Un Nuovo Studio Israeliano Conferma le Nostre Peggiori Paure
Traduzione di C. Graziani da testo in lingua inglese

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quella che segue è una traduzione abbreviata dell’articolo di Dalia
Karpel intitolato Hamedovevet (colui che fa parlare le persone).
L’articolo è apparso sul supplemento settimanale Hebrew Weekend, edizione in ebraico del quotidiano israeliano Haaretz, il 21 Settembre 2007. E’ basato su una ricerca accademica, che Nofer Ishai-Karen e il Prof. Joel Elizur, Psicologo, della Hebrew University, hanno pubblicato su ALPAYIM Magazine Vol. 31.
(L’articolo non è stato tradotto in Inglese, e quindi NON è apparso
sulla versione inglese di Haaretz.)
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“Noi – soldati israeliani, venivamo mandate lì per punire i
Palestinesi”, dice Ilan Vilenda, un soldato israeliano che ha effettuato
il servizio militare a Rafah durante la prima Intifada.
Ilan è l’unico soldato su 21 che ha accettato di far pubblicare il
proprio nome, dopo essere stato intervistato dalla psicologa Nofer
Ishai-Karen.
I soldati hanno parlato liberamente con Nofer, che ha svolto servizio
militare con loro nello stesso battaglione Ashbal 20 anni fa; hanno
rivelato le loro emozioni più intime sugli orrendi crimini cui hanno
preso parte: assassinare, spezzare le ossa di bambini palestinesi,
azioni umilianti, distruzione di proprietà, rapine e furti.

Il soldato “A” testimonia:
“avevamo deciso di trasformare una vecchia doccia nella nostra base in
una arrangiata cella di detenzione. Un palestinese venne portato lì,
ammanettato e con la bocca tappata in modo che non potesse parlare, o
muoversi. Ce lo dimenticammo lì per 3 giorni...”

Il soldato “B” testimonia:
“ero al mio primo giro di pattuglia. Gli altri sparavano come pazzi.. Ho
cominciato a sparare come facevano loro. Mi “accesero”. Ho preso la mia
arma e sparato. Non c’era nessuno lì a dirmi il contrario”.

La psicologa Ishai-Karen è rimasta scioccata a sentire che i soldati
avevano tratto piacere dall’ “intossicazione di potere”, e dall’uso
della violenza. Ha detto: “la maggior parte degli intervistati hanno
goduto delle violenze da loro stessi istigate nel servizio durante
l’Occupazione”.

Il soldato “C” testimonia:
“la verità è che io amo questo casino – mi piace. È come essere sotto
effetto di una droga. Se non fossi entrato a Rafah, per sedare qualche
ribellione – almeno una volta alla settimana – sarei diventato una furia.

Il soldato “D” testimonia:
“la cosa grandiosa è che non devi seguire nessuna legge o regola. Senti
che TU SEI LA LEGGE; tu decidi. Una volta che vai nei Territori Occupati
TU SEI DIO”.

MUTISMO EMOTIVO

Il soldato “E” testimonia:
“guidavamo un Veicolo di trasporto truppe attraverso Rafah. Un uomo di
25 anni camminava vicino. Non ci lanciò pietre o altro. Senza nessuna
ragione, “X” gli sparò allo stomaco. Lo lasciammo che giaceva a bordo
strada.

Il soldato “F” testimonia:
“alcuni ‘duri’ avevano creato ‘un’ideologia’, secondo cui noi dobbiamo
reagire brutalmente anche a eventi minori. Una donna mi aveva tirato un
sandalo. La schiacciai col piede sul pube. Le ruppi l’osso. Non potrà
mai più avere figli.
La prossima volta non mi tirerà un sandalo addosso…e quando un’altra
donna mi sputò, le tirai il calcio del fucile in faccia. Adesso non può
più sputare.

