La rivoluzione sociale per i libertari
di Michail Bakunin, propugnatore instancabile della rivoluzione sociale

La rivoluzione sociale è una concezione di una rivoluzione/rottura, realizzata dalla società stessa (senza intermediari politici), nella globalità, in opposizione all'ordine esistente, con diversi mezzi liberi ed autonomi (consigli, comuni, federalismo, democrazia diretta, spontaneismo, ecc.…), e non con l’azione di un partito o una presunta avanguardia illuminata (es. i bolscevichi durante la Rivoluzione russa). La rivoluzione politica ed economica si adatta ai desideri ed alle necessità che la società pone nell'ambito della rivoluzione (e non l'opposto).

Entro la logica della "coerenza tra mezzi e fini", la resistenza e la liberazione di giorno in giorno è già di per sé rivoluzione sociale, e quest'ultima consiste nient'altro che in una profonda evoluzione della società umana. Attualmente, per come si è sviluppata la congiuntura storica e la prassi, non si può parlare di eccessiva distanza tra le proposte libertarie di un'evoluzione sociale e quelle della rivoluzione sociale. Paul Goodman sostiene che una società libera non può formarsi semplicemente sostituendo un vecchio ordine con uno nuovo, ma deve essere l'estensione della sfera del libero arbitrio e della libertà d'azione, fino a che queste non determinino il cambiamento della maggior parte della vita sociale.

E' questo un concetto molto utilizzato dai gruppi anarchici per delineare un cambiamento profondo che va oltre la politica o il settore economico, compenetrando nella quotidianità delle vite. Il concetto di rivoluzione sociale è contrario alle definizioni di "rivoluzione politica" o "rivoluzione delle masse", poiché si oppone drasticamente tanto ai cambiamenti chiaramente istituzionali come a quelli che non partano da principi autogestionari.

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