Verbale del Consiglio Direttivo di IPRI (Istituto Italiano di Ricerca per la Pace) Rete CCP

Corpi Civili di Pace

Bologna, Sala Ferrovieri “Silver Sirotti”, 26 Febbraio 2012.

Convocato con lettera di convocazione spiccata in data 21 Febbraio 2012, il Consiglio Direttivo di IPRI Rete CCP si tiene in data 26 Febbraio 2012, con inizio alle h. 11.00 e conclusione prevista alle h. 17.00 sulla base del seguente ordine del giorno di cui in lettera di convocazione

  1. approfondimenti (con proposte operative "di contenuto") sul progetto per CCP in Kosovo
  2. orientamenti sulla prosecuzione e lo sviluppo del progetto per le Vedove di Krushe
  3. aggiornamenti inerenti la situazione in Palestina e in Medio Oriente ed evento a Bil'in
  4. evoluzioni delle campagne per la Palestina (BDS, Stop That Train, Pizzarotti etc.)
  5. sostegno alle campagne "L'Italia sono anch'io", "NO F35" e riduzione spese militari
  6. campagna di obiezione alla guerra e tavolo unico per il coordinamento inter-campagne
  7. possibilità di interlocuzione con il MAE e proposte inerenti la situazione in Siria
  8. stato degli atti del Convegno di Vicenza e proposta di conferenza di presentazione
  9. varie ed eventuali

Il Consiglio apre i propri lavori alla presenza di Gianmarco Pisa (Segretario), Alessandro Capuzzo (Consigliere), Maurizio Cucci (Comunicazione), successivamente impossibilitato a partecipare al prosieguo dei lavori, Claudio Pozzi, che formalizza la propria iscrizione alla Associazione e Maria Carla Biavati (Presidentessa), successivamente intervenuta a partire dalle 12.30 e fino alla fine dei lavori. Hanno fatto pervenire la loro sopraggiunta impossibilità a partecipare sia Francesco Ambrosi (Consigliere) sia Gianni D'Elia (Consigliere), altrettanto impossibilitato a partecipare, in virtù dell'attuale permanenza in India, il presidente onorario Alberto L'Abate.

Il Consiglio apre i propri lavori, con unanime consenso, con una riflessione sul Tavolo degli Interventi Civili di Pace e la redazione finale del documento dedicato allo standard dell'ICP italiano. Ciò al fine di consentire un più accurato inquadramento delle questioni aperte, in relazione all'evoluzione dell'azione civile di pace da parte dei soggetti della società civile, in particolare italiana, e per sviluppare una proposta di contributo caratterizzante come IPRI Rete CCP ai fini della redazione definitiva del documento medesimo. Alessandro Capuzzo da' lettura del verbale della skype-chat tenuta in data 12 Febbraio tra alcuni partecipanti al Tavolo ICP (Martina Pignatti in rappresentanza di “Un Ponte per...”, Anna Fazi in rappresentanza della “Casa per la Pace” di Milano, Graziano Tullio in rappresentanza del “Centro Studi Difesa Civile”, Alessandro Capuzzo della “Tavola per la Pace del Friuli – Venezia Giulia”, Riccardo Trosi della Associazione “ReOrient”, nonché volontari e gruppo di servizio del Tavolo stesso). Si pongono in evidenza i punti salienti del documento al fine di consentire una migliore registrazione degli aggiornamenti e delle attività:

  1. l'importante attivazione promossa dagli “Operatori di Pace – Campania” ONLUS in collaborazione con IPRI Rete CCP per il progetto dei “Corpi Civili di Pace in Kosovo”
  2. l'importante attivazione promossa dalla IPRI Rete CCP per la promozione dello sviluppo sociale ed economico a sostegno delle vedove di guerra di Krushe Grande in Kosovo
  3. la proposta di una nuova iniziativa progettuale in partenariato tra IPRI Rete CCP e IPSIA a sostegno delle attività lattiero – casearie delle vedove di Krushe Piccola in Kosovo
  4. l'iniziativa di “Operazione Colomba” volta a fornire supporto progettuale all'avanzamento della proposta di legge per Interventi Civili di Pace nella Provincia Autonoma di Trento
  5. la nuova edizione del progetto “Raccogliere la Pace in Palestina”, promosso da SCI, “Associazione per la Pace”, “Un Ponte per...” quest'anno anche in collaborazione con IPRI

Per quello che riguarda le proposte di carattere seminariale all'interno delle quali promuovere la riflessione e le sperimentazioni dedicate ai CCP si segnalano inoltre:

a)   il Convegno sulla costruzione della pace, community building ed institution building promosso dalla Provincia Autonoma che si terrà a Trento nei giorni 1 e 2 Marzo p. v.

b)   il Seminario di scambio di pratiche tra operatori di pace professionisti nell'ambito della rete inter-regionale trans-nazionale che si terrà a Trento il giorno 3 Marzo p. v.

c)    la Conferenza promossa da IPRI Rete CCP che si terrà a Vicenza nel corso della primavera prossima legata agli sviluppi del Convegno sui CCP del 3-5 Giugno u. s. per

1.    presentare gli Atti del Convegno di Vicenza di Giugno in corso di pubblicazione

2.    rilanciare il tema strategico della realizzazione delle infrastrutture per la pace

3.    confermare la realizzazione a Vicenza del “Centro per la Previsione e la Prevenzione dei Conflitti Armati e la Formazione e la Preparazione dei Corpi Civili di Pace”

Si passa quindi ad approfondire nel dettaglio tre delle questioni salienti all'ordine del giorno, rispettivamente le difficoltà del Tavolo ICP, l'approvazione del documento di standard, l'organizzazione delle conferenze, in particolare quella dedicata alla “Pace al tempo della Crisi”.

a. Uno dei problemi salienti del Tavolo ICP (che rappresenta anche una questione aperta per IPRI Rete CCP) consiste nella ri-apertura di una interlocuzione istituzionale (Ministro Riccardi):

  1. intanto si pone per il Tavolo un problema di rappresentatività essendo oggi effettivamente partecipato da non più di 8-10 associazioni, il gruppo di servizio e un nucleo di volontari
  2. inoltre si pone anche un problema di legittimità, organizzazione e mandato, non avendo il Tavolo mai definito al proprio interno la questione della rappresentatività presso terzi
  3. infine si pone il problema della “forma”, dal momento che il Tavolo costituisce un coordinamento informale che dovrà porsi il problema della sua configurazione formale

b. Un altro dei problemi salienti è costituito dall'approvazione in via definitiva del documento degli standard degli Interventi Civili di Pace, dal titolo “Identità e Criteri degli Interventi Civili di Pace Italiani”, la cui base di discussione definitiva è stata redatta da Francesca Bozzano, Valeria Gambino e Martina Pignatti (“Un Ponte per…”), Gianmarco Pisa (“Operatori di Pace-Campania”) e Graziano Tullio (“Centro Studi Difesa Civile” - Nonviolent Peaceforce) e fatta circolare via mail per la quale si condivide di proporre una sorta di “road map”:

