BILL CLINTON 1:2
Il 5 ottobre il Pres. Bill Clinton annuncia il raggiungimento di un accordo per il cessate il fuoco, dovrebbe entrare in vigore a partire dalla mezzanotte del 10 ottobre. L'accordo é condizionato all'applicazione di otto punti, sui quali si basa l'intesa.
1°) L'accordo é valido per tutta la Bosnia Herzegovina, ed entrerà in vigore in seguito all'attuazione dei punti successivi.
2°) La luce elettrica e il gas devono riprendere ad essere erogate con normalità a tutta la città di Sarajevo.
3°) La tregua avrà una durata di 60 giorni, nei quali verranno organizzati colloqui di pace a Washington, verso la fine del mese di ottobre, e una conferenza di pace a Parigi per definire la spartizione dei territori.
4°) I comandi militari dovranno proibire in termini chiari e precisi ogni azione offensiva, incluse le attività dei cecchini, la posa delle mine e l'innalzamento di nuove barricate.
5°) Le parti si impegnano a garantire il trattamento umano dei civili e lo scambio dei prigionieri di guerra, che avverrà sotto la supervisione delle forze di pace dell'ONU.
6°) Le parti dovranno collaborare con l'UNPF nell'attività di sorveglianza del rispetto del cessate il fuoco.
7°) Le parti dovranno consentire il libero passaggio e il libero transito tra Sarajevo e Gorazde a tutto il traffico non militare lungo due direzioni: Sarajevo-Rogatica-Gorazde e Gorazde-Belgrado.
8°) I firmatari rispetteranno integralmente gli impegni concordati, incluso l'obbligo di consentire a tutti i profughi di rientrare alle loro case e di recuperare le loro proprietà.

E' solo un primo passo, ma se fosse superato con successo si potrebbe guardare con qualche speranza al futuro. Certo é che gli accordi per il cessate il fuoco sono stati regolarmente ignorati e violati, in questi lunghi anni di guerra, ma la differenza sostanziale sta nel fatto che la NATO ha assunto un atteggiamento concreto e determinato nei confronti del conflitto. Inoltre il nuovo mediatore, Hollbrooke, che guida il gruppo di contatto, é un inviato della Casa Bianca e non dell'incerta Europa ne della passiva ONU. Infine l'Alleanza Atlantica ha in programma di sostituire le forze di pace dell'ONU con un corpo di spedizione composto da diverse decine di migliaia di uomini, l'operazione sarà denominata "Peace Implementation Force" (Forze per l'adempimento della pace, IFOR) le truppe NATO, dovranno verificare che gli accordi presi nella conferenza di pace vengano rispettati.

Nel frattempo il congresso degli Stati Uniti, sta prendendo in considerazione la possibilità di finanziare il riarmo della BiH, con l'intenzione di parificare il potenziale bellico delle parti, in modo da potere raggiungere un vero equilibrio delle forze, che favorirà la tenuta e la stabilità della pace. Il dr. Karadzic, intervistato da un'inviato, commenta: - E' troppo presto per parlare di pace.- Quelle parole risuonano profetiche tre giorni dopo quando, nella tarda mattinata di domenica 8 ottobre, a due giorni dall'inizio del cessate il fuoco annunciato da Clinton, l'artiglieria serbo-bosniaca bombarda un campo profughi vicino a Tuzla, dove sono stati raggruppati gli sfollati dalle enclavi di Zepa e Srebrenica. Sono 10 i morti, di cui 4 bambini e 50 i feriti di cui 20 bambini. La caccia NATO decolla verso le H.15.00, ma viene respinta dal maltempo.

Il governo di BiH annuncia che non si presenterà alla riunione in programma all'aeroporto di Sarajevo, rifiutandosi così di sottoscrivere l'inizio del cessate il fuoco, e giustificando la decisione con la mancata erogazione del gas e dell'elettricità, condizioni previste per l'accettazione dell'accordo. Inoltre, le ultime due stragi, apertamente provocatorie, rendono particolarmente odioso l'atteggiamento del nemico. Il 10 ottobre, il noto editorialista di Oslobodzenje, Zlatko Dizdarevic, in una lettera aperta, pubblicata in Italia dal quotidiano La Repubblica, commenta: - Ieri notte sarebbe dovuta cominciare la pace, una pace qualsiasi, una pace che il mondo ha deciso di volere a qualsiasi prezzo, anche a costo di dire che il cielo é nuvoloso, quando invece é azzurro. Quelli che decidono se il cielo é sereno o nuvoloso, vogliono una Bosnia qualsiasi, in cui bisogna salvare la testa di tutti quei criminali che, vicino a Tuzla, hanno ucciso donne e bambini. Ma la pace, quella vera, ci sarà solo quando vedremo gli assassini dei nostri figli in ginocchio, quando a Sarajevo potremo bere dal rubinetto di casa. Non ci sarà vera pace, solo perché lo hanno deciso gli americani, l'ONU o i giapponesi.- Intervistato in quei giorni dalla RAI, alla fine della conferenza dei Vescovi della ex Jugoslavia, presieduta dal Pontefice in Vaticano, l'Arcivescovo di Sarajevo, Mons. Vinko Pulic, dichiara: - Una pace al 50% sarebbe ingiusta, sarebbe come riconoscere autorità al sopruso, legittimando l'aggressione.-


