Convegno - Seminario Nazionale
Dall’obiezione di Coscienza alla Difesa Popolare Nonviolenta
„invece della guerra”, 12 e 13/11/2005 Bologna

Resoconto „personale”di Paolo Spunta
Associazione GAVCI e rete lilliput Bologna, 24/11/2005


Il convegno è iniziato con la „relazione introduttiva di Massimo Aliprandini (coordinatore nazionale LOC-OSM).
Nella relazione (è stata consegnata la relazione di 6 pagine, qui sintetizzata da me, forse presto disponibile sul sito www. Peacelink.it (sezione ospiti / CNOSM): http://ospiti.peacelink.it/cnosm/) viene fatta un’analisi del percorso del movimento pacifista italiano degli ultimi anni.
Si parte dall&Mac226;obiezione di coscienza al servizio militare (in Italia circa 800.000 obiettori totali); passando al popolo delle bandiere della pace; all’obiezione alle spese militari con l&Mac226;idea di un modello alternativo di difesa della popolazione che prende il nome di Difesa Popolare Nonviolenta; alle esperienze dei Berretti Bianchi e dei Caschi Bianchi e la richiesta dell’istituzione dei Corpi Civili di Pace. Attualmente le associazioni e movimenti per la costituzione della pace si occupano di molti argomenti.
Anche le università italiane si occupano di pace e alcuni enti locali creano assessorati e deleghe. A livello nazionale viene istituito l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC), e successivamente il Comitato Consultivo per la Difesa Civile Non Armata e Non Violenta (DCNANV). Anche l’ONU ha un settore per la pace. E&Mac226; nata quindi la proposta di un MINISTERO PER LA PACE e di un’azione dei cittadini dal basso che rilanciano l’obiezione alle spese militari con l’OPZIONE FISCALE per sostenere questo progetto. Nasce l’esigenza di unire le mille iniziative del movimento pacifista italiano. Si accenna alla difesa popolare nonviolenta (ripresa più approfonditamente nelle due relazioni successive), e all&Mac226;indirizzo che dovrebbe avere il comitato consultivo, con la valorizzazione dell&Mac226;esperienza del comitato stesso. La sproporzione di strutture e apparati a favore della guerra (ad esempio: il Pentagono ha 546.000 addetti e i suoi militari sono sparsi per il mondo: possiamo pensare chiaramente che stanno lavorando per preparare la guerra) e della difesa armata non solo non è funzione della difesa dei civili, ma non permette lo sviluppo della pace e delle sue forme alternative alla difesa armata.
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Successivamente il prof. Alberto L’Abate (presidente dell&Mac226;IPRI), ha relazionato su „la DPN tra teoria e prassi” (la relazione di 11 pagine, qui riporto solo i punti (i paragrafi) toccati, ed una nota dal testo:
1) un tentativo di definizione di DPN;
2) La DPN nella teoria delle scienza umane ((I) il principio di reciprocità; (II) il principio di opposizione; (III) il principio di deterrenza; (IV) il principio del „fiorire‰ dell&Mac226;essere umano;
3) La DPN dalla teoria alla prassi
3a. Una digressione storica
3b. Che fare? ((I) organizzazione; (II) formazione (III) DPN e Corpi Civili di Pace
* L’Abate cerca di chiarire da chi bisogna difenderci: difesa da nemici esterni e difesa da nemici interni. Per questo secondo caso mi ha colpito molto la frase: „verso un governo che opprima i diritti umani dei cittadini, oppure nei riguardi di un eventuale colpo di stato che tenda a sovvertire le istituzioni di base del paese. Questo può avvenire con metodi duri, e cioè con l&Mac226;uso delle forze armate stesse che partecipano o addirittura attuano il colpo di stato, oppure in modo molto più soft o dolce, come quello previsto dalla P2 in Italia ed attuato quasi puntualmente dall’attuale capo del governo del nostro paese.
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Successivamente il prof. Tonino Drago (Università di Pisa), ha relazionato su „riconoscimenti giuridici: dall&Mac226;obiezione di coscienza alla difesa popolare nonviolenta” (vedi relazione di 18 pagine, qui estremamente sintetizzata da me).
I punti toccati sono:
1. Aldo Capitini profeta della DPN
2. Dai maestri della nonviolenza alla costruzione del SC come inizio di una DPN
3. Dalla DPN movimentista all'obiettivo della DPN istituzionale
4. Il cammino giuridico della DPN in Italia
5. Un bilancio politico di una lunga lotta nonviolenta
6. La contromossa: la sospensione della leva
7. Il difficile rapporto dell'esercito professionale con la difesa
alternativa
8. L'opposizione crescente alla sbagliata difesa nucleare
9. La possibilità di collaborazione tra i militari e i nonviolenti per una difesa comune
10. Le proposte
* Drago ha anche fatto anche il punto della situazione sul Comitato DCNANV, per come lo ha vissuto, ed il suo attuale giudizio negativo: „in questo momento non funziona”. Sono state fatte 6 proposte impegnative, approvate anche dall&Mac226;UNSC, poi sono state approvate 33 proposte, che rientravano sempre nei 400.000 euro a disposizione. E poi il comitato, o parte del comitato è saltato.
* Ha fatto un parallelo tra il costo della guerra in Irak (280 miliardi di dollari), ed il costo di un peacekeeper (casco blu) (43.000 dollari, all’anno). Per cui per la stessa cifra spesa per la guerra si sarebbero potuti inviare per una vera missione di pace 6 milioni e mezzo di peacekeepers, per un anno.
* Nell’82, con la lotta contro i missili a Comiso la campagna ha iniziato con 400 aderenti. In corrispondenza alla prima guerra in Irak, vi sono stati anche 10.000 aderenti. Adesso la campagna conta un numero basso di aderenti (considerando che l&Mac226;Italia è in guerra): nel 2004 sono stati 950 (ad esempio
110 in Emilia Romagna) (dato del 31/01/2005, riportato all’assemblea nazionale OSM. Febbraio 2005, Bologna).
* Per fermare l&Mac226;avanzata numerica degli obiettori di coscienza al servizio militare, i militari hanno pensato di fare una mossa decisiva: con la scusa delle armi sofisticate, hanno SOSPESO (NON ABOLITO) la leva, per cui non vi è più il bacino di forze e coscienze nuove date dai ragazzi (e anche ragazze) maggiorenni. In questo modo gli obiettori rischiano veramente di diventare „forza assente”
* L’Italia è l&Mac226;unico paese al modo che ha l&Mac226;articolo 11 della costituzione (come il nostro); ha un comitato consultivo (una istituzione) con all’interno la parola nonviolenza.
* Il prossimo 2 giugno, bisognerà prevedere uno spazio per gli obiettori che difendono la patri (e non lasciare sfilare solo le forze armate).
* Anche alla protezione civile non viene lasciato spazio per i volontari: i militari hanno il monopolio anche della difesa/protezione civile.
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Successivamente Giuseppe Paschetto, portavoce del tavolo della pace della provincia di Biella, ha fatto un intervento in cui comunicava che il tavolo della pace della provincia di Biella (5/10/2005) sostiene la campagna OSM-DPN, quindi gli enti locali, le scuole e le associazioni appoggiano gli obiettivi della campagna.
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Dibattito.
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Sessione di lavori in gruppi, sui temi:
1) Comitato consultivo per la DCNANV
2) Nuove proposte organizzative della campagna
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Domenica 13/11
Relazione dei gruppi di lavoro e dibattito.
In estrema sintesi (non sono stati redatti documenti, era un convegno e non un&Mac226;assemblea):