  1. prima l'approvazione da parte delle associazioni aderenti al Tavolo ICP e poi l'estensione della proposta di adesione ad altre associazioni esterne che ne condividano lo spirito
  2. la sollecitazione ad un vero e proprio percorso di partecipazione e di co-formulazione di proposte a tutte le associazioni destinatarie della proposta, dal momento che i ritardi nella approvazione e le difficoltà nella adesione sono legate anche al fatto che il Tavolo ha perso appeal e deve recuperare un deficit di legittimità che si è andato aggravando
  3. infine il rilancio di tutte le funzioni di comunicazione, diffusione e promozione dedicate, tra cui in particolare il sito internet, la newsletter e lo sportello del Tavolo ICP

c.  Si pone infine il tema della realizzazione del Convegno di Roma, dal titolo “La Pace al Tempo delle grandi Crisi”, concepito come forum nazionale delle organizzazioni della società civile dedite ai temi della pace e dei diritti, promosso dalla Provincia di Roma e co-organizzato da diverse associazioni, gruppi e reti, che dovrebbe svolgersi nel corso della primavera 2012. Sono coinvolte in primo luogo la Tavola della Pace, il Forum Provinciale di Roma per la Pace e i Diritti Umani, la Tavola ICP, IPRI Rete CCP, Rete Disarmo, Sbilanciamoci, sarà articolato in una due giorni (venerdì - sabato) e sarà organizzato intorno a tre nuclei: a) un open space di elaborazione delle proposte, idee e riflessioni, b) una “discussione focalizzata” finalizzata alla definizione dei documenti illustrati in open space, c) le conclusioni e le approvazioni dei documenti-proposte finali. Il Consiglio si sofferma sull'organizzazione della proposta, individuandone essenzialmente il punto di forza e il punto di debolezza. Punto di forza, il fatto che il Convegno potrebbe costituire un punto di ri-partenza per il dialogo tra società civile ed istituzioni pubbliche, sia a livello centrale sia presso gli Enti Locali. Punto di debolezza, il fatto che il Convegno, vista la mole dei temi e la quantità dei relatori, rischia di diventare un forum pletorico, generalista ed improduttivo.

Il Consiglio passa poi a riflettere sulla questione della interlocuzione di IPRI Rete CCP con le autorità istituzionali, essenzialmente sui seguenti due punti:

  1. Alessandro Capuzzo fa presente che il Convegno di Roma può costituire un'occasione importante, anche in considerazione del fatto che tutte le associazioni di IPRI Rete CCP e la stessa IPRI Rete CCP (in primo luogo con la partecipazione di Alberto L'Abate, Nanni Salio e Carla Biavati) saranno coinvolte, per rilanciare il dialogo con le istituzioni, anche in relazione all'obiettivo strategico legato alla legge per i CCP, nonché in considerazione delle aperture del Ministro Riccardi sulla cooperazione ed il servizio civile

  1. Gianmarco Pisa propone di prendere concretamente in considerazione e raccogliere come IPRI Rete CCP in primis la proposta di Paolo Dall'Oglio per l'invio di CCP in Siria:

a. la proposta prevede la preparazione di una squadra di cinquanta mila operatori (civili, disarmati, nonviolenti, terzi e neutrali) da inviare in Siria nel medio periodo e comunque prima della rovinosa ulteriore precipitazione delle violenze per promuovere dal basso una soluzione politica alla crisi siriana, facilitando il dialogo, realizzando l'accompagnamento civile disarmato e favorendo le attività di assistenza umanitaria - vedi stralci dell'intervista in allegato - (All. 2)

b. si tratta dunque di verificare il consenso all'interno della IPRI Rete CCP intorno a questa proposta e successivamente dare corso a tutti i passaggi operativi che essa richiede, in primo luogo la presa di contatto con Paolo Dall'Oglio per approfondire i termini della sua proposta, verificarne la compatibilità con le possibilità della IPRI Rete CCP e aggiornare l'organizzazione circa la effettiva fattibilità della proposta, sia in termini di agibilità della missione, sia in termini di sicurezza della medesima

c. si tratta quindi di elaborare una progettazione mirata per Corpi Civili di Pace in Siria la quale preveda almeno i seguenti passaggi:

  1. individuazione del personale civile nonviolento disponibile e consapevole dei termini della missione, da preparare adeguatamente per gli scopi della missione stessa,
  2. definizione di una delegazione di personale civile da mettere a disposizione del progetto per una missione limitata e breve di tipo iniziale di “verifica di fattibilità”,
  3. verifica dei costi-benefici, dei termini della missione e della possibilità di effettuare un invio di una squadra civile vera e propria, previa conferma delle condizioni di agibilità.

Ciò chiaramente non significa che si possa dare corso alla proposta di invio di cinquanta mila unità, ma che si possono verificare i termini per l'invio di una squadra addestrata per poter avviare i contenuti della proposta avanzata da Paolo Dall'Oglio, presso il quale il Consiglio, approvata la proposta, da' mandato alla presidentessa Carla Biavati di avviare i contatti necessari e al segretario Gianmarco Pisa di entrare in contatto con la giornalista free-lance, attenta osservatrice dell'attuale panorama medio-orientale, Marinella Correggia per gli ulteriori contatti ed approfondimenti. Da questo punto di vista, utile l'iniziativa di documentazione e informazione svolta con una serie di reportage accurati “Siria Guerra Mediatica” disponibile anche on-line: www.forumpalestina.org/news/2012/Febbraio12/10-02-12GuerraMediatica.htm.

Il Consiglio approva pertanto di sostenere e rilanciare la proposta che, in quanto mirata alla realizzazione di CCP in Siria, corrisponde pienamente al profilo e alla missione di IPRI Rete CCP.

