Il Seminario di Stadtschlaining
Austria 16-18 febbraio 1996

e
il Seminario Sul Corpo Civile di Pace Europeo
Verona 30 marzo 1996

Da queste ulteriori iniziative e da altri interventi su questo progetto sono emerse anche queste considerazioni. Se la guerra è un problema della società, è logico che anche i rimedi, più che dallo stato, devono venire, in primo luogo, dalla società.

Finora, nella prassi politica, la strategia nonviolenta mal si distingueva da quella antimilitarista. E’ stata essenzialmente una strategia di contrasto più che di progettualità. Nessuno è tanto ingenuo da ipotizzare un domani senza conflitti. In un processo di trasformazione il conflitto è una componente dinamica positiva. Compito della nonviolenza non è quindi eliminare il conflitto. Compito della nonviolenza è insegnare la soluzione nonviolenta dei conflitti. E qui necessita la progettualità.

L’Unione Europea, agli inizi del conflitto in ex-Jugoslavia, aveva creato la European Community Monitoring Mission. Essa aveva come obiettivi originari il controllo delle tregue, la supervisione dello scambio dei prigionieri e l’applicazione delle sanzioni internazionali. Oggi si adopera per riportare le parti ad un unico tavolo negoziale, prevenire la ripresa delle ostilità e monitorare l’attuazione degli aspetti civili degli accordi. La ECMM potrebbe essere il primo passo, con le dovute modifiche, per l’istituzione del Corpo Civile di Pace Europeo.

A livello Europeo il percorso di "avvicinamento" ai Corpi Civili di Pace è continuato con l'approvazione, nel gennaio del 1999, da parte del Parlamento Europeo di una Raccomandazione ai Paesi Membri per la costituzione dei CPCE. A seguito di ciò poi si è tenuto un seminario a Bruxelles il 09 dicembre 1999 "Corpi Civili di Pace Europei, verso un'efficace politica dell'Unione Europea per la trasformazione dei conflitti", organizzato dall'Intergruppo iniziative per la Pace dei Parlamentari Europei e presieduto da Luisa Morgantini.

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