REPORT OPERAZIONE COLOMBA
- OTTOBRE 2006 -

NORD UGANDA - KOSSOVO - PALESTINA-ISRAELE -


NORD UGANDA

Situazione attuale
I colloqui di pace tra il governo e i ribelli dell'LRA continuano a fasi alterne. Il 3 ottobre sul quotidiano New Vision apparivano due contrastanti notizie in prima pagina: “la guerra sta riprendendo e i colloqui di pace continuano”. L'esercito annunciava la ripresa delle operazioni in nord Uganda, a causa del riaccendersi delle ostilità tra i ribelli e il governo; inoltre tutte le vie che portano ai punti di assembramento dei ribelli in sud Sudan sono stati chiusi. In realtà non ci sono effettivi riscontri o testimonianze che ne diano conferma. Sembra invece certo che molti dei ribelli abbiano lasciato i punti di raduno e si siano diretti nel parco del Garamba ( Rep. Dem. Del Congo).
Resta da capire perché i mass-media continuino a remare contro!
Nei giorni tra il 17 e 19 Ottobre, sono stati segnalati altri scontri tra l'esercito ugandese ed i ribelli dell'Lra, con l'uccisione di un capitano dell'UPDF a 40 km.da Juba ( Sud- Sudan).
Attività sul campo
Nel mese di settembre, con l'inizio del processo di “ decongestione” , o “ libero movimento”, che ha finalmente visto coinvolto anche il distretto di Gulu, i volontari hanno concentrato la loro attenzione
sullo spostamento e accompagnamento della popolazione verso i campi di decongestione così come verso i villaggi originali.
Tale movimento ha visto centinaia di persone costrette ad affrontare il lavoro di ricostruzione o riparazione delle abitazioni in luoghi lontani molti km. dai campi sfollati, spesso senza fonti d'acqua nelle vicinanze, con attrezzi inefficienti e inefficaci. Il lavoro di ripristino per altro li ha costretti a rinunciare a giornate di lavoro nei campi, unica fonte di sostegno e quindi garanzia per il pasto quotidiano.
Come già specificato nel report del mese di settembre, le Ong's , sono ancora in fase progettazione di interventi per il distretto di Gulu a favore dei campi di decongestione e non sono certo coinvolte nell'aiuto a coloro che vogliono rientrare direttamente ai villaggi originali.
Questi ultimi quindi si ritrovano completamente soli nel tentativo di ricostruirsi una nuova vita.
Per questa ragione i volontari hanno deciso di sostenere e affiancare con piccoli aiuti tali villaggi Lelaobaro, Tekulu, Wikwoio, Minakulu, Otara.. con la riparazione in alcuni casi di pozzi non funzionanti da anni, con l'acquisto di strumenti per facilitare la pulizia e preparazione dei luoghi in cui si dovranno ricostruire le capanne, nonché con la condivisione del lavoro stesso.
Un altro intervento è stato proposto nel campo di decongestione di Otara, campo completamente sprovvisto dei minimi servizi di base. In esso si è pensato di rispondere alla richiesta fatta dalla gente per l'acquisto di 4 latrine in cemento per risanare almeno un po' la precaria situazione igienica in cui sono costretti a vivere.
Nelle prime settimane di ottobre, i volontari insieme alla popolazione, ed a un operaio dell'ufficio dell'acqua di Gulu , hanno riparato un primo pozzo a Tekulu e due a Idopo, nei pressi del campo sfollati di Minakulu.
Nella settimana successiva è stata tentata la riparazione del pozzo di Lelaobaro e di Wikwoio.
Purtroppo in entrambi i casi, i danni a carico dei pozzi erano ingenti e quindi non sostenibili da Operazione Colomba. I volontari hanno così presentato una domanda di intervento ad AMREF in Gulu. Inaspettatamente, la risposta è stata rapida e positiva ed è stato quindi possibile che i volontari, con un tecnico di Amref e l'operaio dell'ufficio dell'acqua di Gulu,continuassero con le riparazioni.
A Otara i volontari hanno condiviso il lavoro di scavo delle latrine procurando alla gente anche due pale ed un piccone visto che l'alternativa erano mani e minuscole zappe.
Accompagnamento persone malate
L'attività di accompagnamento di persone malate a Gulu è stata ridotta a favore di una maggiore presenza dei volontari nei luoghi di decongestione o rientro della popolazione e della condivisione del lavoro con la gente.
Questa non è stata una decisione facile viste le disumane condizioni in cui chi è malato è costretto a vivere per l'impossibilità di raggiungere autonomamente l'ospedale o per pagare e trovare le medicine necessarie. Ovviamente i volontari saranno presenti nei momenti di emergenza, ma cercheranno di seguire singoli casi soprattutto alcuni giovani malati di Aids.
Supporto ad anziani e bambini
Grazie ad una donazione pervenutaci tramite padre Carlos Rodrigez, abbiamo potuto acquistare materassi e cibo per dei bimbi disabili, alcuni denutriti ed anziani. Per loro la vita nei campi continua ad essere una lotta quotidiana nella ricerca di cibo e nello svolgimento delle semplici azioni e attività quotidiane.
I volontari continuano, a procurare ad alcuni anziani la legna andandola a tagliare nel bosco, talvolta con l'aiuto di giovani africani che condividono la fatica di questo piccolo gesto.
Prospettive future
Dopo l'ultimo incontro tra i volontari e il responsabile dell'ufficio Ocha di Gulu, e conosciuto il nuovo coordinatore dell'ufficio UNHCR, deputato all'organizzazione dei progetti di intervento nei campi di decongestione del distretto di Gulu,i volontari hanno espresso il loro interesse ad essere coinvolti nelle riunioni di valutazione sulle attività svolte nel territorio dalle diverse ong , in modo da poter essere informati sugli sviluppi della decongestione e poter far partecipi tali agenzie degli interventi che i volontari fanno, con un conseguente scambio di informazioni.
Loro si sono dimostrati favorevoli a tale confronto, ma appare chiaro che ad oggi hanno molte idee confuse su dove la gente si stia spostando e poche proposte d'intervento, comunque spesso limitate e dettate dal “ numero” di utenti e non quindi dalle reali esigenze della gente.
Con i primi di novembre i volontari rientreranno in Italia, dopo una permanenza continuativa di sei mesi in uganda del nord, un po' a malincuore visto il momento delicato e di svolta nel processo di pace e di ritorno a casa della gente, ma consapevoli della necessità di fare insieme alla sede una verifica sul futuro del progetto e sulle scelte ad esso connesse.
Noi tutti ci auguriamo di tornare e continuare questa condivisione di Operazione Colomba in terra d' Africa .

