La resistenza della Valle del Giordano.


Il giorno prima della manifestazione, la conferenza di Bil'in si e' divisa in 4 gruppi per visitare diverse parti della West Bank. Noi siamo andati nella valle del giordano. e' stato molto interessante ed incredibilmente triste vedere a cosa sono ridotti i palestinesi che resistono e continuano a non voler abbandonare quella regione. La valle del Giordano costituisce un terzo della West Bank, per la maggior parte e' stata dichiarata zona militare israeliana dal '67, chiusa a tutti i palestinesi della West Bank.

E' invece ovviamente aperta ai coloni, che vi hanno stabilito 30 colonie e occupano gran parte del suolo con le loro piantagioni di datteri e le loro orribili villette a schiera. E dei palestinesi che vivevano li prima del 1967? Negli anni solo il 15% e' riuscito a resistere all'occupazione, alla completa deprivazione di terre, acqua, elettricita', scuole, liberta' di movimento. Di tutta la valle solo il 4% della terra e' ancora in mano ai palestinesi del posto che vivono nella miseria, in piccoli villaggi di case di fango e paglia, o piu' spesso baracche di lamiere e tende (non hanno il diritto di costruirne di nuove e neppure di ristrutturare quelle gia' esistenti). Quasi tutte le abitazioni che abbiamo visto hanno ordini di demolizione impellenti. Demolizione prevista persino per una delle due scuole della zona, costruita anche grazie all'iniziativa di attivisti inglesi e con fondi norvegesi..beh, alle autorita' israeliane non piaceva la scuola, non si intonava ai colori della valle, dunque hanno mandato un ordine di demolizione pure in questo caso. Grazie alle lettere di protesta giunte all'ambasciata israeliana in Inghilterra e altrove la demolizione e' per ora sospesa. La stessa storia si ripete con delle vasche di riserva dell'acqua per gli agricoltori costruite dalla Spagna...niente da fare, da demolire pure quelle.
Nella valle del giordano che ci sono tra le piu' importanti risorse d'acqua della regione...eppure ai palestinesi e' anche vietato scavare per creare pozzi. L'unica sorgente della valle a usufrutto palestinese risale a prima del '67 e serve il distretto di Ramallah, non i palestinesi locali, loro l'acqua la devono comprare a 100 NIS (20 euro) a bidone, sufficiente per il consumo di una famiglia per soli tre giorni...ai coloni acqua e terra vengono distribuiti quasi gratuitamente. La resistenza in questi villaggi consiste nel ricostruire qualsiasi casa venga demolita: con fango e paglia, almeno fino alla successiva demolizione.

Per loro esistere e' resistere. www.jordanvalleysolidarity.org

C.

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