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29/08/2011

9-11 Cospirazione e propaganda
di Naoki Tomasini

Dieci anni dopo gli attentati dell'11 settembre, un'inchiesta per ripercorrere la genesi del mito, le storie degli scettici e la diffusione del dubbio di massa.

Erano trascorsi pochi secondi dal crollo della seconda torre del World Trade Center, l'11 settembre di dieci anni fa. Una gigantesca nuvola piroclastica percorreva come una valanga le strade di Manhattan e inghiottiva centinaia di persone in fuga a piedi, incredule e sconvolte. Una patina di cemento polverizzato ricopriva quelle sagome e ogni altra cosa attorno. 
Quel velo di polvere bianca sembrava attutire lo strazio delle sirene e delle urla, ma la skyline di New York era squarciata, il cuore della finanza mondiale in fiamme. A Manhattan andava in scena il reality show dell'apocalisse e tutti gli schermi del globo erano già sintonizzati. I solidi orizzonti di milioni di persone sembravano improvvisamente vacillare.

L'afasia dello stupore, però, dura poco, i guru del marketing mediatico lo sanno bene. I momenti in cui crollano le certezze sono preziosi per i manipolatori, ma solo a patto che riescano a fornire a caldo una spiegazione rassicurante degli eventi. Così, pochi secondi dopo il crollo della seconda torre del World Trade Center, l'11 settembre di dieci anni fa, era già il momento di rivelare l'arcano.
In diretta su Fox News, le parole di un sedicente testimone: "E poi ho visto crollare le torri, perlopiù a causa di un cedimento strutturale causato dalla grande intensità delle fiamme" (1). 
E poco dopo, la voce dell'ex capo del dipartimento di New York per la gestione delle emergenze, Jerome Hauer, su Abc e Cbs, che escludeva la possibilità che a provocare i crolli potessero essere esplosivi piazzati nelle Torri Gemelle, per poi sostenere che un simile attentato "presenta di certo l'impronta digitale di Bin Laden" (2).

L'indagine sugli attentati era già conclusa il 13 settembre, con l'allora direttore dell'Fbi Robert Mueller che mostrava le fotografie di 19 dirottatori sauditi (3), e prefigurava la doverosa ritorsione contro il mandante degli attacchi, un altro saudita: l'invasione dell'Afghanistan. 
Ma la cosiddetta versione ufficiale degli eventi dell'11 settembre è emersa solo quattro anni dopo, al termine dell'inchiesta della Commissione governativa, i cui atti e conclusioni sono stati divulgati in un libro di 571 pagine, che ben poche persone hanno letto. E del resto, il mondo era ormai irrimediabilmente cambiato; "L'America è stata attaccata da fondamentalisti islamici che odiano la nostra libertà" aveva detto l'allora presidente George W. Bush dal pulpito della National Cathedral di Washington DC, il 15 settembre 2001 (4). Quattro giorni dopo gli attacchi il mito era servito e, dato il luogo, consacrato. Da quel momento, mettere in discussione il dogma sarebbe stato un atto sacrilego.

Dieci anni dopo, la fiducia nell'infallibilità del mito resiste ostinatamente sui grandi media, che persistono a ignorare le domande sollevate dalla ricostruzione ufficiale, trovando nella categoria del "complottismo" una facile esca di dissuasione dal pensiero autonomo. Tuttavia, le voci critiche marginalizzate dall'informazione generalista hanno trovato spazi e pubblico sempre crescenti su internet, dove le verità ufficiali possono essere messe in discussione, e i miti, anziché decostruirsi, si riproducono. Lo spazio vuoto di Ground Zero, anti-icona contemporanea, è diventato un'arena dove competono identità e storiografie ormai inconciliabili, basate sulla condivisione più o meno critica dei miti. E' diventato un paradossale monumento alla memoria in cui, assieme allo spirito delle vittime, aleggiano migliaia di domande a cui nessuno ha mai dovuto rispondere.

Si trovano tutte su internet le questioni lasciate aperte dalla Commissione d'inchiesta sugli eventi dell'11 settembre 2001. Lasciando da parte i miti e le teorie, se si seguono le domande ci si imbatte nel Truth movement (5), il movimento per la verità sull'11 settembre. 
Non si tratta di un'associazione con un quartier generale e un direttivo, ma di una rete che unisce diversi gruppi di professionisti: di ingegneri e architetti, docenti, giuristi, piloti (6), ufficiali delle agenzie di intelligence, politici, veterani e molti altri, ciascuno a modo suo impegnato nell'indagine su quegli eventi e nella divulgazione del dubbio di massa. Senza il loro contributo, non ci sarebbero state una commissione d'inchiesta e nemmeno una ricostruzione ufficiale.

Il Truth movement nasce dall'esperienza di quattro donne che non avrebbero mai immaginato di essere coinvolte in eventi incommensurabilmente più grandi di loro. Mentre l'America brancolava nel trauma collettivo per la violazione del suolo nativo, mentre la macchina dell'imperialismo Neocon scaldava i motori per quella che Cheney & Co. definirono un'occasione da sfruttare, Lorie, Mindy, Patty e Kristen si recavano a Washington in cerca di risposte concrete su come fossero morti i loro mariti, caduti l'11 settembre nelle torri del World Trade Center. La stampa le soprannominò Jersey Girls (7), e la loro vicenda è diventata un pezzo di storia americana, dell'America del terzo millenio.

Se lo si guarda in modo analitico, l'11 settembre è stato un intrico di eventi. Una catena più o meno causale di fatti, così vasta che la mente non riesce a ordinare. A questo serve il mito, una narrazione semplificata che renda gestibile la magnitudine di un giorno senza precedenti, perché la gente possa voltare pagina e continuare a vivere una vita normale. E d'altro canto, a questo servono le Commissioni d'inchiesta: per consegnare alla storia i fatti nudi e crudi, i numeri, i nomi. E anche le domande senza risposta, così che altri possano continuare a cercare.

Durante le loro prime indagini, Lorie, Mindy, Patty e Kristen, le Jersey Girls, scoprirono il lavoro di un ricercatore indipendente, Paul Thompson (8), che aveva prodotto una cronologia dei fatti dell'11 settembre, secondo per secondo, basandosi sulle notizie pubblicate dai media Usa e internazionali. Era uno strumento prezioso per le quattro donne che, d'un tratto, s'erano trovate faccia a faccia con qualcosa di enorme, senza gli strumenti per capire, ma senza la possibilità di voltare pagina. Lo racconta una di loro, Kristen Breitweiser, che aveva votato per Bush, nel suo libro: Educazione politica di una vedova dell'11 settembre. Cercare informazioni era come una terapia per lenire il dolore, articolo dopo articolo, notti insonni trascorse tra pile di documenti e su internet, fino a produrre una lista, un lungo elenco di domande. L'amministrazione Bush, però, non era interessata a dare risposte: "un'inchiesta non deve interferire con lo sforzo per impedire il prossimo attentato" dichiarò tra gli altri Dick Cheney. Ma molti altri parenti delle vittime e comuni cittadini sì. Nel giugno del 2002, davanti al Campidoglio a Washington, c'era un piccolo palco con scritto davanti: "3000 vittime, 3milioni di domande". Quando parlarono da quel pulpito, di fronte ai media e a decine di altri familiari delle vittime del 9/11, le Jersey Girls non erano più sole.

