Il libro è un atto di accusa verso Internet. Da strumento straordinario di comunicazione e innovazione si sta trasformando in una potentissima macchina di censura e oppressione. Le ragioni di questo cambiamento vanno rintracciate nella crescita esponenziale della sorveglianza digitale e nella sua commercializzazione; nella mancanza di consapevolezza degli utenti sulle tecnologie utilizzate, nella censura e nella costante "militarizzazione del cyberspazio", nuovo campo di battaglia anche per le guerre tradizionali. Lo sviluppo dell'industria della sorveglianza digitale (e il suo utilizzo sempre più esteso da parte dei governi e delle corporation) ha portato a una nuova fase di "sorveglianza strategica" in cui si tiene memoria di qualsiasi informazione, da scandagliare in seguito alla ricerca di materiale sensibile. Una sorveglianza cui chiunque, anche semplicemente stando su Facebook, è esposto, rendendo intercettabile qualsiasi comunicazione privata. In particolari contesti come la Libia o la Siria, per esempio, la sorveglianza diventa un'arma a tutti gli effetti. L'esposizione a questo pericolo è resa ancor più semplice dall'attività di "spionaggio" realizzata legalmente dal settore privato quando interpellato dalle autorità. Google, Facebook e Twitter si sono trasformati in "polizie segrete privatizzate".

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25 giugno 2013

Assange e l’agonia della democrazia
di Damiano Mazzotti

Feltrinelli ha pubblicato “Internet è il nemico”, un saggio dove Julian Assange discute delle fragili libertà personali e sociali legate all’evoluzione tecnologica internettiana.

Assange dialoga con altri tre importanti esponenti del mondo della filosofia Cypherpunk, attivisti che mirano alla difesa dei più deboli attraverso i sistemi di crittografia più innovativi. Il loro motto è “Privacy per i deboli, trasparenza per i potenti”. Indubbiamente le burocrazie governative, i poteri finanziari e le multinazionali hanno trasformato Internet nel nemico, approfittando della tracciabilità dei dati.

I governi stanno limitando la libertà di comunicazione internettiana, però “anche nei governi ci sono quelli che preferiscono avere una propria sfera decentrata di potere, e perfino lì ci sono diverse fazioni in lotta tra di loro. Sarà questo che alla fine ci salverà dal Grande Fratello, perché saranno in troppi a voler essere il Grande Fratello e a combattersi” (Andy Muller-Maguhn a p. 80).

Assange e gli attivisti più oculati mirano ha difendere la libertà di anonimato, ma Assange rimane l’uomo misterioso che ha portato alla luce 250.000 documenti catalogati come confidenziali e segreti dal governo americano e l’attivista passivo-aggressivo che ha promesso verità scandalose sulle multinazionali bancarie e che invece è stato usato per evitare di reagire ai reati finanziari.

A quanto pare la funzione principale degli operatori dei servizi segreti è quella di “rallentare i processi per poterli controllare meglio” (collaboratore governativo tedesco). Così evitare di citare certe informazioni e “dichiarare segrete le cose significa che limiti la quantità di persone che detengono il sapere e pertanto la capacità di influenzare quel processo" (Andy Muller-Maguhn, p. 30). Comunque sono decine e decine le società private che collaborano con i governi nella fornitura di sistemi informatici adatti a sorvegliare e a censurare, e in grado di raccogliere e conservare i dati a tempo indeterminato senza nessuna autorizzazione da parte della magistratura.

Per quanto riguarda gli aspetti economici, Paypal, Visa e MasterCard hanno imposto un quasi monopolio, fino al punto “che persino i pagamenti dei cittadini russi nei negosi di russi per russi saranno trattati nei centri dati americani”. C’è anche un altro fenomeno: ad esempio “i paesi africani ricevono in regalo dai cinesi un’intera infrastruttura Internet, compresi cavi in fibre ottiche e backbone switch… Ovviamente i cinesi sono interessati ai dati, perciò non hanno bisogno di essere ripagati in soldi, loro accettano i dati, la nuova moneta” (Andy Muller-Maguhn, p. 56).

Infatti l’analisi delle reti sociali, l’ascolto delle trattative commerciali e l’utilizzo delle informazioni giuste al momento giusto permette ai privilegiati di alcune multinazionali di realizzare dei contratti milionari e miliardari (soprattutto nei business minerari, energetici, militari e finanziari). Quindi prima o poi scoppierà la prima bolla dei dati e la democrazia virtuale morirà. E risorgerà: miliardi di cervelli non possono essere controllati tutti nello stesso momento, dalla stessa multinazionale o dalla stessa nazione, poiché “La rete interpreta la censura come un danno e la aggira” (John Gilmore, cofondatore della statunitense Electronic Frontier Foundation).

Nota - Un hacker non è un cracker: il primo è un appassionato che ama le sfide tecnologiche e i miglioramenti sociali, il secondo è uno stronzo che penetra e rompe i sistemi di informazione e causa danni più o meno consistenti. Comunque il Web ci rende liberi, perché ci rende tutti lettori e tutti editori a costi bassissimi e a km zero.


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Julian Assange è il caporedattore e la mente visionaria che sta dietro a WikiLeaks. In collaborazione con Suelette Dreyfus ha scritto la storia del movimento hacker internazionale, “Underground”, che ha ispirato il film “Underground: The Julian Assange Story” (di Robert Connolly, 2012).

Jacob Appelbaum è cofondatore di Noisebridge di San Francisco, membro del berlinese Caos Computer Club e ricercatore di Tor Project, un sistema di gestione dell’anonimato.

Andy Muller-Maguhn è membro del Chaos Computer Club e cofondatore di una ong per la difesa dei diritti umani digitali: l’European Digital Rights.

Jérémie Zimmermann è cofondatore e portavoce di un gruppo di tutela legale dei cittadini che difende il diritto all’anonimato online: La quadrature du Net.