Appello per il Libano
di Tommaso Valentinetti,
Arcivescovo di Pescara e Presidente di Pax Christi italia
con il Consiglio Nazionale di Pax Christi Italia
Firenze 4 agosto 2006

Le stragi di questi ultimi giorni nel Libano meridionale, che hanno causato la morte di tante vittime innocenti, soprattutto bamb ini, devono essere stimolo a mutare l'indignazione in azione sempre più convinta, sempre più pressante, per un immediato cessate il fuoco. Il Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia in data 2 agosto 2006 ha ribadito che i bambini restano le principali vittime della crisi mediorientale, tanto in Libano quanto a Gaza. Degli oltre 800 morti e 3.200 feriti in Libano, l'< span class="SpellE">Unicef ha riferito che un terzo sono bambini, che rappresentano anche il 45 per cento degli oltre 900.000 sfollati.

Le ragioni della politica di fronte alla forza delle armi, non possono considerarsi soddisfatte con la possibilità dell'apertura di corridoi umanitari, anche se si tratta di un aiuto urgente e necessario per popolazioni che, da un momento all'altro, si sono ritrovate prive di tutto. Bisognerà allora prima o poi abbattere l'omertà rompendo il silenzio sulla occupazione illegale del territorio palestinese, sulla costruzione del muro illegale dell'apartheid, sugli omicidi mirati e sugli indiscriminati atti terroristici, sulla indifferenza di fronte alle risoluzioni dell'Onu, sulle punizioni collettive che tolgono acqua, cibo e elettricità alle famiglie, sul rifiuto del riconoscimento dell'altro e della sua storia, sulla minaccia sistematica come azione politica perseguita dall'Iran, sugli errori dell'amministrazione palestinese, sull'appoggio incondizionato degli Usa agli abusi di Israele, sul silenzio pesante e imbarazzante del Mondo Arabo e dell'Europa politica, segnali chiar!
i di impotenza o peggio di connivenza all'ingiustizia, alla menzogna, alla cultura di morte." (Consiglio Nazionale Pax Christi 16 luglio 2006).
Bisognerà pur riconoscere che distruggere strade, ponti, industrie, porti, stazioni, bombardare siti archeologici come Bealbeck, isolare villaggi e zone intere, rifiutare il cessate il fuoco, usare il metodo della punizione collettiva, minacciare le popolazioni civili (sia israeliane che libanesi) e colpirle continuamente considerandole sgradevoli "effetti collaterali", usare armi non convenzionali come munizioni a grappol o (cluster) e bombe al fosforo, impedire l'ap ertura di corridoi umanitari a sostegno delle famiglie, non p orta a nulla se non a un continuo crescendo di odio, di violenza, di desiderio di vendetta.

E' necessario che anche la comunità civile, italiana e internazionale, aggiunga la sua voce a quella della diplomazia e non si stanchi di chiedere, anzi di pretendere, a gran voce la pace e una risoluzione ragionata dei problemi del Medio oriente.

La delegazione della società civile italiana che si recherà in Libano dal 5 al 9 agosto ne è un segno concreto e coraggioso. Sappiamo che, nel nome di Dio, in nessun modo si può avallare la guerra, l'uccisione indiscriminata di gente inerme, l'odio tra i popoli che avvelena inter e generazioni. Nel nome di Dio si può solo pregare, incessantemente, instancabilmente, fiduciosamente. Nel nome di Dio si possono solo deporre le armi e testimoniare quotidianamente il Vangelo della nonviolenza con tutti gli uomini le donne di buona volontà. Nel nome di Dio possiamo solo invitare le sorelle e i fratelli ebrei, mussulmani e cristiani in Italia a pregare e a invocare insieme il Dio della Pace, della Riconciliazione, della Giustizia, della Verità, della Liberazione e a seguirne le strade che ci ha indicato.

Rinnoviamo, pertanto, l'invito ai gruppi di Pax Christi e alle comunità locali di unirsi alla preghiera del Santo Padre e della Chiesa universale per la pace e la riconciliazione nella martoriata regione del Medio oriente e in tutto il mondo e ad agir e nei modi più opportuni per sostenere la popolazione colpita da questa tragedia della guerra.

Un saluto di pace

TOP