Fu la pressione popolare a spingere il governo Bush ad autorizzare una Commissione d'inchiesta (9). 421 giorni dopo gli attentati, con un budget iniziale di 3 milioni di dollari, a fronte dei 40 spesi per investigare l'affaire Lewinsky. Alla guida venne inizialmente nominato Henry Kissinger ma, di nuovo, l'indignazione delle vittime nei confronti di un veterano delle operazioni sotto copertura, pupillo di Rockefeller e, per giunta, in affari con la famiglia Bin Laden, ottenne un risultato concreto: Kissinger rinunciò all'incarico (10) e al suo posto vennero chiamati Thomas Kean e Lee Hamilton. Nel marzo 2003, quando la Commissione iniziò le udienze, in platea non c'erano solo quattro donne, ma decine di persone armate di taccuini e registratori che si definirono Citizens' Watch, embrione di quello che si sarebbe chiamato Truth Movement. 
Per rispondere ad alcune delle loro domande la Commissione richiese centinaia di documenti alla Casa Bianca, all'Fbi, alla Cia, alla difesa aerea e all'aviazione civile. L'esecutivo aveva promesso piena collaborazione anche da parte delle agenzie di intelligence, ma le cose non andarono come dichiarato. "Ricordo che il presidente disse che solo una minoranza dei commissari poteva visionare una minoranza dei documenti, e che costoro dovevano poi concordare con la Casa Bianca che cosa avrebbero detto al resto della Commissione" (11) raccontò il senatore Max Clealand, uno dei membri della Commissione.

Tra la frustrazione di alcuni commissari e delle famiglie delle vittime, indispettiti dalla scarsa trasparenza dell'amministrazione e delle agenzie di intelligence, le udienze proseguirono senza clamore. Fino al 24 marzo 2004, quando Richard Clarke, il principale consigliere anti-terrorismo dell'amministrazione Bush (in precedenza per Clinton e Bush Sr.) testimoniò davanti alla Commissione e disse: "Ai parenti delle vittime del 9/11, a quelli che sono presenti in questa stanza e a quelli che ci seguono in televisione, il vostro governo ha fallito. Coloro che dovevano proteggervi hanno tradito la vostra fiducia, e anche io vi ho deluso" (12).
Le scuse pubbliche di Clarke, riprese dalla Cbs, costrinsero il presidente e il suo staff a testimoniare, anche se a porte chiuse, senza registrazione e non sotto giuramento. Bush pretese di comparire insieme a Cheney.

Uno dei documenti richiesti dalla Commissione e mai desecretati interamente era il Presidential Memo del 6 agosto 2001. Avvertiva della presenza in America di potenziali attentatori intenzionati a dirottare aerei e colpire edifici federali a Washington e New York. L'allora Segretario di Stato Condoleeza Rice, interrogata nel merito dalla Commissione, ripose che si trattava di "informazioni storiche basate su vecchi rapporti. Non c'erano notizie di nuove minacce, e non avvertiva di alcun impellente attacco sul suolo statunitense" (13). Il titolo del Memo era "Bin Laden intenzionato a colpire dentro gli Usa" (14).

Ma quello non fu un caso isolato. Le informazioni preventive su possibili attentati e in particolare sugli attentatori già presenti negli Usa erano numerose e impellenti. In quest'ambito, il caso più clamoroso fu la testimonianza del Lt. Col. Anthony Shaffer (15), che operava in un progetto del Comando Operazioni Speciali (Socom), chiamato Able Danger. Shaffer rivelò alla Commissione che Mohamed Atta e almeno altri tre attentatori erano noti al suo ufficio almeno un anno prima degli attacchi. Le rivelazioni di Shaffer furono confermate da un altro ufficiale, il Maggiore Eric Kleinsmith capo dell'intelligence del Liwa (Land Intelligence Warfare Activity), che raccontò alla Commissione di avere ricevuto l'ordine di distruggere 2,5 terabyte di files del progetto Able Danger. La commissione rifiutò di prendere in esame le rivelazioni per mancanza di prove, screditando la lealtà di due ufficiali che avevano messo a rischio la propria carriera. Tra coloro che presero le difese di Shaffer, ci fu il Senatore Kurt Weldon, vicedirettore del House Homeland Security Committee, che riferendosi all'atteggiamento della Commissione dichiarò (in un'intervista alla Fox news): "Sta succedendo qualcosa di molto sinistro che mi turba profondamente" (16). Anni dopo, il direttore esecutivo della Commissione Philip Zelikov sostenne che quella pista non era stata seguita per "Mancanza di tempo e risorse".

Il dubbio, quanto sapeva l'amministrazione Bush prima degli attacchi e cosa fece per prevenirli, non trova risposte nel rapporto ufficiale della Commissione, dato alle stampe nel luglio 2004. 
E nemmeno l'altra grande domanda che il comitato dei cittadini poneva con insistenza: chi pagò le spese per realizzare gli attentati? Il 9 ottobre del 2001 il Times of India scrisse che, secondo le indagini dell'Fbi su Mohamed Atta, il presunto capo degli attentatori ricevette centomila dollari da parte del capo dei servizi segreti pakistani, il Generale Mahmoud Ahmed. Lo stesso generale Ahmed che la mattina dell'11 settembre faceva colazione a Washingon, insieme a Porter Goss e Bob Graham, presidenti dei comitati per l'intelligence del Senato (17). Nel rapporto finale della Commissione, però, la questione del finanziamento degli attacchi viene definita "di scarsa rilevanza pratica" (18).

Durante le udienze della Commissione, l'allora ministro dei Trasporti Norman Mineta testimoniò di essere stato presente nel bunker della Casa Bianca insieme a Dick Cheney, mentre il Vice Presidente veniva informato del velivolo in avvicinamento al Pentagono, chilometro dopo chilometro, senza ordinare l'evacuazione dell'edificio. La sua testimonianza venne però omessa dal rapporto finale, in cui si legge che "non ci si accorse dell'aereo in avvicinamento al Pentagono fino all'ultimo momento" (19). E si sostiene che Cheney non fosse presente al momento dell'impatto.

Proprio la mancata difesa aerea fu uno dei campi che la Commissione faticò maggiormente ad indagare. L'infallibile sistema di difesa aerospaziale Usa (Norad) che normalmente è in grado di intercettare qualsiasi aereo sospetto in circa dieci minuti, quel giorno fallì nell'intercettare tutti e quattro i velivoli dirottati. Gli ufficiali del Norad fornirono alla Commissione tre diverse versioni della sequenza di eventi, che furono considerate ricostruzioni ufficiali fino alla pubblicazione del rapporto finale. Questo però, contraddiceva la cronologia fornita dai militari, e puntava il dito sul ritardo nella comunicazione dei dirottamenti da parte dell'aviazione civile. Nessuno dei responsabili della mancata difesa aerea venne indagato, né per gli errori né per la false testimonianze davanti alla Commissione. La maggior parte dei protagonisti in negativo della sequenza di eventi che secondo le conclusioni della Commissione "furono sfruttati dagli attentatori", ricevette una promozione.

La vedova Kleinberg espresse così la sua delusione davanti alla Commissione: "I terroristi dell'11 settembre non ebbero solo un colpo di fortuna, furono fortunati più e più volte. Ma quando si osserva un simile modello ripetuto di protocolli infranti, leggi violate e mancate comunicazioni non la si può più chiamare fortuna. A questo punto, se non cerchiamo di individuare gli individui responsabili per non aver svolto adeguatamente il proprio lavoro, come possiamo aspettarci che i terroristi non siano ancora fortunati?" (20). 
In realtà, le conclusioni della Commissione sembravano confermare le critiche della Jersey Girl, secondo cui l'11 settembre sarebbe stato possibile grazie a una serie di incompetenze ed errori, o da parte dell'aviazione civile o da quella militare. Tuttavia, c'è almeno un altro spinoso filone di indagine che la Commissione non ha voluto, o potuto, seguire.

