Difesa Civile e Difesa Militare Verso un Corpo Civile Europeo di Pace
di Alex Langer e Ernst Gulcher,
rispettivamente; Parlamentare e Consigliere per Pace e Disarmo,
entrambi del Gruppo Verde presso il Parlamento Europeo

Il peacekeeping delle Nazioni Unite ed il suo efficiente funzionamento sono oggi le sfide più importanti per le forze armate e per gli addetti alla politica estera dentro o fuori dell´Europa. Nello stesso tempo il ruolo potenziale dei civili nel prevenire o nel gestire i conflitti è tuttora grandemente sottostimato. Ciò dovrebbe essere superato. I governi e le istituzioni internazionali inviano i loro osservatori e diplomatici nelle aree di conflitto e le ONG umanitarie e pacifiste cercano, spesso in circostanze assai difficili, di (ri)stabilire il dialogo, la coesistenza e la fiducia in e tra comunità divise e violente. Una volta cessati i combattimenti esse cercano di essere di aiuto nella ricostruzione dei valori umani e materiali controllando le disposizioni prese e le iniziative di riconciliazione. Negli anni recenti è stata accumulata una grande esperienza fatta sul campo ed è stata fatta molta ricerca, spesso nonostante la mancanza di una qualsiasi risorsa finanziaria sufficiente. Il rapporto "Bourlange/Martin", adottato dal Parlamento Europeo il 17 maggio 1995 nella sua sessione plenaria a Strasburgo, ha riconosciuto questo ruolo nella società civile affermando che "un primo passo verso un contributo nella prevenzione del conflitto potrebbe essere la creazione di un Corpo civile di pace europeo (che includa obiettori di coscienza) con il compito di addestrare osservatori, mediatori e specialisti nella risoluzione dei conflitti

Organizzazione
Il Corpo civile internazionale verrebbe costituito dall´Unione europea sotto gli auspici delle Nazioni Unite ai cui servizi dovrebbero essere prestati. Il Corpo dovrebbe sottostare o almeno riferirsi all´OSCE (come organizzazione regionale delle Nazioni Unite). Gli stati membri dell´Unione europea contribuirebbero al Corpo. Il Parlamento europeo dovrebbe essere coinvolto nelle decisioni sulla costituzione del Corpo e sull´attuazione delle operazioni. In primo luogo il Corpo presterebbe servizio all´interno dell´Europa, ma potrebbe agire anche al di fuori del continente europeo. Poichè sarebbe una forza di stanza, deve avere quartieri generali e personale pienamente equipaggiato, basato in un luogo specifico (OSCE- Vienna?) e a livello locale durante le operazioni. Per l´inizio il Corpo dovrebbe essere costituito da 1.000 persone di cui 300/400 professionisti e 600/700 volontari. Se i risultati fossero positivi si dovrebbe naturalmente espandere in modo considerevole.

Compiti
Prima il corpo sarà inviato nella regione, prima potrà contribuire alla prevenzione dello scoppio violento dei conflitti. In ogni fase dell´operazione potrebbe adempiere a compiti di monitoraggio. Dopo lo scoppio della violenza, esso è lá per prevenire ulteriori conflitti e violenze. Nel fare ciò esso ha solo la forza del dialogo nonviolento, della convinzione e della fiducia da costruire o restaurare. Agirà portando messaggi da una comunità all´altra. Faciliterà il dialogo all´interno della comunità al fine di far diminuire la densità della disputa. Proverà a rimuovere l´incomprensione, a promuovere i contatti nella locale società civile. Negozierà con le autorità locali e le personalità di spicco. Faciliterà il ritorno dei rifugiati, cercherà di evitare con il dialogo la distruzione delle case, il saccheggio e la persecuzione delle persone. Promuoverà l´educazione e la comunicazione tra le comunità. Combatterà contro i pregiudizi e l´odio. Incoraggerà il mutuo rispetto fra gli individui. Cercherà di restaurare la cultura dell´ascolto reciproco. E la cosa più impotante: sfrutterà al massimo le capacità di coloro che nella comunità non sono implicati nel conflitto (gli anziani, le donne, i bambini). Potrebbe cercare di risolvere i conflitti con ogni mezzo di interposizione ma non imporrà mai qualcosa alle parti. Denuncierà i fautori della violenza e dei misfatti alle autorità locali e internazionali. Denuncierà la cattiva condotta di queste autorità alla comunità internazionale. Si adopererà per allertare tempestivamente e monitorare. Costantemente cercherà di trovare ed enunciare le cause del conflitto o dei conflitti. Farà il possibile per ricostruire le strutture locali. Qualche volta, ma solo su richiesta e temporaneamente, subentrerà alle autorità e ai servizi locali. Più in particolare adempirà ai servizi non armati quotidiani di polizia nelle aree dove la polizia locale non riscuote la fiducia della popolazione. Coopererà nell´area con le organizzazioni umanitarie per provvedere ai rifornimenti e ai servizi, così come per alleviare le sofferenze delle vittime.

Quale professionalità
Poichè consideriamo il Corpo e i suoi partecipanti agire in zone ad alto potenziale di violenza, i singoli partecipanti debbono possedere molte qualità e valori eccellenti, alcuni dei quali saranno questione di talento, altri richiederanno un alto livello di addestramento professionale.

