http://www.steppa.net/html/khazars/khazars.htm

 

L'Impero dei Cazari

di PierLuigi Rossi


http://www.mondimedievali.net/Medioevorusso/cazari.htm

 

I Cazari e il Mondo della Steppa

A cura di Aldo Marturano


https://it.wikipedia.org/wiki/Cazari

 

Cazari

I Cazari sono una confederazione di popolazioni turche seminomadi originarie delle steppe dell'Asia Centrale in cui confluirono elementi iranici, slavi ed i resti dei Goti Orientali di Crimea. Nel VII secolo fondarono il Khanato di Khazaria nelle regioni più sud-orientali dell'Europa, vicino al Mar Caspio ed al Caucaso.


Esratto da antimassoneria.altervista.org

 

Il Sionismo smascherato

di Floriana Castro

 

Gli Aschenaziti che si fingono ebrei, sono originari della Khazaria e non discendono da Abramo al quale Dio promise la terra per i suoi discendenti.

 

Una cosa molto curiosa e’ pero’ il fatto che la fazione piu’ estrema del giudaismo (sionisti) che promettono il ritorno dei giudei in Palestina in realta’ i loro antenati non vi sono mai stati.

Secondo l’enciclopedia giudaica il 92 per cento degli ebrei sono aschenaziti, su una popolazione mondiale di circa 13 milioni di ebrei, sono piu’ di 10 milioni gli ebrei aschenaziti. “Il 92 per cento di coloro che oggi si proclamano ebrei in realta’ non lo sono, sono semplicemente asiatica del Khazar, tantoevvero che continuano a parlare lo yiddish Khazaro che e’ completamente diverso dall’ebraico” Lo scrittore Andrew Carrington Hichcock nel suo libro “La Sinagoga di Satana” afferma:

“Tutte le persone dette “semite” sono le persone discendenti da Sem, uno dei figli di Noe’. Secondo la promessa dell’Antico Testamento la terra promessa viene assegnata ad un suo discendente, Abramo e ai suoi discendenti e i Sionisti NON sono semiti”.

Secondo molti storici, gli aschenaziti discendono invece da Jafet e non da Sem,  Ashkenaz, era infatti il nipote di Jafet, (figlio di Noe‘) che si stabili nelle terre caucausiche, ci sono che numerosi libri lo spiegano molto bene, tra i piu apprezzabili da segnalare: “ L’inventore del Popolo Ebraico”, di Shlomo Sand e “La Tredicesima Tribu’” di Koestler Arthur.

 

Secondo altre versioni il re Khan khazaro Bulan si converti’ al giudaismo, Attorno al 740 d.C. imponendo tale religione a tutte le popolazioni dei suoi domini. A dimostarzione di cio’ basti pensare che la lingua aschenazita sia lo yiddish, lingua molto diversa dall’ebraico. Inoltre i tratti somatici e i colori chiari degli ebrei aschenaziti sono molto difficili a trovarsi nelle popolazioni di quei territori.

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Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Aschenaziti

 

Gli ebrei aschenaziti (o ashkenaziti), detti anche Ashkenazim. Oppure Yehudei Ashkenaz, "gli ebrei di Ashkenaz". Essi sono i discendenti delle comunità ebraiche medievali della valle del Reno. Ashkenaz era infatti il nome, in ebraico medievale, della regione franco-tedesca del Reno, e Aschenazita significa appunto "tedesco". Nel IX secolo la migrazione di numerosi ebrei dall'Italia Meridionale dà origine a una parte consistente delle numerose comunità Renane. Probabilmente il termine si riferisce agli Ebrei esteuropei in generale, anche se il riferimento non risulta chiaro e certo, in contrapposizione agli ebrei Sefarditi che risiedono nella parte ovest dell'Europa (da Sefarad, Spagna).

 

Cenni storici

Secondo la Bibbia (Genesi 10:3, 1 Cronache 1:6) Aschenaz era figlio di Gomer e nipote di Jafet, formava un popolo che sin dall'VIII sec a.C. viveva nell'Asia Minore e sulle coste del Mar Nero. Dal III secolo d.C. gli aschenaz dell'Ucraina e della Crimea adottarono la lingua gotica parlata allora nella Scizia e, nel IX secolo, si convertirono al giudaismo, seguendo le leggi del khanato dei Cazari. Sin dall'XI secolo la letteratura rabbinica identificò gli aschenaziti come l'insieme di popoli professanti religione giudaica e parlanti la lingua Yiddish, affine al tedesco, che vivevano in Europa centrorientale, unendo gli ebrei della diaspora che formarono comunità nelle regioni della Renania e Palatinato nel Sacro Romano Impero, che si erano formate con l'arrivo, fra la fine del settimo secolo e l'inizio del nono, dell'ultima ondata di ebrei che lasciavano la Palestina a causa della proibizione di lavorare la terra, loro imposta dagli Arabi, coi discendenti degli aschenaziti che vivevano nei regni orientali slavi di Russia, Polonia e Lituania. In epoche successive, molti di essi emigrarono, formando, oltre alle comunità già esistenti in Germania e in Francia orientale, altre comunità in Boemia, Italia settentrionale, Paesi Bassi, Ungheria, Polonia, Russia, Ucraina ed altri paesi dell'Europa orientale. Per tale motivo la parola aschenazita è per molti sinonimo di ebreo orientale, ovvero ebreo del nord est d'Europa. A cavallo degli ultimi due secoli si registrò un'ingente emigrazione aschenazita negli Stati Uniti d'America.

 

Si calcola che nell'XI secolo gli aschenaziti costituissero solo il 3% della popolazione ebraica mondiale; essi giunsero, al massimo della loro espansione demografica (1931), a rappresentarne il 92% ed oggi sono, grosso modo, l'80% del totale (Elazar 1992). La maggior parte delle comunità ebraiche con una lunga tradizione in Europa sono aschenazite, ad eccezione di quelle delle regioni mediterranee. Una gran parte degli ebrei che negli ultimi due secoli hanno lasciato l'Europa, diretti in altri continenti, in particolare verso gli Stati Uniti, sono Ashkenazim.

L'origine degli aschenaziti orientali, parlanti lo yiddish orientale, è stato l'accoglimento nell'anno 1349 da parte del re di Polonia Casimiro III dei profughi ebrei cacciati dai pogrom in Renania, accaduti in quello stesso anno. Questo evento ha dato origine alla più ampia comunità ebraica nel mondo durante il XX secolo, geneticamente molto omogenea, perché derivante da poche famiglie originarie che si sono moltiplicate indisturbate per almeno 5 secoli; una comunità che contava circa 6 milioni di persone alla fine del XIX secolo e che oggi, con le migrazioni, costituisce la maggior parte della popolazione ebraica in Israele e negli USA. Gli aschenaziti orientali erano diffusi prevalentemente in piccoli villaggi rurali sui territori dell'ex unione del Regno di Polonia e Granducato di Lituania nel XIV sec (le attuali Polonia, Bielorussia e Ucraina occidentale); con l'annessione di questi territori all'impero russo nei secoli successivi, agli ebrei fu concesso di risiedere solo in piccole cittadine e villaggi, dette shtetl, nella cosiddetta "zona di residenza".

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