Giselle Dian Intervista Anna Bravo


Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008



- Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta contro il razzismo e il movimento per i diritti civili?
- Anna Bravo: L’amore come sentimento rivoluzionario, il passaggio alla violenza come sconfitta dei movimenti. L’idea di una lotta di lunga durata, la capacita' di costringere lo stato a far rispettare le proprie leggi anche quando una parte del paese e' accesamente contraria.
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- Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso degli ultimi decenni a livello planetario?
- Anna Bravo: La valorizzazione della differenza. Di nuovo, l’idea di una lotta di lunga durata. Il conflitto come momento costruttivo e positivo. E la natura multiforme delle nuove azioni delle donne. Ma esistono situazioni di oppressione e violenza su cui i vari femminismi sembrano distratti, forse perche' siamo preda dell’ideologia secondo cui bisogna a tutti i costi rispettare le specificita' culturali. Al funerale di Hina Salem c’era Souad Sbai, presidente delle donne marocchine in Italia, c’era Daniela Santanche', ma non mi sembra ci fossero femministe legate alla sinistra - c’era invece l’Udi, forte della sua tradizione di lotte democratiche.
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- Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le riflessioni fondamentali del movimento antinucleare?
- Anna Bravo: La consapevolezza che non ci si salva da soli. La critica delle scienze, il concetto di limite. Una sana diffidenza verso i governi, lo smascheramento di molte menzogne.
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- Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con il movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali riflessioni si possono trarre da questa vicenda?
- Anna Bravo: Le spirali di vendetta si possono prevenire o fermare. Le vittime possono esere onorate non con la vendetta, ma con l’autocoscienza pubblica dei responsabili e la loro richiesta di perdono. E’ una posizione cosi' rivoluzionaria che non credo sarebbe stata possibile senza grandi guide politico/spirituali, infatti in Algeria ha avuto effetti limitati.
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- Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione che almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone omosessuali vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la violenza omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? Ed attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' giunti a questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento sessuale e delle proprie scelte di vita?
- Anna Bravo: C’e' una divisione: si puo' dire, grosso modo, che in occidente si sono fatti passi decisivi (ma ancora oggi c’e' chi tende agguati a omosessuali, e  in Italia non c’e' alcun riconoscimento delle convivenze); mentre in molte parti del mondo omosessuali, bisex e transgender sono imprigionati/e e uccisi/e. L’occidente, anche in questo caso in nome delle specificita' culturali (e degli interessi economici e degli equilibri strategici) agisce in modo troppo poco incisivo.
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- Giselle Dian: E' sempre piu' evidente la coerenza e la saldatura tra impegno per la pace, affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, scelta della nonviolenza, femminismo ed ecologia. Come e perche' si realizza questa convergenza? Quali frutti rechera' all'umanita'?
- Anna Bravo: Non credo ci sia sempre una convergenza. Cosa fare quando l’affermazione dei diritti di tutti gli esseri umani, a cominciare dal diritto alla vita, e' calpestata da regimi criminali, razzisti, odiatori delle donne e delle differenze? E’ un dilemma su cui molti si sono autodilaniati.
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- Giselle Dian: Quale puo' essere lo specifico contributo dell'arte all'impegno per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Anna Bravo: Restare (o diventare) libera.
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- Giselle Dian: L'opera di Keith Haring, e piu' in generale il linguaggio dei "graffiti", pone in evidenza il rapporto tra opera d'arte e dimensione urbana, tra performance estetica e vissuto della strada, tra "nonluoghi" e impegno civile, tra forme della cultura di massa e lotta contro l'alienazione e l'emarginazione, tra strutture della vita quotidiana e nuove modalita' di risignificazione dei luoghi e delle esperienze esistenziali. Quali riflessioni le suscita questa prassi?
- Anna Bravo: Mi fa pensare a Edward Hopper, il pittore della solitudine nella società di massa.
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- Giselle Dian: Come si riflette la storia e la societa' statunitense nelle esperienze artistiche che dal pop di Andy Warhol giungono fino alle forme piu' recenti di espressione e ricerca estetica?
- Anna Bravo: Forse conta il fatto che negli Usa c’e' stata la realta' ( e la leggenda) della frontiera, una dimensione aperta dello spazio e quindi del tempo e delle idee.
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- Giselle Dian: Nella vicenda di Haring e' rilevante anche il suo impegno nella lotta contro l'Aids (la malattia di cui mori' a trentun anni di eta'). Da allora ad oggi cosa e' cambiato e cosa occorre fare sia sul tema specifico sia piu' in generale per affermare il diritto di tutti alla salute, all'assistenza e alla solidarieta'?
- Anna Bravo: Credo nel diritto alla salute e all'assistenza, dubito invece che la solidarietà possa esprimersi come diritto, non a tutti i bisogni corrisponde un diritto in senso proprio. La solidarieta' e' un obbligo morale che ci si deve assumere come scelta inderogabile. Lavorare per questo e' uno dei compiti piu' importanti dell’oggi. La mancanza di solidarieta' va stigmatizzata apertamente. 



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