Il 17 giugno 2004, durante l'interrogatorio del Generale Richard Myers, il principale consigliere militare di Bush, il Commissario Jamie Gorelick si apprestava a porre una domanda quando un giovane gridò dalla platea: "Domandagli delle esercitazioni militari pianificate per l'11 settembre!" (21). Il disturbatore venne allontanato dalla polizia e la domanda non venne posta. Quella però, nelle udienze della Commissione, fu l'unica volta in cui vennero nominate le esercitazioni militari - almeno quattro - in corso l'11 settembre. In effetti, lo stesso Gen. Myers ammise nel 2006 davanti al House Armed Services Committee che le quattro esercitazioni non erano congetture. Già nell'agosto 2001 l'Associated Press rivelava che l'11 settembre era in corso una simulazione dello schianto di un aereo civile contro il quartier generale del National Reconnaissance Office in Virginia. E lo stesso giorno, scrisse nel dicembre 2001 il Toronto Star, era in corso anche l'operazione Northern Vigilance, che tra le altre cose prevedeva l'immissione di falsi segnali di aerei dirottati sui radar civili e militari (22). E' possibile che tali esercitazioni abbiano contribuito alla disfatta della difesa aerea l'11 settembre? Il testo finale della Commissione non ne fa nemmeno menzione.

La ricostruzione degli eventi prodotta dall'inchiesta ufficiale, insomma, lasciò insoddisfatti i familiari delle vittime, alcuni dei commissari, e migliaia di altre persone che attendevano certezze storiche dal proprio governo. Chi per riconciliarsi col dubbio, chi per contrastare con solidi argomenti le teorie del complotto che andavano moltiplicandosi su internet. 
Se la scarsa penetrazione delle indagini si può spiegare in parte con la mancanza di fondi e collaborazione, lo stesso non può dirsi per le omissioni. Il fatto che nel rapporto non si faccia menzione del crollo del World Trade Center 7 (23) - la terza torre che si schiantò al suolo alle 16:54 dell'11 settembre 2001, in meno di sette secondi, senza essere stata colpita da alcun un aereo - è stato da allora il principale argomento nelle mani del critici per ipotizzare l'esistenza di un complotto. Il Nist (National Institute for Standard and Tecnology), che curò la ricostruzione del crollo delle Twin Towers, pubblicherà un rapporto sul Wtc7 solo nel novembre 2008 (24).

Il potere decisionale sulla direzione delle indagini della Commissione era nelle mani del direttore esecutivo, che curò anche la stesura del testo finale: Philip Zelikov, uno dei teorici della politica Neocon e molto vicino a due alti esponenti del governo Bush: Carl Rowe e Condoleezza Rice. Zelikov negò di avere avuto contatti con loro durante i lavori della Commissione, ma venne poi smentito dal reporter del New York Times che seguì le udienze: Philip Shennon (25), che nel 2008 pubblicò un libro-denuncia intitolato "La Commissione. La storia incensurata dell'indagine sul 9/11" (26). Sempre nel 2008, quattro anni dopo la pubblicazione del rapporto finale, il New York Times pubblicò un intervento scritto dai due presidenti della commissione, Kean e Hamilton (27). I due rivelarono che molte delle informazioni citate dalla commissione erano state ottenute dalla Cia mediante la tortura di prigionieri (28), e che la documentazione audio-video richiesta di quegli interrogatori era stata distrutta. Due anni prima gli stessi Kean e Hamilton avevano pubblicato un memoriale intitolato "Senza Precedenti: la storia dietro le quinte della Commissione sul 9/11" (29), in cui criticavano le condizioni in cui avevano dovuto operare, e concludevano che: "C'erano tutte le condizioni per ritenere che fosse stata istituita per fallire" (30).

Nel luglio 2004, in contemporanea con la pubblicazione del rapporto ufficiale, i comitati di cittadini Citizens' Watch pubblicarono un rapporto sulle omissioni della Commissione. E nel settembre dello stesso anno organizzarono a New York una contro-indagine indipendente, The Citizens' Commission Omission Hearings (31), in cui si analizzarono, pur con limitatissime risorse economiche e soprattutto legali, le questioni lasciate aperte dalla Commissione. Le 32 pagine del loro resoconto finale raccontano una storia diversa dalle 571 ufficiali, sono due ricostruzioni alternative ma non interamente complementari, scritte nero su bianco. 
I due fronti però, sui media, per le strade e nelle case degli americani, erano già divisi da tempo. Il gioco della verità si era spostato dalle carte alla rete, dai rapporti ai documentari, e non soltanto.

Un piccolo riassunto dell'atto precedente: la Commissione ufficiale sull'11 settembre concluse che 19 attentatori islamici avevano centrato tre su quattro dei loro obiettivi, e che questo era stato possibile anche a causa di una serie di errori, inefficienze e, con le parole di Condoleezza Rice, "mancanza di immaginazione". Tuttavia nessuno venne indicato come responsabile. La commissione è stata criticata dai suoi stessi componenti, e il rapporto finale manca completamente di fornire un resoconto per diversi argomenti rilevanti.

Ora, che cosa succede quando la ricostruzione ufficiale di un evento lascia aperte troppe domande? Nell'era di internet succede che le risposte arrivano lo stesso, anche se non hanno nulla di ufficiale e non sono necessariamente frutto di indagini accurate e imparziali. 
Le teorie del complotto iniziano da questo punto. Gli studiosi del fenomeno le dividono in due categorie: Lasciato accadere apposta (Lihop) (32) e Fatto accadere apposta (Mihop) (33). Ma entrambe le versioni presuppongono che il governo avesse conoscenza preventiva della minaccia e l'intenzione di sfruttare gli attentati per intraprendere una serie di azioni che, senza l'evento traumatico, non sarebbero state accettate dalla popolazione.

I sostenitori di queste teorie hanno avuto vita facile in questo senso, poiché l'utilità di "un evento catalizzatore" come Pearl Harbour per accrescere massicciamente le spese militari dopo la fine della guerra fredda, l'intenzione di attaccare l'Iraq per mettere al sicuro gli approvvigionamenti di petrolio, o la necessità di costruire nuove basi militari in tutto il mondo, erano scritte chiaramente in diversi libri e documenti pubblicati, prima del 2001, dal Think Tank Neocon chiamato Progetto per un Nuovo Secolo Americano (Pnac), fondato da Dick Cheney, Donald Rumsfeld e diversi altri che sarebbero poi entrati nell'amministrazione Bush (34).

Il primo a infilarsi in questo filone di indagine fu un giornalista francese, Thierry Meyssan (35) che esordì nel 2002 con il libro La spaventosa impostura, che divenne un best seller tradotto in 27 lingue e gli valse la qualifica di persona non grata negli Stati Uniti. Sull'onda del successo, prima ancora che la Commissione sul 9/11 avesse concluso i lavori, Meyssan pubblicava un secondo volume intitolato Pentagate in cui, sulla base delle immagini dell'incidente al Pentagono, sostenne che ciò che aveva colpito l'edificio più sicuro della Terra non poteva essere un Boeing 757.

Ma il pioniere del complotto come intrattenimento di massa è stato certamente il regista Michael Moore, che nel 2004 vinse la Palma d'Oro al festival di Cannes con il film Fahrenheit 9/11, distribuito con grande successo in tutto il mondo prima di apparire sui grandi schermi negli Usa. Moore puntava il dito sui legami storici tra la famiglia Bush e i Bin Laden, e creò l'icona del presidente Bush-tontolone (36), mostrandolo con lo sguardo smarrito mentre siede in un'aula di scuola elementare, durante gli attacchi. Fahrenheit 9/11 incassò 222 milioni di dollari e divenne il documentario più redditizio di tutti i tempi. E Moore fu anche il primo a sperimentare la gogna pubblica del "complottista". In pochi mesi la stampa pubblicò decine di articoli (37) che contestavano la fondatezza delle tesi del film "Unfairenheit", e accusavano Moore di fare propaganda anti patriottica. Il 5 ottobre, in contemporanea con la commercializzazione del Dvd, usciva anche il contro-documentario FahrenHYPE 9/11, col sottotitolo: "Svelando la verità su Fahrenheit 9/11 e Michael Moore". La partita era solo all'inizio, e come nello slogan delle guerre in Afghanistan e Iraq, anche negli Stati Uniti l'obiettivo era la conquista dei cuori e delle menti.

