Nuova nomina del Comitato Difesa civile non armata e nonviolenta: Opportunità o strumentalizzazione?
di Antonino Drago


Il 13 marzo 2008 è stato insediato il nuovo Comitato Dcnanv, istituito per decreto ministeriale del 17 dicembre 2007.
I componenti sono sei rappresentanti istituzionali di: Ministero Difesa, Ministero AAEE, Ministero interni, Dipartimento Prot. Civile, Regioni e province autonome e ANCI (ass. Comuni); poi dieci persone tutte qualificate come “esperti” (di cui il Ministro ha esaminato i curricula): Paolo Bandiera, M. Carla Biavati, Giorgio Bonini, Angelo Cavagna, Pierluigi Consorti, Sergio Giusti, Giovanni Grandi, Massimo Paolicelli, Giovanni Salio, Massimo Valpiana.
Nella prima riunione è stato approvato il regolamento e sono stati eletti presidente il prof. Pierluigi Consorti e vice Presidente il dott. Giovanni Grandi.
Già nell’estate 2004 sei iniziative erano state approvate dal Comitato ed in ottobre erano state accettate dal Direttore dell’Uff. Naz. SC. Ma nella seduta dello stesso mese una parte dei civili nel Comitato le ha contestate e alla fine le ha bloccate, per preferire l’elenco seguente (che in pratica includeva tutte le precedenti (e che è nato da un elenco da me proposto).

Seminari tematici di approfondimento
Seminario. annuale di Ricerca sulla DPN
Seminario dei responsabili dei Corsi di laurea classe 35 sulla Pace e simili
Costituzione Centro Documentazione sulla Dcnanv
Costituzione Archivio sugli interventi di Diplomazia Popolare
Costituzione Centro Studi Straregici
Costituzione Registro Ricercatori . e Formatori Dcnanv
Assegno per una ricerca su formazione dei volontari. Europei Dcnanv
Assegno per una ricerca su collaborazione tra Enti di Difesa civile
Assegno per una ricerca sui profili normativi leggi europee e internazionali su difesa alternativa
Assegno per una ricerca sui maestri italiani di nonviolenza
Assegno per una ricerca sul sistema italiano di difesa civile
Assegno per una ricerca sul passato dibattito Parlamentare sulla Dcnanv
Altre attività ricerca
Convegno Internazionale su Dcnanv
Spazio informativo nel sito dell’UNSC
Partecipazione a convegni nazionali e internazionali
Interventi presso i mass media
Presentazione del Comitato Dcnanv presso le Istituzioni della Repubblica Italiana
Visite ad organismi internazionali
Visite istituzionali simili in Europa
Visite a Istituti ricerca, formazione, ecc.
Attività di collaborazione con Prot. Civ., VVFF, SC
Attività lotta alla mafia
Attività estero con ONG
Pacchetto per la formazione dei SC.isti su SC e Dcnanv
Monitoraggio sugli italiani che hanno compiuto peacekeeping ONU
Monitoraggio sul tema Dcnanv insegnato nei corsi di laurea della cl. 35 sulla Pace
Monitoraggio sulle iniziative di interposizione nonviolenta internazionale
Monitoraggio sui corsi di peacekeeping in Italia
Monitoraggio sulla formazione alla DCNANV nei corsi di formazione del SC
Progetti sperimentale di SC nell’area dei Balcani
Catalogazione e monitoraggio dei progetti di SC con tema la DCNANV