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KOSSOVO

Situazione generale in Kossovo:
La situazione nella zona di Peja Pe_ rimane tranquilla. Agli incidenti di settembre non ha fatto seguito alcun episodio analogo nell’area che faccia presumere un’ innalzamento della tensione tra le etnie.
Percorso di analisi ed elaborazione del conflitto
I Gruppi di studio hanno preso parte al Campo a Prijedor organizzato dal 30 settembre all’ 8 ottobre dalla seconda commissione (quella appunto preposta alla collaborazione con i ragazzi dei centri giovanili di Prijedor). Scopo del Campo era quello di favorire lo scambio di esperienze tra la società civile di Prijedor e quella in Kossovo. Per questo motivo oltre ai membri dei G.S. sono stati invitati a partecipare anche rappresentanti di ONG locali: Zoom (Peja Pec), Ura e Re (Shtat Shtatore, quartiere rom-egiziano), Syri Vizionit (Peja Pec), Liljan (Vitomrica, quartiere bosniaco), centro giovanile Ate Lorenc Mazreku (Peja Pec).
Tra gli elementi positivi emersi dal Campo è sicuramente da menzionare il clima decisamente migliore tra i ragazzi dei gruppo studio, ancora più evidente se paragonato a quello della visita dell’anno scorso quando i ragazzi non avevano ancora incominciato a incontrarsi regolarmente e faticavano a relazionarsi tra loro. Tra gli aspetti meno positivi occorre menzionare la scarsa organizzazione relativa ai contenuti degli incontri e delle visite alle ONG di Prijedor. Se da un lato la seconda commissione con i ragazzi dei centri giovanili di Prijedor è riuscita dal punto di vista pratico a organizzare in modo soddisfacente la logistica del Campo, dall’altro non è emersa pari consapevolezza per i contenuti e le finalità dello stesso.
L’equipe di Operazione Colomba si è impegnata al ritorno dalla BiH in una valutazione interna riguardo al Campo e al percorso in generale.
Al ritorno dal campo le commissioni hanno ripreso il proprio lavoro.
La Commissione I (Questionario), dopo la ripetizione del terzo dibattito con il tema “quali sono possibili soluzioni all’odio interetnico” si appresta, ora, ad approntare con tutto il gruppo studio una definizione comune di odio interetnico con cui poter iniziare il lavoro che porterà alla realizzazione del questionario.
La Commissione II (Contatti con Prijedor) è al momento impegnata nella valutazione del Campo a Prijedor concentrandosi in particolar modo sugli scopi del campo, l’efficacia dei mezzi scelti in funzione del raggiungimento di essi e, alla luce di questa analisi e dell’esperienza acquisita, i punti sui cui si può fare meglio la prossima volta.
La Commissione III (allargamento e rafforzamento) si sta concentrando su possibili attività di rafforzamento da proporre al gruppo si studio. Al momento l’idea più gettonata è quella di un corso di albanese e serbo che aiuti i membri a comunicare meglio tra loro.
É emersa l’esigenza di lavorare ancora su una strategia separata a Gorazdevac volta soprattutto ad allargare l’attuale gruppo.
Accompagnamenti
Il lavoro di accompagnamento ha registrato una diminuzione nel mese di ottobre a causa degli impegni dell’equipe.
L’equipe anche quando ha disponibilità di tempo tende ad incoraggiare le persone che richiedono l’accompagnamento a rivolgersi ai trasporti privati locali. Si privilegiano gli accompagnamenti in città che favoriscano un avvicinamento e integrazione con le istituzioni locali come ospedale, tribunale e municipalità.
L’accompagnamento di Marina al centro Cica (Comunità internazionale di Capo d’Arco, centro per una vita indipendente) in città è stato preso totalmente in carico dal personale locale albanese di Cica. L’equipe ha proceduto nella prima settimana con un parziale affiancamento, facendosi trovare a casa di Marina sia all’andata che al ritorno del pulmino.
Gli accompagnamenti che vanno oltre la città, verso altre aree serbe, restano in via di principio possibili in casi di emergenza o quando l’equipe valuti che possano essere un utile strumento per meglio conoscere altre realtà in Kossovo. Nel mese di ottobre si è verificato solo un accompagnamento che ricadesse in questa tipologia. L’accompagnamento ha avuto il duplice aspetto di stabilire un contatto con le ragazze di Gorazdevac che lo hanno richiesto e di verificare la situazione nel villaggio serbo di Velika Hoca.
Contatti con le famiglie
Nell’ambito delle visite alle famiglie oltre alla prosecuzione dei rapporti con le famiglie maggiormente in difficoltà a Gorazdevac continuano le visite anche alle famiglie dei ragazzi in città. La festa del Bajram ha costituito un’ottima occasione di convivialità in questo senso.
Volontari
Alla fine di settembre è rientrata in Kossovo Sonja dopo il riposo mensile portando l’equipe stabile di volontari a tre membri (Sonja, Guido e Laura).
Sabato 28 termina il suo periodo in Kossovo Laura Collina che desideriamo ringraziare di cuore per l’aiuto instancabile in questi tre mesi, la disponibilità dimostrata sia con noi volontari che con la gente del posto e l’entusiasmo incessante per tutte le attività legate alla presenza in Kossovo.