Nella primavera del 2002, un giovane film-maker di 19 anni, Dylan Avery, stava lavorando a una sceneggiatura immaginaria sugli attacchi del 9/11. Ma le ricerche lo spinsero sempre più a fondo, fino a convincersi che gli eventi di quel giorno fossero un auto-attentato, un Inside Job. Tre anni dopo prendeva forma Loose Change, un altro documentario da record, questa volta per il numero di spettatori. La prima versione era costata duemila dollari, usando materiale d'archivio dei Network Tv, voce narrante e il groove di Dj Skooly. La distribuzione gratuita su internet ha fatto il resto e, ad oggi, il documentario è stato visto da oltre dieci milioni di persone. L'accumulazione di argomenti proposti per sostenere la teoria del Mihop attirò molte critiche anche da parte del Truth Movement, che l'accusò di sostenere tesi troppo fantasiose senza prove concrete. Partita chiusa? Neanche per sogno. Dylan ripropose il documentario aggiornato, tenendo conto delle critiche nel 2005, e poi ancora nel 2006 e nel 2007 nella versione Final Cut (38). Ma già nel 2009 usciva l'ennesima revisione, questa volta con un budget di 1milione di dollari e la consulenza di due autorità del complotto-show: il professore di teologia David Ray Griffin e il conduttore radiofonico Alex Jones. Il fenomeno Loose Change ha persino ricevuto l'attenzione del Dipartimento della Difesa Usa, che nel maggio 2009 ne ha pubblicato una recensione intitolata: Loose Change confutato: "Loose Change si basa su ricerche superficiali e contiene molti errori. Tuttavia, questo non gli ha impedito di diventare straordinariamente popolare" (39).

Loose Change è solo la punta dell'iceberg. Dal 2002 a oggi la rete è stata invasa da decine e decine di documentari sul 9/11, oltre a centinaia tra siti e blog. Una valanga di prove, confutazioni e domande, una teoria di teorie che hanno nutrito un vero e proprio fenomeno di massa. Un segnale presto compreso dal Time Magazine, che nel settembre 2006 scriveva: "Questo non è più un fenomeno marginale. É una realtà politica di massa" (40). 
Time Magazine citava un sondaggio (41), secondo cui il 36% degli americani non credeva alla ricostruzione ufficiale degli attacchi. Ma i primi sintomi del dubbio di massa erano già evidenti nel 2004, quando un sondaggio prodotto dall'istituto Zogby mostrava che il 49 percento dei residenti di New York sospettava che il Governo conoscesse a priori i piani degli attentatori e che avesse mancato di agire di proposito.

Il sondaggio, ripetuto nel 2006, fu pagato da James Walter, milionario californiano che negli anni precedenti aveva speso 3 milioni di dollari in annunci sulle principali testate e televisioni Usa, spot che invitavano a dubitare della ricostruzione ufficiale degli eventi del 9/11 e chiedevano una nuova inchiesta. James Walter aveva prodotto e distribuito gratuitamente 300mila copie del controverso documentario Exposing the Evidence (criticato anche dal Truth Movement), e la sua opera di mecenatismo verso le teorie del complotto venne svelata dal New York Times (42), che lo dipinse come un eccentrico ereditiero ex cocainomane "che si lascia prendere un po' la mano dalle sue idee". Walter si accollò anche le spese della turnee internazionale dell'ex custode del World Trade Center William Rodriguez (43), nominato da Bush eroe nazionale per le vite che salvò durante gli attacchi. William Rodriguez racconta di avere sentito una fortissima esplosione dalle fondamenta della torre nord prima dello schianto del volo 11. Ma sua testimonianza e quelle di altre 27 persone da lui indicate non vennero mai ascoltate dalla Commissione d'inchiesta. Resoconti di esplosioni prima del crollo delle torri sono apparsi a decine anche nei grandi media, e molti altri li ha prodotti il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York, che nel 2005 ha pubblicato le FDNY Oral Stories, una raccolta dei ricordi di oltre 500 pompieri, del giorno in cui 343 loro colleghi persero la vita.


Alex Jones è un conduttore radio di Austin, Texas, che ha conosciuto il successo internazionale grazie alla rete, dove si trovano centinaia di sue interviste e documentari da lui realizzati o prodotti. Jones, che assomiglia a Charlie Brown, con voce tonante e parlantina supersonica, è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico, specialmente con i video delle sue incursioni alle riunioni del gruppo Bilderberg e nella tenuta di Bohemian Grove. Una popolarità che ha saputo accrescere anche con un'abile strategia di marketing. Sul suo sito si possono comprare libri e documentari su qualsiasi cospirazione, ma anche magliette e berretti con il logo "9/11 was an inside job", fino ai kit di sopravvivenza per l'apocalisse. I documentari prodotti dalla fabbrica di Jones sostengono tutti la stessa teoria di fondo: l'11 settembre è stato un inside job organizzato dalle fratellanze segrete interne alle istituzioni, la cui agenda punta alla costruzione di un New World Order, vale a dire: un governo mondiale sopra le nazioni, una banca centrale mondiale, un esercito mondiale, e la graduale soppressione delle libertà civili tramite provvedimenti d'emergenza come il Patriot Act.
Da dove prendono queste idee apocalittiche Jones e i suoi emuli? Di certo rileggono la storia del secolo scorso avallando le principali cospirazioni, da Pearl Harbour, a Jfk, passando per l'incidente del golfo di Tonkino, il caso Iran-Contra, l'operazione Northwoods, l'operazione Paperclip... Dai documenti del Project for a New American Century e dai capolavori della distopia, come 1984 di Orwell o Il Mondo Nuovo di Huxley. Ma anche da un fatto più recente e concreto: il progetto Continuity of Government (Cog) (44), sviluppato al tempo di Reagan, proprio da Cheney e Rumsfeld. Questo prevedeva l'istituzione di Governo Ombra con poteri eccezionali in caso di emergenze nazionali come esplosioni atomiche negli Usa, o la morte del presidente. Le specifiche del piano prevedevano la possibilità di intercettare, sorvegliare e arrestare arbitrariamente i cittadini Usa, attraverso l'imposizione della legge marziale. II 1 marzo 2002 sia Washington Post che Bbc (45) davano la notizia dell'attuazione del Continuity of Government, con alla guida proprio Dick Cheney.

Il Truth Movement ha fatto di tutto per resistere a quella che loro stessi definiscono "infiltrazione" da parte dei sostenitori di teorie fanta-politiche, che possano - e lo sono state - essere usate dai detrattori per screditare le loro ricerche. Il primo passo era tracciare un confine tra sé e gli altri, creando una specie di lista nera dei siti "inaffidabili". La priorità era riportare l'attenzione sulla ricostruzione degli eventi, sulla richiesta di una nuova indagine completa e indipendente. Bisognava riconnettere nell'immaginario pubblico il movimento con le sue origini, dunque con le famiglie delle vittime.

