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BREVE STORIA DEL
GRUPPO AUTONOMO DI VOLONTARIATO CIVILE IN ITALIA

Il G.A.V.C.I., fondato nel 1977, è un gruppo di volontari e volontarie, nell’anno di volontariato sociale o in altre forme, e di obiettori di coscienza che svolgono un servizio civile alternativo al servizio militare.
Il G.A.V.C.I., nel suo piccolo, si è sempre caratterizzato per un equilibrio tra impegno spirituale, libero confronto col messaggio cristiano, scelta per la pace e la nonviolenza, attività di solidarietà sociale. E’ all’avanguardia per l’impegno formativo (un mese residenziale all’inizio del servizio) e per le campagne nazionali di lotta nonviolenta per ottenere il rispetto e il rinnovamento della legge per gli obiettori. Richiede chiarezza di scelta nonviolenta e generoso spirito di impegno nel servizio civile. E’un gruppo che si autofinanzia. Gli obiettori del G.A.V.C.I. provengono da tutte le parti d’Italia. Il G.A.V.C.I. attualmente opera a Bologna, Modena, Napoli e Padova.


MANIFESTO PROGRAMMATICO

"...Egli sarà giudice tra le genti e sarà arbitro tra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri. le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo non si eserciteranno più nell'arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore..."
Isaia. 2, 4-5

1) OBIEZIONE DI COSCIENZA E SERVIZIO ALL'UOMO.

a) La nostra scelta di obiezione di coscienza e di servizio alla persona umana nasce da una lettura della storia che individua nelle guerre e nella loro preparazione, negli eserciti e nelle loro funzioni, i segni più chiari della violenza e dello sfruttamento, che sono in certo modo connaturali alla nostra società. Essa è infatti violenta proprio in quanto violenti sono i rapporti economici: la logica che li sorregge è quella del profitto e dell'accumulazione, che prescinde da qualsiasi altro scrupolo morale. Non c'è limite quindi allo sfruttamento della persona e dell'ambiente. Le guerre non sono che l'ultimo atto di questa presentazione. L'esistenza di molti conflitti ci interroga giornalmente e ci chiede di prendere posizione a fianco degli ultimi in una lotta contro i potenti e le ingiustizie; questo cammino di liberazione dovrà cercare le strade della nonviolenza intesa prima di tutto come rifiuto dei mezzi e dei fini che stanno alla base di ogni oppressione.
Ma la nonviolenza non si esaurisce nella considerazione razionale dei fini e dei mezzi. Essa fa appello anche al mondo dei sentimenti e, per i cristiani, alla vita della croce, che oltrepassa nel mistero luminoso della fede, il campo della semplicità razionalità.
Proprio per questo ribadiamo il nostro rifiuto all'esercito, in quanto mezzo che sta alla base dell'oppressione. Esso è:
- un enorme dispendio di energie economiche; le spese militari sono pagate da tutti i contribuenti con il risultato di vedere sempre più militarizzato il nostro territorio e vedere l'Italia implicata ai primi posti del commercio internazionale delle armi;
- una realtà violenta che comincia con lo sradicamento dei giovani dal loro ambiente di vita e continua con la vita di caserma, che toglie ogni diritto costituzionale di dibattito, discussione e attività politica ed abitua al qualunquismo ed all'individualismo;
- una scuola di obbedienza da un lato e di violenza dell'altro: abitua a scaricare sul più debole e sui "diversi" l'aggressività accumulata nello stare sottomessi ai superiori; convince i giovani che la logica della vita è quella del più forte.
Siamo convinti che la violenza dell'esercito sia legata alla violenza sociale, che si esprime innanzitutto attraverso lo sfruttamento della persona e dell'ambiente.

