Iraq, fuori i militari dalla Biblioteca Nazionale di Baghdad
di Ornella Sangiovanni
Osservatorio Iraq, 10 agosto 2007


I militari – sia quelli Usa che quelli iracheni – stiano alla larga dalla Biblioteca Nazionale di Baghdad. Questo il monito rivolto dal suo direttore, preoccupato perché alcune recenti operazioni "di sicurezza" stanno mettendo a rischio una delle istituzioni culturali più importanti del Paese.
Saad Eskander, che da anni si batte strenuamente per salvaguardare il patrimonio di enorme valore contenuto nella biblioteca, il cui edificio ospita anche l'Archivio Nazionale, ha denunciato che soldati Usa e iracheni sono entrati più volte con la forza nell'edificio questa settimana, durante i preparativi per "garantire la sicurezza" del pellegrinaggio che da ieri ha portato migliaia di pellegrini nella capitale irachena, in occasione di una importante festività religiosa sciita.
A Baghdad e nel resto del Paese non è insolito che i militari – quelli statunitensi come quelli iracheni – prendano temporanamente possesso di abitazioni ed edifici, per adibirli ad aree per la sosta delle truppe o a postazioni di avvistamento.
Tuttavia, Saad Eskander dice che la biblioteca e l'archivio devono essere dichiarati off limits, dato che custodiscono un importante patrimonio nazionale.
La presenza di soldati, in particolare di quelli stranieri, potrebbe fare dell'edificio un obiettivo per gli insorti, ha detto il direttore della Biblioteca Nazionale, sottolineando che considererà le forze Usa e quelle irachene "responsabili di qualsiasi danno inflitto a documenti di valore inestimabile, o di qualunque perdita umana provocata da questa operazione illegale".
"Qualsiasi danno o furto rappresenterà una catastrofe culturale simile al saccheggio del Museo [Nazionale] iracheno, dopo la caduta di Baghdad nel 2003", ha aggiunto.
L'edificio che ospita la Biblioteca Nazionale e l'Archivio si trova nel centro di Baghdad, vicino a tre quartieri famigerati per la violenza, dove attacchi di insorti, sequestri, e omicidi che avvengono a tarda notte sono la regola. Viene spesso colpito da proiettili vaganti, e granate di mortaio cadono nel cortile. A volte il suo direttore è stato costretto a a deciderne la chiusura a causa dei combattimenti. L'anno scorso, ad esempio, la Biblioteca è rimasta chiusa per due settimane.
Secondo quanto riferito dalla Associated Press, con cui Eskander ha parlato ieri al telefono dalla sua abitazione, il direttore della biblioteca sarebbe stato avvertito dalle guardie che proteggono l'edificio che alcuni soldati erano entrati rompendo cancelli e finestre. Lui a quel punto ha telefonato al comandante iracheno e gli ha chiesto di lasciare l'edificio – richiesta che è stata rifiutata, dice, aggiungendo che anche lunedì alcuni soldati statunitensi erano entrati nella biblioteca senza permesso.
Ancora più circostanziata la testimonianza riportata oggi dal Guardian.
Eskander ha riferito al quotidiano britannico che ieri una ventina di soldati iracheni si sono impadroniti dell'edificio armi in pugno, minacciando le guardie e il personale.
"Hanno trasformato il nostro archivio nazionale in un obiettivo militare", sottolinea. "Domani o dopodomani, gli estremisti attaccheranno le forze irachene che vi si trovano".
I soldati, che dicono di avere occupato l'edificio per difendere i pellegrini che si stanno recando al santuario di Kadhimiya, nella zona nord della capitale irachena in occasione della festività religiosa sciita che commemora la morte dell'Imam Musa al Kadhim, si sono posizionati sul tetto della biblioteca, dice il direttore. Hanno già cominciato a smontare il cancello di ingresso, e hanno spaccato porte e finestre all'interno dell'edificio principale.
Eskander non usa mezzi termini.
"Le azioni sconsiderate delle forze irachene e delle forze armate Usa, che sembrano considerare accettabile l'operazione, metteranno in grave pericolo il personale e le collezioni della biblioteca e dell'archivio", denuncia, esprimendo il timore che i soldati possano iniziare a saccheggiare l'edificio "o persino a dargli fuoco".
E ribadisce che riterrà responsabili di qualunque danno materiale al patrimonio o di eventuali vittime l'esercito Usa e quello iracheno.
Saad Eskander è uno storico rispettato, che ha vissuto molti anni in esilio durante il regime di Saddam Hussein. Kurdo, è in possesso anche di un passaporto britannico.
Come il Museo Nazionale di Baghdad, anche la Biblioteca Nazionale e Archivio hanno subito gravi danni subito dopo l'invasione Usa del 2003, a causa di saccheggi e incendi.
Secondo le stime, il 25% delle collezioni della Biblioteca è andato perduto, compresi libri assai rari, mentre l'Archivio ha perso il 60% dei suoi materiali, tra cui documenti insostituibili dell'epoca ottomana.
Eskander, che dirige l'istituzione culturale dal 2003, l'ha ricostruita, conquistandosi rispetto in tutto il mondo, anche grazie al supporto di qualificati partner internazionali, tra cui la British Library di Londra (il cui sito ospita il suo blog), e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.
"Un lavoro notevole in circostanze assai difficili", dice Andy Stephens della British Library, citato dal Guardian. "Ha cercato di dare una collocazione neutrale o laica all'istituzione che dirige".
"La nostra preoccupazione", continua il funzionario britannico, "è che una istituzione come la biblioteca è talmente fondamentale, in quanto custode della memoria della nazione, che è davvero importante che non venga messa a rischio".
Le forze armate Usa hanno detto che stanno indagando sulle accuse mosse da Eskander, mentre il ministero della Difesa iracheno non ha voluto fare commenti.
Fonti: Associated Press, Guardian

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