Nel settembre del 2006 il regista Ray Nowosielsky lanciò Nelle loro parole: la storia sconosciuta delle famiglie dell'11 settembre (46). Il documentario fece conoscere al mondo i volti e le vicende delle famiglie delle vittime, le loro ricerche e il difficile confronto con la Commissione che non rispose alle loro domande.
Hollywood rispose con il documentario Sul suolo nativo (47), narrato da Kevin Kostner e Hillary Swank, che rifletteva punto per punto la ricostruzione ufficiale della Commissione d'inchiesta. Mentre qualche mese prima nelle sale cinematografiche era uscito United 93 (48), il docu-drama ispirato al quarto volo dirottato l'11 settembre, quello che "cadde" in Pennsylvania, il secondo aereo della storia a essersi disintegrato senza quasi lasciare traccia - il primo era quello che si era appena "vaporizzato" contro il Pentagono. United 93 racconta la ribellione dei passeggeri che neutralizzarono gli attentatori immolandosi, e si basa sulle telefonate che questi avrebbero fatto ai parenti durante il dirottamento. Già da anni il Truth Movement dubitava dell'autenticità di quella ricostruzione, ipotizzando che il volo 93 fosse stato abbattuto dai caccia della Difesa. Gli scienziati del movimento sostenevano che le telefonate sopra i 3mila metri fossero impossibili, e tanto meno alla quota 9mila dove si trovava il volo. E sollevarono dubbi anche sulle ambiguità di alcune delle telefonate, tipo: "Mamma? Sono Mark Bingham" (49). United 93 non tenne conto di nessuna di queste obiezioni, e rappresentò una versione eroica, del tutto in linea con la ricostruzione ufficiale. La rivolta dei passeggeri sarebbe stata guidata da un concittadino di Michael Moore, Todd Beamer, le cui ultime parole furono: "Siete pronti? Diamoci dentro!" (50). I passeggeri del volo 93 sono stati nominati per la medaglia d'Oro all'Onore del Congresso, che non hanno ancora ricevuto.

L'ufficialità di queste produzioni non ebbe però grande effetto sull'espansione del dubbio di massa. Le domande del popolo di internet erano ancora tutte lì, e sembravano trarre forza dalla "propaganda" delle major. I giovani, si dice, sono più vulnerabili ai complotti, e la percentuale di under 30 del Truth Movement sembra dimostrarlo. Per competere con internet c'era bisogno di un restyling del mito, di una versione del 9/11 che fosse disincantata rispetto alla verità ufficiale, ma che nel contempo potesse replicare alle rivelazioni del Truth Movement, ridicolizzandole, per seppellire il dubbio sotto una risata. 
South Park è il cartone animato più corrosivo e dissacrante della Tv, e mai potrebbe essere sospettato di fare propaganda per difendere le istituzioni. Nella puntata numero 1009, Il mistero dell'orinatoio (51), Eric Cartman e i suoi amici bidimensionali decidono di scoprire la verità sull'11 settembre e scoprono un terribile segreto: "Le teorie cospirative sull'11 settembre possono essere confutate scientificamente, ma tutti i siti internet della cospirazione sono gestiti dal Governo". "Oh Gesù - sussultano i ragazzi - perché mai il Governo dovrebbe volere che la gente pensi che sono stati loro a causare il 9/11? Non potreste dire semplicemente la verità?". Risponde Bush: "Facciamo anche quello, e la maggior parte delle persone crede alla verità. Ma un quarto della popolazione è ritardato, se questi vogliono credere che controlliamo tutto con piani intricati, perché non lasciarglielo credere? (52)

Il Truth Movement ha scelto di evitare conclusioni e concentrarsi sulla raccolta di evidenze e domande. Ma la vastità dei fatti, per chi li consideri orchestrati in una cospirazione, necessita di una visione più ampia. Il governo Usa non sarebbe stato in grado nemmeno se avesse voluto di provocare un attentato di quella portata, e certamente nemmeno 19 jihadisti spaesati senza una rete internazionale di supporto. Dunque se gli eventi del 9/11 fossero una cospirazione, come ormai credono decine di migliaia di persone, chi li avrebbe organizzati?
Le teorie che rispondono a questa domanda partono tutte dall'esistenza di istituzioni ombra che controllano come fantocci le istituzioni democratiche e i media mondiali. L'11 settembre allora sarebbe un complotto ordito dal sistema finanziario/militare americano? Un complotto della lobby ebraica Usa realizzato dal Mossad, come sostenne Cossiga? (53) Un piano dei nazisti luciferiani di Bohemian Grove per conseguire il New World Order? La strategia secolare degli Illuminati di Baviera? Oppure degli eredi del gruppo Majority12, pronti a tutto pur di nascondere al mondo la presenza degli alieni sulla Terra? E quali alieni poi? I Grigi come Ebe o i rettiliani Annunaki?
Come sarebbe bello poter riavvolgere il nastro del tempo, chiudere il vaso di Pandora, dimenticare. E ricominciare a vivere il terzo millenio dalla primavera del 2001. Dal 4 marzo per la precisione, quando la Tv americana trasmetteva la prima puntata di un telefilm ispirato ai complotti: The Lone Gunmen, in tributo a Lee Harvey Oswald. Nella puntata del 4 marzo 2001 (54), un gruppo di cospiratori interno al Governo Usa organizzava un auto-attentato, dirottando elettronicamente un aereo di linea contro il World Trade Center. Alla fine dell'episodio, però, gli eroi della serie riprendevano il controllo dell'aereo evitando lo schianto con le Twin Towers. Il mondo era salvo.

Il 25 gennaio 2001, uno degli architetti del World Trade Center, Frank de Martini, spiegava in un'intervista a History Channel che le Torri Gemelle erano concepite per sostenere impatti multipli con dei Boeing 707 a pieno carico. De Martini aveva un ufficio all'88 piano della torre nord, e l'11 settembre morì mentre aiutava i soccorritori. Forse, era convinto che la torre non sarebbe crollata (55).

I fatti noti sono questi: due torri di 110 piani - 425 mila tonnellate di cemento, 47 colonne centrali e 240 perimetrali interconnesse, per 200 mila tonnellate di acciaio - sono crollate quasi alla velocità di caduta nel vuoto, in maniera simmetrica lungo il percorso di massima resistenza, polverizzando sé stesse e tutto ciò - e coloro - che contenevano, rispettivamente 55 minuti e 1 ora e 28 minuti dopo gli impatti con i voli 11 e 175.
Sei ore dopo, un altro palazzo di 47 piani distante un centinaio di metri, la Torre 7 del Wtc, crollava al suolo in meno di sette secondi, senza essere stata colpita da alcun aereo.

Il vero mistero sull'11 settembre è come tutto ciò sia potuto accadere, anche considerando che si tratterebbe dei primi tre casi di grattacieli crollati per le fiamme nella storia. L'unico ambito da cui ci si aspetterebbe di trovare delle risposte certe e dimostrabili è il terreno della scienza. Ma quando si tratta dell'11 settembre anche la scienza si divide. 
Fin dal principio, infatti, anche le fonti ufficiali faticarono a fornire ricostruzioni univoche ed esaustive. La Commissione d'inchiesta affidò le indagini tecniche sul crollo delle Twin Towers al Nist (56) (National Institute for Standard and Technology), un'agenzia del governo, che eseguì delle simulazioni con modelli ricreati al computer e commissionò dei test su modelli in scala alla Underwriters Labs. Queste simulazioni in scala evidenziarono lo scioglimento dei modelli sottoposti alle fiamme, non il crollo. Ma lo scienziato che lo rivelò smentendo il resoconto ufficiale del Nist, Kevin Ryan, venne licenziato.