2:2
Il 1° novembre, negli USA, a Dayton Ohio, nella base aeronautica "Wright Patterson", sono giunti i tre Presidenti:
di Bosnia Herzegovina Alija Izetbegovic, di Croazia Franjo Tudzjman e di Serbia Slobodan Milosevic, per dare
inizio ai negoziati che permettano di trovare un'intesa di massima per procedere alla pacificazione della regione.
La restituzione dei territori occupati é il campo minato di chi ha portato il proprio popolo alla guerra.
Coloro che sono stati inviati ad occupare e a difendere con le loro vite quei territori, non li lasceranno mai volentieri, anzi si sentiranno traditi dai loro leaders, i quali oggi sono costretti a rinnegare quel sacrificio, in nome di un'intesa o di un trattato. Così come i profughi, scacciati dalle loro case, non possono e non vogliono rinunciare alle proprietà che sono state loro sottratte con la forza. Il 21 novembre, dopo venti giorni di colloqui, sembra che il vertice sia destinato a fallire poi, in seguito alle pressioni del pres. Clinton e del suo Segretario di Stato Cristopher, le trattative vengono protratte per altre 24 ore.

Tratto da Televideo RAI:
H.07.00 Le trattative proseguono ad oltranza.
H.10.02 Sospesi i colloqui.
H.12.52 Ultimatum USA, l'accordo in poche ore o la chiusura definitiva dei negoziati.
H.14.45 Un civile americano, dipendente ONU, viene ucciso in Bosnia.
H.17.45 Viene annunciata, a sorpresa, una dichiarazione del pres. Clinton.
H.19.16 Il pres. Clinton annuncia il raggiungimento dell'intesa di pace. A Sarajevo si festeggia sotto la neve.
H.21.32 Raggiunta l'intesa tra Milosevic e Tudzjman, anche Izetbegovic accetta l'accordo.
H.22.18 I tre Presidenti sottoscrivono l'intesa di pace in diretta Televisiva.
H.23.23 Il Pres. Milosevic commenta: - Non ci sono vincitori in una guerra civile, solo la pace é la vera vittoria.- Tudzjman afferma: - Solo la NATO sarà in grado di fare rispettare la pace.-
Il Presidente bosniaco Izetbegovic dichiara: - Non poteva essere ottenuta una pace migliore.-
L'accordo prevede la divisione della Bosnia in due entità, la Federazione croato-musulmana sul 51% del territorio e la Repubblica Serba sul restante 49%. Queste due entità, insieme compongono lo stato sovrano di Bosnia i Herzegovina entro i confini riconosciuti dalle Nazioni Unite il 20 maggio 1992. La sua capitale é Sarajevo, città aperta e riunificata, dove risiedono il Presidente e il Parlamento, che saranno designati con libere elezioni. Esclusi e delegittimati dalla vita politica, tutti coloro che si sono resi responsabili di crimini di guerra.


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Dopo 17 mesi di rifiuti, violazioni del cessate il fuoco e stragi di civili, il piano di pace del gruppo di contatto, proposto per la prima volta nell'estate del 1994, viene sottoscritto da tutte le parti in conflitto. Ma i serbo-bosniaci fanno sapere che non sono d'accordo con le decisioni prese per loro da Milosevic, che li rappresenta a Dayton. A lui la responsabilità di fare accettare l'intesa agli alleati di Pale. Il futuro ha comunque imboccato la strada della pace, la speranza nei cuori di tutti i bosniaci é che la realtà possa confermare le intenzioni. La pace, resta l'unica vittoria a cui tutti aspirano, al di là dei dettagli geopolitici, ed é in questa semplice verità che i tre leaders hanno trovato una comune convergenza. Il 22 novembre, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, dopo 1.253 giorni, decreta la sospensione dell'embargo commerciale alla Serbia di Milosevic. E, dopo oltre 1.300 giorni di guerra, viene levato l'embargo sulle armi alla BiH. Il 23 novembre, un comunicato stampa della leadership serbo-bosniaca, annuncia: - Nonostante alcune decisioni dolorose, la Repubblica Serba applicherà la totalità degli accordi di Dayton e tutti gli obblighi che ne derivano.-