Le ONG intaliane, accanto a quelle internazionali, chiedono l’applicazione
del parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia
sul Muro di Separazione nei Territori Occupati Palestinesi

Gerusalemme, 9 Novembre 2006

Il 9 Novembre 1989 cadeva il Muro di Berlino, segnando un passaggio storico nel processo di integrazione europea che ha permesso lo sviluppo di una cooperazione reciproca nella politica, nell’economia e nella sicurezza. E’ per questo che la settimana dal 9 al 16 Novembre è stata scelta come momento di mobilitazione globale contro la strategia della separazione imposta dalla forza militare.

Nel giugno 2002 il governo di Israele ha avviato la costruzione di un Muro allo scopo di “ridurre il numero degli attentati terroristici ” di origine palestinese. Fonti ufficiali israeliane sostengono che il Muro, che sarà lungo 703 km nella versione aggiornata al 30 aprile 2006, “non annette alcun territorio a Israele e non stabilisce alcun confine [...]. La nostra speranza è che grazie alla costruzione della Barriera, la sua stessa funzione diventi irrilevante e che un giorno possa essere smantellata ”.

D’altra parte, la presunta natura temporanea del Muro viene seriamente messa in discussione dal suo costo – almeno 3.4 miliardi di dollari, secondo le stime della Commissione Economica della Knesset - oltre che dalle dichiarazioni ufficiali di autorità israeliane come il Primo Ministro Ehud Olmert o l’ex Ministro della Giustizia Haim Ramon .

Di fatto, l’80% del tracciato del Muro penetra all’interno della Cisgiordania, attraversando città, tagliando villaggi, dividendo famiglie e separando intere comunità dai loro mezzi di sostentamento, dagli ospedali, dalle scuole, dai luoghi di culto. Più del 10% del territorio della West Bank, sul quale risiedono oltre 60mila cittadini palestinesi, rimane a ovest del Muro . Nel complesso, l’organizzazione non governativa israeliana B’T Selem stima in 498mila il numero dei Palestinesi danneggiati dalla costruzione del Muro .

Al 5 ottobre 2006, 406 km di Muro sono stati edificati e resi operativi: il 58% del totale. Laddove attraversa aree urbane – circa il 10% del percorso, ma con la più alta densità demografica - il Muro è composto da blocchi di cemento armato alti da 6 a 9 metri. Nelle aree rurali, invece, il Muro assume la forma di una barriera larga da 50 a 80 metri e composta da vari elementi: filo spinato, trincea, rete metallica, sensori di movimento, pista di pattugliamento e striscia di sabbia per il rilevamento delle impronte .


Il 9 luglio 2004 la Corte Internazionale di Giustizia ha rilasciato un parere consultivo richiesto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel quale conclude che “la costruzione del Muro da parte di Israele, potenza occupante, nei Territori Palestinesi Occupati, ivi compresa Gerusalemme Est, e il regime ad essa associato, sono contrari al diritto internazionale. […] Israele è obbligato a porre fine alle violazioni del diritto internazionale di cui è responsabile; è tenuto a cessare immediatamente i lavori di costruzione del Muro sui Territori Palestinesi Occupati, ivi compresa Gerusalemme Est; [è inoltre tenuto] a smantellare senza ritardo l'opera situata in questo territorio e ad abrogare immediatamente, o privare di effetti, l'insieme degli atti legislativi e regolamentari che vi si riferiscono ”.

Le organizzazioni non governative che lavorano da anni per una soluzione pacifica del conflitto, l’assistenza umanitaria e lo sviluppo sostenibile, sono dirette testimoni dei gravi problemi sociali, politici, economici e culturali inflitti dal Muro, in maniera assolutamente indiscriminata, alla società civile palestinese.

In questa occasione le ONG italiane che lavorano nei Territori Occupati, accanto a quelle degli altri Paesi, tornano a chiedere agli stati membri delle Nazioni Unite di rendere effettivo il parere reso dalla
Corte Internazionale di Giustizia il 9 Luglio 2004, vale a dire di:

a) riconoscere l’illegalità rappresentata dalla costruzione del Muro nei Territori Occupati Palestinesi, compresa Gerusalemme Est;

b) non fornire aiuto o assistenza per mantenere la situazione creata da tale costruzione;

c) assicurare il rispetto da parte di Israele del diritto internazionale codificato nella Quarta Convenzione di Ginevra;

Le ONG chiedono inoltre agli stati membri delle Nazioni Unite e, in particolare, al governo italiano

a) di mobilitarsi nelle sedi e nelle forme opportune per lo smantellamento di tutte le sezioni del Muro costruite all’interno dei Territori Palestinesi; per la revoca del regime discriminatorio di residenza e di passaggio stabilito dal governo israeliano e per il rispetto della legalità internazionale;

b) di affrontare i problemi sollevati dal Muro come un caso politico che richiede interventi strutturali a livello diplomatico, oltre che umanitario;

c) di opporsi con maggiore fermezza al metodo unilaterale adottato dal governo israeliano nella definizione del confine tra Israele e i Territori Palestinesi, proponendo opportunità di dialogo che riconoscano i ruoli di tutte le parti in causa.

Sottoscrivono:

ICS – Consorzio Internazionale di Solidarietà
Movimondo
GVC – Gruppo di Volontariato Civile
Educaid
VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
Centri Rousseau
Vento di Terra
COOPI – Cooperazione Internazionale
CRIC – Centro Regionale Cooperazione Internazionale
COSPE - Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti
Overseas
AISPO
Ricerca e Cooperazione
Terre des hommes Italia
CIC – Centro Internazionale Crocevia
UCODEP
ACS – Associazione di Cooperazione e Sviluppo
Associazione Orlando
ARCI
DD – Differenza Donna
CESVI


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