Prefazione
di Laura Scalabrini

Il Movimento Verde è storia politica recente, una storia iniziata negli anni 80, nata dall’esigenza di tutelare valori dimenticati dai partiti presenti in quegli anni nel Parlamento Italiano.

Dopo il disastro di Chernobyl del 1986 anche la gente comune ha iniziato a prendere coscienza e ad esigere, dai governi, un maggior impegno e attenzione per l’ambiente.

Il liberismo economico ed il capitalismo di Stato meglio noto come comunismo che rappresentavano fino a quel momento le due teorie economiche praticate dai governi nel mondo, mostravano eguale capacità distruttiva della terra e delle sue risorse non rinnovabili.

L’uso delle risorse della terra ed il loro accaparramento come fonte di benessere e di ricchezza sono state sempre le motivazioni reali per lo scatenamento di guerre feroci e distruttive.

Il risultato di tali guerre indipendentemente da chi momentaneamente le vinceva, ha portato sempre una maggiore povertà per tutto il genere umano e per tutte le specie viventi.

Purtroppo la stagione movimentistica verde è stata di breve durata.

Gli appetiti di alcuni uomini politici emergenti (Rutelli, Ronchi, Mattioli ed altri ancora) non hanno consentito, al giovane ed ancor fragile movimento, di portare avanti le istanze per le quali era nato.

Nel 1990 il Movimento, con un colpo di  mano, viene trasformato in partito ed assorbito dalla sinistra estrema, che con la caduta del muro di Berlino perde credibilità e ideali; alla sinistra di Capanna si aggiungono alcuni radicali in lite con Pannella, e altri estremisti di Lotta Continua.

Bisogna però dire che nei dieci anni di vita del Movimento Verde in Italia si raggiunsero momenti di forte impegno morale, di dibattito intenso riuscendo a produrre una rivoluzione culturale fuori e dentro i partiti.

Tuttavia, nonostante l’impegno di alcune persone di matrice culturale cristiana, non si è mai potuto raggiungere il traguardo della trasversalità del Movimento Verde, rimanendo quest’ultimo prerogativa ed appannaggio culturale della sinistra.

La colpa di tutto ciò va ascritta ai cristiani cattolici di centro destra che, per compiacere la destra di Fini ed evitare polemiche interne, hanno preferito non impegnarsi sui temi ambientali dimenticando, volutamente, l’enciclica di Papa Giovanni Paolo II “Centesimus Annus” del 1992.

I Verdi di sinistra hanno così finito per essere gli unici ambientalisti riconosciuti politicamente e culturalmente.

Purtroppo le opportunità perdute di misurarsi e confrontarsi su temi di così grande portata culturale hanno finito per impoverire i Verdi trasformati in partito relegandoli su posizioni fondamentaliste di estrema sinistra di cui sono ormai divenuti una mera appendice.

In questo libro vengono documentati i vari passaggi politici, raccolti alcuni scritti di notevole pregio e spessore culturale elaborati da Giannozzo Pucci alla cui passione politica, culturale e morale è dedicato questo lavoro.