Ad esse sono da aggiungere cinque accordi già ottenuti per istituire insegnamenti universitari sulla Dcnanv in altrettante università, un accordo col Ministero AAEE per l’invio di SC.isti all’estero, l’invio di Volontari dell’ONU ed infine un convegno con il Servizio civile di Pace tedesco. Tutte le proposte erano fattibili e nel complesso rientravano nei 400mila euro del budget dell’anno 2004.
Il blocco delle proposte ha portato alle mie dimissioni da Presidente e alle dimissioni dal Comitato di alcuni membri (Drago, Venditti, Minervino). Successivamente, eletti presidente (Consorti) e vice presidente (Grandi), ed emesso un comunicato stampa di grandi intenti, nel maggio 2005 è stato organizzato un convegno, per inviti, per ribadire la interpretazione del nuovo presidente secondo la quale il SC non ha a che fare con il diritto alla pace e con l’art. 11 della Costituzione, ma solo con la solidarietà sociale. Il che ha dato l’avallo giuridico al blocco delle attività del Comitato; che di fatto non ha più avuto nessuna attività pubblica.
Ora il Comitato è stato ricostituito. Il fatto solleva una serie di domande:
Secondo la Corte Costituzionale (sent. 228/2004) lo Stato, per mantenere la competenza sul SC rispetto alle Regioni, deve impegnarsi nella difesa alternativa attraverso il SC; allora, perché lo Stato ricorre all’impegno più debole, quello di costituire una commissione solo consultiva, cioè una anticamera, un esame ulteriore della validità della difesa alternativa, forse un limbo delle buone intenzioni? Perché lo Stato non convoca una conferenza nazionale sul tema della difesa alternativa (così come si è fatto per la programmazione energetica), in modo da rendere pubblico il tema e far partecipare il massimo delle persone qualificate (anche dall’estero) per realizzare questa innovazione?
Perché piuttosto lo Stato non nomina subito dei consulenti dell’UNSC sul tema della Dcnanv, in modo da passare subito a quelle azioni che voglia decidere il Ministro su un tema che da vari decenni è stato ampiamente sviluppato dalla letteratura internazionale e nazionale, oltre che dai lavori del precedente Comitato? Perché lo Stato non passa direttamente all’azione con la istituzione di una prima iniziativa ad esempio di Peacekeeping non armato e autonomo di SC.isti nella ex Jugoslavia?
Eppure nel 2007 un vice Ministro, l’on. Sentinelli aveva riconosciuto la validità della difesa alternativa, istituendo un tavolo di trattative con varie associazioni per inviare un corpo di pace disarmato nel Libano; ma l’iniziativa non era del Ministro con la delega al SC, Ferrero. Il tutto è finito, sotto elezioni, in un piccolo finanziamento per la formazione e informazione. Allora lo Stato vuole concludere qualcosa, o vuole solo strumentalizzarla per negare la competenza del SC alle Regioni? Lo Stato vuole promuovere la Dcnanv o è ostaggio delle FF.AA. che non la vogliono?
Perché nell’ultimo governo la delega alla Dcnanv è stata assegnata al Ministro della Solidarietà sociale, quasi che sia valida la contestata tesi del Prof. Consorti, che il SC non abbia altri contenuti oltre la solidarietà? Si vuole forse assecondare la privatizzazione del SC che è stata compiuta dagli Enti di SC, senza più nessuna finalità di progetto pubblico e di intervento nelle conflittualità sociali e internazionali?
Perché il Ministro rinomina il Comitato, se ha sul suo tavolo un lungo elenco di iniziative valide, che attende da tre anni di essere attuato?
Perché il Ministro non ha ritenuto più valido il precedente Comitato? Con quale atto lo ha dichiarato decaduto?
Perché il Ministro nomina il nuovo Comitato un mese esatto prima delle elezioni, cioè a governo morto? E perché il Comitato si riunirà la prossima volta il 17 aprile, cioè dopo le elezioni, che in tutti i casi cambieranno molte cose del governo?
Con quali criteri il Ministro ha scelto gli “esperti”, tra i quali figurano persone che esperte non sono di Dcnanv, ma sono solo espressione di interessi privati, quelli degli Enti di SC? Come ha fatto il Ministro ad escludere il prof. L’Abate, teorico ed attivista della Dcnanv, noto a livello internazionale?
Se, come la volta precedente, il Ministro ha interrogato le Associazioni di SC sui loro desiderata su quali esperti nominare, come mai tra gli esperti per la seconda volta non compare uno della Caritas, quell’Ente di SC che dagli anni ’80 fu il sostegno principale della lotta per l’obiezione di coscienza e per un SC qualificato?
Perché il nuovo Ministro, Ferrero, insediando il Comitato Dcnanv si è proclamato interessato proprio alla Dcnanvn e nello stesso tempo ha confermato come esperto colui che sostiene che il SC non ha a che fare con la difesa alternativa, avendolo ridotto a semplice solidarietà privatistica? Essendo questi un giurista di professione, chi dentro il Comitato potrà contrastare i suoi giudizi giuridici sul SC?
Perché durante la prima riunione, l’invito degli istituzionali ad eleggere come vice presidente una donna è andato a vuoto, per attribuire, con votazione a sola maggioranza, le cariche a coloro che già le avevano nel precedente Comitato?
Se i membri del Comitato possono essere divisi nel partito delle istituzioni (da supporre indirizzate ad assorbire la Dcnanv nella difesa civile del Ministero degli Interni e nel CIMIC), il partito degli Enti di SC (indirizzate a mantenere la già realizzata privatizzazione del SC e quindi lo spegnimento della Dcnanv) e il partito della Dcnanv (rivolto a realizzare la DPN e i CCP), la elezione della presidenza (7 contro 4) non ha già precostituito la maggioranza e quindi le future decisioni del Comitato stesso?
Perché il nuovo direttore dell’UNSC (dall’agosto 2006) in un anno mezzo non ha compiuto un qualche atto qualificante in termini di Dcnanv, nemmeno la costituzione, a costo praticamente zero, dell’albo nazionale di coloro che in Italia si vogliono dichiarare obiettori di coscienza? E nemmeno l’attribuzione della formazione ai corsi di laurea universitari sulla Pace (mentre tutti i militari, stanno prendendo lauree, magari dentro le accademie o facendo la guerra in Iraq)? Perché non ha condotto una indagine su quanto e come gli Enti di SC formano i SC.isti alla Dcnanv?

TOP