Sulla scorta di questa proposta, Carla Biavati fa il punto sulle più recenti evoluzioni della situazione siriana:

  1. il CNS (Consiglio Nazionale Siriano) è attualmente protagonista di un vera lotta armata e a detta di diversi esponenti dell'opposizione ed osservatori indipendenti è poco rappresentativo della opposizione siriana al Governo di Bashar el-Assad,
  2. il CNSCD (Coordinamento Nazionale Siriano per il Cambiamento Democratico) e il CCN (Comitato di Coordinamento Nazionale) sembrano in questo momento maggiormente orientati per una opposizione democratica e nonviolenta e vanno sostenuti in tal senso,
  3. il compito delle forze sociali italiane ed europee non è quello di ingerirsi nella vicenda siriana, bensì quello di condannare tutte le violenze e sostenere il lavoro delle forze che sinceramente operano per il cambiamento democratico e per i diritti umani,
  4. un utile interlocuzione va avviata con la redazione del giornale on-line “Il Mondo di Annibale” di area cristiana su cui pure Paolo Dall'Oglio ha avuto modo di collaborare,
  5. raccogliere ulteriori testimonianze ed elementi di approfondimento sulla proposta dei CCP in Siria, visto che inizialmente questa faceva riferimento a Nonviolent Peaceforce che sembra in questo momento meno intenzionata a partire per questioni di agibilità.

Un elemento da valutare è quello di aprire una interlocuzione con il Ministro Riccardi (Ministro della Cooperazione e della Integrazione) sulla proposta di invio di una squadra civile di CCP in Siria. Da questo punto di vista, è utile tenere presenti i contatti maturati da Alberto L'Abate sin dai tempi delle prime missioni in Kosovo - nell'ambito della storica “Campagna Kosovo” - con la Comunità di S. Egidio, per avanzare la proposta e sollecitare un incontro come IPRI Rete CCP.

Il Consiglio concorda nell'intraprendere i seguenti passi:

a. mandare una lettera a nome di IPRI Rete CCP a Paolo Dall'Oglio – eventualmente in forma di lettera aperta in modo da comunicare pubblicamente la disponibilità di Rete CCP a promuovere l'azione di CCP in Siria per la promozione del dialogo e il supporto dal basso ad una soluzione politica della crisi siriana – e avanzare una sollecitazione a fornire istruzioni di fattibilità

b. mandare un'istanza di incontro al Ministro Riccardi, previo rientro di Alberto L'Abate dall'India, per manifestare l'urgenza di un intervento civile non armato e nonviolento per la promozione della pace, del dialogo e dei diritti umani in Siria e per verificare la reale disponibilità del Ministero ad operare in questo senso, anche per il rilancio del tema dei CCP

c. avviare un percorso di costruzione di contatti con forze democratiche, pacifiste e nonviolente presenti in Siria, che non sostengano la violenza e la lotta armata e siano pertanto coerenti con la presa di posizione di IPRI Rete CCP in merito al precipitare della crisi siriana, che possano fungere sia da interlocutori sia da inter-faccia nel percorso di costruzione dei CCP.

Il Consiglio da' inoltre mandato ai singoli consiglieri di intraprendere i seguenti passaggi:

  1. a Carla Biavati di contattare Loretta Mussi per aprire un confronto con Ossamah Al Tawil componente del Comitato Esecutivo del CNSCD - “Coordinamento Nazionale Siriano per il Cambiamento Democratico”
  2. a Gianmarco Pisa di contattare Marinella Correggia per ulteriori elementi di istruzione e per avviare il collegamento con Paolo Dall'Oglio in merito alla proposta per i CCP in Siria
  3. a Carla Biavati e Gianmarco Pisa di predisporre una bozza di lettera, da ulteriormente arricchire ed integrare con i contributi di tutti i Consiglieri, per condividere con Loretta Mussi e altre personalità interessate l'istanza di incontro con il Ministro Riccardi

Il Consiglio definisce inoltre i termini della proposta come IPRI – Rete CCP da avanzare al Tavolo ICP in merito alla redazione finale del documento dedicato agli standard dell'ICP italiano

  1. approfondire il riferimento alla Difesa Popolare Nonviolenta, che non è adeguatamente sviluppato all'interno del documento preliminare, al punto da lasciare alla lettura la sensazione che le due istanze siano scollegate e la inconsapevolezza del legame di continuità storica tra l'evoluzione dell'obiezione di coscienza, la maturazione del movimento per il riconoscimento del servizio civile, il collegamento tra questo e la DPN e la storia della DPN in tutte le sue forme e le sue articolazioni, e il discorso pubblico sui CCP come strumenti della DPN ed evoluzione, in chiave nazionale ed internazionale, della difesa civile con compiti di prevenzione della guerra e di trasformazione dei conflitti
  2. precisare il punto in cui si afferma che «con attori armati – regolari e non regolari – non sono ammesse forme di collaborazione o sinergia né scorta armata; può esserci dialogo finalizzato alla gestione nonviolenta del conflitto o scambio di informazioni sulla sicurezza, ove questo non pregiudichi la “legittimità nonviolenta” della missione, in termini di modalità d’azione e di ricezione presso le parti» con specifico riferimento al “dialogo finalizzato alla gestione nonviolenta del conflitto” da precisare nel senso di “confronto funzionale alla gestione nonviolenta del conflitto”, per evitare l'ambiguità implicita nel ritenere il dialogo con i militari, in quanto finalizzato alla gestione nonviolenta, come uno degli strumenti plausibili ai fini della trasformazione nonviolenta
  3. delineare meglio le tappe attraverso le quali è maturato il movimento italiano per i CCP, in quanto manca una cronistoria degli ICP italiani, manca una cronistoria stessa del Tavolo ICP e manca la concatenazione dei passaggi tra obiezione di coscienza, difesa popolare nonviolenta, servizio civile, interventi civili di pace, corpi civili di pace.

Il Consiglio, a nome di IPRI Rete CCP, fatte queste opportune e doverose puntualizzazioni e giunti alla redazione finale e definitiva del documento, si rende disponibile a promuoverne la diffusione e l'adesione ed a concretizzare, nelle varie città e impegnando tutte le organizzazioni aderenti, eventi pubblici di comunicazione e di informazione circa lo standard dell'ICP in Italia.

Il Consiglio passa quindi a studiare lo stato di sviluppo della pubblicazione degli Atti del Convegno (del 3-5 Giugno 2011) che ha lanciato la proposta del Centro per la Pace di Vicenza .

Una delle richieste più pressanti da parte di Matteo Soccio, della Casa per la Pace di Vicenza, che sta curando la pubblicazione, è quella di fornire una cronistoria delle azioni civili di pace della società civile italiana, sulla quale tuttavia è difficile che i singoli possano avere la memoria complessiva delle azioni di pace realizzate in Italia sin dagli anni Sessanta, mentre sarebbe più opportuno sviluppare un confronto collettivo chiedendo a ciascuno di socializzare la sua memoria storica e di condividerla con quella degli altri, dal momento che ciascuno conosce   per esperienza diretta o indiretta solo un pezzo (più o meno grande) di questa lunga storia.