Il soldato “G” ha descritto il suo primo ingresso di forza in
un’abitazione per arrestare un palestinese:
“era davvero grosso, sui 30 anni. Rifiutò l’arresto. Lo picchiammo ma
non riuscivamo a buttarlo a terra. Qualcuno arrivò e ci tirò delle
pietre. Lo picchiamo e gli dicemmo di sdraiarsi. Finchè alla fine lo
fece. Lo portammo alla base. Nel frattempo aveva perso conoscenza. È
morto alcuni giorni dopo”.

Nofer Ishai-Karen: “alcuni ufficiali NCO (Noncommissioned
Officers)incoraggiavano i soldati a comportarsi brutalmente, e davano
loro l’esemipio.

Il soldato “H” testimonia:
“dopo due mesi che ero a Rafah, arrivò un nuovo comandante NCO.. La prima
pattuglia, che lui comandava, era a ore 6. Rafah era sotto coprifuoco.
Non c’era un anima per strada. Poi vide un bambino, circa 4 anni, che
giocava con la sabbia nel cortile di casa. Il bambino stava costruendo
un castello di sabbia. All’improvviso l’ufficiale, un ragazzo dei Corpi
Ingegneri, corse per acciuffare il bambino. Noi gli andammo dietro.
Prese il bambino e gli ruppe il gomito. Ruppe il gomito del bambino! Che
io sia dannato se non sto dicendo la verità. Poi l’ufficiale camminò
sullo stomaco del bambino 3 volte, prima di andare via. Non potevamo
credere ai nostri occhi...ma il giorno dopo andammo di pattuglia con
quel tipo, e i soldati cominciarono ad imitarlo...”

Cosa successe allora?
“Alcuni ragazzi non potevano sopportarlo. Il caso di abuso grave di tre
adolescenti, che avevano la testa incappucciata e i piedi legati da
parte di un sergente, li spinse ad avvisare l’ufficiale superiore.
Quando arrivò il medico i ragazzi sanguinavano da tutte le parti, i
vestiti erano intrisi di sangue, e tremavano dal terrore. Li avevano
fatti inginocchiare come cani e avevano paura a muoversi. L’ufficiale
venne punito con 3 mesi di detenzione. Ma il comandante di plotone
difese l’ufficiale, e richiamò i soldati coscienziosi per “diffamazione
del battaglione”.

Nofer Ishai-Karen: il valore sacro nell’esercito (Israeliano) è la
‘solidarietà tra combattenti’, cioè lealtà verso i camerata combattenti.
Il battaglione proteggeva i suoi segreti, come una famiglia difende le
sue ‘pecore nere’. I compagni considerarono ‘traditori’ i soldati
coscienziosi, dice Nofer Ishai-Karen. La copertura fu completa quando i
‘bravi ragazzi’ vennero scomunicati e ostracizzati dall’intero
battaglione. E l’ufficiale? Ha lasciato il paese, adesso vive negli
Stati Uniti d’America. La maggioranza dei soldati di questi battaglioni
ha lasciato Israele. Solo 5 o 6 sono rimasti in Israele.

Nofer ha studiato due battaglioni Eshbal e Eshkhar, e il secondo è
risultato essere estremamente più violento, dice.
Alla fine torniamo a Ilan Vilenda, l’unico soldato che ha autorizzato
Nofer a usare i suo nome per intero e anche a fotografarlo. Vilenda era
un sergente incaricato delle ‘operazioni’.

La testimonianza di ILAN VILENDA:
“il nostro lavoro era picchiarli...personalmente ho picchiato un
ragazzo, e un altro. Usavo le mani o il manganello. Picchiavamo più
duramente gli adulti. Ci comportavamo come poliziotti ma agivamo fuori
dalla legge. C’era questo palestinese che aveva la televisione a casa.
C’era il campionato del mondo di calcio, e noi invadevamo casa sua per
guardare le partite. Dopo un po’ non ne potè più, e ci disse di prendere
il suo televisore e andarcene.
Io sono nato in un kibbutz, da una famiglia i cui valori erano umani, da
“sionisti di sinistra”.
I palestinesi ci tiravano le pietre. Visto che all’inizio il mio impegno
ideologico limitava le mie azioni, ho accumulato rabbia, e l’ho
rilasciata violentemente. Doveva andare così. Eravamo lì ‘per fargliela
(ai palestinesi) pagare. Le mie opinioni politiche sono cambiate. Adesso
sostengo il Partito Nazional-Religioso di estrema destra”.

