COMUNICATO STAMPA
“Vi lascio la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv 14,27)

Sulla scia dei pronunciamenti che il Magistero della Chiesa ha proposto sul tema della Giustizia e della Pace, con particolare riferimento ai contributi offerti dal Concilio Vaticano II fino alla riflessione dell’attuale Pontefice, desideriamo riaffermare, come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra. Ci riferiamo, in particolare, alla problematica sorta recentemente sul nostro territorio piemontese relativa all’avvio dell’assemblaggio finale di velivoli da combattimento da effettuarsi nel sito aeronautico di Cameri (Novara).

Riteniamo che la produzione di armamenti non sia da considerare alla stregua di quella di beni economici qualsiasi ed è per questo motivo che, oltre ai principi etici applicabili all’economia, occorre tenere conto di altri principi più specifici in rapporto alla natura stessa di tali strumenti di distruzione. La loro produzione, infatti, manifesta una palese contraddizione tra lo spreco di risorse per la realizzazione delle attrezzature militari e la somma dei bisogni vitali attualmente non soddisfatti e tragicamente presenti in molte parti del mondo. Scienza e tecnologia devono essere poste al servizio della vita e non della morte!
L’enciclica di Paolo VI Populorum Progressio del 1967 al n. 53 ribadiva: “Quando tanti popoli hanno fame,… ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi”. E riprendendo lo spirito dei messaggi precedenti, Benedetto XVI nel suo primo messaggio per la Giornata della Pace del 1 gennaio 2006 afferma: “… non si possono non registrare con rammarico i dati un aumento preoccupante delle spese militari e del sempre prospero commercio delle armi, mentre ristagna nella palude di una quasi generale indifferenza il processo politico e giuridico messo in atto dalla Comunità Internazionale per rinsaldare il cammino del disarmo. Quale cammino di pace sarà mai possibile, se si continua a investire nella produzione di armi e nella ricerca applicata a svilupparne di nuove?”.

Abbiamo, quindi, la speranza che si arrivi ad un ripensamento e ad una soluzione non temporanea o solo legata ad una questione locale, arrivando a cogliere l’occasione per una riflessione più allargata capace di incidere nella mentalità delle persone singole e delle Istituzioni per renderle capaci di operare delle scelte non dettate dall’interesse e dal potere, ma da una sincera ricerca del bene comune in vista di una Pace finalmente universale.


Mons.Fernando Charrier
Vescovo di Alessandria
delegato Pastorale Sociale e il lavoro della Regione Ecclesiastica Piemontese

Mons.Tommaso Valentinetti
Arcivescovo di Pescara-Penne
Presidente Pax Christi Italia

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