Presentata inizialmente ad un side-event nel contesto del vertice di Copenhagen del 2009, questa raccolta di politiche economiche innovative per ridurre le emissioni si offre all’interesse dei policymaker di tutto il mondo. Il libro, oggi divenuto di 455 pagine, abbraccia in 33 incisivi e sintetici capitoli una larga varietà di politiche inconsuete, che mirano a modificare la struttura dei mercati, il comportamento d’impresa, le scelte dei consumatori, il modo con cui si prendono le decisioni. Tutto questo all’interno di un prospettiva di governance multi-livello, dal globale al locale, che contrasta l’elusione delle responsabilità e fornisce invece ruoli e strumenti attivabili a ciascun livello decisionale. Dopo aver raccolto l’elogio di Bill McKibben e di chi ha presieduto una sessione dei negoziati climatici globali (la COP9), il libro offre ad a decisori politici e cittadini impegnati informazioni e strumenti per agire per ridurre i consumi energetici e le emissioni di gas serra.

http://www.climalteranti.it/
12 novembre 2012

Come accelerare la mitigazione dei cambiamenti climatici

Esce su Amazon.it la seconda edizione di “Politiche economiche innovative per la mitigazione dei cambiamenti climatici”, aggiornata con le prime implementazioni all’estero ed in Italia. Un lavoro collettivo di oltre 30 scienziati, presentato da chi ne ha coordinato il lavoro.

Invece di schierarsi con gli inquinatori (e considerare quindi la mitigazione come un costo, da minimizzare tramite obiettivi poco ambiziosi, da rimandare alle calende greche, da spostare sui paesi in via di sviluppo e di cui gravare settori economici fragili e poco capaci di fare lobbying), il libro assume il punto di vista delle imprese della green economy – e quello di chi ama il pianeta e gli esseri viventi – dimostrando come si possa fare della mitigazione un fattore propulsivo di innovazione, imprenditorialità, fatturato, occupazione, introiti fiscali, stabilità finanziaria, benessere e felicità individuale e collettiva.
I contributi di psicologi, sociologi, economisti e testimoni privilegiati si complementano l’un l’altro, offrendo un menù tutto da declinare per paese e per settore di emissioni, attraverso policy packages in cui inglobare questioni di interesse ulteriore. Ad esempio durante operazioni di rigenerazione urbana  è possibile puntare a fare dei veri e propri nuovi ecoquartieri, dalle prestazioni ambientali eccellenti, sia sul piano degli edifici che degli spazi pubblici e della mobilità, ottenendo vantaggi di vivibilità e risparmi.

Il libro non si pronuncia su quali siano le tecnologie preferibili in ogni contesto: offre piuttosto un nuovo frame per riconsiderarle tutte e per accelerare la diffusione delle eco-innovazioni che uno studio accorto delle condizioni locali abbia selezionato (siano esse tecnologiche o comportamentali).
Non vi è qui lo spazio per descrivere (e neppure elencare tutte) le ricette offerte dagli autori. Si sottolinea però che esse assumono come punto di riferimento l’economia contemporanea, nella quale prevale la differenziazione dei prodotti, eterogenei per performance ed immagine sociale, scelti sulla base di una razionalità, limitata sensibile alla pubblicità ed alle mode, attraverso canali distributivi che giocano un ruolo attivo di influenza sulle scelte.
Queste politiche non si limitano quindi ad invocare segnali di prezzo (quali i rincari dei prodotti inquinanti, siano essi ottenuti con

carbon tax o con cap-and-trade) bensì allargano l’azione a “tutto ciò che serve” perché si modifichino le traiettorie tecnologiche delle successive generazioni di prodotti per passare dalla dark alla green economy. Si ragiona in termini di ciclo di vita dei prodotti e dei settori industriali per proporre politiche mirate per ciascuna fase.

Ecco quindi ad esempio la proposta di incrementare il valore delle certificazioni verdi, offrendo gratuitamente spazi pubblicitari ai prodotti puliti da esse garantiti, facendo leva sulla pubblicità per ottenere (in settimane, non in decenni!) effetti sugli acquisti – e quindi sui profitti, gli investimenti e l’occupazione.

Il libro entra nel dibattito tra obiezioni e contro-obiezioni, offrendo politiche che, a valle, trasformano la domanda e, a monte, riorientano la Ricerca e Sviluppo di nuovi prodotti (affinché le caratteristiche dei prodotti verdi siano accettabili alla stragrande maggioranza dei consumatori), anche attraverso una “gestione strategica” delle “nicchie produttive”, enfatizzando gli effetti su occupazione e sviluppo locale, allo scopo di redigere piani locali di mitigazione ed adattamento.

Non è quindi un caso che in un primo progetto di ecoquartiere, basato su quanto proposto nel libro e recentemente finanziato in Italia con oltre 5 milioni di euro di fondi europei, l’acquisto di eco-innovazioni metta in moto una serie di azioni coerenti che puntano a facilitare l’assorbimento di nuova manodopera appositamente formata. Ma è a Torino che, nell’ambito della direzione smart che va prendendo la città, nasce una seconda operazione di ecoquartiere la  quale applica le politiche del libro ad un contesto a forte identità territoriale, attraverso un mutuo scambio locale-globale.