Una donna palestinese, colta, intelligente e spiritosa, tiene un 'diario di guerra'. Gli israeliani sparano ma, nella forzata reclusione fra le pareti domestiche, 'spara' anche la madre del marito, una suocera proverbiale. In un pugno di pagine scoppiettanti di humour e di vetriolica lucidità politica e sentimentale, i colpi bassi di Sharon e del suo governo finiscono così per fare tutt'uno con le idiosincrasie della suocera petulante con la quale l'autrice si trova a trascorrere, in un involontario tete-à-tete, il tempo dell'assedio. Sconveniente e sofisticata quanto basta per increspare le acque della correttezza politica e per evitare il tormentone retorico che vorrebbe vittime e oppressori sempre assegnati a campi rigorosamente separati, con "Sharon e mia suocera" Suad Amiry fa emergere un quadro lieve, surreale e ad altissima definizione dei guasti di una vita offesa.