Per quello che riguarda gli elaborati del Convegno, Matteo Soccio ha a questo punto finalmente a disposizione tutti i documenti preparatori, tutte le relazioni proposte e tutti i documenti dei gruppi di lavoro tematici, quindi si è in condizione di preparare l'uscita a stampa del volume. Il Consiglio unanimemente ringrazia lo stesso Matteo Soccio per il lavoro e l'impegno qui profuso.

Il Consiglio propone di conseguenza di organizzare un secondo convegno sui temi della pace, della prevenzione dei conflitti e dei corpi civili di pace a Vicenza, sulla base della disponibilità degli atti del precedente convegno e sulla scorta della lettera inviata da Alberto L'Abate all'amministrazione comunale di Vicenza in data 17 Novembre 2011, integrata con la nuova lettera datata 26 Febbraio 2012, per confermare l'impegno per il Centro per la Pace a Vicenza.

La lettera, allegata (All. 1) al presente verbale, avanza inoltre le seguenti proposte:

  1. il Centro per la Prevenzione dei Conflitti e la Formazione dei CCP in area ex dal Molin
  2. la pubblicazione a stampa degli atti del Convegno di Vicenza del Giugno del 2011
  3. la organizzazione di un convegno pubblico di presentazione degli Atti sempre a Vicenza
  4. la realizzazione di laboratori formativi nelle scuole (non solo a Vicenza) sui CCP
  5. la redazione di un progetto in partenariato di formazione degli operatori come Grundtvig
  6. l'individuazione con il Comune di un partenariato internazionale per il progetto stesso
  7. l'organizzazione di un Convegno Internazionale con euro-parlamentari su CCP e Europa
  8. la presentazione del corso on-line di Metodologia di Ricerca per la Pace (A. L'Abate)
  9. lo scambio di buone pratiche sui progetti già attivati (“Corpi Civili di Pace in Kosovo”)
  10. l'organizzazione di un seminario con le donne di Comiso sulla nonviolenza delle donne

Il Consiglio si sofferma in particolare sui due punti fondamentali ai fini della concretizzazione della proposta del Centro per la Pace a Vicenza: la struttura e la formazione.

a. quanto alla struttura, con il passaggio dell’area est dell'ex aeroporto Dal Molin dall'Agenzia del Demanio al Comune di Vicenza, già previsto dal protocollo del 7 Luglio 2011, si mette a disposizione della città uno spazio liberato che, al di là del tema delle compensazioni ha senso che, quale ex-struttura di guerra, venga riconvertito agli scopi di pace, come proposto per la prima volta in via ufficiale nella conferenza internazionale su “La prevenzione dei conflitti armati e l'alternativa dei Corpi Civili di Pace“ tenuta a Vicenza il 3-5 Giugno 2011, organizzato dal Comune in collaborazione con le associazioni nonviolente e pacifiste della città. La proposta consiste nella utilizzazione degli spazi che saranno messi a disposizione per un Centro - di carattere internazionale - per la previsione e la prevenzione dei conflitti armati e la formazione e la preparazione di Corpi Civili di Pace, da realizzare con il contributo di Università, centri di ricerca e centri studi per la soluzione nonviolenta dei conflitti armati e per i Corpi Civili di Pace,

b. quanto al contenuto, il centro dovrebbe funzionare sia come servizio di early warning ed early action, dedicandosi quindi all'analisi delle situazioni di tensione, alla comunicazione delle situazioni di potenziale minaccia di escalazione dalla situazione di tensione a quella di violenza ed eventualmente di conflitto armato e di guerra aperta, ed alla informazione mirata ad un rapido intervento civile per la prevenzione della escalazione e la mitigazione della violenza; sia come centro di formazione del personale da impegnare in veri e propri servizi civili, sulla base di un programma di formazione impostato nella forma della Educazione per gli Adulti che, a sua volta, vede nel programma europeo Grundtvig lo strumento finanziario di riferimento. L'attuale Grundtvig cui IPRI Rete CCP (attraverso il Centro Studi Sereno Regis) sta partecipando vede il partenariato tra organizzazioni in Italia, Francia, Austria ed Ungheria e consiste nella ricapitolazione delle attivazioni di società civile nei Paesi-obiettivo degli ultimi Dieci Anni di Pace con una proposta progettuale al 2014 di creare un libro aperto che racconti i “percorsi di pace “ nelle città partner (Londra, Budapest, Torino, Roma, Vienna), in cui raccogliere luoghi ed eventi significativi per le tematiche della pace, della gestione dei conflitti e della nonviolenza.

Questo consentirebbe inoltre di mettere a valore le metodologie e le pratiche contenute nel progetto preliminare Grundtvig già redatto e già disponibile on-line sul sito dell'Associazione (www.reteccp.org/biblioteca/libri/project.html) e di indicare esplicitamente in Vicenza un punto di riferimento con il Centro per la Pace, capace di costruire rete con altre realtà italiane. 

Si tratta dunque di lavorare lungo tre direzioni:

  1. proporre al partenariato franco-austro-ungarico uno sviluppo del progetto Grundtvig in questa direzione
  2. valorizzare l'insieme delle proposte formative già disponibili (dalla “Campagna Kosovo” al Progetto ICP) passando per il Grundtvig già elaborato come proposta base
  3. sottoporre al Comune di Vicenza la proposta di fare da capofila o partner su un progetto Grundtvig centrato su “Storia, Memoria e Conseguenze della Militarizzazione”, sia per approfondire il legame tra formazione e territorio sia per consentire la connessione, avanzata nel Convegno di Giugno, della rete delle città militarizzate in Italia (almeno Vicenza, Napoli, Gorizia, Pisa, Sigonella) per costruire il “software” del Centro per la Pace

Il Consiglio passa poi a discutere dello scenario e dei progetti per la Palestina. Carla Biavati da' notizia del fatto che nell'ultimo incontro di Supino con Luisa Morgantini è maturata la proposta, condivisa tra Luisa Morgantini, Paola Rizet e la stessa Carla Biavati e socializzata con tutti gli interessati, di realizzare un dossier ricapitolativo che conservi la memoria dell'azione di pace della società civile italiana in Palestina. Si tratta di una azione di ricerca, che potrebbe anche diventare una vera e propria ricerca-azione, sulla cui base non solo redigere la cronistoria degli interventi di pace in Palestina, ma anche organizzare dei contenuti di verifica per la fattibilità di nuove progettazioni in loco. Attualmente, la società civile italiana è impegnata in Palestina essenzialmente sui seguenti tre progetti:

  1. il progetto “Raccogliere la Pace” che prevede l'invio di delegazioni per l'accompagnamento e il supporto agli agricoltori palestinesi nel periodo della raccolta delle olive, promosso da “Servizio Civile Internazionale”, “Associazione per la Pace” ed “Un Ponte per...” e, con l'edizione 2012, per la prima volta, in partenariato con IPRI Rete CCP
  2. il progetto CPS (“Civilian Peace Service in Gaza”) che ha raccolto lo spunto delle azioni di accompagnamento, protezione e denuncia svolte da Vittorio Arrigoni a Gaza e che con la Barca Oliva realizza l'accompagnamento dei pescatori palestinesi e la denuncia delle violazioni commesse da Israele entro il limite internazionale delle acque palestinesi
  3. la presenza di “Operazione Colomba” a Tuwani volta a migliorare la vita quotidiana delle persone nella zona delle colline a sud di Hebron, sostenere la fiducia reciproca mediante azioni condivise, sviluppare la capacità di resistenza nonviolenta, sostenere le parti emarginate e le politiche di cooperazione, solidarietà e della società civile nel territorio.

Il Consiglio passa infine a discutere del progetto in Kosovo degli “Operatori di Pace-Campania” ONLUS in collaborazione con IPRI Rete CCP e sostenuto dal Comune di Napoli dedicato alla realizzazione dei “Corpi Civili di Pace in Kosovo”. Gianmarco Pisa socializza gli aggiornamenti e sollecita contributi teorici, metodologici ed operativi per la conduzione della seconda missione:

a) il primo momento di comunicazione pubblica istituzionale sarà la conferenza stampa di presentazione ufficiale dei risultati di progetto che si terrà il 3 Aprile dalle 11.00 alle 13.00 presso la Sala Giunta del Comune di Napoli alla presenza del Sindaco Luigi De Magistris; a questo momento ne seguirà un altro per la presentazione del follow – up per il quale è stata già avanzata una istanza di finanziamento presso il servizio competente del Comune di Napoli

b) un nuovo momento di comunicazione pubblica non istituzionale è previsto per il 15 Marzo dalle 18.00 alle 20.00 in forma di un aperitivo-incontro per la condivisione dell'impostazione, del profilo e dei contenuti della nuova missione di progetto (Marzo 2012) e per il saluto degli operatori prima della partenza (19 Marzo) presso il Caffé Letterario “Intramoenia” a Napoli

c) un ulteriore passaggio riguarderà la messa a sistema degli interventi proposti, vale a dire:

  • follow-up dei Corpi Civili di Pace per il consolidamento e il trasferimento dei risultati
  • formazione per attivisti umanitari e operatori di pace per il bando regionale FVG
  • implementazione su bando europeo del sostegno alle donne di Krushe Piccola con IPSIA

Un punto specifico riguarda inoltre la predisposizione del modulo formativo da proporre e condividere con gli operatori locali per la formazione della seconda missione (19 - 31 Marzo):

  1. il modulo formativo va ripetuto in ciascun contesto di destinazione: 20-22 (tre giorni interi) a Pristina con KFOS, 23-26 e 27-30 (quattro giorni interi) a Mitrovica S. con CBM e a Mitrovica N. con APK, giorno di arrivo il 19 marzo, giorno di partenza il 31 marzo
  2. il modulo è unico e va organizzato su base tematica in modo da articolare giornate formative orientate, rispettivamente dedicate alle questioni che corrispondono ai bisogni specifici più sentiti nel contesto kosovaro e più rilevanti ai fini della attivazione degli operatori civili per la mitigazione della violenza e per il contenimento dei conflitti:

a. contrasto alla violenza

b. lotta alla criminalità

c. libertà di movimento

d. democrazia e diritti umani

  1. ciascuna giornata di formazione è di tipo semi-residenziale dal momento che prevede sei ore (riducibili a quattro) compatibilmente con le disponibilità degli operatori locali e dei gruppi – obiettivo con la realizzazione di attività quali:

a. illustrazione di contenuti mediante power-point

b. rilevazione dei contenuti attraverso video-documentari

c. approfondimenti attraverso esercizi, scritture, giochi didattici

d. realizzazioni di attività pratiche in forma di role-play

e. illustrazione di modelli teorici a partire dal modello M-m | E di Pat Patfoort

  . il tutto facendo riferimento in particolare al progetto Grundtvig già elaborato.

Va infine preparata una lettera di avvio delle attività, in allegato (All. 3), di sollecitazione ai partner e di individuazione con i partner delle destinazioni di alloggio, dal momento che il progetto non prevede un per diem: la struttura di accoglienza a Mitrovica è quella dello spazio polifunzionale di CBM, mentre la struttura di accoglienza a Pristina potrebbe essere casa (Dukagjini Hyseni)  o uno spazio indicato dalla KFOS o dalla Università di Pristina (Kadri Metaj) o dal Nansen Dialogue Centre Kosovo, in attesa di riscontro dopo il contatto di Besnik Domi.

Il Consiglio condivide infine alcuni orientamenti di carattere organizzativo generale, specie in riferimento alle seguenti questioni:

a) verifica delle ulteriori collaborazioni con associazioni pacifiste e nonviolente sui territori con l'obiettivo di dare corpo al percorso di costruzione della rete delle città militarizzate a sostegno di quanto già ipotizzato con il Convegno di Vicenza, anche alla luce delle attivazioni istituzionali delle nuove amministrazioni democratiche (testimoniate tra l'altro dall'attenzione riservata alla amministrazione comunale della Città di Napoli con le lettere di ringraziamento dei sindaci di Ramallah e Nablus per l'impegno del Consiglio Comunale con la mozione di biasimo e condanna morale e politica nei confronti della Pizzarotti SPA co-costruttrice dell'Alta Velocità israeliana nei Territori Palestinesi occupati in violazione della legalità e della giustizia internazionale)

b) comunicazione della prossima missione di scambio e di solidarietà in Mauritania (3-11 Marzo 2012) da parte dell'Ufficio Italiano di IRA Mauritania (“IRA Mauritania – Ufficio Italia” APS), organizzazione promossa da “Operatori di Pace – Campania”, “Haima” e “Donne in Nero” sotto forma di ufficio nazionale della associazione mauritana IRA (Iniziativa per la Rinascita del Movimento Abrogazionista contro la Schiavitù in Mauritania) che si batte per i diritti umani e contro la schiavitù ampiamente diffusa nel Paese ai danni delle comunità nero-africane, allo scopo di sostenere le iniziative e le mobilitazioni degli attivisti locali e di realizzare una adeguata documentazione sulla drammatica situazione dei diritti umani nel Paese e, infine,

c) proposta di organizzazione della assemblea annuale di IPRI Rete CCP a margine del nuovo convegno da organizzare a Vicenza per la prossima primavera, secondo quanto stabilito dallo Statuto e coerentemente con quanto fatto in occasione del convegno dello scorso Giugno.

