Premio Nobel per la Letteratura 2012

Chi era Mo Yan prima di raggiungere fama internazionale con Sorgo rosso? Nel suo ricordo e nelle parole di questo racconto, un bambino cacciato da scuola alla fine degli anni settanta, individuato come responsabile di ogni brutto tiro giocato nel piccolo paese ai margini della campagna cinese in cui è cresciuto. Poi un adolescente e un operaio al cotonificio di zona che spende tutto ciò che guadagna in guanti bianchi come i divi del cinema e che, per affrancarsi dal ceto di contadino, entra nell’esercito, finendo in una sperduta unità a coltivare i campi e a sognare di morire nella Guerra del Vietnam. Ad accompagnare la sua crescita, a seguire con destini alterni la sua inaspettata fortuna sono due suoi compagni di classe, He Zhiwu – eroe canaglia che non conosce principi di autorità e costruisce un impero economico di azioni azzardate – e Li Wenli – una ragazza testarda, abituata a prendere sempre le scelte giuste che la portano sul cammino sbagliato. Trent’anni di storia cinese, trent’anni di transizione raccontati attraverso i cambiamenti epocali di vite minute, con il tono aperto e autoironico di una confessione tra amici.


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13-10-2012 - 12:09:29

La Cina raccontata da Mo Yan
di Mo Yan

Nel 1976 il decennio di Rivoluzione culturale sta per concludersi e il protagonista di Cambiamenti riesce finalmente ad arruolarsi nell'esercito. Possiamo seguirlo per quasi 40 anni e capire così l’incredibile trasformazione della Cina. China Files ve ne regala un estratto (per gentile concessione della casa editrice Nottetempo)

Fin da piccolo sono sempre stato un povero infelice, un disgraziato a cui le furbizie si ritorcono sempre contro. Persino i tentativi di ingraziarmi i maestri venivano presi come macchinazioni ai loro danni. Piú di una volta, mia madre mi aveva detto sospirando: “Figlio mio! Sei come il gufo che annuncia buone nuove, per quanto si forzi non gli crederanno mai!

Il tecnico Zhang guidava come un matto, era un autentico pirata della strada. A quell’epoca c’erano pochissime vetture e neanche un chilometro di autostrada in tutta la Cina. Quella su cui viaggiavamo e che era considerata la migliore strada pubblica, risaliva ai tempi dell’invasione giapponese ed era cosí stretta che consentiva a malapena il transito di due auto affiancate. I ciclisti che ci passavano ai lati venivano inghiottiti dalla nube di polvere alzata dal nostro automezzo. Spesso li sentivamo imprecare a gran voce alle nostre spalle.

Qui la gente era piú coraggiosa di quella delle nostre parti. Il padre di Lu Wenli aveva ammazzato un gran numero di cani e galline senza che nessuno piantasse mai una grana. Ma una volta che qui il tecnico Zhang era passato sopra a una gallina, la vecchia padrona reggendone il cadavere e appoggiandosi al bastone era arrivata fino in caserma, si era piazzata davanti all’ufficio del comandante e, picchiando sulle assi della porta, si era messa a lanciare improperi. Ho poi saputo che si erano ispirati a lei per il personaggio dell’eroina della milizia popolare nel film La guerra delle mine e che entrambi i suoi figli erano alti ufficiali dell’esercito.

La vecchia signora sbraitava come una furia: “E voi sareste l’8a Armata? Neanche i diavoli giapponesi erano cosí brutali quando occupavano un villaggio!” Il comandante a testa bassa, la schiena piegata in due, continuava a profondersi in scuse, si offrí anche di pagarle dieci yuan come risarcimento. La vecchia lo rimbeccò: “Dieci yuan? Quella gallina deponeva un uovo con due rossi al giorno, che fanno trecentosessantacinque uova doppie all’anno. Cinque uova con due tuorli pesano mezzo chilo, che si vende per cinque yuan e otto centesimi. Ora fatti un po’ il conto, quanto sarebbe?” Alla fine, un po’ con le buone e un po’ con le cattive, riuscí a togliersela di torno dandole venti yuan.

Chi si aspettava che, dopo essere uscita, tornasse indietro pretendendo che mandassero a chiamare l’autista perché voleva vederlo in faccia? Con le labbra arricciate in segno di disprezzo, aveva detto: “Voglio proprio vedere che razza di uomo è uno che guida un camion malandato come se fosse un coniglio in fuga davanti a un fucile!” Il nostro comandante non aveva scelta, mi spedí a cercare il tecnico Zhang. Quando lui vide la vecchia, scattò sull’attenti in un ossequioso saluto militare e poi le disse: “Madre rivoluzionaria, questo tuo figlio riconosce di aver sbagliato!” La vecchia rispose: “Non basta ammettere gli errori, bisogna anche correggerli! D’ora in poi, quando entri nel villaggio dovrai rallentare fino a quindici chilometri all’ora, altrimenti io pianto sulla strada uno sbarramento di mine collegate e ti faccio saltare in aria, bastardo che non sei altro!

Poi venni a sapere che il tecnico Zhang, uomo di estrema scaltrezza, era andato a trovare l’anziana signora portandole dei dolcetti e l’aveva scelta come sua madrina.