Non rassegnato
di Enrico Peyretti

Turi Vaccaro
HvB De Boschpoort Nassausingel 26,
4811 DG Breda
the Netherlands

Torino, 29 agosto 2005
Carissimo Turi,
leggo della tua azione e processo.
Ammiro il tuo coraggio e il significato della tua azione. Voglio
soprattutto esprimerti la mia vicinanza solidale e morale, sperando che ti
sostenga nella solitudine del carcere.
Quello che hai fatto non è il tipo di azione che io sceglierei di fare,
però voglio testimoniare che, ben più che una violazione di leggi, essa è
un'affermazione di valori: il valore della vita e della convivenza il
vivere insieme contro gli strumenti di morte, pensati e voluti per dare la
morte, e usati orribilmente per uccidere.
Io credo che giudici giusti e sensibili all'umanità, pur dovendo giudicare
l'atto di danneggiamento materiale, debbano altrettanto riconoscere il tuo
intento, che è un'affermazione della umanità, della pace, della vita, e
perciò un'affermazione di giustizia. Ed è per affermare la giustizia, che i
giudici sono posti a giudicare.
Tante volte la giustizia è più grande e più obbligatoria della legge, come
hanno mostrato Socrate, Gesù, Thomas More, Thoreau, Gandhi, Badshah Khan,
Martin Luther King, Franz Jägerstätter, per dire solo alcuni dei molti
obiettori di coscienza nella storia umana.
„Bisogna obbedire a Dio perciò alla coscienza della fraternità umana -
prima che agli uomini‰, hanno testimoniato con le stesse parole sia Socrate
(Apologia) che gli Apostoli (Atti 5,29).
Muovere in avanti la legge per migliorarla in nome della giustizia è
aiutare la legge a realizzare il suo scopo nella società umana: vivere
insieme, non uccidersi l'un l'altro.
La guerra è sempre illegale per la Carta dell'Onu, che è la costituzione
mondiale di pace. La guerra in corso nell'Iraq è illegalissima. Ogni gesto
e parola contro la guerra è difesa e affermazione della legge dell'umanità.
Ti mando, per consolazione e divertimento, una poesia.
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza! Pace, forza,
e gioia!

Enrico Peyretti
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Quando passa un aereo da guerra
io lo maledico.
Il pilota no, che fa il mestiere
più infelice del mondo
peggio di pubblicani e prostitute.
Vorrei che gli nascessero due ali
d'angelo o di gabbiano
e scendesse sorridendo
nel giardino di casa sua
o nel cortile della scuola
per far ridere i bimbi.

Ma l'aereo
scheletro di mostro antidiluviano
che si schianti presto
sulle rocce più brulle del mondo
senza uccidere nemmeno
una lucertola.
E l'ingegnere che l'aveva pensato
si metta a fabbricare caffettiere
macchine da cucire, arnesi da falegname
o, se preferisce, giostre e ottovolanti.
Luca Sassetti

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