Non essendo altro da deliberare, il Consiglio si scioglie alle 17.00 e si aggiorna a data da destinarsi.

Napoli: 29 Febbraio 2012 Gianmarco Pisa


All. 1

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Bologna, 26 febbraio 2012

Al Sig. Sindaco del Comune di  Vicenza, Achille Variati,

All'Assessore agli interventi sociali ed alla pace del Comune di Vicenza, Giovanni Giuliari,

All’Assessore alla Sicurezza, Antonio Dalla Pozza,

All’Assessore all'Istruzione e Vicesindaco, Alessandra Moretti,

All’Assessore alla cultura, Francesca Lazzari.

E p.c. ai Capigruppo dei partiti presenti in Consiglio Comunale di Vicenza

Il direttivo della nostra associazione è venuto a conoscenza  del passaggio dell’area Est dell'ex aeroporto “Dal Molin”, dall'Agenzia del demanio al Comune di Vicenza, già previsto dal  protocollo firmato il 7 luglio 2011 tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i Ministeri della Difesa, dell'Economia e delle Finanze, delle Infrastrutture e dei Trasporti, l'Anas ed il Comune di Vicenza. Il nostro direttivo prende atto con soddisfazione del raggiungimento di questo obiettivo, richiesto anche dall’importante conferenza internazionale su “La Prevenzione dei Conflitti Armati e l'alternativa dei Corpi Civili di Pace“ che si è svolta a Vicenza il 3-4-5 giugno 2011, organizzato dalla Vostra amministrazione (Assessorato agli interventi sociali e alla Pace) e dalla Vostra “Casa per la Pace”, con la collaborazione di alcune associazioni nonviolente e pacifiste di Vicenza.

In questo Convegno è stata elaborata un’ipotesi per la promozione della costituzione di un Centro Internazionale per la previsione e prevenzione dei conflitti armati e la formazione di Corpi Civili di Pace, centro da realizzare con il contributo di Università e Centri Studi per una soluzione nonviolenta dei conflitti. Sin da ora la nostra Associazione, Ipri-Rete CCP, si rende disponibile a collaborare con la vostra Amministrazione affinché Vicenza diventi un punto di riferimento importante nell'ambito dello studio dei temi della pace e dei diritti umani.

Per aiutare il raggiungimento di questo obiettivo e iniziare da subito le attività di un centro di questo tipo, la nostra associazione si impegna, nei limiti delle sue possibilità, a collaborare con voi alla messa a punto ed alla realizzazione delle seguenti iniziative: 

1) sistemazione degli atti del Convegno su citato, e loro pubblicazione;

2) presentazione pubblica a Vicenza, in data significativa scelta dal Comune stesso, di questa  pubblicazione;

3) organizzazione di un laboratorio, presso una o più scuole secondarie del vostro comune, su “I corpi civili di pace e la loro importanza per la prevenzione dei conflitti armati”;

4) supporto nella costituzione della rete delle città militarizzate;

5) predisposizione di un progetto per la formazione di operatori di interventi civili di pace, da svolgersi a Vicenza, da presentare al finanziamento della Comunità Europea all'interno dei  progetti detti “Grundtvig”;

6)organizzazione di un convegno su “I Corpi Civili di Pace e l'Europa”  in collaborazione con  gli eurodeputati Serracchiani (Italia) e Vajgl (Slovenia) già contattati a Trieste da un componente del nostro direttivo, A. Capuzzo;

7) presentazione del corso on line di “Metodologia della Ricerca per la Pace”, svolto da Alberto L'Abate, docente dell'Università fondata da Galtung “Transcend University”, con sede centrale a Basilea, e presentazione del suo libro su questo tema;

8) incontro di scambio di esperienze a Vicenza, tra le persone impegnate nelle attività in corso, tra cui quelle che si stanno attivando in varie zone del Kossovo, grazie ad un nuovo progetto finanziato dal Comune di Napoli, che viene in questi giorni portato avanti in questa area;

9) seminario, con la collaborazione delle donne della Ragnatela di Comiso, sul ruolo specifico delle donne nell’organizzazione e implementazione della nonviolenza attiva per il superamento di conflitti, esterni ed interni.

Nella speranza che queste proposte possano essere da voi condivise, che portino alla continuazione della valida collaborazione tra il Vostro Comune e la nostra associazione, già sperimentata in occasione del convegno del giugno scorso, e che servano a promuovere, in Italia ed altrove, la prevenzione dei conflitti armati, attualmente del tutto trascurata dal nostro e da molti altri stati, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti

a nome di tutto il direttivo dell'IPRI-Rete CCP

Maria Carla Biavati, Presidente

Alberto  L'Abate,  membro anziano del direttivo

Gianmarco Pisa, Segretario Nazionale


All. 2

Siria, ultimo appello

Intervista esclusiva a P. Paolo Dall’Oglio, a cura di Maria Laura Conte e Martino Diez

Dal Monastero di Mar Mussa (San Mosè l'Abissino) 100 km a nord di Damasco, uno sguardo sulla situazione siriana.

Dai confini della Siria trapelano notizie frammentarie e confuse.

Come può descrivere l’attuale situazione del Paese in cui vive da trent’anni?

La situazione resta tesa e carica di violenza. Il territorio appare diviso a macchia di leopardo tra zone in cui predomina il movimento di opposizione, tanto pacifico quanto più o meno violento, e quelle nelle quali lo Stato mantiene intero il controllo e addirittura è chiaramente appoggiato dalle popolazioni. Ci sono due grandi isole, Damasco e Aleppo, che restano saldamente in mano al governo centrale, ma la loro estensione si va riducendo di giorno in giorno e l’insicurezza le tocca anch’esse in profondità. La regione montagnosa tra il mare e il fiume Oronte, che scorre dalla Beqaa libanese fino ad Antiochia, è quasi interamente sotto il controllo governativo. Infatti tale regione è abitata principalmente da minoranze (relativamente all’insieme del Paese) musulmane, alawita e ismaelita, e cristiane, bizantina, sia ortodossa sia cattolica, e maronita. I sunniti, maggioranza nel Paese, sono minoranza in questa regione. Furono quest’ultimi tra i primi a sollevarsi, probabilmente sperando in una rapida insurrezione generale. Qui la repressione ha ottenuto sostanziale successo. Di conseguenza, l’eventualità d’una divisione del Paese, è in questa zona davvero concreta. Questo disegnerebbe una Siria costiera nell’orbita iraniana, assieme al Sud del Libano di Hezbollah, che si contrapporrebbe a una Siria interna sunnita collegata all’Iraq centrale a Est e alla Beirut di Hariri a Ovest.

