Per pangermanismo (o pangermanesimo) si intende l'aspirazione a unificare politicamente tutte le popolazioni di stirpe e lingua tedesca, che iniziò a diffondersi nel secolo XIX a seguito delle Guerre rivoluzionarie francesi.

Era basato su alcune peculiarità tedesche:

•                A differenza di quanto non fosse accaduto in Gran Bretagna e Francia, infatti, le persone di lingua tedesca non ebbero un vero e proprio stato nazionale fino al 1870.

•                Le zone abitate da etnie di lingua tedesca non avevano confini precisi, soprattutto per quanto riguarda i limiti tra lingua tedesca e lingue slave.

•                Costituiva un problema di primo piano il destino dell'Austria, stato in origine di lingua tedesca ma diventato entità multilingue grazie alla sua espansione territoriale. C'era infatti l'opzione di includerlo in una Grande Germania oppure di lasciargli percorrere una via a parte.

Dopo il crollo dell'Impero di Napoleone Bonaparte, le organizzazioni nazionaliste e razziste pangermaniche alimentarono un vero e proprio movimento politico, che ben presto diede origine a due fazioni:

•                i grandi tedeschi, fautori di una unificazione guidata dagli Asburgo d'Austria;

•                i piccoli tedeschi, che caldeggiavano l'unificazione sotto la corona prussiana, appoggiati dal cancelliere prussiano Otto von Bismarck.

Questi ultimi ebbero la meglio dopo la schiacciante vittoria prussiana ottenuta a Sedan nel 1870 sui francesi, che permise la nascita del Secondo Reich ("Secondo Impero") sotto Guglielmo I di Hohenzollern, ex re di Prussia.

Il Secondo Reich si caratterizzò per il forte militarismo e la volontà di assurgere a potenza di rango uguale a quello dell'Impero Britannico. La sanguinosa sconfitta subita nella Prima guerra mondiale e l'umiliante trattato di pace firmato a Versailles nel 1919 sancirono la fine dell'Impero guglielmino, ma non dell'ideologia pangermanica.

Adolf Hitler fece del pangermanesimo uno dei pilastri fondamentali della propaganda nazista. Fu infatti la presunta intenzione di "riunire il popolo germanico" a giustificare le annessioni dell'Austria, dei Sudeti e successivamente di Boemia e Moravia (1938-1939). Con il nazismo, la teoria del pangermanesimo si sarebbe poi legata a quella dello spazio vitale.

L'ideologia del pangermanesimo con la sua esaltazione della razza tedesca produsse una diffusione dell'antisemitismo come dimostrano la Società Thule o ideologi quali Arthur de Gobineau e Felix Dahn.


pangermanismo (o pangermanesimo) Movimento il cui scopo era l’unificazione di tutte le genti di lingua tedesca. Sin dal 1848 era sorto nel Parlamento di Francoforte un contrasto sulla soluzione da dare al problema unitario fra i Piccoli Tedeschi (Kleinedeutsche), che auspicavano l’unificazione sotto la direzione della Prussia con l’esclusione dei Tedeschi soggetti all’Impero asburgico, e i Grandi Tedeschi (Grossdeutsche), che volevano l’unificazione sotto la guida degli Asburgo. Uscito sconfitto, il programma grande-tedesco rinacque verso la fine del 19° sec. con la costituzione dell’Alldeutscher Verband e dell’Alldeutsche Vereinigung contro le minoranze alloglotte nell’Impero tedesco e austriaco. Si ebbe anche un p. dottrinale e razzista che dalla proclamazione dell’ineguaglianza delle razze giungeva alla esaltazione di un’unica razza, pura e perfetta, nella quale si volle identificare quella germanica. Antesignani di tale dottrina furono il conte J.-A. de Gobineau e H.S. Chamberlain. Delle loro idee si nutrirono il nazionalsocialismo e il suo teorico A. Rosenberg.

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