* Probabilmente il comitato DCNANV in questo momento non funziona, ma bisogna farlo funzionare. (Purtroppo non ho seguito questo gruppo di lavoro).

* Per un rilancio della campagna bisognerebbe curare molto i rapporti e quindi le adesioni a livello locale; si vuole mantenere i due obiettivi (opzione fiscale e il ministero per la pace). L&Mac226;opzione fiscale è la possibilità per il contribuente di destinare le sue tasse alla difesa alternativa, invece di quella armata. L’obiettore/obiettrice potrebbe una volta approvata una legge firmare in un apposito spazio della dichiarazione dei redditi la destinazione che intende attribuire alla quota destinata alla difesa non armata o armata. Tanto per fare un esempio, come per l’otto per mille alla chiese. Se non ho scritto male l’appunto: la chiesa Valdese destina 8.000 euro alle P.B.I. (all’anno, da 4 anni); la chiesa cattolica, tramite la caritas destina 154.000 euro per gli obiettori all’estero (anche se in Italia non ha nessun progetto) Per avere un ordine di grandezza, la chiesa cattolica ha ricevuto 936.527.892 euro derivanti dall&Mac226;otto per mille per l’anno 2004. L&Mac226;obiettore/obiettrice non è un evasore, anzi in molti casi aggiunge una nuova somma a quella già versata allo stato per il riconoscimento di questo diritto. Attualmente la campagna è composta soprattutto da persone che fanno una dichiarazione (ed il relativo versamento); si sottolinea che è possibile fare disobbedienza civile (solo il 5% degli aderenti alla campagna fa disobbedienza civile e versa una parte delle tasse per associazioni per la pace; per chi non versa allo stato fino a 15 euro, non subisce provvedimenti). La campagna vuole essere allargata alle molteplici esigenze (non escludenti) di pace. La campagna vuole mantenere la possibilità di scelta (semplice dichiarazione/ disobbedienza civile), peraltro ora molto limitata dalle attuali leggi e dalle modalità di riscossione, dovute alla delega del compito di riscossione.

* Per quanto riguarda la relazione tra Pace ed Economia, sarebbe auspicabile un contributo di Rete Lilliput.

* Per quanto riguarda Turi Vaccaro, condannato per il danneggiamento di aerei militari in Olanda, si esprime sostegno, e si verificherà se è possibile attivarsi economicamente (se Turi è d’accordo) o attraverso petizioni (se ne sta occupando Alfonso Navarra, con una petizione indirizzata ai governi italiano e olandese, per info
alfonsonavarra@virgilio.it).

* Per quanto riguarda l&Mac226;obiezione di coscienza al servizio civile, si dà sostegno al nascente modulo di dichiarazione impostato dal GAVCI e MIR-MN, sulla base della vecchia dichiarazione (prima della riforma della leva, legge n. 331/2000), e con il confronto della dichiarazione on-line della caritas. (Vedi www.gavci.it).

* Non sono state fatte proposte specifiche di azioni, o pressioni (ad esempio per una chiesa che si dichiari contro la guerra, contro tutte le guerre; per una sinistra e per una informazione più sensibili verso i temi della campagna; per cercare di fare massa critica).

* Riporto qui un solo dato, dal Sipri annuario del 2005. Nella classifica per spese militari l&Mac226;Italia è 7° (al modo) con 27,8 miliardi di dollari

I partecipanti al convegno sono stati circa 40, tra cui, oltre ai citati relatori, anche Nanni Salio (centro studi sereno regis, SIPRI), p. Angelo Cavagna (gavci, comitato consultivo DCNANV), molti aderenti ai Corpi civili di pace, persone di varie associazioni ed università da varie parti d’Italia.
Sono stati consegnati altri documenti, oltre alle relazioni indicate, che non ho in formato file. Forse la LOC potrebbe renderle disponibili.

Paolo Spunta

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