Quello che Kunstler propone è uno scenario pre e post apocalittico.

Il clima sta cambiando. Il petrolio finirà e a breve la produzione comincerà a diminuire. Allo stato attuale le energie veramente alternative non esistono, e soprattutto non sono utilizzabili nell’ambito dei trasporti.

Sono queste le ragioni che, secondo Kunstler, ci hanno condotto all’emergenza attuale, una lunga emergenza che ha già prodotto guerre, nazionalismi, integralismi. La globalizzazione non ha futuro e tutti questi nuovi moti celano al contrario solo l’intento di appropriarsi, in uno specifico micro ambito, delle poche risorse rimaste.

Finita l’emergenza e finite le risorse, sarà il medioevo. Senza combustibile a basso costo le grandi metropoli non potranno sostenersi, l’industria crollerà, l’agricoltura intensiva collasserà e niente sarà più lo stesso. Il pianeta Terra senza petrolio può sostenere poco più di un miliardo di persone, quelle che lo abitavano prima della rivoluzione degli idrocarburi. Per le altre sarà la catastrofe. Ma nell’arco dello sviluppo umano il periodo del petrolio, dell’infantile consumismo oltre il sostenibile, è durato un battito d’ali; appena 50 anni.

L’analisi di Kunstler della società contemporanea e della sua prossima fine è caustica e apocalittica come nel suo stile, ma i suoi pronostici, ben argomentati e scientificamente approfonditi, sono terribilmente credibili.