Giselle Dian Intervista Beppe Pavan


Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu' dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter "Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile plurale"


 
- Giselle Dian: Quale eredita' ha lasciato nella cultura statunitense e mondiale l'esperienza di Martin Luther King, la lotta contro il razzismo e il movimento per i diritti civili?
- Beppe Pavan: Per me e per molti e molte della mia generazione Martin Luther King e' stato un “profeta dell’amore”, un uomo che ha vissuto predicando e praticando la convivialita' delle differenze, nel solco del profetismo mondiale che da sempre ha animato la vita dell’umanita' e dell’intero creato. Come miriadi di uomini e di donne che il potere dominante cerca di ignorare e, quando non e' possibile, uccide. La sua e' un’eredita' che e' ormai impastata indissolubilmente nella nostra vita e nella vita del mondo: a noi tocca imparare a fare altrettanto finche' l’amore non trionfera'. Non succedera' tanto facilmente, ma vale la pena spenderci la nostra vita...
*
- Giselle Dian: La riflessione e la pratica del femminismo hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dei movimenti sociali impegnati per i diritti umani di tutti gli esseri umani. Come si e' esercitato questo ruolo nel corso degli ultimi decenni a livello planetario?
- Beppe Pavan: Ha avuto un ruolo fondamentale, questo e' innegabile... Nella mia esperienza, personale e del gruppo di autocoscienza maschile, gli elementi consapevolmente decisivi sono:
- la pratica del “partire da se'”, cioe' la consapevolezza della parzialita' individuale e di genere, l’irriducibilita' della differenza tra uomo e donna, l’impossibilita' di parlare “a nome di...”, ma solo di me;
- di qui il rispetto di ogni differenza, la necessita' per il maschile di fare un passo indietro dal piedistallo di superiorita' su cui lo ha collocato la cultura patriarcale (cioe' su cui si e' autocollocato, deciso a rimanervi), l’abbandono consapevole della competizione in favore della cooperazione in tutti i luoghi del vivere quotidiano;
- la riflessione conseguente che e' conveniente, per il mondo e per ciascuno e ciascuna di noi, che anche gli uomini si incamminino su questi percorsi di consapevolezza e di cambiamento di se', perche' le donne da sole non potrebbero farcela a “rimettere al mondo il mondo”, se il maschile continua imperterrito a dominare;
- la riflessione decisiva (Luisa Muraro) sull’ordine simbolico della madre, che secondo me vale anche per noi uomini: il fondamento di una societa' dell’amore universale, del riconoscimento e della riconoscenza per l’amore che e' fonte di vita... scegliendo di sottrarre, anche noi uomini, il consenso all’ordine simbolico del padre, che detta le regole, punisce fino alla morte chi le trasgredisce, impone il proprio sguardo possessivo su tutto il mondo e su tutto cio' che e' diverso da se';
- in particolare sono riconoscente alle donne che hanno incarnato e incarnano le cosiddette “teologie femministe”: padre e colonna portante del patriarcato e' il monoteismo, che fonda ogni “mono” (pensiero unico, unico modello democratico, unico sistema economico possibile, ecc.). le teologhe femministe hanno portato piu' avanti l’elaborazione delle teologie della liberazione. Ricordo in particolare Mary Daly, morta recentemente, e il suo libro Al di la' di Dio Padre.
*
- Giselle Dian: L'opposizione alla bomba atomica ha caratterizzato la seconda meta' del Novecento; negli ultimi decenni essa si e' sviluppata anche contro le centrali nucleari, cogliendo una serie di decisivi nessi ed implicazioni. Quali sono state le esperienze cruciali e quali sono le riflessioni fondamentali del movimento antinucleare?
- Beppe Pavan: La produzione di energia dal nucleare comporta costi insostenibili per una quota insufficiente di energia prodotta, sottraendo le risorse necessarie allo sviluppo della ricerca nel campo dell’energia rinnovabile.
La pervicacia con cui i dominatori del mondo insistono e' troppo palesemente dettata dal desiderio di sostenere la competizione in campo bellico, l’unica che permette ai governi possessori della bomba di imporsi sulla scena internazionale con la minaccia estrema, per dominare economia e finanza con la rapina delle materie prime ai Paesi del mondo che non possono resistere alla minaccia della forza, ecc.
*
- Giselle Dian: La solidarieta' internazionale con il movimento antiapartheid in Sudafrica ha caratterizzato gli anni Ottanta; e ad essa anche gli artisti (delle arti visive, della musica, della letteratura, del teatro e del cinema) hanno dato un contributo rilevante, particolarmente sul versante della sensibilizzazione. Poi, negli anni '90, la liberazione di Nelson Mandela, la sua elezione a primo presidente democratico del Sudafrica, e l'esperienza straordinaria della Commissione per la verita' e la riconciliazione, costituiscono eventi di portata mondiale ed epocale. Quali riflessioni si possono trarre da questa vicenda?
- Beppe Pavan: Le mie riflessioni sono gia' tutte nelle cose che ho scritto sopra. Quello che risulta sempre piu' incredibile e insopportabile e' che questa lezione della storia non venga imparata a memoria: ne' dai dominanti, che ogni volta cercano di imporsi, pur sapendo che non durera', alla ricerca di un vantaggio economico per se', indipendentemente dalle ricadute nella vita dei loro stessi figli; ne' dalle popolazioni sottomesse, che a volte votano per o subiscono governi razzisti, animate da una cultura della ricerca del privilegio immediato e impossibile.
Il bisogno e il desiderio di liberta', indispensabile per vivere bene, e' troppo forte: ma dobbiamo continuamente scoprirlo e riscoprirlo per impedire che venga ogni volta soffocato. La strada che credo sia piu' efficace e' quella che si costruisce attraverso la presa di consapevolezza delle singole persone e la resistenza nel tempo. La militanza politica fine a se stessa, cioe' intesa all’ingresso nella stanza dei bottoni, non garantisce il reale cambiamento culturale che e' la base di ogni cambiamento sociale duraturo. Bisogna partire da se', dalle proprie relazioni, imparando a viverle con cura e rispetto di ogni differenza.
*
- Giselle Dian: Da alcuni anni si ha la sensazione che almeno in alcune parti del mondo finalmente i diritti delle persone omosessuali vengano almeno formalmente riconosciuti, e che il pregiudizio e la violenza omofoba non godano piu' di una complicita' diffusa. E' realmente cosi'? Ed attraverso quali tappe di impegno civile e di progresso culturale si e' giunti a questa situazione, e quanto cammino c'e' ancora da percorrere, e quali iniziative occorre intraprendere affinche' ad ogni persona sia riconosciuto il diritto alla libera autodeterminazione ed autogestione del proprio orientamento sessuale e delle proprie scelte di vita?
- Beppe Pavan: Le persone omosessuali e omoaffettive sono quelle che per prime, secondo me, hanno goduto degli effetti positivi della rivoluzione femminista, almeno nel senso che in alcune parti del mondo, ecc. Purtroppo non e' una condizione molto diffusa, neppure nei Paesi piu' aperti. Pesa terribilmente la misoginia e l’omofobia delle caste gerarchiche cattoliche, che sfruttano il ricatto elettorale per garantirsi la complicita' dei governi. Bisogna certamente conquistare leggi favorevoli, senza dimenticare mai il discorso del punto precedente: partire da se' e resistere nel tempo, perche' il rischio di tornare indietro e' sempre in agguato. E diffondere la cultura della convivialita' in ogni luogo di vita.
*
- Giselle Dian: E' sempre piu' evidente la coerenza e la saldatura tra impegno per la pace, affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, scelta della nonviolenza, femminismo ed ecologia. Come e perche' si realizza questa convergenza? Quali frutti rechera' all'umanita'?
- Beppe Pavan: Intanto non e' cosi' scontata, questa convergenza. Non dimentico mai che al Social Forum di Porto Alegre erano stati denunciati episodi di stupri da parte di militanti eco-pacifisti... La convergenza e' evidente: l’ordine simbolico della madre e' nonviolenza nelle relazioni intime; questo insegna anche agli uomini la nonviolenza in tutte le relazioni, comprese quelle con la natura, gli animali, l’ambiente, i beni comuni... perche' la parzialita' ci accomuna: siamo creature tra creature e solo l’armonia di tutte le relazioni garantisce la vita contro la deriva autodistruttrice che il genere umano ha messo in cantiere. Piu' presto anche gli uomini delle religioni lo capiranno, piu' presto si invertira' questa tendenza necrofila.
*
- Giselle Dian: Quale puo' essere lo specifico contributo dell'arte all'impegno per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Beppe Pavan: Non ne ho una competenza specifica, ma credo che l’arte, in tutte le sue manifestazioni, sia una potente energia culturale: ci insegna l’amore per la bellezza, per l’armonia, per la gioia... Ci aiuta a capire che e' conveniente cambiare rotta: e' meglio vivere che morire; e' meglio vivere bene che logorarsi in una perenne competizione, distruggendo tutto...
*
- Giselle Dian: L'opera di Keith Haring, e piu' in generale il linguaggio dei "graffiti", pone in evidenza il rapporto tra opera d'arte e dimensione urbana, tra performance estetica e vissuto della strada, tra "nonluoghi" e impegno civile, tra forme della cultura di massa e lotta contro l'alienazione e l'emarginazione, tra strutture della vita quotidiana e nuove modalita' di risignificazione dei luoghi e delle esperienze esistenziali. Quali riflessioni le suscita questa prassi?