Questo disastroso panorama non corrisponde ancora alla realtà complessiva del Paese. L’equilibrio delle forze è bilanciato. Pur con difficoltà, l’essenziale dei servizi statali funziona. Una gran parte della popolazione resta incapace di prendere posizione e rimane di fatto neutrale. D’altro canto, a prescindere dalle appartenenze religiose, è ancora massiccia, anche se scossa, l’adesione popolare al potere costituito, anche a causa del forte attaccamento dei siriani all’unità nazionale e al rifiuto di tanti di lasciarsi ridurre all’unico riferimento identitario confessionale. Ciononostante, alcune aree sono ormai in mano all’ “esercito libero”, anche se non mi azzarderei a dire stabilmente. In generale il clima politico è confuso, la sicurezza carente. La violenza non fa che aumentare. Troppo spesso partecipiamo a funerali di persone rimaste uccise in scontri violenti o attentati. 
Molti vogliono continuare a sperare che la promessa riforma costituzionale sia presto realtà e B. el-Assad superi la crisi e ottenga un’elezione plebiscitaria per un nuovo mandato.

A proposito di soluzioni, nell’estate 2011 Lei auspicava la nascita di una forma di democrazia consensuale, che sapesse tenere conto della pluralità di identità presenti nel Paese.

Ritiene quella proposta ancora praticabile?

Paradossalmente, ci credo ancora di più oggi, perché la sensazione, nei due campi, è che si sia raggiunto lo stallo, anche dal punto di vista dell’equilibrio delle forze. In questi mesi, e per volontà in un certo senso “reciproca”, la situazione è stata spinta decisamente verso la militarizzazione del conflitto. Tuttavia emerge ora con crescente chiarezza che nessuna delle due parti ha i mezzi per annientare l’altra, per tanti motivi locali, nazionali e internazionali.

Al vostro monastero che cosa fate?

La nostra condizione monastica ci tende come la corda d’un arco tra la prospettiva escatologica che consiglierebbe di pregare di più e parlare di meno, impegnandoci per la crescita spirituale delle persone, e l’incarnazione nella storia che richiede il coraggio, anche assumendo la relatività delle nostre posizioni, d’indicare delle prospettive di “liberazione” nel contesto concreto. Abbiamo elaborato dei documenti diffondendoli in rete in diverse lingue; abbiamo fatto otto giorni di digiuno per la riconciliazione che hanno avuto un impatto non indifferente negli ambienti giovanili più avanzati; riceviamo persone che desiderano confrontarsi e trovare nel monastero il luogo del dialogo e della maturazione spirituale in relazione a questo tempo tragico. Avviamo anche la produzione d’un formaggio di buona qualità per essere meno dipendenti dalla carità internazionale … Soprattutto viviamo giorno per giorno l’angoscia di questo Paese cercando di trasformarla in solidarietà e speranza. Vorrei sottolineare un segno positivo: qualche giorno fa, il governo ha iniziato a permettere un accesso più largo e pluralista ai giornalisti stranieri. È un fatto cruciale, che cambia anche la nostra situazione. La libertà di stampa rappresenta una precondizione per la riconciliazione attraverso il negoziato. La scelta dello Stato, se confermata, potrebbe evitare il prolungarsi drammatico della guerra. La libertà d’informazione riduce il numero degli uccisi.

Quale ruolo può giocare l’Italia?

Roma, nel dopo Berlusconi, può di nuovo aspirare a giocare un ruolo significativo e quindi conviene che si muova per proporre immediatamente un tavolo negoziale tra i belligeranti sul campo e anche tra i belligeranti residenti fuori dalla Siria. Spero che il ministro Riccardi, che ama questo Paese, possa fare delle proposte efficaci. Allo stesso tempo, anche la Chiesa italiana può dire una parola nel senso della risoluzione non violenta dei conflitti regionali, può favorire la creazione d’uno spazio negoziale e promuovere la mediazione internazionale. Mi aspetto anche dalla Chiesa italiana che si impegni per la creazione di corpi volontari non violenti e interreligiosi di “accompagnatori” della pace.

Sento il dovere di proporre un intervento non violento di pacificazione, arabo e internazionale, con partecipazione di volontari locali. Non capisco infatti perché Gandhi non possa essere d’ispirazione per risolvere il conflitto siriano in corso. Chiedo che si formi un corpo di 50.000 “accompagnatori” non violenti, disarmati, provenienti da tutto il mondo. Dico “accompagnatori” e non osservatori perché questi ultimi sono percepiti da molti in Siria come le avanguardie delle invasioni armate e come dei censori mossi da inimicizia. Anche la parola “internazionale” puzza in Siria di complotto e provoca reazioni negative. Dovrebbero essere invitati dalla Siria stessa, su proposta ONU, degli accompagnatori esponenti della Croce e Mezzaluna Rosse, degli scout, di Sant’Egidio, della Non Violent Peace Force, insomma di esponenti della società civile planetaria, al fine d’aiutare la maturazione democratica della Siria.

Non c’è bisogno di forze armate internazionali che si percepiscono qui come forze d’occupazione golpiste, mosse da interesse economico e strategico. La violenza criminale può e dev’essere contrastata dalla polizia dello Stato in cooperazione con la popolazione locale e con il controllo della stampa libera e degli “accompagnatori” civili. 
Purtroppo la parte centrale della compagine civile, in grado di negoziare la maturazione democratica, sembra sempre più assorbita dalla polarizzazione e dalla militarizzazione del conflitto in corso.
Non è la prima volta che faccio proposte del genere. Nel 2001 avevo suggerito di creare un canale d’uscita dei combattenti arabi dall’Afghanistan, gente che per decenni era stata ingaggiata, anche dagli Stati Uniti, per andare a liberare Kabul e che di colpo si scopriva essere ostile e terrorista. Bene, oggi, 2011, si parla di negoziato con i talebani, dopo 10 anni di guerra feroce, tanti morti e infinite sofferenze. Nel 2003, per l’Iraq, durante un digiuno pubblico, avevamo dichiarato che non si poteva tacere perché il regime di Saddam Hussein era intollerabile, ma non si poteva nemmeno fare la scelta della guerra. E si sa quel che è successo dopo.