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PALESTINA-ISRAELE

Ad Aboud nel mese di ottobre stiamo aiutando le famiglie nella raccolta delle olive...
Stiamo aiutando una famiglia che ha ulivi proprio sotto Ofarim settlement, a 30 metri da dove stanno costruendo il muro.
Il lavoro per il muro continua nei pressi di Ofarim e sulla strada che porta verso Rantis.
Vengono fatte brillare ogni giorno delle mine per distruggere i blocchi di pietra che si trovano sotto terra per liberare la strada ai buldozer.
Nessun incidente da dichiarare.
Tuwani: nel mese di ottobre ci sono stati episodi in cui i soldati sono entrati senza apparente ragione nei villaggi di Karmil e Ma’in, danneggiando case, rompendo vetri e picchiando persone (una donna è stata ricoverata in ospedale in seguito alle percosse). Continuano le voci di uno smantellamento dell'avamposto di Havat Ma’on, ma anche della demolizione delle case “abusive” palestinesi di At-Tuwani. Alcuni coloni di Avigail hanno cominciato a coltivare dei terreni a Um Faggarah. La polizia e i soldati intervenuti per le proteste dei proprietari palestinesi, hanno sequestrato carte di identità ed arrestato tre palestinesi (tra cui il proprietario della terra) con l'accusa di voler impedire ai coloni di coltivare il terreno.
Volon e Ciulli in Palestina
Il 2 novembre sono partiti per la Palestina Luca Luccitelli (per gli amici Ciulli) e Andrea Volon. Andranno a Gerusalemme ad incontrare il Patriarca Michael Sabbah, il Nunzio Apostolico e i responsabili dell’ufficio locale dell’Unione Europea.
Infatti, come vi avevamo comunicato in passato, l’Unione Europea ha approvato un finanziamento al progetto dell’Operazione Colomba in Palestina. Ufficialmente il progetto parte proprio in questi giorni e durerà un anno. I nostri ragazzi andranno dunque a conoscere personalmente i nostri referenti e chi seguirà direttamente sul campo il nostro operare.
Ciulli, dopo qualche giorno anche ad At-Tuwani, tornerà in Italia, mentre Andrea si fermerà per diverso tempo…


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