b) STRUTTURA MILITARE E STRUTTURA ECONOMICA. Violenza sulla persona è anche renderla insoddisfatta, provocando in lei bisogni che non sono reali, coinvolgendola in uno sfrenato consumismo: questo ci fa capire quale sia l'uso delle risorse ambientali che viene fatto nella nostra società. Manca qualsiasi rispetto per gli equilibri ambientali; ci porterà alla distruzione se non ci sarà una radicale inversione di tendenza. La scelta nucleare, come soluzione energetica, fa problema per il suo legame con il nucleare militare.
La creazione di centrali nucleari non risolve certamente i problemi dell'autonomia energetica di un paese, perché solo pochi paesi al mondo possiedono uranio arricchito. Questa scelta pone seri problemi per la sicurezza della popolazione, in quanto è noto che gli impianti nucleari sono altamente pericolosi. L'estrema pericolosità di questa scelta richiede quindi un maggiore sviluppo della sorveglianza e della difesa contro eventuali attentati di malavita e del terrorismo. Perciò è inevitabile che in un paese dove esistono queste centrali vi sia poi un enorme sviluppo della militarizzazione del territorio e dei controlli capillari sui cittadini.
Il futuro dello sviluppo sociale ed economico impone perciò scelte energetiche che siano il più possibile decentrate e rispettose degli equilibri ambientali. Il modello di sviluppo legato all'impiego di energie nucleari trova quindi il G.A.V.C.I. in completo disaccordo; d'altra parte ci troviamo in difficoltà nel proporre alternative energetiche all'interno di un sistema in gran parte violento: energia e modello di sviluppo sono strettamente legati, poiché le energie dolci comportano un modello di sviluppo diverso dal nostro.
In questo contesto si inseriscono anche la solidarietà e la partecipazione ad iniziative che assicurino a ciascuno la libertà di aderire o meno alle azioni rivolte a finanziare o sostenere la logica della violenza. In particolare occorre operare affinché si affermino tutte le forme di obiezione di coscienza che, per definizione, devono poter essere vissute senza ricatti o compromessi. Così l'obiezione di coscienza alle spese militari, quella dei lavoratori nell'industria bellica, nella ricerca scientifica, rappresentano esempi di espressione di lotta da difendere e sostenere.

c) LA DIFESA POPOLARE NON VIOLENTA. Oltre alla connessione fra struttura militare e struttura economica di sfruttamento, l'esercito contraddice radicalmente l'umanità dei rapporti tra i popoli, in quanto sostituisce i rapporti di forza al dialogo ed agli strumenti razionali (leggi e patti), lo scontro materiale all'incontro spirituale.
La Costituzione italiana è per se fondata sullo spirito della non violenza (art. 11 "L'Italia ripudia la guerra...").
Il G.A.V.C.I. ritiene che l'alternativa doverosa e valida alla difesa militare sia la difesa popolare non violenta organizzata. Lo studio delle tecniche non violente fa perciò parte dei corsi di formazione e dell'attività complessiva del G.A.V.C.I.. Di fronte a queste situazioni ribadiamo che la pace e la giustizia sono valori da costruire, essendo legati indissolubilmente al senso di responsabilità della persona umana. Infatti come ogni tipo di violenza ha la dignità della donna e dell'uomo è motivo di dolore per l'intera umanità, così ogni contributo alla giustizia è reale e consistente ipoteca per la pace. La pace non è assenza di guerra, ma costruzione di rapporti interpersonali e di strutture civili improntate ad eguaglianza, giustizia e fraternità. In questo senso il servizio civile è segno di questa realtà nuova che si vuole costruire ed è una via attraverso la quale passa anche l'antimilitarismo.
Il nostro fine è dunque rifiutare la mentalità utilitaristica e accogliere gli esclusi; in questo cammino di liberazione e riconciliazione, in questa ricerca della pace e della fraternità, scopriamo la presenza del Signore in mezzo a noi e del Suo regno che, in modo umile e nascosto, continua a crescere tra gli uomini.

"...Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno al terra. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio..."
Mt. 5,3-9

d) AMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE. Anche ad un altro livello va posto il nostro essere persone di pace: a livello della natura. L'ambiente è un dono di Dio; la persona umana deve esserne il custode e non il despota.
Il nostro sistema economico, attraverso l'ideologia del consumo, da un lato è alla ricerca esasperata del conflitto, dall'altro sta deturpando in maniera più che preoccupante l'ambiente. I gesti violenti, il linguaggio di "guerra" sono presenti anche in questo rapporto persona-natura. L'impegno ecologico, personale e politico, deve tendere a ristabilire pace e armonia fra queste due entità.
Ripristina l'equilibrio fra la persona umana ed il luogo in cui è stata posta a vivere vuol dire recuperare un nuovo rapporto con la sua casa-ambiente; in definitiva questo significa esprimere il nostro amore per la vita ed il nostro impegno d'amore perché ogni forma di vita continui a crescere ed a manifestarsi.
Come G.A.V.C.I. intendiamo, quindi, sostenere, favorire lo sviluppo dei progetti che operino in questo senso ed incoraggiare iniziative che portino ad una crescita della coscienza su questi temi. Vorremmo, infine, promuovere anche una "obiezione di coscienza" verso i molti prodotti che normalmente acquistiamo perché comperando un prodotto invece di un altro possiamo favorire un sistema violento ed oppressivo, non rispettoso dell'ambiente. Acquistando altri, invece, si può trasformare l'acquisto da una banale gesto quotidiano ad un momento d’influenza politica, sociale ed economica: questo perché sono beni prodotti con metodi che rispettano l'uomo e la natura.