Nel primo rapporto pubblicato nel Maggio 2002 il Nist propose la teoria Pancake, secondo cui il fuoco avrebbe indebolito le giunture tra le colonne e i piani, che sarebbero crollati l'uno sull'altro fino a terra. Questa ricostruzione venne contestata da un altro rapporto del 2002, commissionato dal proprietario del Wtc Larry Silverstein (57), in cui si sosteneva che a cedere a causa delle fiamme furono le colonne, non le giunture con i piani. Silverstein aveva rilevato il complesso del Wtc nel luglio 2001, assicurandolo con una polizza che prevedeva come caso estremo quello di un aereo che colpiva una delle due torri. Dopo l'11 settembre Silverstein intraprese una causa di risarcimento per 7 miliardi di dollari, ma se la prima ricostruzione del Nist fosse passata, la causa finale del crollo sarebbe stato un cedimento della struttura, e lui non avrebbe incassato un dollaro. Nel 2005 il Nist pubblicò un secondo rapporto, in cui sosteneva sulla base delle simulazioni al computer che le torri crollarono perché l'impatto degli aerei rimosse la copertura ignifuga delle colonne che, esposte alle potenti fiamme, si imbarcarono fino a destabilizzare la struttura. Il Nist precisa nel rapporto che non indagò la dinamica del crollo: "l'oggetto dell'indagine è stata la sequenza degli eventi dagli impatti con gli aerei fino all'inizio del crollo delle torri, e non include il comportamento delle strutture successivo a quel momento" (58). Il rapporto non prese nemmeno in esame i resoconti di esplosioni e non fece analisi chimiche per verificare l'ipotetica presenza di esplosivi. Nell'ottobre del 2006 Larry Silverstein vinse la causa con le assicurazioni, incassando 4,5 miliardi di dollari.

Nel febbraio 2002 il direttore di Fire Engineering, Bill Manning (59), scrisse un articolo per contestare l'approccio del Nist, sostenendo la necessità di un'indagine completa e indipendente, che non si basasse solo su simulazioni al computer, peraltro non analizzabili al di fuori dell'istituto. Manning denunciò anche la distruzione delle potenziali prove per verificare qualsiasi teoria, le macerie del Wtc, che furono frettolosamente rimosse e spedite in Cina. 
Una delle riviste scientifiche concorrenti, Popular Mechanics, nel 2005 pubblicò la cover story 'Sconfessiamo le bugie sul 9/11' (60) che pretendeva di ridicolizzare il fronte degli scettici confutando una ad una quelle che venivano definite "le 16 più diffuse teorie della cospirazione". Nelle premesse dell'inchiesta di PM si legge: "Noi in quanto società accettiamo la premessa basilare che un gruppo di terroristi islamici ha dirottato quattro aeroplani e li ha usati come armi contro di noi. Purtroppo, oggi la nobile ricerca della verità è stata a sua volta dirottata da un esercito di cospirazionisti" (61). Nell'articolo, però, Popular Mechanics prende di mira alcune delle teorie cospirative più fantasiose, che lo stesso Truth Movement aveva rifiutato, come quelle secondo cui gli aerei schiantati contro le Twin Towers non fossero realmente i voli 11 e 175. Mentre su altre questioni aperte, come le testimonianze di esplosioni e i dubbi sulla dinamica dei crolli, fornisce un resoconto tendenzioso, limitandosi a fornire parziali confutazioni citando a titolo di prova proprio i controversi rapporti del Nist.
Gli scienziati del Truth Movement reagirono pubblicando in rete la loro replica in cui elencavano il grande numero di questioni aperte che Popular Mechanics aveva completamente ignorato.

Ma chi sono gli scienziati del Truth Movement? Il gruppo di studio sui fatti dell11 settembre si chiamava inizialmente Scholars for 9/11 Truth, fondato dal fisico Steven Jones e dal filosofo James Fetzer (62). Entrambi erano convinti che le ricostruzioni ufficiali, secondo cui le torri erano crollate a causa degli incendi alimentati dal carburante degli aerei, fossero false. Presto però, tra i due sorsero conflitti sulle metodologie e gli indirizzi di ricerca: Jones ipotizzava che si fosse trattato di una demolizione controllata non convenzionale, Fetzer era più propenso ad ospitare teorie più fantasiose - come l'ipotesi di mini bombe atomiche nelle fondamenta delle torri o quella dei finti aerei - molte delle quali sono state oggetto degli attacchi da parte di Popular Mechanics e, in seguito, da altri prodotti "anti-cospirazione" della Bbc (Conspiracy Files) (63), di History Channel (Conspiracy Theories about 9/11, Facts or Fiction?) (64) e del National Geographic Channel (Science and Conspiracy) (65).

Nel gennaio del 2007 Steven Jones si staccò da Scholars for 9/11 Truth e fondò Scholars for 9/11 Truth and Justice 64, che raccolse intorno a sé oltre seicento studiosi, e pretendeva di rappresentare il lato scientifico del Truth Movement. Sull'altro fronte intanto, Fetzer lavorava alla raccolta di evidenze per sostanziare la sua ultima teoria, secondo cui la distruzione del Wtc sarebbe stata provocata da armi a Energia Diretta (66), simili a quelle sperimentate in Iraq. 
Jones trovò un alleato in Richard Gage, architetto e fondatore di Architects & Enginneers for 9/11 Truth, che ora raccoglie oltre mille specialisti del settore. Lo stesso Gage produsse nel 2008 il documentario Blueprint for Truth (67), in cui analizza con metodo scientifico gli eventi dell'11 settembre per confutare la ricostruzione ufficiale e avallare l'ipotesi di una demolizione controllata, sia per le Torri Gemelle che per il crollo del World Trade Center 7. "Se si guarda il modo in cui le torri sono crollate, ci si accorge che non si tratta di un processo naturale come sono gli incendi".

Un anno prima del documentario di Gage, la Bbc aveva prodotto una puntata della serie Conspiracy Files, intitolata La terza torre (68), ufficialmente per rimediare al mancato resoconto dell'evento da parte della Commissione sul 9/11. E curiosamente, proprio l'11 settembre la Bbc aveva fornito uno degli argomenti più citati dagli scettici, poiché quel giorno, durante la diretta, aveva annunciato il crollo della torre 7 con venti minuti di anticipo rispetto all'evento. Mentre l'inviata Jane Standley annunicava il crollo, alle sue spalle si poteva ancora vedere la sagoma del palazzo intatto. La rete si giustificò spiegando che quel giorno non era possibile verificare ciascuna delle informazioni che pervenivano nella redazione frenetica, e aggiunse che sì, le registrazioni originali di quella diretta erano state smarrite, ma "a causa di un pasticcio, non è una cospirazione" (69). Il documentario della Bbc è piuttosto accurato, concede spazio sia a Richard Gage che a Steven Jones e, per quanto riguarda le cause che provocarono il crollo, mostra la differenza tra i crolli dell'11 settembre e casi di demolizioni controllate. La stessa similitudine usata dagli scettici ma con esiti opposti. Tradizionalmente, le demolizioni controllate si preparano piazzando cariche di esplosivo C4, molto rumoroso, e necessitano di chilometri di cavi per connettere e sincronizzare le cariche. Le differenze sono convincenti, e dunque nello spiegare come le torri siano crollate la Bbc si rifà ai rapporti ufficiali, confermando che i crolli siano stati provocati dalle fiamme.

Il primo rapporto sul crollo della torre 7 sosteneva che a causare il crollo fossero state le fiamme delle riserve di diesel nel palazzo, ma aggiungeva che "questa ricostruzione ha solo una bassa probabilità di accadere" e che "le specifiche degli incendi nel Wtc7 e su come abbiano causato il crollo dell'edificio rimangono ad oggi sconosciute" (70). Nella versione del 2008, risultato di simulazioni al computer a causa della distruzione delle macerie che non poterono essere analizzate, si conferma che la causa del crollo furono gli incendi.
Steven Jones tuttavia, ha continuato a sostenere che i campioni di polvere dell'11 settembre da lui analizzati presentassero tracce di nano -thermate" (una versione della termite potenziata per applicazioni militari), e mostrò anche frammenti inesplosi di tale materiale. Finora non gli è stato possibile fare esperimenti con la nano-thermate in gel da lui indicata come sospetto esplosivo usato per la demolizione delle Torri Gemelle. I suoi studi sull'argomento sono stati pubblicati sul Bentham Open Journal of Phisics (71), il quale però, è stato giudicato poco credibile dagli amministratori di Wikipedia, l'enciclopedia aperta online. Wikipedia modificò la pagina: "Wtc controlled demolition hypotesis", cambiando il titolo in "Wtc controlled demolition conspiracy theories" (72). E la stessa pagina è stata poi parzialmente interdetta alle modifiche "per evitare vandalismi".

