Il sogno di Omàr è il viaggio, attraverso l’illusione onirica, nelle speranze e nelle paure degli uomini che hanno perso la strada dei sogni.
Da circa un anno Omàr faceva un sogno ricorrente che lo attanagliava; solo alla fine della sua vita, Dio accolse le sue preghiere e mandò lui un sogno che risolvesse i suoi turbamenti. Omàr comprese così come il mezzo onirico potesse divenire per gli uomini quella luce che rischiara e invera le esistenze di chi ha perso la coscienza. Di questa verità Omàr si farà messaggero tra gli uomini che riceveranno i sogni che li illumineranno. I racconti sono collegati tra di loro dalla riflessione sul conflitto israelo-palestinese mediante l’osservazione partecipata di singole situazioni private.
Dalla manipolazione e dalla disperazione a cui è costretto l’uomo nelle culture aggressive e teocratiche, al ripudio della propria moglie, all’impossibilità di amore e di amicizia tra etnie diverse, alla violenza imposta alla donna dai costumi e dalla cecità di alcune tradizioni.
In ultima analisi, il racconto “La cultura della speranza” è una postilla di denuncia per chi ha calpestato, e continua a calpestarla, in nome di presunti principi che offendono il valore dell’uomo.