e) Le dinamiche dell'oppressione e dello sfruttamento hanno oggi le dimensioni del mondo, come gli egoismi e le violenze hanno il volto di popoli interi, carnefici d’altri popoli. Accorgersi di questo orizzonte planetario di problemi significa prendere coscienza delle connessioni e delle conseguenze del nostro modello di sviluppo "liberal-capitalistico" e del nostro stile di vita consumistico ed edonista, ed assumersi con più sollecitudine il problema di una conversione nostra che diventi salvezza per tutti. Significa anche non ignorare le vaste mete della solidarietà e dell'impegno per la pace; significa pure riconoscere l'interdipendenza dei fattori più diversi: benessere e fame, sviluppo e sottosviluppo, tecnologia e depauperamento, industria ed inquinamento, sovrapproduzione ed eliminazione dei rifiuti.
Il G.A.V.C.I. avrà, un'attenzione particolare per tutte le iniziative di solidarietà Nord-Sud nel campo culturale, finanziario, commerciale e di volontariato.
Il G.A.V.C.I., insieme alle forze sociali e politiche, si fa promotore di un "nuovo internazionalismo". Occorre infatti che ad i problemi mondiali corrispondano strutture politiche e soluzioni economico-giuridiche mondiali, a garanzia del bene comune di tutta l'umanità.

2) IDENTITA E IMPEGNO DEL G.A.V.C.I.

a) E' fondamentale che alla violenza venga opposto l'amore. Il G.A.V.C.I. ha il suo riferimento principale nel messaggio cristiano. Il cuore di Cristo crocifisso e risorto é per noi l'espressione più viva del vero amore: dare la vita per gli altri; amare anche i nemici; vincere il male con il bene.
La violenza, quando è personale, si manifesta anche nel non ascolto, nel disinteresse, nella non accoglienza, nel rifiuto; quando la violenza è istituzionalizzata, oltre che nella scelta bellica si manifesta in strutture quali la burocrazia, i manicomi, le carceri: esclusivamente emarginanti e punitive, invece che promozionali e redentive.
Il G.A.V.C.I. è un gruppo composto in prevalenza da cristiani, uomini e donne, che nella continua esperienza di comunione con gli altri trova il profondo senso dei valori di solidarietà. Esso è formato da volontari e volontarie, nell'anno di volontariato o in altre forme, e da obiettori di coscienza che si impegnino per la pace, per la nonviolenza, per il rispetto di ogni forma di vita e per l'antimilitarismo.
Quanti riconoscono di non potersi definire cristiani possono tuttavia farne parte a pieno titolo se sono aperti sinceramente a una ricerca religiosa personale e comunitaria insieme con gli altri membri del gruppo. Occorre ricordare l'importanza che il G.A.V.C.I. attribuisce all'impegno spirituale, decisivo per le basi motivazionali e per le risorse morali dei singoli e soprattutto del gruppo, che nacque e continua sostanziarsi proprio dalla esigenza di confrontare il Vangelo con le proposizioni sociali e le istanze antimilitariste nonviolente.
Ogni persona che condivide questo impegno può farne parte, cosciente che i valori di fede non si vivono da soli ma in condivisione con tutte le persone che nella Chiesa e nella società operano per la riconciliazione e la promozione umana.
In quattro parole precisiamo i tratti della nostra spiritualità:

- la preghiera: vissuta personalmente e comunitariamente, essa mette a disposizione la forza divina dello Spirito Santo, che sola può sconfiggere il demone della guerra e di ogni violenza, e portare al trionfo definitivo il Regno della giustizia, dell'amore e della pace;
- la pace: festa della solidarietà e dell'amicizia fra diversi, essa è speranza portata soprattutto da coloro che hanno un fede forte e militante nel Dio dell'amore;
- la povertà: occorre essere vicini agli ultimi, agli esclusi, ai diversi scoprendo il senso della accoglienza e della partecipazione;
- la fede: essa è certezza che l'ampia diversità dei destini che si possono dare a una persona umana è sempre illuminata da un significato profondo. Alla luce della fede, il mistero dell'esistenza, con le sue sofferenze e i suoi enigmi, può essere pienamente accettato e condiviso, trovando, in questo, libertà per sé e liberazione per gli altri.

La presenza femminile nel G.A.V.C.I., a tutti i livelli, è essenziale per la qualità umana della sua vita interna e del servizio nei vari progetti. Inoltre testimonia che la pace non è maschilista, bensì dono e impegno di tutti.
Membro del G.A.V.C.I. è chiunque, di fatto, partecipa alla vita del gruppo, frequenta attivamente gli incontri, condivide gli oneri finanziari, porta avanti scelte di tipo operativo e si assume anche qualche impegno preciso. E' solo su questa base che ogni sezione prenderà in considerazione le domande di ammissione a socio.
Il G.A.V.C.I. nella lotta alle cause dell'emarginazione e per l'accoglienza agli emarginati, collabora con la L.O.C. (Lega Obiettori di Coscienza), con la Caritas, con l'Ente Pubblico, con il Sindacato, con i gruppi di volontariato e con tutte le forze sociali politiche e culturali: in particolare aderisce al C.E.S.C. e attraverso quest'ultimo alla Consulta Nazionale degli Enti di Servizio Civile.
Come ente convenzionato con il Ministero della Difesa, il G.A.V.C.I. riconosce e valorizza come tempo di effettivo servizio civile il lavoro relativo all'antimilitarismo e alla partecipazione agli impegni ed attività della L.O.C. e chiede a tutti gli obiettori di sostenere questo movimento.