Appendice 1: Gole Profonde (Whistleblowers).

Coleen Rowley (73). Donna dell'anno del 2002 secondo il Time Magazine. Coleen Rowley è un'ex agente dell'Fbi, che dopo il 9/11 scrisse al direttore dell'Fbi Robert Mueller documentando come i piani alti dell'agenzia avessero ignorato e depistato le sue indagini su Zacharias Moussawi, il mancato ventesimo attentatore condannato a sei ergastoli nel 2006. Rowley testimoniò le sue accuse anche davanti al Senato e alla Commissione Kean/Hamilton.

Sibel Edmonds. Sibel Edmonds è una traduttrice di intercettazioni assunta dall'Fbi dopo l'11 settembre per ritradurre o in alcuni casi tradurre per la prima volta documenti e conversazioni precedenti il 9/11. "Mi sono trovata per le mani una serie di notizie importanti, da falle nella sicurezza, fino a documenti pre e post 11 settembre che erano stati intenzionalmente nascosti o maliziosamente tradotti". (74)
Il 22 marzo 2002 venne licenziata dall'Fbi, e 18 ottobre 2002 il ministro della Giustizia John Ashcroft impose lo State Secret Privilege per il suo caso, impedendole di divulgare quelle informazioni. La sua testimonianza secondo cui "Prima del 9/11 l'Fbi disponeva di informazioni dettagliate su un attentato terroristico con aeroplani in preparazione" (75) fu registrata dalla Commissione, ma non viene mai citata nel rapporto ufficiale. La vicenda di Sibel, che ha riunito attorno a sé decine di ex colleghi nella Coalizione delle gole profonde della sicurezza nazionale (76), è diventata una cover-story per Vanity Fair. E' stata premiata dal circolo Pen ed è diventata così popolare che le sono state dedicate delle canzoni.

Indira Singh. Indira Singh (77) è considerata una gola profonda di Wall Street. Era Chief auditor per Jp Morgan Chase e venne licenziata - e poi minacciata - per aver denunciato le attività sospette della Ptec, la compagnia informatica utilizzata per i computer dell'aviazione civile e militare Usa, e dal Norad. Indira Singh rivelò che la compagnia era fondata dal finanziere saudita Yasin al Qadi, inserito poi nell'America Terrorist Watch List nell'ottobre 2001 "uno dei principali finanziatori di Osama Bin Laden" (78).

Appendice 2. La congiura delle polveri (The Gunpowder Plot)

C'è una storia sull'11 settembre che mette tutto d'accordo. Il "complotto" qui c'è stato di sicuro, e nove anni dopo è arrivato anche un parziale lieto fine.

Nel 2006 la fotografa di New York Heidy Dehncke-Fisher produsse il documentario Dust to Dust (79), the health Effects of 9/11, per raccontare le storie di quanti in quel giorno si sono ammalati. 
L'11 settembre morirono 343 tra pompieri e paramedici, e 78 agenti della polizia. Ma tra i superstiti, tra i soccorritori di quel giorno e i volontari che per le settimane successive lavorarono a Ground Zero senza maschere protettive, a migliaia si sono ammalati gravemente. Molti sono condannati, alcuni sono già morti.

Nel 2002 il Dott Levin della clinica Mt. Sinai iniziò un programma per monitorare i casi di malattie collegate alla distruzione del Wtc, e in meno di due anni studiò circa 12mila casi di patologie collegate al 9/11. "Ma la cosa più orribile - spiega il dottor Levin - è che molti dei nostri pazienti hanno dovuto combatter per anni prima di ricevere i soldi per le cure". 
Il 13 settembre Christine Whitman, amministratore dell'agenzia per l'Ambiente (Epa), dichiarò che l'aria di Manhattan non era pericolosa per la salute. "L'aria è sicura" scrisse anche nelle settimane seguenti. Successive analisi della stessa agenzia e del governo rivelarono che nell'aria c'erano oltre 2500 agenti tossici, tra cui amianto, benzene e mercurio. L'Epa spiegò in seguito che i bollettini rilasciati nei giorni successivi l'11 settembre furono revisionati dalla Casa Bianca, e modificati per renderli rassicuranti. L'amministrazione Bush voleva riportare la città alla sua vita normale il prima possibile e, soprattutto, fare ripartire al più presto la Borsa di Wall Street, che fu riaperta il 17 settembre, proprio dagli eroi della polizia. 

Nella settimana precedente agli attacchi, a Wall Street vi furono straordinari livelli di trattative, Put Options, che scommettevano sulla caduta del valore delle azioni di due compagnie aeree, American Airlines e United Airlines, e della compagnia finanziaria Merrill Lynch, che occupava 22 piani della torre nord. La coincidenza fu riportata anche dai media internazionali, e sollevò la protesta delle famiglie delle vittime. L'organo di controllo della borsa, la Security and Exchange Commission (Sec) annunciò di avere aperto un'indagine su 38 casi di insider trading, di compagnie o individui che parevano avere conoscenza preventiva di quanto sarebbe accaduto, e investirono di conseguenza. Le informazioni però vennero negate anche alla Commissione di inchiesta sull'11 settembre. C'era forse un collegamento tra la prematura riapertura della borsa e la fretta di riscuotere di questi lungimiranti investitori? (80)

Nel marzo 2004 migliaia di abitanti di Lower Manhattan intentarono una causa collettiva contro l'agenzia per l'Ambiente. E nel frattempo gli oltre volontari che operarono a Ground Zero iniziarono una lunga battaglia per ottenere i risarcimenti dall'assicurazione istituita dal Governo per tutelarli.
La vertenza è terminata il 12 marzo 2010, e la città di New York ha annunciato l'istituzione della Trade Center Captive Insurance Company, che risarcirà 657 milioni di dollari agli eroi che non potevano più essere ignorati.

Note:


1. "And then I witnessed the towers collapse, mostly due to structural failure because the fire was too intense".

http://www.youtube.com/watch?v=A0wHeekgPqk

2. "This is something that certanly has the fingerprint of Bin Laden".

http://www.youtube.com/watch?v=Dj0Rz9ZsDAg

3. http://www.youtube.com/watch?v=K7wT2cU-bOI

4. http://wn.com/Washington_National_Cathedral

5. http://www.911truth.org/

6. http://pilotsfor911truth.org/http://www.youtube.com/watch?v=uUbVbmpblFk

7.http://www.msmagazine.com/winter2004/womenoftheyear.asp

http://www.commondreams.org/headlines04/0513-05.htm

http://www.911pressfortruth.com/

8. http://www.historycommons.org/project.jsp?project=911_project

9. http://govinfo.library.unt.edu/911/archive/index.htm#hearings

10. http://archives.cnn.com/2002/ALLPOLITICS/12/13/kissinger.resigns/

11. "I remember, the president have said that only a minority of the commissioners can see a minority of the documents, and then they have to clear what they are going to say to the rest of the commission, to the White House".


12. "To the loved ones of the victims of 9/11, to them who are here in this room, to those who are watching on television, your government failed you. Those entrusted with protecting you failed you. And I failed you".

http://en.wikipedia.org/wiki/Richard_A._Clarke

13. "Historical informations based on old reportings. There was no new threat information, and did not in fact warn of any coming attack inside the United States".