All. 3

Lettera ai Partner Kosovari

Hello ...

this is to confirm our engagement in the implementation of our project for «Civilian Peace Corps in Kosovo», supported by Naples Municipality (Italy) with the purpose to strengthen our constructive cooperation and to promote non-violent solutions for Kosovo civil society. As agreed in our last project mission (November 21st - 29th 2011), in order to complete the first part of our project implementation and effectively develop the second part of the project itself, issued - as you know - as “Operatori di Pace - Campania” ONLUS (“Peace Workers Campania – Not Lucrative Association), in partnership with IPRI (“Italian Peace Research Institute”) - Rete CCP (“Civilian Peace Corps Network”), this draft is delivered in the same format to all the partners involved in all the actions and activities scheduled, like “Association for Peace Kosovo” NGO, “Community Building Mitrovica” NGO (Mitrovica) and “Kosovo Foundation for Open Society” (Pristina).

The objective of the project is to open room for the establishment of a Civilian Peace Corp team in Kosovo prevalently based in Mitrovica and Pristina, conceived as a local civilian team of social intervention for the contrast of violence, a constructive management and a positive transformation of local conflict and post-conflict situation and the achievement of a comprehensive environment of relation, communication, dialogue, solidarity and understanding coherent with the local situation, without under-estimating the problematics of connecting the different Kosovo - based communities, especially after the events of July-November 2011 and alongside the present situation in the region North, but confirming the commitment of Kosovo democratic, peace-oriented and non-violent NGOs involved in the partnership in actively promoting a better future for all the people and the communities living in Kosovo.

According to this frame, the project recognizes as a basic pre-assumption the portrayal of the Universal Declaration of Human Rights, the universality and indivisibility of “all human rights for all” and the lessons learned acquired in the concepts and practices of European Civilian Peace Corps, to be working for non-violent community building, peace-building and development of a peaceful society based on the rule of law, the active participation of all citizens and the establishment of dialogue basis for the future of all the communities of the place. In the meanwhile, the perspective of the project is to create a link between Kosovo and Italy peace-oriented and non-violence-learned civil society, since the work of local (Kosovo) Civilian Peace Corps cannot be intended as isolated from the Italian and the European experiences and organizations working for the same purposes. In this sense, the project, in dealing with the challenge of establishing a Civilian Peace Corp in Kosovo, is also facing the achievement of setting up a multi-culture, multi-ethnic and multi-experienced group, able to follow the approach for non-violent conflict transformation both side, as lessons and practices to intervene into local conflicts and into inter-communitarian ones (activation of non-violent “local capacities for peace” and approach to strengthen positive links between Kosovo and international civil society, with special focus to Italy).

For all this reasons, the project is to be considered as a community building and a capacity building program in order to run a peer-to-peer formation between local and Italian peace operators and activists and a constructive path to strengthen connections and capacities of local youth activists and leaders towards the achievements of Human Rights fulfillment and European Community integration. Major core of the program is the assumption of the ECPC – European Civilian Peace Corps – conceived as voluntary teams for civilian intervention in contexts of emergencies, crisis and conflicts as issued in the art. 214 of the Lisbon Treaty of the European Union and supposed to be realized in the very following years by the European Commission itself, since ECPC frame been recognized after the Recommendation of the EU Parliament to EU Commission (10/02/1999 R4-0047/1999) as international groups of both professionals and volunteers engaged in efforts for conflict analysis, conflict prevention, nonviolent interposition and conflict management to de-escalate the violence level and to re-connect channels for dialogue according to the disposition of local actors and adequately to the context situation and local specificity (issued in “do-no-harm” approach).

As agreed right now, the second implementation period will be developed for 12 (twelve) days in the period 19th - 31st March, 2012: 3-day session in Pristina (March 20th - 22nd) facilitated by “Kosovo Foundation for Open Society”, 4-day session (March 23rd - 26th) in South Mitrovica facilitated by “Community Building Mitrovica” and 4-day session (March 27th - 30th) in North Mitrovica facilitated by “Association for Peace Kosovo”. The trainings will be developed by two peer co-facilitators for each stage (the one in N. Mitrovica, the one in S. Mitrovica and the one in  Pristina), one belonging to the Italian partnership (project-staff, OPC and IPRI CCP Net) and one belonging to the local NGO involved (APK in N. Mitrovica, CBM in S. Mitrovica and KFOS in Pristina), meaning 6 facilitators engaged and a total budget cost of 2784,00 € meaning 464,00 € for each association/group engaged in each area. The idea is to run a thematic training session in each target place, with daily focuses such: a) contrast to violence, b) fight against criminality, c) freedom of movement and d) democracy, international justice and human rights with methodological supports such: a) power point presentation, b) video documentary, c) exercises, applications and simulations, d) model-based learning like Patfoort's M-m|E Model.

It's also to be considered this amount (464,00 € for each association engaged) as comprehensive of the accommodation facility for the Italian expatriate staff: as discussed during the first implementation period in November 2011, the project approval conditions of Naples Municipality do not preview any per-diem (accommodation) for the Italian staff, this meaning the possibility to implement our project is also relying on the possibility you have to assure hosting or accommodation for Italian expatriates (two operators, a gentleman and a lady). As in the first implementation setting the expatriates were G. Pisa (OPC) and A. L'Abate (IPRI CCP), in the second implementation setting the expatriates will be Gianmarco Pisa and Maria Carla Biavati (IPRI CCP) experts in peace facilitation and trainings. Please, give a confirmation to us about the accommodation you accorded for us, either in Pristina (thanks to KFOS) and in Mitrovica (thanks to CBM and APK). Your preliminary work is now to form a group to be trained in order to become future team for contrast to violence and management of conflicts: we suggest you to constitute small group (one in each place), around 10 young people, ladies and gentlemen, desiring working for peace, attached to human rights and committed to nonviolence.

It's confirmed any other expense will be covered by the project budget as issued in the application form and the budget form submitted and approved to the financing Authority (Naples Municipality) and all the contracts and payments will be effectively paid after financing Authority itself be sending granted money.

Please give me as soon as possible a confirmation of your feed-back, for the accommodation for the Italian personnel and in your commitment in setting-up a motivated group of young people to be trained as future applicants for Civilian Peace Corps in Kosovo. Our contacts:

Gianmarco Pisa - gianmarco.pisa@gmail.com - mob. +39 3492914251.

M. Carla Biavati - carlabiavati@interfree.it      - mob. +39 3491352944.

Hope to receive from you very soon, keep in touch and good luck!

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