b) VITA COMUNITARIA E ASSOCIATIVA - Il G.A.V.C.I. vuole essere esperienza di vita comunitaria e si ispira alle prime comunità cristiane (atti 2,42-48; 4,32-35) nella sua vita interna e nello stile di servizio nei progetti.
Il G.A.V.C.I. non vuole essere un ufficio di collocamento per obiettori di coscienza, per cui è indispensabile che ogni persona partecipi responsabilmente a tutti i momenti caratterizzanti per la vita del gruppo. In particolare gli obiettori in servizio civile devono considerare gli impegni richiesti nella vita comunitaria come facenti parte del servizio stesso, e quindi prioritari rispetto ad altre attività o interessi.
I momenti fondamentali comunitari sono:

 - l'assemblea annuale, che si svolge nel mese di Aprile;

 - l'incontro settimanale, che si svolge presso la sede di ogni sezione, per la discussione dei vari problemi relativi al gruppo e alle sue attività.

I soci con il loro contributo devono garantire l'indipendenza economica del gruppo attuando quelle forme di autofinanziamento che ogni sezione ritiene opportune.

Il G.A.V.C.I. propone inoltre un momento settimanale di preghiera, nel quale ciascun o ha la possibilità di alimentare la ricerca di fede personale in un contesto comunitario. Così pure si offrirà l'opportunità di alcuni momenti o giornate di riflessione religiosa nel corso dell'anno (ritiri spirituali di Avvento, di Quaresima, ecc.).

c) IL SERVIZIO CIVILE - Per quanto riguarda la gestione nei vari progetti di servizio civile, il G.A.V.C.I. precisa questi orientamenti:

- è necessario, prima di aprire nuovi progetti, assicurare il ricambio degli obiettori nei progetti già esistenti; per questo ogni sezione deve cercare di assicurare il ricambio nei progetti collaborando con le altre sezioni;

- ogni mese gli obiettori di ogni progetto devono presentare alla propria sezione e al consiglio direttivo una relazione che precisi le finalità del progetto, come il lavoro viene effettivamente svolto e la necessità di persone che sostituiscano chi termina il servizio civile;

- è necessario soprattutto che ciascun aderente al G.A.V.C.I. si adoperi con impegno nell'informazione, nella formazione e nella sensibilizzazione sull'obiezione di coscienza e sul servizio civile. A quest'ultimo riguardo l'obiettoredeve promuovere, insieme a tutto il gruppo, la qualificazione del servizio in cui lavora o ha lavorato. Si è prodotto un documento dove sono esposte le caratteristiche essenziali per la formazione di progetti G.A.V.C.I..

Il G.A.V.C.I. tende a costituire, dove sia utile e possibile, delle nuove sezioni staccate. A queste sezioni garantisce la massima autonomia nell'ambito delle linee essenziali del manifesto, cercando però di mantenere un effettivo collegamento, soprattutto attraverso regolari incontri del consiglio direttivo, giornate di riflessione e di studio su argomenti importanti ed eventuali assemblee straordinarie per determinare scelte ed interessi generali.
Le assemblee di sezione possono chiedere la convocazione di assemblee straordinarie.
L'accettazione dei nuovi aderenti avviene attraverso un processo progressivo di partecipazione ai momenti significativi del gruppo.

d) LA FORMAZIONE - Il G.A.V.C.I. fa della formazione il punto centrale della sua vita. L'identità esige approfondimento adeguato, personale e comunitario degli ideali indicati nel manifesto programmatico.
Forme principali sono:

- il corso mensile residenziale per obiettori e per ragazze o ragazzi dell'anno di volontariato;
- incontri settimanali;
- incontri di formazione specifica ai diversi servizi civili;
- ritiri spirituali, partecipazione a convegni e iniziative varie.

Ogni sezione G.A.V.C.I. deve precisare con chiarezza tali momenti.

Questa nuova elaborazione del manifesto programmatico è il frutto di emendamenti e proposte discussi dal consiglio direttivo nel corso del 1991 ed approvati nell'assemblea annuale del 26 aprile 1992.

Il presidente del G.A.V.C.I.
Padre Angelo Cavagna Dehoniano
Bologna, li 26 aprile 1992


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