Dopo il suo congedo dall’esercito, Vilenda è stato arrestato a Goa,
India, per possesso di LSD. “Io volevo servire il mio paese. Questo era
il mio dovere...ma l’intero IDF (Israeli Defence Force, Esercito di
Difesa Israeliano, ndr) sta eseguendo ordini illegali.

Chi è responsabile?
Il Generale Matan Vilna’i (che adesso è impiegato nello staff di Ehud
Barak come vice Ministro della Difesa) era a quel tempo (durante le
Prima Intifada) Capo del Comando Sud dell’IDF. Ha visitato spesso il
nostro battaglione e discusso coi soldati, dice Nofer, ma...vedi...lo
‘Strumento del NEGARE e OCCULTARE’ era in azione...
A parte: l’Esercito Israeliano non provvedeva a training regolari per
l’unità, nè ai soldati erano dati permessi regolari, o tempo libero per
recuperare e riprendersi. I soldati intervistati hanno sostenuto che più
a lungo agivano (contro i Palestinesi a Rafah) senza vacanze, più
violenti diventavano nell’imporre la loro modalità di “Legge e Ordine”.
Hanno lamentato che “i comandanti dell’Esercito erano consapevoli della
deriva verso la violenza, e l’hanno incoraggiata allo scopo di
risparmiare forza lavoro”

NOTE:
[1] il Generale Matan Vilna’i deve aver saputo cosa stava succedendo.
Gli ufficiali di alto grado che hanno svolto servizio nella Cisgiordania
occupata hanno espresso simili avvertimenti contro il comportamento
dell’Esercito Israeliano. “Gli ordini lasciavano un ampio spazio, un
margine...di intenzionale non specificata ‘zona grigia’, che
incoraggiava il comportamento violento dei soldati” ha detto il
Colonnello Riservista Elisha Shapira, che ha svolto servizio nella zona
di Nablus nello stesso periodo. Ai soldati veniva detto “non colpita i
palestinesi – ma portateli all’interrogatorio ‘con la testa gonfia’ –
scoppiati’.

[2] Gli eventi, che Nofer Ishai-Karen ha esplorato, sono avvenuti 17
anni fa. La situazione si è ulteriormente deteriorata da allora. Adesso
l’Esercito Israeliano e l’Aviazione Generale dichiarano apertamente il
loro orgoglio per le azioni di vendetta contro i civili palestinesi. Il
Gen. Magg. Eliezer Shkeidi è stato orgoglioso di annunciare che i suoi
piloti rompono il muro del suono sopra Gaza, creando bombe acustiche.

[3] Questo causa gravi sintomi di Disordine da Stress Post Traumatico
tra i bambini; hanno anche causato aborti tra le donne incinte. La
distruzione indiscriminata della abitazioni palestinesi ha causato molte
morti, recentemente, inclusi alcuni bambini. Forse da ultimo: il
Gabinetto del Governo Israeliano, supportato da Washington, ha detto che
toglierà elettricità e gasolio alla Striscia di Gaza.

[4] lo Psicologo Prof. Joel Elizur, della Hebrew University, che ha guidato
Nofer Ishai-Karen nella sua tesi di Master, ha prestato servizio come
riservista al Dipartimento di Salute Mentale dell’Esercito Israeliano.
Ma l’Esercito non gli ha permesso di svolgere ricerche sulla violenza
tra i soldati israeliani. I ricercatori posseggono il materiale
originale audio dell’intervista.

[5] per quanto sono a conoscenza, l’Esercito Israeliano non ha né
accusato di singoli casi di abuso né di omicidio verso palestinesi alcun
soldato di fronte a una corte appropriata.




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