verrà il giorno in cui fallirai e tornerai a casa e tuo padre ti chiuderà fuori dalla porta». To Hai allora si iscrisse «perché avevo 18 anni ed ero orgoglioso». La disillusione e gli orrori del comunismo gli aprirono presto gli occhi e nonostante questo To Hai continuò a scrivere elogiando il partito «per mantenermi. Quei lavori facevano schifo e non avevano alcun valore artistico. Con questo libro voglio mostrare come l’arte allora fosse al servizio di una politica mortifera e spero che i miei amici e i miei discendenti possano venire a sapere quanto era miserabile la nostra vita, visto che dovevamo comporre seguendo ordini politici».

 

«CENTO VOLTE CODARDO».

Nel 1975 scoprì che i suoi genitori erano scappati negli Stati Uniti e ne fu «felice, perché altrimenti li avrebbero messi in prigione a vita. Dopo il 1975 ho consigliato a tutti i miei conoscenti di andarsene dal Vietnam perché conoscevo bene il comunismo». Nel 2010 To Hai affermava anche: «Se il regime ancora oggi non cambia è per colpa del popolo codardo. Ma se una persona normale può essere incolpata una volta, io devo essere incolpato 100 volte, perché la missione di uno scrittore è quella di seminare un’ideale e buoni sentimenti nelle persone. (…) Neanche oggi la gente osa dire ad alta voce che non ama il partito. Io ho scritto queste memorie chiamandomi “codardo” per liberarmi dalla codardia che ho mantenuto per anni. Ma per avere la democrazia in Vietnam ci vuole altro».

 

LA CONVERSIONE.

Lo scorso 28 maggio, dopo un lungo e travagliato percorso personale, To Hai ha scritto sul suo seguitissimo blog: «Alla fine della mia vita ricevo un’immensa gioia». Il giorno prima aveva scritto: «Dopo numerose notti insonni ho trovato il cammino verso una ragione vera per cui vale la pena vivere, una voce che ho respinto durante la mia infanzia: mi sono rivolto a Dio! Il mio cuore sarà ormai in pace grazie alla fede in Dio: il male è stato sconfitto, potrò vivere libero da angosce, fino al giorno in cui chiuderò per sempre gli occhi in questa vita».

 

L’UNICA VERA LIBERAZIONE.

La gioia di cui parla To Hai è la conversione al cattolicesimo, annunciata dai redentoristi: «Il compositore To Hai ha ricevuto il sacramento della fede cristiana. Dal 25 maggio, alle ore 22, porta il nome di Francesco To Hai». Durante la Messa, padre Matheu Vu Khoi Phung ha riassunto in una frase il motivo per cui il famoso compositore, oggi in sedia a rotelle, si è convertito al cattolicesimo: «In questo mondo, tutte le rivoluzioni cominciano dalla liberazione dell’uomo e finiscono con la sua riduzione in schiavitù. In fin dei conti, solo il Signore compie un’opera permanente quando ci libera».

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