- Beppe Pavan: Conosco superficialmente l’opera di Haring, ma sono tra coloro che apprezzano i graffiti stradali, in particolare quelli che danno luce e vivibilita' agli angoli bui e tristi delle citta', quelli che parlano il linguaggio dei giovani e sanno dare voce ai desideri delle persone emarginate.
*

- Giselle Dian: Nella vicenda di Haring e' rilevante anche il suo impegno nella lotta contro l'Aids (la malattia di cui mori' a trentun anni di eta'). Da allora ad oggi cosa e' cambiato e cosa occorre fare sia sul tema specifico sia piu' in generale per affermare il diritto di tutti alla salute, all'assistenza e alla solidarieta'?
- Beppe Pavan: Bisogna avviare una campagna planetaria permanente di educazione della parte maschile dell’umanita' alla convivenza serena con il proprio corpo, perche' impari il rispetto dei corpi di ogni donna e ogni uomo e, in particolare, che la sessualita' e' relazione. Il corpo non puo' mai essere usato come un’arma ne' considerato una macchina che deve ogni tanto aprire le valvole di sfogo, pena l’implosione.
Al centro delle reti di relazione ci stanno le persone, non il denaro: il denaro deve tornare ad essere considerato mero strumento per garantire a tutti e tutte una qualita' di vita dignitosa e questo e' possibile solo attraverso la cooperazione, unica strada per la garanzia di tutti i diritti, a partire da quelli citati nella domanda.

top