Associazione Laureati arabo-americana, Inc.
23 luglio 1982

Nota dell'editore
di Khalil Nakhleh

L'Associazione di Laureati arabo-americana trova convincente, per inaugurare la sua nuova collana di pubblicazioni Documenti Speciali, l'articolo di Oded Yinon, che è apparso in Kivunim (Indicazioni), la rivista del Dipartimento di Informazione dell'Organizzazione Sionista Mondiale. Oded Yinon è un giornalista israeliano ed era precedentemente assegnato al ministero degli Esteri di Israele. Questo documento è la dichiarazione più esplicita, dettagliata e inequivocabile della strategia sionista in Medio Oriente, a nostra conoscenza fino ad oggi. Inoltre, si distingue come una rappresentazione accurata della "visione" per l'intero Medio Oriente dell’attuale regime sionista di Begin, Sharon e Eitan. La sua importanza, quindi, non risiede nel suo valore storico, ma nell'incubo che essa presenta.

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Il piano opera su due premesse fondamentali. Per sopravvivere, Israele deve 1) diventare una potenza imperialista regionale, e 2) deve effettuare la divisione di tutta l'area in piccoli stati con la dissoluzione di tutti gli stati arabi esistenti. Piccola qui dipenderà dalla composizione etnica o settaria di ogni stato. Di conseguenza, la speranza sionista è che gli stati su base settaria diventino satelliti di Israele e, ironia della sorte, la sua fonte di legittimazione morale.

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Questa non è una idea nuova, né emerge in superficie per la prima volta nel pensiero strategico sionista. Infatti, frammentare tutti gli stati arabi in unità più piccole è stato un tema ricorrente. Questo tema è stato documentato in una scala molto modesta nella pubblicazione AAUG, “Sacro Terrorismo di Israele” (1980), di Livia Rokach. Basato sulle memorie di Moshe Sharett, ex primo ministro di Israele, i documenti di studio della Rokach, con dettagli convincenti, espongono il piano sionista che si applica al Libano nel modo in cui fu preparato a metà degli anni Cinquanta.

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La prima massiccia invasione israeliana del Libano nel 1978 metteva in atto questo piano nei minimi dettagli. La seconda, più barbara e totalizzante invasione israeliana del Libano il 6 giugno 1982, si proponeva di effettuare alcune parti di questo piano, che spera di vedere non solo il Libano, ma anche la Siria e la Giordania, in frammenti. Questo dovrebbe farsi beffa degli auspici della pubblica opinione israeliana riguardanti il desiderio di un governo centrale libanese forte e indipendente. Più precisamente, vorrebbero un governo centrale libanese che sancisca i disegni sionisti regionali con la firma di un trattato di pace. Essi cercano anche acquiescenza nei loro disegni da siriani, iracheni, giordani e altri governi arabi, nonché dal popolo palestinese. Quello che vogliono e ciò che stanno progettando non è un mondo arabo, ma un mondo di arabi frammentati pronto a soccombere all'egemonia israeliana. Quindi, Oded Yinon nel suo saggio, "Una strategia per Israele negli anni 1980," parla di un’opportunità di vasta portata per la prima volta dal 1967 creata dalla situazione molto burrascosa che circonda Israele.

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La politica sionista di spostare i palestinesi dalla Palestina è molto più di una politica attiva, essa viene perseguita con più forza nei momenti di conflitto, come nella guerra del 1947-1948 e nella guerra del 1967. Un’appendice dal titolo "Israele parla di un nuovo esodo" è inclusa in questa pubblicazione per dimostrare le ultimi dispersioni sioniste dei palestinesi dalla loro patria e per mostrare, oltre al presente documento principale sionista, altre forme di programmazione sionista per la de-palestinizzazione della Palestina.

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E' chiaro dal documento pubblicato su Kivunim, nel febbraio del 1982, che le "ampie opportunità" che gli strateghi sionisti hanno pensato sono le stesse "opportunità" di cui stanno cercando di convincere il mondo e che, a loro parere, sono state generate dall’invasione del Libano nel giugno del 1982. E' anche chiaro che i palestinesi non sono mai stati l'unico obiettivo dei piani sionisti, ma l'obiettivo prioritario in quanto la loro presenza vitale e indipendente come popolo nega l'essenza dello Stato sionista. Ogni stato arabo, tuttavia, in particolare quelli con direzioni nazionaliste coese e chiare, sono un vero e proprio bersaglio prima o poi.

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In contrasto con la dettagliata e inequivocabile strategia sionista chiarita in questo documento, la strategia araba e palestinese, purtroppo, soffre di ambiguità e incoerenza. Non vi è alcuna indicazione che gli strateghi arabi abbiano interiorizzato il piano sionista in tutte le sue ramificazioni. Invece, essi reagiscono con incredulità e shock ogni volta che una nuova fase di esso si svolge. Questo è evidente nelle reazioni arabe, seppur in sordina, per l'assedio israeliano di Beirut. Il fatto triste è che, fintanto che la strategia sionista per il Medio Oriente non viene presa sul serio, la reazione araba a qualsiasi futuro assedio di altre capitali arabe sarà la stessa.

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