14. "Bin Laden determined to strike in US".


15. http://en.wikipedia.org/wiki/Anthony_Shaffer_%28intelligence_officer%29

16. "There is something very sinister going on that really troubles me" http://www.democracynow.org/2004/3/23/the_white_house_has_played_cover

http://dir.salon.com/story/news/feature/2003/11/21/cleland/index.html?pn=1

17. http://www.atimes.com/atimes/Front_Page/FD08Aa01.html

18. "Of little practical significance".


19. "There was no knowledge that an aircraft was approaching the Pentagon until the last minute or so".

http://www.youtube.com/watch?v=bDfdOwt2v3Y

http://archives.cnn.com/2002/ALLPOLITICS/09/11/ar911.king.cheney/

20. "The 9/11 terrorists were not just lucky ones, they were lucky over and over again. When you have this repeated pattern of broken protocols, broken laws, broken communications one cannot still call it luck. If at some point, we don't look to hold the individuals accountable for not doing their jobs properly, then how can we ever expect for terrorists to not get lucky again?"


21. "Ask about the war games that were planned for 9/11!"


22. http://www.usatoday.com/news/washington/2004-04-18-norad_x.htm

http://911research.wtc7.net/cache/planes/defense/torontostar_russiangame.html

http://www.boston.com/news/packages/sept11/anniversary/wire_stories/0903_plane_exercise.htm

http://www.historycommons.org/context.jsp?item=a96oemtrains#a96oemtrains

23. http://www.youtube.com/watch?v=AsJQKpnkZ10

24. http://www.nist.gov/public_affairs/techbeat/tbx2008_1120_wtc7.htm

25. http://www.nytimes.com/2008/02/04/books/04thom.html

26. The Commission: The Uncensored History of the 9/11 Investigation.


27. Stonewalled by the Cia.
http://www.nytimes.com/2008/01/02/opinion/02kean.html

28.http://groups.google.com/group/alt.conspiracy/browse_thread/thread/a36ec676643d5424

29. "Without Precedent: The Inside Story of the 9/11 Commission".


30. "So there were all kinds of reasons we thought we were set up to fail".


31. http://www.justicefor911.org/Appendix7_911OmissionsHearings_111904.php

32. Let It happen On Purpose.


33. Made it happen on purpose.


34. http://www.newamericancentury.org/

35. http://www.voltairenet.org/_Thierry-Meyssan_?lang=it

36.http://www.youtube.com/watch?v=0rO3F6mZUaE

http://www.documentarywire.com/fahrenheit-911

37. http://www.scientificamerican.com/article.cfm?id=fahrenheit-2777

38. http://www.documentarywire.com/loose-change-final-cut

39. "Loose Change is researched very shoddly, making numerous mistakes of fact and judgement. Nevertheless, this has not prevented it from becoming extraordinarily popular".

40. "This is not a fringe phenomenon. It is a mainstream political reality".

http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1531304,00.html

41. http://en.wikipedia.org/wiki/9/11_opinion_polls

42. "A Hidden Story Behind Sept. 11? One Man's Ad Campaign Says So".


http://www.nytimes.com/2004/11/08/nyregion/08ads.html?_r=2

43. http://www.youtube.com/watch?v=DIC0Kl4TKoU

44.http://www.nytimes.com/2009/07/28/us/polit-ics/28continuity.html?_r=1&em

http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/1848303.stm

http://www.washingtonpost.com/wpdyn/content/article/2007/05/09/AR2007050902719.html

http://www.911docs.net/peter_dale_scott.php

45. WP: Shadow Government is at work in secret, Bbc: Washington sets up Shadow Government.

46. In their Own Words: The Untold Story of the 9/11 Families.

http://www.documentarywire.com/in-their-own-words-the-untold-stories-of-the-911-families

47. On Native Soil.

http://onnativesoil.com/

48. http://www.mymovies.it/trailer/?id=43869

49. "Mom? This is Mark Bingham".


50. "Are you guys ready? Let's roll!"
http://en.wikipedia.org/wiki/Todd_Beamer

51. "The mistery of the urinal deuce"
http://www.southparkstudios.com/episodes/103775

52. "All the 9/11 conspiracies theories can be disproven scientifically, but all the 9/11 conspiracy websites are run by the Government. The 9/11 conspiracy is a Government conspiracy!". "Oh Jesus, why would the Government want the people to think they caused 9/11? Why don't you just tell people the turth?". Bush: "we do that too, and most people believe the truth. But 1/4 of the population is retarded. If they want to believe that we control everithing with intrigate plans, why not let them?"


53.http://www.corriere.it/politica/07_novembre_30/osama_berlusconi_
cossiga_27f4ccee-9f55-11dc-88070003ba99c53b.shtml

54. http://www.youtube.com/watch?v=z3WW6eoLcLI

55.http://www.historycommons.org/entity.jsp?entity=frank_de_martini_1

http://www.youtube.com/watch?v=Ql8U3WEH6_w

56. http://wtc.nist.gov/NCSTAR1/

57. http://www.historycommons.org/entity.jsp?entity=larry_silverstein

58. "The focus of the investigations was on the sequence of events from the instant of aircraft impact to the initiation of collapse" e "does not actually include the structural behaviour of the tower after the conditions for collapse intiation were reached".


59. http://www.globalresearch.ca/articles/MAN309A.html

60. Debunking the 9/11 Lies.

http://www.popularmechanics.com/technology/military/news/1227842?click=main_sr

61. As a society we accept the basic premise that a group of Islamist terrorists hijacked four airplanes and turned them into weapons against us. Sadly, the noble search for truth is now being hijacked by a growing army of conspiracists".

62. http://www.d.umn.edu/~jfetzer/

63.http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/conspiracy_files/6160775.stm

http://www.youtube.com/watch?v=KGSkbkkJeSo

64. http://shop.history.com/detail.php?p=70158

65. http://channel.nationalgeographic.com/episode/9-11-science-and-conspiracy-4067

66. http://stj911.org/

67. http://www.documentarywire.com/911-blueprint-for-truthhttp://www.ae911truth.org/

68. Bbc Conspiracy Files, The Third Tower.

http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/conspiracy_files/default.stm

69. "For reasons of cock-up, not conspiracy".
http://www.youtube.com/watch?v=1T0PqzkFxso

70. "This have only a low probability of occourrence" e che "The specifics of the fires in Wtc7 and how they caused the building to collapse remain unknown at this time".

http://www.wtc7.net/femareport.html

71.http://www.benthamscience.com/open/tocpj/articles/V002/7TOC-PJ.htm?TOCPJ/2009/00000002/00000001/7TOCPJ.SGM

72. http://www.nowpublic.com/world/activist-editors-wikipedia-censor-active-thermitic-material

http://en.wikipedia.org/wiki/World_Trade_Center_controlled_demolition_conspiracy_theories

73. http://www.time.com/time/covers/1101020603/memo.html

74. "I came across some really serious issues, from security breaches to certain documents from pre 9/11 and also post 9/11, that were being either intentionally blocked or mistranslated".
http://www.documentarywire.com/kill-the-messenger

75. "The Fbi had detailed informations priod to 9/11 that a terrorist attack involving airplanes was being plotted"


76. National Security Whistleblowers Coalition


77. http://www.dailymotion.com/video/x2vgk_indira-singh-testimony-12_news

78. "One of Osama Bin Laden Important Financiers".


79. http://www.documentarywire.com/dust-to-dust-the-health-effects-of-911

80.http://www.historycommons.org/timeline.jsp?timeline=complete_-911_timeline&before_9/11=insiderTrading

http://hcgroups.wordpress.com/2009/04/12/911-commission-documents-related-to-insidertradinginvestigation/

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