Qualità
molte qualità di alto livello sono necessarie per gli individui che partecipano al Corpo di pace: tolleranza, resistenza alla provocazione, educazione alla nonviolenza, marcata personalità, esperienza nel dialogo, propensione alla democrazia, conoscenza delle lingue, cultura, apertura mentale, capacità all´ascolto, intelligenza, capacità di sopravvivere in situazioni precarie, pazienza, non troppi problemi psicologici personali. Coloro che vengono accettati a far parte del Corpo di pace apparterranno alle persone più dotate della società.

Nazionale/internazionale; uomo/donna; anziani/giovani
il corpo di pace non dovrebbe essere costituito da contingenti nazionali ma dovrebbe essere internazionale dall´inizio con individui di diverse nazionalità che lavorano insieme come amici. Questo farebbe immediatamente superare barriere fra diverse culture. L´imparzialità è necessaria ma i partecipanti al Corpo di pace non devono assolutamente provenire solo da paesi neutrali. Dovrebbero farvi parte sia uomini che donne e l´età dovrebbe essere tra i 20 e gli 80 anni. A differenza delle operazioni militari il lavoro del Corpo di pace potrebbe in gran parte ricadere sulle spalle degli anziani e delle donne.

Volontariato solidale
le ONG, con un´esperienza diretta nella preservazione dei conflitti, nella loro risoluzione e sviluppo come anche nel servizio civile, saranno le prime a cui si richiede di reclutare partecipanti al Corpo di pace. Questi partecipanti potrebbero essere in larga misura obiettori di coscienza. Un ruolo può essere svolto anche dai militari peacekeeping in pensione e dai diplomatici. Particolare attenzione deve essere data ai rifugiati e agli esiliati della regione dove il conflitto dovrebbe essere gestito. Molte di queste persone sono colte e individui nonviolenti con grande conoscenza della situazione locale. D´altra parte essi sono parte del conflitto e potenziali bersagli. Essi potrebbero essere più utili nel retroterra che in prima linea a livello di consulenza e potrebbero giocare un ruolo fondamentale di supporto linguistico.

Professionisti/volontari
poiché le qualità e l´esperienza determinano il successo o il fallimento di qualsiasi operazione, almeno un terzo dei partecipanti di ciascuna operazione del corpo di pace consisterebbe di professionisti. Gli altri possono essere volontari e lavoreranno sotto l´autorità di professionisti.

Addestramento
il successo e il fallimento saranno anche determinati dal grado di addestramento delle persone del Corpo di pace. Programmi di addestramento prepareranno ciascun partecipante alla sua missione. Allo stesso tempo gli educatori dovrebbero avere la possibilità di essere stagiairs in missioni per acquistare esperienza sul campo. L´addestramento includerà la crescita della forza e della mentalità personale ma anche cose pratiche come la lingua, la storia, le religioni, le tradizioni e la sensibilità delle regioni dove si va a operare.

Conclusione
Un´operazione del Corpo di pace può fallire e nessuno si dovrebbe vergognare ad ammetterlo. Per esempio se una delle parti in guerra è determinata a continuare o accrescere il conflitto, i civili non possono fermarla. Se il conflitto si trasforma in una vera guerra, i civili farebbero meglio a fuggire dal campo di battaglia. Se fanatici delle due parti non sono più sotto il controllo dell´autorità locale e cominciano a sparare contro i partecipanti del Corpo di pace o a prenderli in ostaggio, ciò sarà la fine delle operazioni. Se i media locali, influenzati dai demagoghi locali, intraprendono campagne di sfiducia verso il Corpo di pace, è meglio ritirarsi. Ma fintanto questo non si verificherà il Corpo civile di pace potrà adempiere la sua funzione fino a quando sarà necessario. Il problema è qui lo stesso del peacekeeping militare. Finchè non c´è alcuna soluzione politica, il Corpo di pace non può veramente partire. È essenziale che la cooperazione delle autorità locali e le comunità dovrebbe essere promossa da una politica internazionale di premio (e non da punizioni/sanzioni). Poichè la povertà, il sottosviluppo economico e la mancanza di sovrastrutture quasi sempre sono parte di qualsiasi conflitto, la preparazione a vivere insieme, a ristabilire il dialogo politico e i valori umani, a fermare i combattimenti e la violenza dovrebbero essere premiati da un immediato sostegno internazionale economico-finanziario a beneficio di tutte le comunità e regioni interessate. Troppo spesso ci si è dimenticati che la pace deve essere visibile per essere creduta. Ma se è resa vivibile la pace troverà molti sostenitori in ogni popolazione.

(Questo articolo è il risultato di uno scambio di idee in preparazione della Tavola Rotonda del Corpo Civile di pace europeo, che avrebbe dovuto svolgersi nel luglio 1995, fra Alexander Langer e Ernst Gulche, Segretario dell´intergruppo EP per Pace, Disarmo e Sicurezzza Globale Comune. Pubblicato postumo in Azione nonviolenta, ottobre 1995. Teso integrale in www.alexanderlanger.org.

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